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Didattica

Fonti

Stato e società nell'ancien régime

a cura di Angelo Torre

© 1983-2006 – Angelo Torre


Sezione IV – La ristrutturazione dello stato e i suoi meccanismi sociali nel secondo Seicento

1. L'Inghilterra verso la monarchia costituzionale: la limitazione della libertà d'azione del sovrano

L'atto che qui si pubblica non costituisce solo un esempio dei conflitti costituzionali della monarchia inglese del secondo Seicento, attraverso i quali il Parlamento si conquista la capacità di controllo e di limitazione della prerogativa regia. Il contesto politico in cui nasce il Civil List Act è del resto inscindibile dalla gloriosa rivoluzione del 1688-89: il Parlamento si trova ormai di fronte una sovranità decisa e approvata dai settori più influenti dell'élite, priva di quella giustificazione divina che ne impediva per larga parte un controllo formale. Se i poteri della Corona restano apparentemente intatti, si accentua negli anni novanta il controllo dei Comuni sulle finanze regie: ciò implica vantaggi per la Corona, che attraverso il consenso parlamentare ottiene facilitazioni creditizie per la guerra con la Francia, ma il decennio finale del secolo vede decantare un processo di sanzione definitiva del controllo parlamentare sulle entrate ordinarie della Corona. Questo conosce una nuova fase a partire dallo statuto che qui si pubblica, poiché si adegua al principio del sostegno parlamentare alle spese «domestiche» della famiglia reale mediante uno specifico sussidio, ma solo a patto di sottrarre al sovrano il controllo sulle spese militari. In altri termini sul Parlamento ricade ormai la piena responsabilità finanziaria delle spese belliche, e le stesse spese «domestiche» vengono fissate pubblicamente. Di più, si riconosce a chiare lettere l'esistenza necessitante di un «debito» regio che impone al sovrano il ricorso al Parlamento per il proprio sostentamento. La gloriosa rivoluzione estingue in tal modo il principio secolare secondo il quale il re deve godere di indipendenza finanziaria.

Fonte: A. BROWNING (a cura di), English Historical Documents, vol. VIII: 1660-1714, London, Eyre & Spottishwoods, 1953, pp. 289-99.


Il «Civil List Act» (1698)


Noi, fedeli e devoti sudditi di sua maestà, i comuni d'Inghilterra riuniti in parlamento, pienamente consapevoli della grande benedizione che la bontà del Signore onnipotente consente a noi e agli altri sudditi di sua maestà di godere del pieno esercizio della religione cristiana […] come altresì delle nostre libertà e proprietà, sotto il fortunato governo di sua maestà, e avendo il desiderio di rendere un gradito riconoscimento all'inarrivabile grazia e favore di vostra maestà verso i vostri comuni, e in particolare per le grandi e vittoriose imprese di cui vostra maestà è stato il felice strumento capace di assicurare a noi e alla nostra posterità la detta benedizione, abbiamo perciò liberamente e unanimemente deciso di aumentare le entrate di vostra maestà durante il vostro regno (che Dio abbia la grazia di far durare a lungo), e concediamo e assegnamo alla molto eccellente maestà le seguenti somme, quote, spese qui di seguito menzionate, e imploriamo vostra maestà che venga stabilito e si stabilisca […] che oltre al sussidio del tunnage and poundage, oltre agli altri sussidi addizionali […] su vini, beni e mercanzie importate […] venga levata e raccolta […] la somma di quattro sterline e dieci scellini di moneta inglese corrente […].

XI. E poiché si intende che tale annua somma di settecentomila sterline venga destinata a sua maestà per il servizio della sua casa e famiglia […] si stabilisce inoltre […] che se le dette entrate sin qui menzionate […] produrranno una somma maggiore di quella sopra indicata […] il sovrappiù non potrà conoscere alcuna destinazione […] senza l'autorità del parlamento.

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Ultimo aggiornamento: 01/03/2006