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Didattica > Fonti > Stato e società nell'ancien régime > II, 10

Fonti

Stato e società nell'ancien régime

a cura di Angelo Torre

© 1983-2006 – Angelo Torre


Sezione II - I tentativi di riorganizzazione amministrativa e la loro crisi (1520-1560 circa)

10. Il peso dello stato sulla società: il deficit cronico nella monarchia spagnola

Come ha mostrato Ramon Carande, la fondazione del Consiglio delle finanze, risalente al febbraio 1523, mette a fuoco l'esistenza di due elementi distinti: da un lato, la fase di concentrazione delle prerogative del sovrano che coincide con le guerre per il dominio della penisola italiana, e che contraddistingue con la stessa intensità la monarchia spagnola, quella francese e quella inglese, in ciascuna delle quali trova tuttavia soluzioni differenti. Una soluzione radicale è rappresentata da quella attuata da Carlo V, consistente nello smantellamento dei precedenti sistemi di contabilità e di reperimento dei capitali (le Contadurias mayores) sostanzialmente non controllabili dal sovrano, che si trovava costantemente a dipendere dai singoli tesorieri. Tale soluzione è consentita dall'importazione in Castiglia di metodi di governo ereditati dai domini borgognoni di Carlo d'Asburgo. Una soluzione parallela, ma opposta per le condizioni in cui veniva a maturare è quella inglese (prima sez., doc. 22) che consiste nell'affiancare ai metodi finanziari e contabili tradizionali, sottratti all'autorità del sovrano, un istituto camerale alle sue dirette dipendenze, in grado di soddisfare alle accresciute esigenze di spesa dei sovrani del primo Cinquecento. Formalmente più debole appare la soluzione francese, che si riduce all'unificazione delle tesorerie con la creazione del Trésor de l'Épargne. Il secondo elemento, di natura più vasta e complessa, che questi sforzi di centralizzazione lasciano intravedere, sono i meccanismi stessi del sistema finanziario, cioè la cronica insolvibilità dei sovrani: come vedremo nei documenti successivi, invano si tenterà di ricorrere al credito internazionale.

Fonte: R. CARANDE, Carlos V y sus banqueros, vol. II: La Hacienda Real de Castilla, Madrid, Sociedad de Estudios y Publicaciones, 1949, pp. 576-78.


Illustrazione del patrimonio regio, anno 1523


Al signor presidente e ai membri del Consiglio della regina cattolica: sappiate che ho ordinato ai nostri contadores mayores di consegnarmi la relazione dell'ammontare delle rendite regie ordinarie di questi miei regni e delle spese e dei problemi a cui in essi si deve far fronte […]. Le mercedi ordinarie e straordinarie e i salari dei corregidores e le altre spese e uscite annue ordinarie hanno un ammontare molto superiore a quello delle entrate e se ne deducono le somme impegnate, già collocate altrove o ancora in sospeso per il pagamento. Ciò è causa del fatto che noi e le nostre rendite sono costantemente indebitate, spese e impegnate, e che le rendite dell'anno venturo vengono impiegate e assorbite dalle spese dell'anno presente, e che per qualsiasi necessità occorrente siamo costretti a vendere e impegnare il patrimonio regio […]. Io vi comando e vi incarico di prendere immediatamente conoscenza di un rendiconto inviatovi nel quale si fissa il reddito, l'ammontare e il valore delle nostre rendite regie ordinarie e quanto vi è in esse di già collocato o da destinarsi altrove, o non ancora pagato. E insieme, a quanto ammontano i salari dell'esercito, gli stipendi e i tenimenti, il mantenimento della casa della regina mia madre, le quietanze degli ufficiali della nostra casa, e le mercedi e altre spese occorrenti […] discuterete, esaminerete e considererete la forma e maniera in cui vi pare possibile e conveniente contenere, regolare e moderare le dette spese in modo che non siano superiori alle dette rendite […] e che a ciascuno venga restituito interamente ciò che gli è dovuto, senza che per le spese dell'anno presente si impegnino le rendite dell'anno prossimo […]. E poiché nella detta relazione dei contadores risulta che nelle rendite (previste) di quest'anno 1523 è già impegnato il 70 per cento del denaro, per debiti e spese passate, in modo che, comunque si contengano le dette spese, pagandosi questa somma già destinata non si può coprire la spesa ordinaria dell'anno presente. Cercate, discutete e decidete il vostro parere circa la forma e maniera da tenersi in questa materia, e come e in qual modo e da quale fonte si possa mantenere lo stato quest'anno […]. Inoltre, poiché è cosa della massima importanza per lo stato del re e per la sua conservazione che la gente delle nostre milizie sia abile e utile all'esercizio della guerra e costantemente sia armata e addestrata e a punto, e che faccia residenza nelle capitanerie nel tempo fissato; e poiché solo così si può fare in modo che le dette milizie non si nutrano, come è avvenuto fin qui, a spese delle comunità [..,] e sono pienamente informato che a ciò non si è provveduto, né vi si provvede come si conviene […]. Inoltre poiché siamo circondati di scudieri che ricevono stipendi in diverse città e borghi e comunità del regno, e sono informato che molti di loro non sono preparati per la guerra, e non vi partecipano quando vi sono chiamati, e che molti anche se desiderano parteciparvi, non possiedono armi e cavalli, dovete pensare il modo in cui li si possa render idonei e costantemente pronti alla guerra quando sono chiamati, e nello stesso tempo che vengano ben pagati i loro stipendi in tempi ragionevoli e solo allora si dovrà decidere che comportamento tenere se anche così non risponderanno alle chiamate.

Data in Valladolid il 29 gennaio 1523. Io, il Re, e per mandato di sua Maestà, Francisco de los Cobos.

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UpUltimo aggiornamento: 01/04/2006