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Didattica |
StrumentiLa città medievale italianadi Gina Fasoli e Francesca Bocchi © 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi Testimonianze5. Patriottismo milanese nell'VIII secoloCirca nel 739, al tempo della spedizione in Provenza di re Liutprando contro i Saraceni, fu composta una descrizione di Milano in versi ritmici (versi cioè basati sull'accentuazione delle parole e non sulla quantità sillabica). Il ritmo milanese è conservato in un codice della Biblioteca Capitolare di Verona, scritto non molto tempo dopo l'871 e che forse faceva parte della biblioteca del capitolo veronese costituita dall'arcidiacono Pacifico (778-846). Il Versum de Mediolano civitate, di cui è ignoto l'autore, è costituito da ventitré terzine alfabetiche – l'alfabeto risulta dalla lettera iniziale di ciascuna – più una finale di invocazione alla Trinità. Oltre a quello che ci dicono gli editti dei re longobardi, ben poco si sa delle città italiane in età longobarda (cf. introduzione § 4). Diventa quindi fonte utilissima questa descrizione di Milano che ne celebra la vastità e la solidità edilizia, la gloria delle chiese e delle reliquie dei santi, la floridezza economica e i meriti dei re longobardi. Il Versum è la prima espressione di un sentito patriottismo cittadino, che si confermerà circa sessant’a nni più tardi nel Versus de Verona e che sarà poi caratteristico dell'età comunale. Sul ritmo milanese cf. A. COLOMBO, Il Versus de mediolana civitate dell'anonimo liutprandeo e la importanza della metropoli lombarda nell'alto Medioevo, in «Miscellanea di studi lombardi in onore di Ettore Verga», Milano, 1931, pp. 69-104; G. B. PIGHI, Versus de Verona. Versum de Mediolano civitate, Bologna, 1960, da cui è tratto il ritmo qui riproposto e che ne ha anche curato la traduzione qui pubblicata (pp. 143-144); G. FASOLl, La coscienza civica nelle «laudes» cittadine, in La coscienza cittadina nei comuni italiani del Duecento, cit. Alta urbs et spatiosa manet in Italia, Bonam retinet decoris speciem et uariis Celsas habet opertasque turres in circuitu, Duodecim menium est eius latitudo pedibus, Erga murum pretiosas nouem habet ianuas Fori ualde speciosum habet edificium Gloriose sacris micat ornata ecclesiis; Haec est urbium regina mater adque patrie, Ingens pèrmanet ipsius dignitas potentie, Karitas benigna manet scilicet in populo: Letanter ìbidem quiescunt sancti circa menia: Nulla potest reperire urbs in hac prouincia, O quam felix et beata Mediolanum ciuitas, Pollens ordo lectionum, cantilene organum Questum congrue ditantur uenientes, incole; Rerum cernitur cunctarum inclita specìebus Sceptrum inde Langobardi principale optinent: Totam urbem presul magnus ornauit Theòdorus, Viribus rubasti ciues adstant in certamine; Xristum Dominum precemur uniuersi pariter, Ymnum regi modolanter cantemus altissimo Zelemus omnes Xristiani Saluatorem Dominum, Gloria sit Deo patri eiusque Vnigenito, [Nobile e spaziosa v'è una città in Italia, fortemente costrutta con mirabile lavoro, che da antico si chiama la città di Milano. È di buona e bella apparenza, e risplende fregiata dei vari aspetti d'una cultura perspicua. Questa così ricca terra si stende in pianura. Ha torri con alti tetti, in cerchio, accuratamente finite e scolpite di fuori, dalla parte interna ornate di costruzioni. La larghezza delle sue mura è di dodici piedi; l'enorme basamento è di massi squadrati, sopra le completa un'elegante cortina di mattoni. Nella muraglia ha nove pregevoli porte, guardate ingegnosamente da regoli di ferro e chiavarde; davanti stanno le bastite a riparo dei ponti levatoi. Bellissimo ha l'edificio dell'arengo, e tutto il giro delle strade è saldamente lastricato: riceve acqua per i bagni attraverso un acquedotto. Gloriosamente splende ornata di sacre chiese: tra le quali San Lorenzo, di qua dalle Terme, coperta di marmo e d'oro, innalza le sue torri. Questa è la regina delle città e madre di questo paese, chiamata con propria denominazione metropoli, lodata dai popoli d'ogni tempo. Grande perdura la dignità della sua potenza, e a lei vengono tutti i prèsuli d'Ausonia, e vi sono disciplinatamente istruiti nel cànone conciliare. Carità generosa è naturalmente nei suoi abitanti, che s'affrettano tutti con zelo alla chiesa di Dio, offrendo i loro devoti presenti agli altari. Lietamente ivi riposano i Santi intorno alle mura: Vittore, Naborre e Materno, Felice ed Eustorgio, Nazario, Simpliciano, Celso e Valeria; e c'è il gran vescovo Ambrogio coi due compagni Gervasio e Protasio; e c'è Dionisio e Calimero; e vi giace il santo Benedetto. Non può trovarsi città in questa regione, dove siano state scoperte e riposino tante reliquie di grandi Santi, quante qui fanno la guardia. O quanto è fortunata e felice la città di Milano, che meritò d'avere a difensori tali Santi, per le cui preghiere è invincibile e ricca! La stabile ordinanza delle lezioni, i canti degli organi, e la modulata regola dei salmi le acquistano lode e in essa si compiono ogni giorno con maggior arte. Forestieri e nativi vi diventano ricchi per convenienti guadagni; inoltre gl'ignudi vi sono abbondantemente rivestiti; i poveri e i romei vi sono saziati. È famosa per mercanzie d'ogni qualità e piena di granaglie di vario genere; v'è abbondanza di vino, e le carni vi sono in quantità grande. I Longobardi vi tengono lo scettro della loro signoria: Liutprando, il pio re, che coi suoi meriti nobilita, a cui Cristo ha dato tanto grande grazia di santità. Ornamento di tutta la città è stato un grande vescovo, Teodoro, felicemente nato di germe regale, che il popolo con affettuoso slancio porta alla cattedra. Potenti di forze stanno i cittadini nella battaglia; combattendo metteranno sotto il giogo il collo degl'infedeli: possiedono la palma e il nome della fede che più onora. Preghiamo tutti a una voce Cristo Signore che si degni custodire e governare questa città e liberarla da tutti i pericoli. Un inno intoniamo al Re Altissimo, che l'ha onorata del bell'ornamento dei martiri e dei santi confessori che vi riposano. Supplichiamo, noi tutti Cristiani, il Salvatore Signor nostro, che si permetta d'entrare in quella città, dove i Santi rendono grazie in eterno. Gloria sia a Dio padre e al suo Unigenito, gloria cantiamo tutti allo Spirito paraclito, che, Dio trino e uno, regna in perpetuo]. |
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Ultimo aggiornamento: 02/08/08 |