Didattica

Fonti

Stato e società nell'ancien régime

a cura di Angelo Torre

© 1983-2006 – Angelo Torre

Sezione IV - La ristrutturazione dello stato e i suoi meccanismi sociali nel secondo Seicento

Nota bibliografica

Per una definizione di «assolutismo» cfr. F. HARTUNG - R. MOUSNIER, Quelques problèmes concernant la monarchie absolue, Comitato internazionale di scienze storiche, X Congresso internazionale, vol. IV, Firenze, Sansoni, 1955, pp. 3-55; non va tuttavia dimenticato A. D. LINDSAY, Absolutism, in Encyclopaedia of the Social Sciences, New York, Macmillan, 1933, vol. I, pp. 380 sgg. Più di recente D. RICHET, La France moderne: l'esprit des institutions, Paris, Flammarion, 1973. Di estremo interesse sono le considerazioni svolte da C. VIVANTI, Note per una discussione sull'assolutismo (1550-1650), in Atti del III Convegno degli storici italiani e sovietici. Mosca, aprile 1968, in «Rassegna sovietica», Quaderno III, 1969, pp. 9-26. In generale sul periodo cfr. R. MANDROU, Luigi XIV e il suo tempo, Torino, Sei, 1976 (1ª ed. Paris, Puf, 1973).

Sullo sviluppo della monarchia costituzionale in Inghilterra cfr. in generale, D. L. KEIR, The Constitutional History of Modern Britain since 1485, New York, Norton, 1967⁸. Sono consultabili in italiano alcune opere che affrontano aspetti specifici: cfr. M. FIRPO, Il problema della tolleranza religiosa nell'età moderna, Torino, Loescher, 1978; G. GARAVAGLIA, Società e rivoluzione in Inghilterra, 1640-1689, Torino, Loescher, 1978. Cfr. inoltre G. M. TREVELYAN, La rivoluzione inglese del 1688-89, Torino, Einaudi, 1979. Sulla formazione dell'oligarchia whig cfr. J. H. PLUMB, The Growth of Political Stability in England, 1675-1725, London, Macmillan, 1967; B. W. HILL, The Growth of Parliamentary Parties, 1689-1742, London, Allen & Unwin, 1976 e J. P. KENYON, Revolution Principles. The Politics of Party, 1689-1720, London, Cambridge University Press, 1977, affrontano il ruolo dei partiti nella formazione dell'oligarchia. Cfr. inoltre J. H. PLUMB, Sir Robert Walpole: The Making of a Statesman, London, Cresset Press, 1956.

La letteratura sullo sviluppo dell'assolutismo nella Prussia del secondo Seicento e del primo Settecento si può articolare intorno a tre temi di fondo. Il primo è rappresentato dal rapporto tra potere principesco e monarchico e organizzazione cetuale, in cui si collocano le opere ormai classiche di O. Hintze, alcune delle quali ora raccolte nel volume Stato e società, Bologna, Zanichelli, 1980 (con bibliografia) e di O. BRUNNER, Land und Herrschaft, Wien-Wiesbaden, Rohrer, 1959; Sozialgeschichte Europas im Mittelalter, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1978 (trad. it. Storia sociale dell'Europa nel Medioevo, Bologna, Il Mulino, 1980) e la miscellanea Per una nuova storia costituzionale e sociale, Milano, Vita e Pensiero, 1970, e quelle di F. HARTUNG, Deutsche Verfassungsgeschichte vom 15. Jahrhundert bis zur Gegenwart, Stuttgart, K. F. Koehler, 1950⁸ e la miscellanea Staatsbildente Kräfte der Neuzeit; Gesammelte Aufsätze, Berlin, Duncker & Humblot, 1961 (e in particolare Herrschaftsverträge und ständischer Dualismus im ausgehenden Mittelalter, ivi, pp. 62-77). Un posto a parte meritano i contributi di G. OESTREICH, Verfassungsgeschichte vom Ende des Mittelalters bis zum Ende des alten Reiches, in B. GEBHART (a cura di), Handbuch der Deutschen Geschichte, vol. XI, München, Deutscher Taschenbuch Verlag, 1976 e il saggio Ständetum und Staatsbildung in Deutschland, nel volume miscellaneo Geist und Gestalt des frühmodernen Staates. Ausgewälte Aufsätze, Berlin, Duncker & Humblot, 1969 (trad. it. in A. MUSI (a cura di), Stato e pubblica amministrazione nell'ancien régime, Napoli, Guida, 1979, pp. 285-301). Sempre sul problema generale dello stato per ceti cfr. G. BIRTSCH, Die landständische Verfassung als Gegenstand der Forschung, in D. GERHARD (a cura di), Ständischen Vertretungen in Europa im 17. und 18. Jahrhundert, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1974². Sulla rappresentatività dei ceti cfr. G. BIRTSCH, Gesetzebung und Repräsentation im späten Absolutismus. Die Mitwirkung der preussischen Provinzialstände bei der Entstehung des Allgemeinen Landrechts, in «Historische Zeitschrift», CCVIII, 1969, pp. 265-94; K. VETTER, Die Stände im absolutischen Preussen. Ein Beitrag zur Absolutismus-Diskussion, «Zeitschrift für Geschichtswissenschaft», XXIV, 1976, pp. 1290-1306.

Solo formalmente distinto dal precedente è il tema della territorialità delle organizzazioni cetuali. Un inquadramento generale è offerto da D. GERHARD, Regionalismus und Ständeswesen als ein Grundthema Europäischer Geschichte, in Alte und neue Welt in verglichender Geschichtsbetrachtung, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1962 (trad. it. in E. ROTELLI - P. SCHIERA (a cura di), Lo Stato moderno, vol. I: Dal Medio Evo all'età moderna, Bologna, Il Mulino, 1971, pp. 193-220). Sulla genesi del rapporto tra organizzazione cetuale e territori nel secondo Seicento cfr. E. W. BÖCKENFÖRDE, Die Westphalische Frieden und das Bündnisrecht des Reichstände, in «Der Staat», VIII, 1969, pp. 449-78. Il tema del governo locale è più direttamente affrontato da J. LÜCKE, Die landständische Verfassung im Hochstift Hildesheim, 1643-1802. Ein Beitrag zur territorialen Verfassungsgeschichte, Hildesheim, Lax, 1968. Sulla politica locale cfr. inoltre G. BENECKE, Society and Politics in Germany, 1500-1750, London-Toronto, Routledge &Kegan Paul, 1974 e J. A. VANN - S. W. ROWANN (a cura di), The Old Reich. Essays on German Political Institutions, 1495-1806, Editions de la Librairie Encyclopédique, Bruxelles, 1974. Sulle città e sulla vita politica cittadina cfr. M. WALKER, German Home Towns. Community, State, and General Estate, 1648-1871, Ithaca, Cornell University Press, 1971. Sul rapporto tra istituzioni rappresentative di ceto e origini del potere monarchico cfr. F. L. CARSTEN, The Origins of the Junkers, in «English Historical Review», LXII, 1947, pp. 145-78; The Great Elector and the Foundation of the Hohenzollern Despotism, in «English Historical Review», LXV, 1950, pp. 175-202; Die Ursachen des Niedergangs der deutschen Landstände, in «Historische Zeitschrift», 192, 1961, pp. 273-81. Dello stesso autore si vedano anche The Resistance of Cleves and Mark to the Despotic Policy of the Great Elector, in «English Historical Review», LXVI, 1951, pp. 219-41, e il volume The Origins of Prussia, Oxford, University Press, 1954 (tr. it. Bologna, Il Mulino, 1981). Lo sviluppo dell'imposizione principesca nel suo rapporto con le assemblee di ceto è analizzato, oltre che dallo stesso Carsten, da P. SCHIERA, L'introduzione delle «Akzise» in Prussia e i suoi riflessi nella dottrina contemporanea, in «Annali della Fondazione italiana per la storia amministrativa», II, 1965, pp. 283-359. Su tutti questi temi cfr. due acute rassegne di I. CERVELLI, Ceti e assolutismo in Germania. Rassegna di studi e problemi, in «Annali della Fondazione italiana per la storia amministrativa», III, 1977, pp. 431-512, e Ceti territoriali e stato moderno in Germania: un problema storico e storiografico, in Stato e pubblica amministrazione cit., pp. 155-76.

Un terzo filone di studi sull'assolutismo germanico, in particolare prussiano, è rappresentato dalle ricerche sulla formazione e i caratteri della burocrazia. Cfr. anzitutto O. HINTZE, Der österreichische und der preussische Beamtenstaat im 17. und 18. Jahrhundert, in G. OESTREICH (a cura di), Staat und Verfassung: Gesammelte Abhandlungen zur allgemeinen Verfassungsgeschichte, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1962, pp. 321-58 (1ª ed. 1901); Der Commissarius und seine Bedeutung in der allgemeinen Verwaltungsgeschichte cit.; Der Beamtenstand, in «Vorträge der Gehe-Stiftung zu Dresden», 3, 1911 (ora in O. HINTZE, Stato e società, Bologna, Zanichelli, 1980, pp. 158-202); W. L. DORN, The Prussian Bureaucracy in the Eighteenth Century, in «Political Science Quarterly», XLVI, 1931, pp. 402-23; XLVII, 1932, pp. 75-94 e 259-73; R. A. DORWART, The Administrative reforms of Frederick William I of Prussia, Cambridge (Mass), Harvard University Press, 1953; H. VON BORCH, Obrigkeit und Widerstand: Zur politischen Soziologie des Beantentums, Tübingen, Mohr, 1954; H. ROSENBERG, Bureacracy, Aristocracy and Autocracy: The Prussian Experience, 1660-1815, Cambridge (Mass.), Harvard University Press, 1958; G. WUNDER, Die Sozialstruktur der Geheimratskollegien in den süddeutschen protestantischen Fürstentümern (1660-1720). Zum Verhältnis von sozialer Mobilitat und Briefadel im Absolutismus, in «Vierteljahrschrift für Sozial - und Wirtschaftgeschichte», LVIII, 1971, pp. 145-220. Meno numerosi gli studi dedicati alla burocrazia locale: cfr. F. GELPKE, Die geschichtliche Entwicklung des Landrathsamtes der preussischen Monarchie, Berlin, Heymann, 1902; O. HINTZE, Der Ursprung des preussischen Landratsamts in der Mark Brandenburg, in G. OESTREICH (a cura di), Regierung und Verwaltung: Gesammelte Abhandlungen zur Staats-, Rechts- und Sozialgeschichte Preussen, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1967, pp. 164-203 (lª ed. 1915). Un ulteriore aspetto toccato dagli studi sulla burocrazia prussiana investe l'organizzazione dell'esercito: cfr. O. HINTZE, Der preussische Militär- und Beamtenstaat im 18. Jahrhundert, in OESTREICH (a cura di), Regierung und Verwaltung cit., pp. 419-28; K. DEMETER, Das deutsche Offizierskorps in Gesellschaft und Staat, 1650-1945, Frankfurt am Main, Bernard & Graefe Verlag, 1962²; O. BÜSCH, Militärsystem und Sozialleben im alten Preussen, 1713-1807; die Anfänge der sozialem Militarisierung der preussischdeutschen Gesellschaft, Berlin, W. de Gruyter, 1962; le implicazioni sociali dell'estensione dell'esercito prussiano sono analizzate da F. REDLICH, The German Military Enterpriser and his Work Force, Wiesbaden, Steiner, 1964-65, 2 voll.

Per quanto riguarda la monarchia francese, gli studi sul secondo Seicento si concentrano sull'organizzazione dell'assolutismo in quanto apparato istituzionale. Sulla struttura e il funzionamento della corte cfr. N. ELIAS, Die Höfische Gesellschaft, Neuwied-Berlin, H. Luchterland Verlag, 1969 (trad. it. La società di corte, Bologna, Il Mulino, 1980). Sui consigli e le istituzioni centrali cfr. H. MÉTHIVIER, Le siècle de Louis XIV, Paris, Puf, 1950; M. ANTOINE, Le Conseil du Roi sous le règne des secrétaires d'État de Louis XIV (1661-1715), in «XVII^e siècle» 42-43, 1959, pp. 8-22; Les Magistrats de la Cour des monnaies de Paris au XVIII^e siècle, 1715-1790, Paris, Les Belles Lettres, 1966; Les Magistrats du grand conseil au XVIII^e siècle, 1690-1791, Paris, Les Belles Lettres, 1966; Le conseil du Roi sous le régne de Louis XV, Paris-Genève, Droz, 1980. In generale sul periodo cfr. R. MANDROU, La France au XVII^e et XVIII^e siècles, Paris, Puf, 1967.

Sul periodo della Reggenza cfr. J. EGRET, Louis XV et l'opposition parlementaire, 1715-1774, Paris, Colin, 1970; J. H. SHENNAN, The Political Role of the Parlement of Paris, 1715-1723, in «Historical Journal», VIII, 1965, pp. 27-85; Philippe, Duke of Orléans, London, Thames & Hudson, 1979.

Alcune istituzioni tipiche di questa fase dello sviluppo dell'assolutismo, quali l'esercito, hanno ricevuto specifiche attenzioni da parte degli studiosi: cfr. i lavori riportati sopra a proposito della burocrazia prussiana, mentre, per la Francia, si vedano L. ANDRÉ, Michel Le Tellier et l'organisation de l'armée monarchique, Paris, Alcan, 1906; A. CORVISIER, L'armée française de la fin du XVII^e siècle au ministère de Choiseul: Le soldat, 2 voll., Paris, Puf, 1964; G. SYMCOX, The Crisis of the French Army, The Hague, M. Nijhoff, 1974. Per l'esercito inglese cfr. J. EHRMAN, The Navy in the War of William III, 1689-1697: Its State and Direction, London, Cambridge University Press, 1953; H. C. B. ROGERS, The British Army of the Eighteenth Century, London, Allen & Unwin, 1977; più in generale, cfr. A. H. JOHN, Wars and the British Economy, 1700-1763, in «Economic History Review», II serie, VII, 1955, pp. 329-44.

Un segno della nuova presenza statale va ravvisata nella nascita di nuove istituzioni culturali patrocinate dal sovrano, le accademie: su questi temi cfr. M. ORNSTEIN, The Role of Scientific Societies in the Seventeenth Century, Hamden-London, Archon Books, 1963 (lª ed. 1938); per la Francia R. HAHN, The Anatomy of a Scientific Institution: the Paris Academy of Sciences, 1666-1803, Berkeley, University of California Press, 1971; per la Prussia A. HARNACK, Geschichte der Königlich Preussischen Akademie der Wissenschaft zu Berlin, Berlin, Reichsdruckerei, 1900, 3 voll.; per l'Inghilterra H. LYONS, The Royal Society (1600-1940). A History of its Administration under its Charters, London, Cambridge University Press, 1944.

Una certa attenzione hanno destato, soprattutto in una prospettiva istituzionale, i problemi relativi al governo locale. Per la Prussia si vedano i lavori indicati sopra alla voce burocrazia; nutrita è invece la serie di ricerche relative al governo locale francese: cfr. fra gli altri J. MARCHAND, Un intendant sous Louis XIV: étude sur l'administration de Lebret en Provence (1687-1704), Paris, Hachette, 1889; C. GODARD, Les pouvoirs des intendants sous Louis XIV, Paris, Larose, 1901 (ora in Slatkine Reprints, Genève, 1974); H. FRÉVILLE, L'intendance de Bretagne (1689-1790): Essai sur l'histoire d'une intendance en pays d'états au XVIII^e siècle, Rennes, Pilhon, 1953; G. LIVET, Louis XIV et les provinces conquises, in «XVII^e siècle», XVI, 1952, pp. 3-31; L'Intendance d'Alsace sous Louis XIV (1648-1715), Strasbourg, Université de Strasbourg, 1956, 2 voll., Royal Administration in a Frontier Province: the intendancy of Alsace under Louis XIV, in R. HATTON (a cura di), Louis XIV and Absolutism, Ohio State University Press, 1976; A. FARGET, Le pouvoir jurisdictionnel de l'Intendant de Provence, Aix-en-Provence, La Pensée Universitaire, 1957; V. R. GRUDER, The Royal Provincial Intendants. A Governing Élite in Eighteenth-Century France, Ithaca, Cornell University Press, 1968; M. BORDES, L'administration provinciale et municipale en France au XVIII^e siècle, Paris, Sedes, 1972; F. MOSSER, Les Intendants des Finances au XVIII^e siècle, Les Lefèbvre d'Ormesson et le Département des Impositions (1715-1777), Paris-Genève, Droz, 1978. Cfr. inoltre J. RICOMMARD, L'Edit d'avril 1704 et la création des offices de subdélégués, in «Revue Historique», 195, 1945, pp. 24-35; 123-39; Les résistances régionales et locales à l'administration royale à la fin du règne de Louis XIV, in «Information Historique», XXVIII, 1966, nn. 2, 3, 4, 5; Les subdélégués des intendants aux XVII^e et XVIII^e siècle, in «Information Historique», XXIV, 1965 nn. 4 e 5. Un esempio di introduzione violenta del nuovo ordine amministrativo è illustrato da A. LEBIGRE, Les Grands Jours d'Auvergne, Paris, Hachette, 1975. Sul declino degli ufficiali e della venalità delle cariche nella Francia del secondo Seicento cfr. J. J. HURT, Les offices au Parlement de Bretagne sous le règne de Louis XIV: aspects financiers, in «Revue d'Histoire moderne et contemporaine», XXIII, 1976, pp. 3-28.

Per quanto riguarda l'Inghilterra le forme di governo locale sono state studiate soprattutto in relazione al processo di mutamento sociale che caratterizza il secolo successivo alla restaurazione. Cfr. A. EVERITT, Social Mobility in Early Modern England, in «Past and Present», XXXIII, 1966, pp. 56-73; L. STONE, Social Mobility in England, 1500-1700, in «Past and Present», XXXIII, 1966, pp. 16-55; G. E. MINGAY, English Landed Society in the Eighteenth Century, London, Routledge and Kegan Paul, 1963; E. KERRIDGE, The Agricultural Revolution, London, Allen & Unwin, 1967; G. TAYLOR, The Problem of Poverty. 1660-1834, London, Longman, 1969. Tuttavia l'impatto reale della ristrutturazione del potere politico tra Sei e Settecento sulla società rurale inglese è colto nei suoi termini sociali da E. P. THOMPSON, Whigs and Hunters. The Origins of the Black Act, London, Allen Lane, 1975 (trad. it. Firenze, La Nuova Italia, di prossima pubblicazione).

L'organizzazione fiscale degli stati europei tra Sei e Settecento è oggetto di numerosi lavori. Per la Francia cfr. G. ARDANT, Théorie sociologique de l'impôt, Paris, Sevpen, 1965; M. MARION, Les impôts directs sous l'ancien régime, principalement au XVIII^e siècle, Paris, Cornély, 1910; E. ESMONIN, La taille en Normandie au temps de Colbert, Paris, Alcan, 1913; Études sur la France des XVII^e et XVIII^e siècles, Paris, Puf, 1964; le implicazioni sociali del sistema fiscale francese sono sottolineate da J. MEUVRET, Comment les français du XVII^e siècle voyaient l'impôt, in «XVII^e siècle», 25-26, 1955, pp. 59-82; cfr. anche E. LE ROY LADURIE, Révoltes et contestations rurales en France de 1675 à 1788, in «Annales E.S.C.», XXIX, 1974, pp. 6-21; la strategia politica adottata dall'amministrazione degli intendenti nei confronti delle comunità rurali è illustrata da P. DE SAINT-JACOB, Les paysans de Bourgogne du Nord au dernier siècle de l'Ancien Régime, Paris, Sevpen, 1960. Per l'Inghilterra ci si deve riferire al classico lavoro di W. KENNEDY, English Taxation 1640-1799: an Essay on Policy and Opinion, New York, Kelley, 1964 (reprint della l^a ed., 1913); alcune delle nuove imposte della restaurazione sono analizzate da W. R. WARD, The English Land Tax in the Eighteenth Century, London, Oxford University Press, 1953 e da E. HUGUES, Studies in Administration and Finance, 1558-1825, with special References to the History of the Salt Tax in England, Manchester, Manchester University Press, 1934. Il sistema fiscale prussiano è stato analizzato da R. BERGMAN, Geschichte der ostpreussischen Stände und Steuern von 1688 bis 1704, in «Staats- und sozialwissenschaftliche Forschungen», XIX, Leipzig, 1901, n. 82; H. BIELFELD, Geschichte des magdeburgischen Steuerwesens von der Reformationszeit bis ins achtzehnte Jahrhundert, «Staats- und sozialwissenschaftliche Forschungen», VIII, Leipzig, 1888, n. 1; W. GERLOFF, Zur Geschichte der Entwicklung der Personalbesteurung in Preussen, in «Zeitschrift für die gesamte Staatswissenschaft», 82, 1927, pp. 384-93; J. JENETZKY, System und Entwicklung des materiallen Steuerrechts in der wissenschaftlichen Literatur des Kameralismus von 1680-1840, dargestellt anhand der gedruckten zeitgenössischen Quellen, Berlin, Duncker und Humblot, 1978. Sulla relazione tra dottrine cameralistiche e prelievo fiscale cfr. P. SCHIERA, Il cameratismo e l'assolutismo tedesco. Dall'arte di governo alle scienze dello Stato, Milano, Giuffré, 1968.

Il nesso cruciale tra struttura fiscale e struttura sociale nel processo di costruzione dello stato è sottolineato da R. BRAUN, Taxation, Sociopolitical Structure, and State-Building: Great Britain and Brandenburg-Prussia, in The Formation of National States in Western Europe cit., pp. 243-328. Cfr. inoltre F. K. MANN, Finanzsoziologie Grundsätzliche Bemerkungen, in «Kölner Vierteljahreshefte für Soziologie», XII, 1933-34, pp. 1-20; in italiano è disponibile ora F. BRAUDEL, I giochi dello scambio. Civiltà materiale, economica e capitalismo, Torino, Einaudi, 1981 (lª ed. Paris, Colin, 1979), in particolare cap. V.

La struttura finanziaria dello stato nel secondo Seicento è oggetto, per quanto riguarda la monarchia inglese, del lavoro di P. G. M. DICKSON, The Financial Revolution in England: a Study in the Development of Public Credit. 1688-1756, London, St Martin's Press, 1967 e, più specificamente, di quello di J. H. CLAPHAM, The Bank of England, London, Cambridge University Press, 1944. Per la Francia cfr. in generale J. DENT, Crisis in Finance: Crown, Financiers and Society in Seventeenth-Century France, Newton Abbot, David & Charles, 1973. Sugli inizi del regno di Luigi XIV cfr. J. F. BOSHER, «Chambres de Justice» in the French monarchy, in J. F. BOSHER (a cura di), French Government and Society. 1500-1850, London, Athlone Press, pp. 19-40 e D. DESSERT, Finances et société au XVII^e siècle: à propos de la Chambre de Justice de 1661, in «Annales E.S.C.», XXIX, 1974, pp. 847-81; Pouvoir et finance au XVII^e siècle: la fortune du cardinal Mazarin, in «Revue d'Histoire moderne et contemporaine», XXIII, 1976, pp. 161-81; D. DESSERT - J. L. JOURNET, Le lobby Colbert. Un royaume, ou une affaire de famille?, in «Annales E.S.C.», XXX, 1975, pp. 1303-36. Per la Prussia cfr. i classici lavori di G. SCHMOLLER, Die Epochen der preussischen Finanzpolitik, in «Jahrbuch für Gesetzebung, Verwaltung and Volkwirtschaft im Deutschen Reich», Leipzig, 1877, pp. 33-114; Historische Betrachtungen über Staatenbildung und Finanzentwicklung, in «Jahrbuch für Gesetzebung, Verwaltung und Volkwirtschaft im Deutschen Reich», XXXIII, Leipzig, 1909, pp. 1-64; Preussische Verfassungs-, Verwaltungs- und Finanzgeschichte, Berlin, Hobbing, 1921. Sulle origini, altrettanto classico è il lavoro di K. BREYSIG, Geschichte der brandenburgischen Finanzen in der Zeit von 1640-1697. Darstellung und Akten, I: Die Centralstellen der Kammerverwaltung; die Amtskammer, das Kassenwesen und die Domänen der Kurmark, Leipzig, Urkunden und Aktenstücke zur Geschichte der inneren Politik des Kurfürsten Friedrich Wilhelm von Brandenburg, 1895, parte I. Cfr. inoltre T. MAYER, Geschichte der Finanzwirtschaft und Finanzwissenschaft vom Spätmittelalter bis zum Ende des 18. Jahrhunderts, in «Handbuch der Finanzwissenschaft», Tübingen, Mohr, 1926, pp. 210-44 e, più di recente, G. DROEGE, Die finanziellen Grundlagen der Territorialstaates in West- und Ostdeutschland an der Wende vom Mittelalter zur Neuzeit, in «Vierteljahrschrift für Sozial- und Wirtschaftsgeschichte», LIII, 1966, pp. 145-61.

Nella sterminata letteratura sull'organizzazione economica dell'assolutismo e sulla politica mercantilista sono ancora utili alcuni classici quali E. HECKSCHER, Mercantilism, 2 voll., London, Macmillan, 1935, (trad. it. in G. LUZZATO (a cura di), Storia economica, Torino, Utet, 1936). Cfr. le più recenti considerazioni di J. VAN KLAVEREN, Fiskalismus - Merkantilismus - Korruption. Drei Aspekte der Finanz- und Wirtschaftspolitik während des Ancien Régime, in «Vierteljahrschrift für Sozial- und Wirtschaftsgeschichte», XLVII, 1960, pp. 333-53. In italiano sono consultabili il saggio di C. H. WILSON, Trade, Society and State, in The Cambridge Economie History of Europe, vol. VI: The Economic of Expanding Europe in the Sixteenth and Seventeenth Centuries, a cura di E. E. Rich e C. H. Wilson, London, Cambridge University Press, 1967 (trad. it., L'espansione economica dell'Europa nel Cinque e Seicento, Torino, Einaudi, 1975, pp. 563-670) e P. DEYON, Il mercantilismo, Milano, Mursia, 1971; cfr. anche le osservazioni di M. AMBROSOLI, Mercantilismo, in Dizionario di politica, Torino, Utet, 1980, pp. 571-73. Per la Francia il lavoro fondamentale è ancora quello di C. W. COLE, Colbert and a Century of French Mercantilism, New York, Columbia University Press, 1939, 2 voll. (ora consultabile nel reprint New York, Octagon Books, 1965). Sulla politica commerciale cfr. L. CORDIER, Les Compagnies à charte et la politique coloniale sous le ministère de Colbert, Paris, Rousseau, 1906 (ora consultabile nel reprint Slatkine, Genève, 1976). I protagonisti della politica economica colbertiana sono descritti da P. GOUBERT, Familles marchandes sous l'ancien régime: les Danse et les Motte, de Beauvais, Paris, Sevpen, 1959. In generale, sulle resistenze alla politica commerciale ed economica cfr. L. ROTHKRUG, Opposition to Louis XIV. The political and social origins of the french Enlightenment, Princeton, Princeton University Press, 1968; E. L. ASHER, The resistance to the maritime classes, the survival of feudalism in the France of Colbert, Berkeley, University of California Press, 1960; P. BAMFORD, Forests and French Sea Power, Toronto, University of Press, 1956. Sul rapporto tra nobiltà e commercio cfr. R. FORSTER, The Nobility of Toulouse in the Eighteenth Century, Baltimore, Johns Hopkins Press, 1960; G. CHAUSSINAND-NOGARET, Les financiers de Languedoc, Paris, Sevpen, 1970; Gens de finances au XVIII^e siècle, Paris-Montréal, Bands, 1972. È ancora utile il contributo di G. ZELLER, Une notion de caractère historico-social: la dérogeance, in Aspects de la politique françoise sous l'Ancien Régime, Paris, Puf, 1964, pp. 336-85. Sulla nobiltà nella Francia di Luigi XIV è fondamentale J. MEYER, La noblesse bretonne au XVIII^e siècle, Paris, Sevpen, 1966, 2 voll.

Il sistema mercantilista inglese è analizzato in generale da R. DAVIS, The Rise of Protection in England, 1689-1786, in «Economic History Review», serie II, XIX, 1966, pp. 306-17; cfr. inoltre L. HARPER, The English Navigation Laws, New York, Columbia University Press, 1939; E. SCHUMPETER, English oversea trade statistics, 1697-1808, Oxford, Clarendon Press, 1960; R. DAVIS, The Rise of the English Shipping Industry in the 17th and 18th Centuries, London, St. Martin's Press, 1962; per un'analisi degli ambienti mercantili e finanziari cfr. W. SCOTT, The Joint-stock Companies to 1720, New York, Smith, 1951 e R. GRASSBY, English Merchant Capitalism in the Late Seventeenth Century: the Composition of Business Fortunes, in «Past and Present», XLVI, 1970, pp. 83-107.

Per l'accezione prussiana del mercantilismo cfr. A. W. SMALL, The Cameralists, New York, Franklin, 1962; cfr. inoltre H. C. JOHNSON, The Concept of Bureaucracy in Cameralism, in «Political Science Quarterly», LXIX, 1964, pp. 378-402. Sul ruolo giocato dalle dottrine mercantiliste nello sviluppo dell'industria nella Prussia di ancien régime cfr. H. KISCH, The Textile Industries in Silesia and Rhineland: a Comparative Study in Industrialization, in «Journal of Economic History», XIX, 1959, pp. 541-64; Growth Deterrents of a Medieval Heritage: The Aachen-Area Woolen Trades before 1790, in «Journal of Economic History», XXIV, 1964, pp. 517-37; Prussian Mercantilism and the Rise of Krefeld Silk Industry: Variations upon an 18th Century Theme, in «Transactions of the American Philosophical Society», n. s. LVIII, 1968, parte VII.

Sul mercato dei grani sono ancora utili alcuni classici: cfr. P. USHER, History of the Grain Trade in France, 1400-1710, Cambridge (Mass.), Harvard University Press, 1913; G. SCHMOLLER, Die Epochen der Getreidehandelsverfassung und -politik, in «Jahrbuch für Gesetzebung, Verwaltung und Volkswirtschaft im Deutschen Reich (Schmollers Jahrbuch)», XX, 1896, pp. 695-744; W. NAUDÉ, Die Getreidehandelspolitik und Kriegsmagazinverwaltung Brandenburg Preussens bis 1740, Berlin, Parey, 1901 («Acta Borussica», Die Getreidehandelspolitik, II). Cfr. inoltre H. KELLENBENZ, The German Aristocratic Entrepreneurship: Economic Activities of the Holstein Nobility in the Sixteenth and Seventeenth Centuries, in «Explorations in Entrepreneurial History», VI, 1953-54, pp. 103-14. Sull'influenza del mercato dei grani nell'integrazione nazionale del mercato cfr. C. TILLY, Food Supply and Public Order in Modern Europe, in The Formation of National States in Western Europe cit., pp. 380-455; per l'Inghilterra cfr. E. A. WRIGLEY, A simple Model of London's Importance in changing english Society and Economy. 1650-1750, in «Past and Present», XXXVII, 1965, pp. 46-70; per la Francia cfr. E. LABROUSSE, Esquisse du mouvement des prix et des revenus en France au XVIII^e siècle, Paris, Librairie Dalloz, 1933, 2 voll. e le più recenti osservazioni di J. MEUVRET, Le commerce des grains et des farines à Paris et des revenus en France au XVIII^e siècle, Paris, Librairie Dalloz, 1933, 2 voll. e Les oscillations des prix des céréales aux XVII^e et XVIII^e siècles en Angleterre et dans les pays du bassin parisien, in «Revue d'Histoire moderne et contemporaine», XIX, 1969, pp. 540-554 (di Meuvret si vedano anche le Études d'histoire économique, Paris, Colin, 1971). Sulle reazioni a tale integrazione sia da parte delle classi popolari che delle élites cfr. K. POLANY, La grande trasformazione, Torino, Einaudi, 1974 (lª ed. 1944); M. BELOFF, Public Order and Popular Disturbances, 1660-1714, London, Oxford University Press, 1963 (lª ed. 1938); E. P. THOMPSON, The Moral Economy of the English Crowd in the Eighteenth century, in «Past and Present», L, 1971, pp. 76-136 (ora in E. P. THOMPSON, Società patrizia, cultura plebea, Torino, Einaudi, 1981); L. TILLY, The Food Riot as a Form of Political Conflict in France, in «Review of Interdisciplinary History», II, 1971, pp. 23-57.