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FontiStato e società nell'ancien régimea cura di Angelo Torre © 1983-2006 – Angelo Torre Sezione III - La nascita dell'assolutismo e il ricambio delle élites (1560-1660)13. Il meccanismo della fiscalità nella monarchia francese: l'ideologia dell'istituzione e l'opinione dei contribuentiL'asse portante dell'amministrazione fiscale prima della Fronda è costituito dai trésoriers de France e dagli élus. I primi, responsabili della ripartizione dei carichi nella generalité, possono esser considerati i superiori in grado dei secondi, la cui competenza si limita a un settore della generalità, l'éléction; entrambi avevano l'obbligo di compiere ispezioni nelle circoscrizioni di loro competenza all'inizio dell'anno fiscale (il 1° ottobre d'ogni anno solare). Su entrambi gravavano due generi di ricatto: il primo era la costante minaccia di una nuova ondata di vendite di uffici, con la possibilità di una duplicazione degli ufficiali della propria circoscrizione e la conseguente decurtazione dei profitti. Il secondo era rappresentato, in particolare negli anni di guerra, dalla possibilità che l'insufficienza della fiscalità diretta che essi amministravano costringesse il sovrano a ricorrere a una politica di espedienti fiscali che nella quasi totalità dei casi implicava una tassazione dei profitti degli ufficiali medesimi. Di qui il generale scontento e le disfunzioni di questo tipo di ufficiale e il costante tentativo del potere centrale di controllarne l'operato, in un primo tempo attraverso missioni straordinarie e temporanee (doc. a), successivamente con la figura dell'intendente. Quel che più conta, in ogni caso, è l'incolmabile distanza che separa la prospettiva del funzionario centrale da quella dei privilegiati locali e, insieme e soprattutto, dai contribuenti delle campagne. Infatti, se nel documento a il problema dell'insufficienza del gettito viene ricondotto a questioni di omogeneizzazione territoriale e di indebolimento delle reti locali di solidarietà corporativa dell'élite, lo stesso problema, visto nella prospettiva dei privilegiati locali, si presenta piuttosto come il conflitto strutturale e profondo tra due modi di estrazione del surplus che generano diverse e divergenti catene di comando: la nobiltà che vive delle rendite dei contadini da un lato, l'amministrazione fiscale del potere centrale del sovrano dall'altro (doc. b). L'aumento dell'una non può non generare la diminuzione dell'altra. Ancora più interessante, tuttavia, è l'esame delle contraddizioni tra fiscalità «monetaria» ed economia contadina tout court. Come affermano le popolazioni rurali di due castellanie della Champagne (doc. c) a mezzo secolo di distanza dall'osservazione dei commissari di Enrico IV, l'imposta regia, diretta come indiretta, ha il pesante significato di «obbligo alla commercializzazione», nel senso che per procurarsi il sale o il denaro necessario per il pagamento della taglia l'economia domestica delle popolazioni rurali deve far fronte a rilevanti mutamenti strategici e, in caso di fallimento di una qualsiasi delle fonti di entrata, contrarre i consumi, darsi alla fuga, alla mendicità. Ciò conduce a un inevitabile impoverimento delle campagne che si manifesterà nelle ricorrenti crisi di mortalità, carestie e nella generale stasi dell'economia rurale della seconda metà del secolo XVII. Anche dal «punto di vista contadino», tuttavia, le reti locali del potere — ufficiali, mercanti, giudici, ecc. — tendono a mutare fisionomia, a sovrapporsi in una gerarchia del potere precisa e soffocante. Tutte queste condizioni entrano in gioco non appena l'ordine sociale viene infranto e si manifestano focolai di resistenza all'estrazione statale del surplus: del resto, la preferenza contadina per il duca di Lorena già segnalata dai commissari di Enrico IV (doc. a) viene facilmente giustificata con l'esiguità dell'estrazione ducale nei confronti di quella regia. Ma in ultima analisi, è il « peso » (col che vanno intesi insieme il peso fisico, economico, sociale e politico) dell'apparato statale a scatenare reazioni che la nobiltà locale può sperare di controllare con un atteggiamento protettivo. Fonti: a/ R. BARBICHE, Les Commissaires députés pour le «régalement» des tailles en 1598-99, in «Bibliothèque de l'Ecole des Chartes», CXVIII, 1960, pp. 58-96, Pièce justificative, pp. 85-96; b/ R. MOUSNIER - Y. DURAND - J. P. LABATUT (a cura di), Problèmes de stratification sociale. Deux cahiers de la noblesse pour les États généraux de 1649-51, Paris, Puf, 1965, pp. 78-91; c/ Ibidem, pp. 165, 242-48. a/ Relazione dei commissari deputati alla ripartizione delle taglie in Champagne (17 maggio 1599)La sperequazione delle quote delle taglie ha costretto la popolazione ad abbandonare numerose comunità, e si è verificato come quelle più povere siano state di solito le più tassate dagli eletti, che durante le guerre non si sono più curati di compiere le ispezioni prescritte […]. Per porvi rimedio sembrerebbe opportuno ripubblicare le ordinanze che stabiliscono la forma da osservare nell'esazione e nel recupero delle somme […] ordinare che i tesorieri di Francia effettuino anch'essi le loro ispezioni per imporre agli eletti di rivedere le ripartizioni in uso […]. I ricevitori delle taglie […] impiegano un gran numero di sergenti nella medesima comunità, ciascuno per ogni tipo di esazione, compito che potrebbe essere assolto con l'impiego di un solo sergente e con minor spesa; molti tesorieri tengono doppi registri, che nessuno controlla e vidima, e vi segnano sempre grandi rimanenze a fine d'ogni anno […] non senza apparenza di profitto, in modo che si dichiarano grandi debiti, dell'ordine di quattro, cinque, dieci, quindici e perfino diciottomila scudi […] e non rendono i loro conti che il più tardi possibile. […]. Uno dei gravami più pesanti patiti dal popolo va individuato nell'estrema elevatezza del prezzo del sale e l'eccessiva quantità che alle comunità viene imposto di consumare, cosa questa che pesa più della taglia, poiché non vi è ordine alcuno nella ripartizione d'essa. Infatti gli ufficiali non fanno alcun controllo per verificarlo […] mentre altrove il sale consumato è pochissimo, sia a causa di vendite fatte da falsi ufficiali del sale, cui il prezzo troppo elevato consente di prosperare, sia dal fatto che le dette comunità non han potuto trovare rimedio, nonostante l'ordine ricevuto […] per timore di danneggiare i mercanti ai quali è stata aggiudicata la fornitura dei magazzini del sale, che patirebbero uno sgravio della gabella. […] Un ulteriore carico e danno che pesa sul popolo è costituito dalle obbligazioni estorte alle comunità per il pagamento delle taglie e in cambio delle quietanze ottenute sull'anticipo delle quote non solvibili. In seguito a ciò le comunità sono state costrette a vendere ai portatori delle dette quietanze i beni e i pascoli comunali, ciò che ha reso deserte alcune di esse poiché gli abitanti non avevano più possibilità né di nutrire il bestiame, né di soddisfare gli arretrati […]. I detti commissari hanno verificato la difficoltà dell'esazione del diritto della pancarte e della nuova imposta sull'entrata delle merci […]. Avendo di ciò trattato con i tesorieri di Francia hanno scoperto che la città di Troys [Troyes], capitale della detta provincia non aveva consentito l'istituzione della detta pancarte, nonostante l'invio di commissari allo scopo specifico […] e non si è fatto avanti alcun particolare che osasse prendere in appalto la detta imposta […]. La soluzione potrebbe esser costituita dall'istituzione di un sussidio equivalente per una somma determinata, da venticinque a trentamila scudi sulle città e i borghi della detta generalità soggetti alla detta pancarte […]. Si trovano inoltre sulle frontiere tanto verso la Franca Contea quanto verso la Lorena svariati borghi e villaggi grandi e opulenti, alcuni dei quali sono divisi tra il potere del Re e del Re di Spagna. Tuttavia i detti villaggi non pagano alcuna taglia poiché non riconoscono l'autorità [fiscale] né dell'uno né dell'altro, ma soltanto quella del loro signore diretto, al quale spetta tra l'altro la giurisdizione di tutte le cause, che egli giudica sovranamente e senza possibilità di appello [al Parlamento di Parigi], e concede addirittura delle grazie, cosa che rappresenta un abuso palese. Gli altri villaggi appartengono in modo indiviso a sua maestà e a monsignor il duca di Lorena, ma i rispettivi banni restano separati, così come i pedaggi; e poiché i contadini del duca pagano modesti canoni annuali, i sudditi di sua maestà sopportano il peso di grosse taglie, per tale motivo la signoria del duca di Lorena esercita su di loro una grande attrazione, consentendo che vi trasferiscano le proprie abitazioni, senza tuttavia cessare di coltivare i campi nei territori di sua maestà, per i quali si rifiutano a quel punto di pagare la taglia, spalleggiati dal detto signor duca che lo impedisce loro. b/ La nobiltà della Champagne di fronte alle imposizioni regie sui propri contadiniIII. E poiché la nobiltà che risiede nelle province prive di assemblee di Stati come questa è stata finora privata della possibilità di lagnarsi dei delitti e delle sopraffazioni commesse a detrimento del proprio ceto […]. V. E siccome la miseria e la povertà del popolo si trasmettono e si trasferiscono necessariamente alla nobiltà che da esso ricava le proprie rendite e i mezzi di sussistenza, ciò giustifica in pieno la rovina provocata in tutto il regno e principalmente in questa provincia dalle taglie date in appalto; sua maestà sarà umilmente supplicata […] di diminuire le taglie per quanto le necessità dello stato lo potranno permettere, e di non farle più esigere da appaltatori bensì nelle forme tradizionali preesistenti all'istituzione degli intendenti e dei partisans, essendo ben noto che questi ultimi, per soddisfare la propria avarizia e rapacità non hanno esitato a impiegare fucilieri, sergenti e altri ufficiali da essi introdotti nelle élections in cui detenevano gli appalti suddetti delle taglie […] sovraccaricando talmente il povero popolo che oltre la quota stabilita della taglia e le altre imposizioni ordinate da sua maestà, elevatesi da sole a somme immense e quasi incredibili, le spese degli esattori e degli appaltatori hanno raggiunto la terza o la quarta parte dell'ammontare medesimo della taglia, il che ha mandato in rovina il popolo e ha danneggiato la nobiltà, la quale non può riscuotere le proprie rendite, e il servizio del re ne patisce grave pregiudizio, poiché i gentiluomini non hanno più la possibilità di equipaggiarsi per servire adeguatamente il re; perciò sua maestà viene umilmente supplicata di affidare piuttosto a un gentiluomo per provincia insieme con un ufficiale di giustizia, entrambi di probità ed esperienza riconosciute, il compito di verificare esazioni praticate sia dagli intendenti che dai partisans, oltre che le concussioni e malversazioni perpetrate sia da loro medesimi che dai fucilieri, commessi, sergenti e altri ufficiali posti ai loro ordini. c/ Rimostranze della castellania di Sainct-Florentin (Champagne, 1649-51)Elenco delle molto umili rimostranze redatte e presentate dagli abitanti della comunità e parrocchia di Sainct-Florentin della diocesi di Sens […]. Far espressa proibizione ai giudici, procuratori del re e procuratori fiscali di praticare consulti, presentare istanze e postulare in nome delle parti in causa nelle corti presso le quali svolgono anche la funzione di giudice, o in quelle che dalle ultime dipendono in qualsiasi modo […]. La città di Sainct-Florentin è composta di una sola parrocchia, e di abitanti poveri e ciononostante costretti a sopportare per intiero il carico delle taglie a causa della presenza dei detti eletti e altri ufficiali esenti, che per altro sono i più ricchi della città. Essi potrebbero contribuire da soli a un quarto della taglia per via dei loro cospicui beni e dei traffici cui sono dediti, e in tal modo impediscono agli altri abitanti di intraprendere qualsiasi commercio per migliorare l'esistenza loro e delle loro famiglie […]. O almeno […] sopprimere le imposizioni straordinarie intascate dagli eletti e dagli altri ufficiali su ogni somma di denaro a grande spesa del popolo, che da queste è oppresso, poiché tali esazioni straordinarie ascendono anche a dieci volte la taglia per la complicità e l'interesse di qualche ufficiale, appaltatore o socio degli appaltatori, poiché questi svolgono nello stesso tempo la funzione di giudice e di parte nelle cause sul contenzioso, e in poco tempo si sono grandemente arricchiti alle spalle del popolo senza che a vostra maestà sia pervenuto il profitto sperato […]. Proibire ai detti eletti, controllore, procuratore del re di ricoprire la carica di giudice o procuratore fiscale dei signori delle castellanie vicine […]. |
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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006 |