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Didattica > Fonti > Stato e società nell'ancien régime > II, 14 | |||||||||
FontiStato e società nell'ancien régimea cura di Angelo Torre © 1983-2006 – Angelo Torre Sezione II - I tentativi di riorganizzazione amministrativa e la loro crisi (1520-1560 circa)14. Il risvolto giurisdizionale e sociale della Riforma ingleseL'interesse della Court of Augmentations risiede in almeno tre degli elementi della sua storia. Nata con l'editto che qui si pubblica (doc. a) nel 1536, essa rivela un tipico modello di espansione dello stato cinquecentesco, nel senso che un'estensione del potere politico del sovrano — in questo caso la dissoluzione dei monasteri — si riflette sul piano istituzionale con la nascita di una nuova corte responsabile dell'amministrazione delle terre annesse alla Corona e delle cause in esse o a proposito di esse insorte tra i sudditi e il sovrano. Dunque, non un'articolazione istituzionale, ma una sommatoria dei settori e tronconi relativi a elementi diversi del potere sovrano; infatti, come è detto esplicitamente, la corte nasce in frontale contrapposizione alla corte dello Scacchiere, e viene quindi a collocarsi all'interno del sistema «camerale» prediletto dai sovrani desiderosi di accentuare la propria autorità centrale. La sua vita breve (venne infatti dissolta definitivamente nel 1554 da Maria Tudor) dà inoltre ragione di processi fondamentali della storia inglese: infatti nell'atto di soppressione veniva precisato che essa era ormai inutile perché Enrico VIII ed Edoardo VI con doni e gratifiche avevano disperso ed eliminato il patrimonio fondiario sottratto alla Chiesa negli anni trenta. Tale patrimonio, inoltre, era stato incamerato con stime fortemente sottovalutate rispetto ai prezzi della terra, e in un periodo di netta crescita del suo valore. Di qui il terzo aspetto di fondo di questa vicenda: nelle parole dell'arcivescovo di Salisbury, Gilbert Burnet, protagonista dei compromessi della Restaurazione (cfr. quarta sez.), si sarebbe ormai insistito sulla funzione di consenso dell'annessione delle terre ecclesiastiche, consistente nel legare alla Corona le famiglie più in vista del regno e, dopo di loro, i detentori del potere locale (doc. b). Fonti: a/ The Statutes of the Realm cit., vol. IlI, pp. 569-74; b/ G. BURNET, The History of my own Life, a cura di O. Airy, London, 1S97, 4 voll, (ma cit. tratta dall'ed. franc. Histoire de mon temps, Paris, Béchet, 1824, vol. I, pp. 23-25). a/ Un editto di creazione della «Court of Augmentations» (1536: 27 Henry VIII, c. 27)[Precede un preambolo in cui si ripete l'editto di annessione delle terre monastiche]. Per la maggior sicurezza di tale fondazione, quindi, e nell'intento di
garantire alla Maestà del Re, dei suoi eredi e successori il pagamento
annuale, secondo mera giustizia, delle rendite […] derivanti […] dai
detti manieri […] si decreta, ordina e stabilisce col consenso della
Maestà del Re, dei Lords spirituali e temporali, e dei Comuni riuniti nel
presente Parlamento, e per l'autorità dello stesso, nella maniera che segue
sotto forma di articoli, e cioè: V. Inoltre tutti i detti monasteri, priorati e altre fondazioni religiose, già dissolte o che perverranno all'Altezza del Re in virtù dello statuto sopra nominato […] saranno posti sotto l'autorità, il controllo e il governo della detta corte e degli ufficiali e ministri a essa appartenenti […]. VI. Inoltre tutti i castelli, terre, tenimenti e proprietà che l'Altezza del Re ha acquisito […] e che in futuro acquisirà, dovranno restare e rimanere sotto l'autorità, il controllo e il governo della detta corte. […] XXII. Inoltre ogni sorta di processo riguardante qualsiasi persona o persone di qualunque fattoria, rendita, prodotto o profìtto concernente le premesse o qualsiasi parte di questo editto, che lo Scacchiere del Re voglia avocare a sé è invece posta sotto la giurisdizione l'autorità e l'amministrazione della detta corte e dei ministri a essa appartenenti, e tale avocazione sarà perciò nulla e priva di effetto. b/ Terre ecclesiastiche e consenso nobiliareDue altri provvedimenti rovinarono poi l'autorità del re, e diminuirono in proporzione la dipendenza della nazione. La corona possedeva, su tutta la superficie dell'Inghilterra, vasti domini, che venivano dati in concessione per un tempo determinato, e dietro il pagamento di assai modiche somme. Con ciò molte tra le più potenti famiglie del regno si trovavano in una condizione di vassallaggio verso la corona, e lo stesso si poteva dire di molti borghi del paese. Il rinnovamento dei contratti d'affitto convogliava grandi somme verso il tesoro regio, e anche nelle mani dei grandi ufficiali. Inoltre il timore che la corona potesse rifiutare la prosecuzione degli affitti, quando questi scadevano, accentuava la dipendenza dal re da parte di tutti quanti erano in possesso di tali terre. Il re [Giacomo I Stuart, 1603-25] ottenne invece dal parlamento la licenza di disporre delle terre del dominio regio anche attraverso donazioni irrevocabili, cioè alienazioni dietro il semplice pagamento di un canone annuo. Il denaro reso dalle vendite non tardò a essere dissipato. Un altro elemento considerevole dell'autorità regia era costituito dalle rendite prelevate sui nobili orfani durante la loro minore età, di cui da tempi antichi la corona aveva il diritto di amministrare i beni. Secondo le antiche istituzioni del regno, i sovrani fungevano da tutori di tutti i minori; provvedevano ad allevarli ed educarli presso di sé, e li collocavano in matrimonio secondo le proprie scelte […]. Non era affatto, questo, un modo per riempire le casse dello stato. Era un modo per accentuare gli obblighi delle famiglie nei confronti del re, che riservava loro un trattamento preciso a seconda che avesse ragione di compiacersi o di disapprovare il loro comportamento. Il re Giacomo, abbandonando questo costume insieme generoso e abile, consentì che i diritti sui minori venissero trasferiti dalla corona ai suoi servitori domestici e favoriti, e questi si industriarono a farne uno strumento di profitto; in modo tale che quel che prima non aveva rappresentato che uno strumento per asserire il potere e l'influenza della corona, con un costume addolcito dalla consuetudine, si trasformò in un'esazione tra le più oppressive, e causò la rovina di numerose famiglie. |
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