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Didattica |
StrumentiTolleranza e guerra santa nell'Islamdi Biancamaria Scarcia Amoretti © 1974-2007 – Biancamaria Scarcia Amoretti DOCUMENTAZIONE1. L'Islam e l'Occidente18. L'eresia di MaomettoNella sistematica diffamazione cristiana dell'Islam il giudizio espresso da Tommaso d'Aquino è tappa fondamentale (vedi Summa centra Gentiles, I, vi). A questo passo facciamo seguire un brano della lettera attribuita a papa Pio II, il quale aveva come suo consigliere per i problemi dell'Islam Nicolo Cusano, e indirizzata al sultano ottomano Maometto II nell'anno 1461. I. I fondatori di sette eretiche procedettero in diversi modi, come si vede chiaramente in Maometto, il quale adescò la gente con la promessa dei piaceri che la concupiscenza della carne fa desiderare. E dette anche precetti conformi alle promesse allentando il freno al piacere carnale, al quale freno tuttavia gli uomini ubbidiscono, pur essendo di carne. Nemmeno portò prova alcuna delle sue verità, tali da poter essere accettate da qualsiasi mediocre studioso, dotato di normale ingegno. Ma egli mescolò le poche verità che insegnò con molte favole e false dottrine. Non si servì neppure di segni soprannaturali che, non potendo palesemente essere che di natura divina, attestano che colui che insegna la verità è invisibilmente ispirato; disse invece di essere stato mandato con la potenza delle armi, segno questo che non manca nemmeno ai ladroni e ai tiranni. Inoltre, i suoi primi seguaci non furono persone versate nelle cose divine, né istruiti di quanto riguarda la religione o la società umana, bensì uomini bestiali dimoranti nei deserti, assolutamente ignari di qualsiasi dottrina religiosa; mercé tale gente egli costrinse poi altri ad accettare la sua dottrina con la forza delle armi. Infine, egli non è corroborato da alcun oracolo divino dei precedenti profeti: al contrario, egli altera quasi tutti i testi dell'Antico e Nuovo Testamento, con narrazioni favolose, come appare a chi esamini la sua legge, per la qual ragione egli scaltramente vieta ai suoi seguaci di leggere libri dell'Antico e del Nuovo Testamento, sì da impedire che scoprano le sue imposture. Da tutto questo appare chiaramente che coloro che prestano fede ai suoi insegnamenti lo fanno per leggerezza. II. Magari il tuo legislatore fosse stato altrettanto buono che furbo, altrettanto veritiero che scaltro, altrettanto giusto che iniquo; tutta quanta la sua legge è invece artificiosa e fraudolenta. Poiché ben sapendo che gli mancava l'appoggio divino egli ricorse alle astuzie umane… La tua religione non è fondata sugli argomenti razionali, bensì solo sulle armi, ed essa non potendo sperare di vincere con la discussione, teme di essere da essa sopraffatta… La tua legge promette nella vita futura fiumi di latte e di miele e di vino, e cibi delicati e molte mogli e concubine vergini, con angeli ministri di tali turpitudini, e tutto quello che può desiderare la carne. Un tale Paradiso è piuttosto da bovi e da asini che da uomini. Poiché quale è il mortale, avente volto umano, che, durante tutta quanta la sua vita, non ubbidisca ad altro che al corpo? Chi mai, talvolta, non si raccoglie nel pensiero, chi talvolta non coltiva l'intelligenza e non si scosta dai sensi, elevandosi mercé la speculazione? Non è forse molto più lieto e durevole il piacere che ci procura l'onore e la gloria di quello del cibo e della bevanda? L'uomo saggio mangia e beve per vivere, secondo la tua legge invece l'uomo deve amare la vita per poter mangiare e bere. Come nella sua vita terrena il tuo legislatore fu sensuale, così egli pensò di assecondare in quella futura la carne, senza curarsi di soddisfare l'intelletto, dato che d'altro non si preoccupò che di riempire il ventre… |
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Ultimo aggiornamento: 14/02/07 |