|
|
Cluny
a cura di Cristina Sereno
[versione 1.1 -
settembre 2008]
© 2007-2008 -
Cristina Sereno per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214
Nota
introduttiva
Cluny
ha profondamente
influito sulle caratteristiche del monachesimo medievale,
dall'elaborazione di culti e rituali all'architettura,
dall'inserimento nella società ai rapporti con papato e
impero, alla creazione di una congregazione dai tratti innovativi.
Un modo efficace per sintetizzare una vicenda così complessa
può essere ripercorrere gli apporti che i suoi abati
più noti vi recarono. L'esposizione si interrompe alla morte
di Pietro il Venerabile, a metà secolo XII, allineandosi in
ciò all'atteggiamento predominante nella storiografia, tutta
concentrata sugli esordi, sull'apogeo nel secolo XI e sugli ultimi
bagliori nel XII. Ci si può chiedere, tuttavia, se non
sarebbe opportuno superare tale atteggiamento e spingersi a
indagare anche le fasi successive di vita di Cluny, aprendo
così, probabilmente, prospettive nuove.
L'abbazia
dei SS. Pietro e
Paolo di Cluny nacque fra il 909 e il 910 in Borgogna, per
iniziativa di Guglielmo d'Aquitania. Nell'atto di fondazione il
promotore la sottrasse alle ingerenze sia della propria famiglia
sia di qualunque autorità politica e la donò ai
due
prìncipi degli apostoli, ponendola sotto la protezione del
vescovo di Roma. In cambio dell'ingente dotazione patrimoniale,
Guglielmo chiese preghiere incessanti per sé e la sua
famiglia. Emersero così alcuni elementi distintivi di Cluny:
l'autonomia giurisdizionale dalle autorità secolari
(immunità), a cui si sarebbe aggiunta l'esenzione
dall'ordinario diocesano; il rapporto privilegiato con Roma; la sua
funzione di garante della salvezza spirituale e di custode della
memoria dinastica dell'aristocrazia donatrice.
Alcuni
fra i primi
religiosi di Cluny provenivano dall'ambito della riforma operata da
Benedetto d'Aniane sulla regola di san Benedetto. Tale riforma era
in buona parte centrata sull'esaltazione della preghiera e della
liturgia a discapito del lavoro manuale, e questi aspetti si
trasmisero alla nuova fondazione, contribuendo a garantirle,
più ancora che nelle fondazioni contemporanee, un
reclutamento dal carattere marcatamente aristocratico. Proprio
sulla decisa accentuazione dell'aspetto liturgico sono state date
interpretazioni molteplici, dalla differenza fra Kultmönchtum
e Kulturmönchtum
(Hallinger,
1950-51), all'idea che l'orazione incessante sublimasse le pulsioni
aggressive di religiosi provenienti, in stragrande maggioranza, da
famiglie nobili di combattenti (Rosenwein, 1971), alla visione
della preghiera come elemento di mediazione fra il mondo
peccaminoso e l'aldilà, e unica via di salvezza (Cantarella,
1993).
Il
primo abate Bernone
(909/910-927) ricoprì analoga carica in numerosi cenobi in
parallelo a Cluny: anche l'associazione di più enti
è
un tratto che l'abbazia avrebbe sviluppato. Se erano già
esistite in passato confederazioni di monasteri,
l'originalità di Cluny risiedette nell'aver trasmesso a gran
parte degli enti affiliati una struttura gerarchica e
un'uniformità di costumi rare nelle esperienze contemporanee
(ma occorre sottolineare che su questo punto la storiografia
più aggiornata non appare concorde).
Con
il secondo abate Odone
(927-942), le qualità degli esordi si precisarono: si
insistette più ancora che in molte esperienze coeve sulla
necessità, per potersi salvare, di dedicarsi a una vita di
assoluta contemplazione. Odone creò intorno al cenobio un
reticolo di clientele sia locali sia di più ampio respiro in
grado di proteggerlo dai potenti interessati alle sue crescenti
ricchezze. Cluny infatti non cessava di accumulare beni grazie alle
donazioni dei laici, man mano che la sua fama di santità e
di attendibilità religiosa si diffondeva. Nuovi cenobi da
riformare secondo i suoi usi le vennero affidati, ponendo le basi
per la nascita della futura congregazione, un organismo
attraversato da fraternità di preghiera, comunanze
liturgiche e consuetudini affini (si veda oltre).
Con
il quarto abate Maiolo
(954-994) si stabilirono rapporti privilegiati con l'impero - pur
senza l'inclusione di Cluny nella sfera della chiesa imperiale
ottoniana - che garantirono un ulteriore incremento di donazioni e
riforme. Si elaborarono temi quali la devozione mariana e quella
per la Croce, e si diede vita all'immagine del monaco-guerriero,
che lottava contro il male servendosi di preghiere continue e una
liturgia fastosa (Cantarella, 1993).
Sotto
Odilone (994-1049),
chiamato a reggere l'abbazia in un'età di carestie e
insicurezze, Cluny intensificò la sua presenza nella
società, non soltanto occupandosi di governare abbazie e
priorati distribuiti tra Francia, Germania e Italia, ma inserendosi
nel pieno dei problemi più sentiti: dalle elemosine per i
bisognosi alle tregue di Dio, ai legami con le autorità
politiche e religiose, la cifra dell'azione di Cluny fu la
concretezza. Si definì, inoltre, la sua funzione
intercessoria a favore dei defunti, con la compilazione di
fittissimi necrologi (non si dimentichi che appunto in questo
periodo si stava elaborando l'idea, totalmente innovativa,
dell'esistenza del Purgatorio).
Come
chiaramente esposto
da Glauco Maria Cantarella (Cantarella, Tuniz 1983), «il
governo dell'abate Ugo [di Semur (1049-1109)], che si situò
negli anni più accesi della lotta fra Regnum
e Sacerdotium […] si
caratterizzò per la sua
attenta autonomia nei confronti delle due grandi forze in
campo». Sempre secondo Cantarella, Cluny mise in atto
«una proposta di mediazione fra le opposte parti,
l'indicazione di una via diversa, monastica, per la quale superare
l'impasse: nell'eccellenza del monachesimo
cluniacense, si
badi, era indicata la possibilità di comporre la lotta che
stava facendo emergere tutte le contraddizioni dell'organizzazione
politica ed ideologica post-carolingia e minacciava di sconvolgere
l'assetto costituzionale dell'Europa: Cluny si proponeva come
termine intermedio e contemporaneamente come modello: il modello
della pace monastica risolutrice delle contraddizioni del
secolo». L'abbazia continuò ad avere relazioni
distese
con l'entourage imperiale, come dimostra l'afflusso di donazioni e
di enti da parte delle aristocrazie, in specie lombarde, fedeli
all'impero. I cluniacensi, appellandosi ripetutamente a Roma nelle
questioni giurisdizionali, contribuirono inoltre a rafforzarne
l'immagine di guida della Cristianità che questa si stava
costruendo. Da parte sua, «il papato cosiddetto "gregoriano"
impiegò fra le sue armi anche quella del potenziamento del
movimento cluniacense in quanto dotato di esenzione,
capace
quindi di scardinare l'ordinato addetto diocesano e di introdurre
elementi di disomogeneità là dove, altrimenti, la
gestione episcopale delle istituzioni avrebbe impedito alla riforma
romana di penetrare» (Cantarella, Tuniz 1983). Va ricordato
comunque che, nonostante Cluny non si allineasse mai completamente
alle posizioni romane, nel 1088 il clunicense Odilone divenne papa
con il nome di Urbano II.
Con
Ponzio di Melgueil
(1109-1122) emersero le difficoltà di gestione del sistema
cluniacense, a causa, è stato sostenuto (Pacaut 1986), della
sua vasta estensione, di una struttura organizzativa fragile e
dell'insorgere di contestazioni dell'autorità centrale da
parte di alcune dipendenze. Anche le gerarchie vescovili,
particolare il vescovo di Mâcon, e taluni ambienti curiali
mostrarono ostilità verso Cluny, accusata di ingerenze nelle
diocesi e di volersi presentare come unico modello di
santità, quando invece Roma stava avocando esclusivamente a
sé il medesimo ruolo. La destituzione di Ponzio per volere
di papa Callisto II comincia a segnalare l'appannarsi del prestigio
cluniacense, che il suo successore avrebbe tentato di
contenere.
Pietro
di Montboissier,
meglio noto come Pietro il Venerabile (1122-1156), dedicò
infatti gran parte del suo abbaziato a cercare di risolvere la
crisi economica in cui era precipitata Cluny, e molta della sua
produzione letteraria a difenderla dai critici, in particolare da
Bernardo di Clairvaux. Cluny era soffocata dai debiti, frutto di
uno stile di vita dispendioso e di una gestione patrimoniale
antiquata, ma anche conseguenza di un netto calo della
generosità laica, ormai più attratta dalle
«nuove» forme di vita religiosa sviluppatesi fra XI
e
XII secolo. Fra di esse, maggior presa avevano i cistercensi e il
loro più acceso propagandista, san Bernardo: egli
attaccò con violenza Cluny nelle sue caratteristiche
tradizionali, e contrappose al suo stile di vita, da Bernardo
stesso descritto come ozioso e opulento, l'esempio cistercense,
incentrato sulla povertà e sul lavoro manuale. La risposta
di Pietro, giocata sulla pari legittimità e
santità
fra usi diversi e sull'esaltazione della cultura, non ebbe presa
sufficiente.
I
successori di Pietro il
Venerabile non possedettero più né il carisma
né le capacità gestionali dei primi abati di
Cluny.
Secondo quanto fatto rilevare da Marcel Pacaut (1986), l'abbazia
riuscì a conferire ai propri costumi maggiore
austerità e a dotarsi di una migliore organizzazione
istituzionale, ma questo comunque non poté arrestare la
forte emorragia di monaci e dipendenze. Dal secolo XIII si
ripiegò su se stessa, abdicando al ruolo di «luce
del
mondo» (Wollasch 1996) che aveva ricoperto per almeno due
secoli. La sua storia ebbe termine tra la fine del secolo XVIII e
l'inizio del XIX quando fu sistematicamente distrutta a colpi di
cariche esplosive. Soltanto le ricostruzioni virtuali delle varie
fasi costruttive possono restituire oggi la maestosità e
l'ardito sperimentalismo della sua architettura.
Occorre
almeno accennare,
ancora, al cosiddetto ordine cluniacense. Prima una precisazione
terminologica: con ordine monastico si intende un'aggregazione di
monaci che pronunciano voti solenni e definitivi e che osservano
una medesima regola; una congregazione è invece
un'associazione di enti che conservano una certa autonomia sotto
l'autorità di un solo abate. Cluny, essendo costituita da
un'unione di istituti, e non di individui, fra i quali la
maggioranza (i priorati) non gode di alcuna libertà, non
è tecnicamente né un ordine né una
congregazione, ma l'espressione «ordine
cluniacense»
è stata ormai acquisita dalla storiografia e può
essere usata comunemente (De Valous 1935; Pacaut 1986). L'ordine,
allora, si forma fra i secoli X e XI, attraverso l'introduzione dei
costumi cluniacensi in cenobi già esistenti, oppure grazie
alla creazione diretta da parte di Cluny di priorati.
L'ordine
si suddivide
fra:
- dipendenze vere e
proprie (priorati) che seguono
le consuetudini cluniacensi e hanno superiori nominati dall'abate
di Cluny; in tale categoria rientrano le «cinque figlie di
Cluny», cioè i cinque priorati più
importanti
dell'ordine (La Charité-sur-Loire, Lewes,
Saint-Martin-des-Champs, Souvigny, Sauxillanges);
- abbazie «di
obbedienza», che sono
tenute a sottoporsi alla visita dell'abate cluniacense, ma che
possono eleggersi da sole il superiore; esse e i priorati versano
un censo annuale (Baume, Vézelay);
- abbazie legate da
rapporti spirituali con Cluny,
senza perdere la loro indipendenza; non fanno parte dell'ordine, ma
sono inserite nella sua rete di relazioni e contribuiscono a
mettere l'abbazia in contatto con le più illustri
personalità religiose del tempo, come San Guglielmo da
Volpiano (formatosi proprio in ambito cluniacense e attivo, fra gli
altri, a Fruttuaria e a S. Benigno di Digione), Giovanni di Gorze,
Abbone di Fleury;
- enti femminili, in
genere priorati, a partire dal
1055, quando l'abate Ugo di Semur fonda Marcigny; vi si osservano
le consuetudini di Cluny adattate per le donne, con una maggiore
insistenza sulla clausura; la priora è nominata dall'abate
cluniacense, mentre la tutela su un priorato femminile è
affidata al superiore dell'ente maschile più
vicino.
È
difficile
quantificare l'estensione dell'ordine, data anche
l'ambiguità giuridica di molti istituti religiosi che
adottano i costumi cluniacensi o intrattengono relazioni di
preghiera con Cluny, senza però chiarire se fanno parte
della sua congregazione. Comunque, è stato supposto che
negli anni di Pietro il Venerabile l'abbazia sia stata il vertice
di circa un migliaio di dipendenze.
In
un primo tempo,
è l'abate di Cluny a occuparsi direttamente delle
dipendenze, viaggiando dall'una all'altra. Quando l'espansione
dell'ordine si fa abnorme, e parallelamente si moltiplicano le
contestazioni interne, Cluny si dota di strumenti istituzionali
più efficaci, come Capitolo Generale, statuti e visitatori,
mentre i priorati sono raggruppati in province su base geografica
(in quella d'Italia, ad esempio, rientrano fondazioni di grande
spicco quali Pontida, Polirone e i priorati femminili di
Lombardia). La ristrutturazione, tuttavia non serve a ridare a
Cluny la fama passata, ma le permette di sopravvivere, seppur
notevolmente ridimensionata, fino all'età moderna, la meno
indagata.
Risorse
1. Archivi
La
principale raccolta dei
documenti prodotti da Cluny si trova alla Bibliothèque
Nationale de Paris (http://www.bnf.fr/),
nei fondi appunto
dedicati all'abbazia borgognona, per cui si rimanda a:
- L. Delisle, Inventaire des manuscripts de la
Bibliothéque
nationale,
fonds de Cluny, Paris 1884;
- H. Atsma,
J. Vezin, Autour des
actes
privés du chartrier de Cluny (Xe-XIe
siècles), in «Bibliothèque de
l'École des chartes», 155 (1997), pp. 45-60,
(leggibile all'indirizzo
http://www.persee.fr/showPage.do?urn=bec_0373_6237_1997_num_155_1_376336);
- S. Barret,
La
mémoire et l'écrit: l'abbaye de Cluny et ses
archives
(Xe-XVIIIe
siècle), Münster
2004 (Vita regularis, Abhandlungen 19), importante per l'esame
accurato di tutta la documentazione d'archivio conservata a
Cluny.
2. Biblioteche
In
virtù di una consolidata
tradizione di studi condotti presso le seguenti istituzioni,
possono costituire un'ottima base di partenza per sviluppare
ricerche sull'argomento trattato le rispettive
biblioteche:
3.
Centri di
ricerca
Il
principale centro di
ricerca sull'ordine cluniacense è senza dubbio l' Institut
für Frühmittelalterforschung
dell'università di
Münster, che cura un ricchissimo sito (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Bullarium/Welcome.htm)
ed è promotore di numerosi progetti di ricerca e di
pubblicazioni di argomento cluniacense, visibili agli indirizzi http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/cluny_lit.htm
e
http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Berichte.htm#Cluny.
All'indirzzo http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Publikationen/fmst/ sono consultabili gli indici dei
«Frühmittelalterliche
studien», con numerosissimi interventi dedicati a
Cluny.
Si
vedano inoltre le
indicazioni relative al centro e alle sue altre iniziative (messa
in rete di fonti, links, informazioni bibliografiche) riportate ai
punti 5, 6, 8.
È
utile consultare
anche il sito http://www.vita-religiosa.de/vitaregularis.htm,
che presenta le indagini e le pubblicazioni realizzate nell'ambito
del progetto di ricerca Institutionelle Strukturen religiöser
Orden im Mittelalter dell'università di Dresda (responsabile
Gert Melville), che spesso coinvolgono Cluny e il suo
ordine.
4. Riviste
Al
momento attuale, non esistono
riviste specificamente dedicate a Cluny. Può essere allora
utile il ricorso a quei fondamentali strumenti di consultazione
offerti da due prestigiose riviste di ambito più
genericamente monastico o religioso, quali la «Rivista di
Storia della Chiesa in Italia» (RSCI, http://www.vitaepensiero.it/riviste/pagcoml/sto_chies.asp?titolo =STORIA%20DELLA%20CHIESA%20IN%20ITALIA),
che contiene un ricco repertorio bibliografico costantemente
aggiornato di tutti gli studi di ambito storico-religioso comparsi
in forma monografica e su periodici (in rete indici dal 2001 al
2005), e la «Revue d'Histoire Ecclesiastique» (RHE, http://www.hecc.ucl.ac.be/rhe/ con indici dal 2001 al
2005), che offre un panorama internazionale sugli studi
ecclesiastici. Non si dimentichino inoltre le riviste dedicate alla
storia del monachesimo: «Benedictina» (http://xoomer.virgilio.it/fgazzoli/sbenedettopo/benedictina.htm,
che tuttavia non mette in rete né indici né
articoli)
e «Studia Monastica» (che mette in rete gli indici
dal
2002 al 2005 sul sito http://www.pamsa.com/cat/ver_revistes_detall.php?revista=sm&id_pedido=)
.
Si
veda inoltre il
repertorio di riviste curato da Andrea Barlucchi su questo stesso
sito: ../repertorio/index.html.
5. Bibliografia
In
questa sezione trovano
posto, accanto alle rassegne bibliografiche vere e proprie, studi
di ampio respiro, atti di convegni, opere collettive dotati di
ricchi apparati bibliografici. Il repertorio è suddiviso per
tipologie di testi, a loro volta ordinati cronologicamente
all'interno delle singole voci.
Bibliografie
- P.
Lamma, Momenti di storiografia
cluniacense, Roma 1961
(Studi Storici, 42-44), interamente scaricabile dalla rete al sito
http://www.isime.it/redazione08/e_ed_elettroniche.shtml;
- R.
Romagnoli,Studi
recenti sul
monachesimo cluniacense, in «Quaderni
medievali»,
29 (1990), pp. 236-245;
- D. Iogna-Prat,
C. Sapin, Les
études
clunisiennes dans tous leurs états. Recontre de Cluny, 21-22
septembre 1993, in «Revue Mabillon», n. s. 5/66
(1994), pp.
233-258;
- P. Henriet,
Moines
envahisseurs ou moines civilisateurs? Cluny dans l'historiographie
espagnole, XIIIe-XXe
siècles, in
«Revue Mabillon», n. s. 11 (2000), 72,
pp. 135-159;
- D. Iogna-Prat,
Bibliographie
clunisienne (1993-1999), in «Revue
Mabillon», n. s. 11 (2000), 72, pp. 269-277;
- G.
Andenna,La
storiografia su
Cluny in Italia nel XX secolo, in Dove va la
storiografia
monastica in Europa? Temi e metodi di ricerca per lo studio della
vita monastica e regolare in età medievale alle soglie del
terzo millennio, a c. di G.
Andenna, Atti del Convegno internazionale Brescia-Rodengo (23-25 marzo
2000), Milano 2001, pp. 297-310;
Atti di convegni
- Millénaire de Cluny,Congrès
d'histoire et d'archéologie (Cluny, 10,
11, 12 septembre 1910), 2 voll., Mâcon 1910;
- À
Cluny. Congrès scientifique, Fêtes et
Cérémonies liturgiques en l'honneur des saints
Abbés Odon et Odilon,
(9-11 juillet 1949), Dijon 1950;
- Spiritualità
cluniacense, Atti
del Convegno tenuto a
Todi (2-15 ottobre 1958), Todi 1960 (Convegni del Centro di studi
sulla spiritualità medievale, 2);
- Moissac et
l'occident au XIe siècle, Actes du colloque
international de Moissac (3-5
mai 1963), Toulouse 1964 (= Annales du Midi, 75/2,
1963);
- Pierre
Abélard et Pierre le Vénérable. Les
courants
philosophiques, littéraires et artistiques en occident au
milieu du XIIe siècle, a c. di R.
Louis, J.
Jolivet, J.
Châtillon, (Abbaye de Cluny, 2 au 9 juillet 1972), Paris 1975 (Actes et
mémoires des colloques internationaux du Centre National de
la Recherche Scientifique, 546);
- Cluny
in
Lombardia, Atti
del convegno storico
celebrativo del IX centenario della fondazione del priorato
cluniacense di Pontida (22-25 aprile 1977), 2 voll., Cesena
1979-1981 (Italia benedettina, 1);
- L'Italia
nel quadro
dell'espansione del monachesimo cluniacense, Atti del Convegno Internazionale di storia
medioevale
(Pescia 26-28 novembre 1981), a cura di C. Violante, A. Spicciani,
G. Spinelli, Cesena 1985 (Italia Benedettina 8);
- Le
gouvernement d'Hugues de Semur à Cluny, Actes du Colloque scientifique
international
(Cluny, septembre 1988), Ville de Cluny 1990;
- Saint
Maïeul, Cluny et la Provence: expansion d'une abbaye
à
l'aube du Moyen âge, a
c. di D. Iogna-Prat, B. H. Rosenwein, X. Barral i
Altet, G. Barruol,
Mane
1994 (Les Alpes de Lumière, 115);
- Medioevo
monastico nel
Bresciano. Da Cluny alla Franciacorta. Appunti di storia e
storiografia, a c.
di M. Bettelli Bergamaschi,
Brescia 1996 (Annali
- Fondazione civiltà bresciana, 8);
- Saint Maieul
et son temps. Millénaire de la mort de Saint-Mayeul,
4e abbé de Cluny (994-1994), Actes du Congrès
International (Valensole
12-14 Mai 1994), Digne-les-Bains 1997;
- San
Maiolo e le
influenze cluniacensi nell'Italia del Nord, Atti del Convegno Internazionale nel Millenario
di San
Maiolo (994-1994) (Pavia - Novara, 23-24 settembre 1994), a c. di E. Cau, A. A.
Settia, Como 1998 (Biblioteca della
Società
Pavese di Storia Patria, NS 7);
- Odilon de Mercœur.
L'Auvergne et Cluny La
« Paix de Dieu » et l'Europe de l'an
mil, Actes du colloque de
Lavoûte-Chilhac (10, 11, 12
Maggio 2000), Nonette 2002;
Monografie
- G. De Valous,
Le monachisme clunisien des origines au XV
siècle. Vie
interieure des monastères et organisation de l'Ordre,
2
voll., Paris 1935;
- K. Hallinger,
Gorze -
Kluny. Studien zu den monastischen Lebensformen und
Gegensätzen im Hochmittelalter, 2 voll., Roma
1950-1951
(Studia Anselmiana 22-25);
- K. J. Conant, Cluny. Les Églises et la maison du chef
d'Ordre,
Mâcon 1968;
- H. E. J. Cowdrey,
The
Cluniacs and the Gregorian Reform, Oxford
1970;
- P.
Zerbi,Tra
Milano a Cluny.
Momenti di vita e cultura ecclesiastica nel secolo XII, Roma
1978 (Italia sacra, 28);
- G. Constable, Cluniac studies, London 1980;
- B. H. Rosenwein,
Rhinoceros
Bound. Cluny in the Tenth Century,
Philadelphia 1982;
- A. H. Bredero,
Cluny et
Cîteaux au douzième siècle.
L'Histoire d'une controverse monastique, Amsterdam - Maarssen
1985;
- M. Pacaut,
L'ordre
de Cluny (909-1789), Paris 1986;
- C. Brittain Bouchard,
Sword,
Miter and Cloister. Nobility and the Church in
Burgundy, 980-1198, Ithaca 1987;
- B. H. Rosenwein,
To Be
the Neighbour of Saint Peter. The Social Meaning of
Cluny's Property, 909-1049, Ithaca-London 1989;
- P. Racinet,
Les
maisons de l'ordre de Cluny au Moyen Age: Évolution et
permanence d'un ancien Ordre bénédictin au nord
de
Paris, Bruxelles - Louvain-la-Neuve 1990
(Bibliothèque
de la «Revue d'histoire ecclésiastique»,
76);
- G. M.
Cantarella,I
monaci di
Cluny, Torino 1993 (Biblioteca di cultura storica,
95);
- J. Wollasch,
Cluny
- 'Licht der Welt'. Aufstieg und Niedergang der klösterlichen
Gemeinschaft, Zürich - Düsseldorf 1996;
- D. W.
Poeck, Cluniacensis
Ecclesia.
Der cluniacensische Klosterverband (10.-12.
Jahrhundert), München 1998
(Münstersche
Mittelalter-Schriften, 71);
- D. Iogna-Prat, Ordonner
et exclure. Cluny et la société
chrétienne face à
l'hérésie, au
judaïsme et à l'islam (1000-1150), Paris
1998;
- G. Constable, Cluny from the Tenth to the Twelfth
Centuries. Further
Studies, Aldershot 2000 (Collected Studies Series,
671);
- D.
Iogna-Prat, Etudes
clunisiennes, Paris 2002 (Les
Médiévistes
Français, 2), raccolta di studi precedentemente pubblicati,
con ricca bilbiografia finale;
- Giancarlo Andenna, Sanctimoniales Cluniacenses. Studi sui
monasteri femminili
di Cluny e sulla loro legislazione in Lombardia (XI-XV secolo),
Münster 2004 (Vita regularis, Abhandlungen 20), con molto
materiale d'archivio inedito;
Opere collettive
- Petrus
Venerabilis (1156-1956). Studies and Texts Commemorating the Eigth
Centenary of his Death, a
c. di G. Constable, J. Kritzeck, Roma 1956
(Studia Anselmiana,
40);
- Neue
Forschungen über Cluny und die
Cluniazenser,
di J. Wollasch, H.-E. Mager,
H. Diener, a c. di Gerd
Tellenbach, Freiburg i. Br. 1959;
- Cluniac
Monasticism in the Central Middle Ages, a c. di N. Hunt, London
1971;
- Cluny.
Beiträge zu Gestalt und Wirkung der cluniazensischen
Reform,
a c. di H. Richter, Darmstadt 1975 (Wege der Forschung,
241);
- Die
Cluniazenser in ihrem politisch-sozialen
Umfeld,
a c. di G. Constable, G.
Melville, J. Oberste, Münster 1998 (Vita regularis, 7);
- Cluny ou la
puissance de Moines. Histoire de l'abbaye et de son
ordre, 910-1790, Dijon
2001 (=
«Dossiers
d'Archéologie» 269/270,
Décembre/Janvier
2001/2002); per abstracts
http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/BiblClun/darch269.htm;
- From Dead
of Night to End of Day. The medieval customs of Cluny /
Du cœur de la nuit
à la fin du jour. Les coutumes clunisiennes au moyen
âge, a c. di S.
Boynton, I. Cochelin, Turnhout 2005 (Disciplina monastica, 3), con
ricca bibliografia finale;
Va
inoltre consultata con
attenzione la ricca e aggiornatissima bibliografia cluniacense
(Bibliotheca Cluniacensis Novissima) presente sul
sito
dell'Institut für Frühmittelalterforschung
dell'università di Münster, (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/BiblClun/Welcome.htm);
essa permette di effettuare la ricerca bibliografica sia
tramite parole-chiave sia facendo lo spoglio delle pubblicazioni
anno per anno; quando possibile, alla scheda bibliografica del
volume si affiancano indicazioni relative a recensioni, riedizioni
in altre collocazioni, disponibilità sul web.
6. Collezioni di
fonti
La
principale raccolta di
fonti documentarie prodotte dall'abbazia di Cluny è
rappresentata da Recueil de chartes de l'abbaye de Cluny,
formé par A. Bernard, complété,
revisé
et publié par A. Bruel, 6 voll., Paris 1876-1903. L'opera
mette a disposizione degli studiosi 5506 carte dall'anno 802 al
1300 ed è fruibile anche in rete, in forma scannerizzata,
sul sito della Bibliothèque numérique della
Bibliothèque Nationale de France:
A
questi documenti si
può accedere agevolmente anche attraverso il sito
dell'Institut für Frühmittelalterforschung
dell'università di Münster (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/BB-Facs.htm)
che, grazie ad appositi links, connette direttamente al volume che
interessa; in alternativa si può ricorrere anche a:
Un gruppo fra i più antichi documenti cluniacensi
sono stati oggetto di una nuova pubblicazione, condotta con criteri
filologici ed editoriali moderni, da parte di Hartmut Atsma e
Jean Vezin, per cui si veda al punto 7.
All'istituto
di
Münster si deve inoltre la versione elettronica del Bullarium Sacri Ordinis Cluniacensis, 500 fra
bolle e
lettere pontificie per Cluny raccolte e pubblicate per la prima
volta nel 1680. Oltre alla versione scannerizzata del testo,
è possibile servirsi di un Index paginarum,
per
trovare una pagina già nota del Bullarium,
e un
Index Chronologicus Privilegiorum, con elenco
cronologico di
tutti i documenti e la segnalazione di eventuali altre edizioni o
regesti (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Bullarium/Welcome.htm).
Molto
importante è
anche la Bibliotheca Cluniacensis, a c. di Martin
Marrier,
pubblicata per la prima volta nel 1614 e successivamente riedita.
Essa contiene scritti e vite degli abati di Cluny, privilegi,
statuti, narrazioni agiografiche, ed è consultabile in rete
al sito http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k1086219.
La
maggior parte dei testi
narrativi prodotti da Cluny è stata inoltre trascritta
nell'ambito della Patrologia Latina, e in parte
anche negli
Acta Sanctorum. Ambedue le raccolte sono
disponibili sia su
CD-rom sia sul web, in entrambi i casi tuttavia a pagamento:
http://pld.chadwyck.co.uk
e http://acta.chadwyck.com/.
Non
si dimentichi infine
uno strumento di grandissima utilità quale è la Synopse der cluniacensischen
Necrologien, unter
Mitwirkung von W.-D. Heim, J. Mehne,
F.
Neiske und D. Poeck, a
c. di
J. Wollasch, vol.I, Einleitung und Register,
München 1982
(Münstersche Mittelalter-Schriften, 39/1); vol. 2, Die
Synopse, München 1982 (Münstersche
Mittelalter-Schriften, 39/2).
Per
l'edizione di singole
opere o di cartari relativi alle abbazie inserite nell'ambito
dell'osservanza cluniacense, si veda il successivo punto
7.
7.
Edizioni di fonti
Per
una maggiore
fruibilità di questa sezione, si è deciso di
suddividere le edizioni reperite per tipologie testuali; al loro
interno, i titoli appaiono in ordine alfabetico. Per altre
informazioni sulle raccolte documentarie dedicate a Cluny si veda
il precedente punto 6.
Fonti
documentarie (Cluny e/o
enti affiliati):
- Carte
del monastero
cluniacense di San Maiolo di Pavia
(1163-1372), a c.
di M. A. Mazzoli Casagrande,
Pavia 1971 (Istituto
di Paleografia e Diplomatica.Università di Pavia. Studi e documenti,
1);
- Cartulaire de
l'abbaye de Lezat, a c. di P. Ourliac, A.-M.
Magnou, Paris 1984-1987 (Collection des
documents
inédits sur l'histoire de France. Section d'histoire
médiévale et de philologie, 17-18); Petri
Cluniacensis abbatis, De miraculis libri duo, a c.
di D. Bouthillier, Turnhout 1988 (Corpus
Christianorum, Continuatio Mediaevalis, 83);
- Le cartulaire
de Marcigny-sur-Loire (1045-1144). Essai de reconstitution d'un
manuscrit disparu, a c. di J. Richard, Dijon
1957;
- Le cartulaire de
Romainmôtier (XIIe siècle).
Introduction et
édition critique, a
c. di A. Pahud, Lausanne
1998 (Cahiers
Lausannois d'Histoire Médiévale, 21);
- The cartulary of
St.-Marcel-lès-Chalon:
779 - 1126, a
c. di C. Brittain Bouchard,
Cambridge
(Mass.) 1998 (Medieval Academy Books, 102);
- Les plus anciens
documents originaux de l'abbaye de Cluny, a c. di H. Atsma,
J. Vezin, avec la
collaboration de
S. Barret, vol. 1, Documents
nos 1 à 30, Paris,
Bibliothèque
nationale de France, Collection de Bourgogne, vol. 76, nos 2 à 5 et 7
à 32, preface de
Jean Favier,
Turnhout 1997 (Monumenta
palaeographica medii aevi. Series gallica);
- Les plus
anciens documents originaux de l'abbaye de
Cluny,
a c. di H. Atsma, S. Barret,
J.
Vezin, vol. 2, Documents nos
31 à
60, Paris, Bibliothèque nationale de France,
Collection
de Bourgogne, vol. 77, nos 33
à 61,
préface de B. H. Rosenwein,
Turnhout 2000 (Monumenta palaeographica medii aevi. Series
gallica);
- Les plus
anciens documents originaux de l'abbaye de
Cluny,
a c. di H. Atsma, S. Barret,
J.
Vezin, vol. 3, Documents nos
61 à
90, Paris, Bibliothèque nationale de France,
Collection
de Bourgogne, vol. 77, nos 62
à 89,
préface de G. Constable,
Turnhout
2002 (Monumenta palaeographica medii aevi. Series gallica);
Testi normativi:
- Consuetudines
Cluniacenses
antiquiores, in Consuetudines
monasticae, 2, a c. di B.
Albers,
Montecassino 1905, pp. 1-61;
- Consuetudines
Cluniacensium antiquiores cum redactionibus
derivatis, a c. di
K. Hallinger, Siegburg 1983 (Corpus consuetudinum
monasticarum, 7/2);
- Matricula
monachorum
professorum, reformationis abbatiae et totius sacri ordinis
cluniacensis,
traduite et
éditée par Paul
Denis, Turnhout 1994 (Publications de
l'encyclopédie bénédictine, 2);
- Statuta
Petri
Venerabilis Abbatis Cluniacensis IX (1146/7), a c. di G.
Constable, in
Consuetudines Benedictinae Variae (Saec.XI -
Saec. XIV),
Siegburg 1975 (Corpus Consuetudinum Monasticarum,
6), pp. 19-106;
- Statuts,
chapitres généraux et visites de l'ordre de
Cluny,
a c. di G. Charvin, 9
voll., Paris 1965-1982: t. 1 (-1289)
1965; t. 2 (1290-1324) 1967; t. 3 (1325-1359) 1967; t. 4
(1360-1408) 1969; t. 5 (1409-1498) 1970; t. 6 (1508-1571) 1972; t.
7 (1600-1714) 1975; t. 8 (1715-1746) 1978; t. 9 (1747-1790) 1979;
Annexe au t. 6: Atlas des monastères de l'Ordre de Cluny au
moyen âge, 1977; Annexe au t. 9: Tomes 7 à
9
Période moderne (1600-1790). Annexe au tome 9 et dernier:
tables des tomes 7 à 9 et Atlas des monastères de
l'Ordre aux XVIIe et XVIIIe s. établis
par Dom R. Gazeau;
Testi
agiografici, polemici, epistole:
-
G. Constable,
The letters of Peter the Venerable, 2 voll.,
Cambridge
(Mass.), 1967 (Harvard Historical Studies, 78);
- H. E
.J. Cowdrey,Two
Studies in
Cluniac History (1049-1126), in Studi Gregoriani 11,
1978, pp. 9-395, che contiene l'edizione critica di: Gilonis, Vita sancti Hugonis abbatis (pp. 43-109);
Hugonis, Epistula ad domnum Pontium cluniacensem Abbatem (pp.
111-117); Hugonis monachi, Vita sancti Hugonis abbatis (pp.119-139); lettere dell'abate Ugo (pp. 141-156) e una
miscellanea di scritti cluniacensi (statuti, lettere,
invettive);
- From Dead
of Night to End of Day. The medieval customs of Cluny /
Du cœur de la nuit
à la fin du jour. Les coutumes clunisiennes au moyen
âge,
a c. di S.
Boynton, I. Cochelin, Turnhout 2005 (Disciplina monastica 3); in
appendice si pubblicano, con traduzioni in inglese e francese, Liber tramitis (prologo e
prefazione) da Roma,
Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. vat. lat. 6808, f. 9r-10v;
pp. 319-327; Ulrich von Zell, Widmungsbrief und
Proömium, da Parigi, Bibliothéque
Nationale de
France, ms. lat. 18353II, f. 1r-3r, pp. 329-347, e Bernhard
von Cluny, Widmungsbrief, da Parigi,
Bibliothéque
Nationale de France, ms. lat 13875, f. 6r-v, pp.
349-353.
- V.
Fumagalli, Note
sulla «Vita Geraldi» di Odone di Cluny,
con
edizione parziale, in «Bullettino dell'Istituto Storico
Italiano per il Medioevo e Archivio Muratoriano», 76 (1964),
pp. 235-240;
- D. Iogna-Prat,
Agni immaculati: recherches sur les sources hagiographiques
relatives a Saint Maieul de Cluny (954-994), Paris 1988
(contiene l'ed. critica di: Vita Sancti Maioli; Sermo
de
beato Maiolo; Electio domini Odilonis);
- Iotsald von
Saint-Claude, Vita des Abtes Odilo von Cluny, in M.
G. H.,
Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum
separatim
editi, 68, a c. di
J. Staub, Hannover
1999;
- Liber
Tramitis aevi
Odilonis abbatis,
a c. di P. Dinter,
Siegburg 1980 (Corpus consuetudinum
monasticarum, 10);
- R. E. Pepin,
Scorn
for the world : Bernard of Cluny's "De contemptu
mundi". The Latin text with English translation and
introduction, East Lansing / Mich. 1991 (Medieval texts and
studies, 8); il testo dei De contemptu mundi libri duo è accessibile anche in rete, al sito: http://www.thelatinlibrary.com/bernardcluny/html;
- Petrus di Poitiers,
Epistola
ad domnum Petrum abbatem [Cluniacensem],
a c. di J. Kritzeck, in
Id., Peter
the Venerable and Islam, Princeton 1964, pp.
215-216;
- Petrus
Venerabilis, Adversus Iudaeos inveteratam duritiem,
a c. di
Y. Friedmann, 2
voll., Turnhout 1985
(Corpus Christianorum. Continuatio
mediaevalis, 58; Instrumenta Lexicologica Latina, 31);
- Petrus
Venerabilis,
Contra Petrobrusianos Hereticos, a c. di J. V. Fearns, Turnhout
1968 (Corpus
Christianorum, Continuatio Mediaevalis, vol. 10);
- Petrus Venerabilis,
Liber
contra sectam sive haeresim Saracenorum, a
c. di J. Kritzeck, in
Id., Peter the
Venerable and Islam, Princeton 1964, pp. 220-291;
- Petrus
Venerabilis, Sermones tres, a c. di G.
Constable, in «Revue
Bénédictine»,
64 (1954), pp. 224-272;
- Petrus Venerabilis,
Summa
totius haeresis Saracenorum, a c. di J. Kritzeck, in
Id., Peter the
Venerable and Islam, Princeton 1964, pp. 204-211;
- Planctus
de transitu
domini domni Odilonis abbatis Cluniacensis, a c. di F. Ermini, in Id., Medioevo
latino. Studi e
ricerche,
Modena 1938, pp.
201-213;
Si vedano
inoltre:
- D. Iogna-Prat,
La
confection des cartulaires et l'historiographie à Cluny
(XIe-XIIe
siècles), in Les
Cartulaires, Actes de la table ronde organisée par
l'École nationale des chartes (Paris 5-7 septembre 1991), a
c. di O. Guyotjeannin, L. Morelle, M. Parisse, Paris 1993 (Mémoires et documents de l'École des
chartes, 39), pp. 27-44;
- F. Neiske,
Reform
oder Kodifizierung? Päpstliche Statuten für Cluny im
13.
Jahrhundert, in «Archivum historiae
Pontificiae»,
26 (1988), pp. 71-118;
8. Siti web tematici
Imprescindibile
per
chiunque voglia intraprendere una ricerca su Cluny è la
consultazione del sito dell'Institut für
Frühmittelalterforschung dell'università di
Münster:
http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Bullarium/Welcome.htm,
qui già più volte citato. Esso, disponibile in 5
lingue (tedesco, inglese, francese, italiano, spagnolo), contiene
una vastissima bibliografia su Cluny e sulle abbazie affiliate
(Bibliotheca Cluniacensis Novissima,
http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/BiblClun/Welcome.htm),
la raccolta documentaria Bullarium Cluniacense,
http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Bullarium/Welcome.htm),
il Ctalogus Abbatum Cluniacensium, un elenco dei 62 abati di Cluny
da Bernone (909/10-927) a Dominique de la Rochefoucauld
(1757-1790), con links a eventuali biografie presenti in rete
(http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/abbates_cluny.htm),
nonché collegamenti diretti alle principali fonti
cluniacensi sul web (per le quali si veda il punto 6), ai centri di
ricerca (questi ultimi non necessariamente di ambito storico)
dell'area borgognona e ad alcuni siti capaci di integrare
ulterirmente questa già ricca offerta, come ad esempio http://bhlms.fltr.ucl.ac.be/
sito della Bibliotheca Hagiographica Latina Manuscripta; http://www.newadvent.org/cathen/ sito dell'enciclopedia cattolica, di cui sono già presenti
sul sito links alle voci che interessano Cluny; http://opaline.bnf.fr/ sito del
catalogo in linea delle collezioni specialistiche della
Bibliothèque Nationale de France. Si veda inoltre il
sito
http://www.dpm.unibo.it/DPM/Ricerca/Attivita+editoriale/quadernidpm/default.htm che rende disponibili in rete le
pubblicazioni,
anche di argomento cluniacense, del dipartimento di paleografia e
diplomatica dell'Università di Bologna.
9. Studi
Questa sezione riporta,
in ordine cronologico,
interventi dedicati a specifiche questioni di storia personaggi,
organizzazione e spiritualità cluniacense, nonché
studi su singole fondazioni dell'ordine, con particolare
attenzione, in quest'ultimo caso, per le realtà
italiane.
- G. Schreiber,
Kluny und
die Eigenkirche. Zur Würdigung der
Traditionsnotizen des hochmittelalterlichen Frankreich, in
«Archiv für Urkundenforschung», 17 (1942),
pp. 359-418, anche in Id.,
Gemeinschaften des Mittelalters. Gesammelte Abhandlungen,
1,
Münster 1948, pp. 81-138;
- D. Knowles,
Cistercians
and Cluniacs. The Controversy between St.
Bernard and Peter the Venerable, Oxford 1955;
- O.
Capitani,Motivi
di
spiritualità cluniacense e realismo eucaristico in Oddone di
Cluny, in «Bullettino dell'Istituto Storico
Italiano per
il Medio Evo e Archivo Muratoriano», 71 (1959), pp.
11-15;
- R. Oursel,
Les
saints abbés de Cluny, Namur 1960;
- G.
Andenna,Origini
e vicende del
priorato di San Valeriano di Robbio. Contributo alla storia della
provincia cluniacense di Lombardia, in
«Benedictina», 18 (1971), pp. 234-269;
- B. H.
Rosenwein, Feudal War and Monastic Peace: Cluniac Liturgy as
Ritual Aggression, in «Viator», 2 (1971),
pp.
129-157;
- C.
Violante, Il
monachesimo cluniacense di fronte al mondo politico ed
ecclesiastico. Secoli X e XI, in Idem, Studi sulla
cristianità medioevale, Milano 19752,
pp.
3-67;
- W. Teske,
Laien,
Laienmönche und Laienbrüder in der Abtei Cluny. Ein
Beitrag zum 'Konversen-Problem', in
«Frümittelalterliche Studien», 10 (1976),
pp. 248-322; 11 (1977), pp. 288-339;
- J. Wollasch,
Les
obituaires, témoins de la vie clunisienne, in
«Cahiers de civilisation
médiévale», 22
(1979), pp. 139-171;
- G. M.
Cantarella, D.
Tuniz, Cluny e il suo abate Ugo. Splendore e
crisi di un
grande ordine monastico, Milano-Novara 1983 (Le origini. Storie e cronache,
3);
- E. Ortigues,
D. Iogna-Prat, Raoul
Glaber et
l'historiographie clunisienne, in «Studi
medievali», 26 (1985), pp. 537-572;
- J.-P. Torrell,
D. Bouthillier, Pierre
le
Vénérable et sa vision du monde. Sa vie son
œuvre, l'homme et le démon, Leuven 1986
(Spicilegium Sacrum Lovaniense. Études
et documents, 42);
- R.
Romagnoli,Le
«Storie» di Rodolfo il Glabro. Strutture culturali
e
modelli di santità cluniacensi, Bologna 1988
(Cristianesimo antico e medievale, 1);
- G. Melville,
Cluny
après «Cluny». Le treizième
siècle: un champ de recherches, in
«Francia», 17 (1990), 1, pp. 91-124;
- J.
Leclercq, Pietro
il
Venerabile, trad. it.
Milano 1991
(Biblioteca di cultura medievale. Di fronte e attraverso, 300);
- M. Pacaut,
La
formation du second réseau monastique clunisien (v. 1030 -
v. 1080), in Naissance et fonctionnement des
réseaux
monastiques et canoniaux, Actes du Premier Colloque
international du C.E.R.C.O.R. (Saint-Étienne, 16-18
septembre 1985), a c. di N. Bouterm,
Saint-Étienne 1991 (C.E.R.C.O.R. Travaux et recherches, 1),
pp. 43-51;
- F. Cygler,
L'ordre
de Cluny et les «rebelliones» au XIIIe
siècle, in «Francia», 19
(1992), 1.
pp. 61-93;
- P.
Facciotto,La
"Vita Geraldi" di
Odone di Cluny, un problema aperto, in «Studi
medievali», serie III, 33 (1992), pp. 243-263;
- A. M.
Piazzoni, "Militia
Christi" e
Cluniacensi, in "Militia Christi" e Crociata nei
secoli
XI-XIII, Atti della undecima Settimana internazionale di
studio
(Mendola, 28 agosto - 1 settembre 1989), Milano 1992 (Pubblicazioni
dell'Università Cattolica del S. Cuore. Miscellanea
del
Centro di studi medioevali, 13. Scienze storiche, 58),
pp. 241-271;
- R.
Romagnoli,La
cultura
cluniacense tra Oddone e Maiolo nell'opera di Rodolfo il
Glabro, in «Quaderni medievali», 33
(1992),
pp. 6-34;
- V. von Büren,
Le
catalogue de la bibliothèque de Cluny du
XIe siècle reconstitué,
in
«Scriptorium», 46 (1992), pp. 256-267;
- A. Kohnle,
Abt
Hugo von Cluny (1049-1109), Sigmaringen 1993 (Beihefte der
Francia, 32);
- P. Racinet,
Les
moniales dans l'ordre de Cluny d'après les exemples de
Marcigny, Huy, Nossage et Le Rosay, in Les
religieuses dans
le cloïtre et dans le monde des origines à nos
jours, Actes du Deuxième Colloque International du
C.E.R.C.O.R. (Poitiers, 29 Septembre-2 Octobre 1988), pref. R. Annino, Saint-Étienne
1994,
pp. 197-218;
- G. M.
Cantarella, I
Cluniacensi in
Italia. Lineamenti di una presenza monastica, in I
rapporti
tra le comunità monastiche benedettine italiane tra alto e
pieno medioevo, Atti del III Convegno del «Centro
di
Studi Farfensi» (Santa Vittoria in Mantenano, 11-12-13
settembre 1992), San Pietro in Cariano (Verona) 1994 (Scuola di
memoria storica. Centro di Studi Farfensi per la storia del
monachesimo mondiale e del meditare universale, 3),
pp. 247-268;
- Cluny, un
nouveau regard. Recherches archéologiques
1988-1995,
Cluny 1996
(Cahiers du Musée d'Art et d'Archéologie de
Cluny,
1);
- H.
Houben,Il
monachesimo
cluniacense e i monasteri normanni nell'Italia meridionale,
in: Id., Mezzogiorno
normanno-svevo.
Monasteri e castelli, ebrei e musulmani, Napoli
1996
(Nuovo Medioevo 52), già in
«Benedictina»,
39 (1992), pp. 341-361;
- F. Cygler,
G. Melville, J.
Oberste, Aspekte zur Verbindung von Organisation
und
Schriftlichkeit im Ordenswesen. Ein Vergleich zwischen den
Zisterziensern und Cluniazensern des 12./13. Jahrhunderts, in Viva vox und ratio scripta. Mündliche und
schriftliche
Kommunikationsformen im Mönchtum des Mittelalters, a
c. di C. M. Kaspar, K.
Schreiner, Münster 1997 (Vita
Regularis, 5),
pp. 205-280;
- A. Guerreau,
Le
champ sémantique de l'espace dans la vita de saint Maieul
(Cluny, début du XIe
siècle), in
«Journal des savants» (1997), pp. 363-419;
- J. Oberste,
A. Biendarra, Der Prior
bei den
Cluniazensern. Soziale Kontrolle und Kommunikation im Wandel vom
11. bis zum 13. Jahrhundert, in Im Spannungsfeld
von Recht
und Ritual. Soziale Kommunikation in Mittelalter und Früher
Neuzeit, a c. di H. Duchhardt, G. Melville, Köln
1997
(Norm und Struktur 7), pp. 139-171;
- P. Racinet,
Crises
et renouveaux. Les monastères clunisiens à la fin
du
Moyen Âge (XIIIe-XVIe
siècles). De la Flandre au
Berry et comparaisons méridionales, Arras 1997;
- G. M.
Cantarella, Cluniacensi
in
Lombardia: tracce e linee (ancora a proposito delle monache di
Cantú e di Cernobbio, in Il Monachesimo
italiano
nell'età comunale, Atti del IV Convegno di studi
storici
sull'Italia benedettina (Abbazia di S. Giacomo Maggiore Pontida
[Bergamo], 3-6 settembre 1995), a c. di F.
G.
B. Trolese, Cesena 1998 (Italia benedettina,
16),
pp. 347-366, download al sito
../biblioteca/scaffale/Download/Autori_C/RM-Cantarella-Cluniacensi.zip;
- F. Cygler,
Le
chapitre général de Cluny
(XIIe-XIVe
siècle). État de la
question, in Anthropologies juridiques
Mélanges
Pierre Braun, a c. di J.
Hoareau-Dodinau, P.
Texier, Limoges 1998, pp. 213-235;
- A. Guerreau,
Espace
social, espace symbolique: à Cluny au
XIe siècle, in L'ogre
historien. Autour de
Jacques Le Goff, textes rassemblés par Jacques Revel et Jean-Claude
Schmitt, Paris 1998, pp. 167-191;
- Storia
di San Benedetto
Polirone. Le origini (961-1125), a c.
di P. Golinelli,
Bologna
1998;
- P.
Piva,Le
chiese cluniacensi.
Architettura monastica nell'Italia del Nord, Milano
1999;
- B. H. Rosenwein,
Negotiating
Space. Power, Restraint, and Privileges of
Immunity in Early Medieval Europe, Ithaca 1999;
- J. Wollasch,
Sterben
und Tod im Leben des Abtes Petrus Venerabilis von
Cluny, in Vita Religiosa im Mittelalter.
Festschrift
für Kaspar Elm zum 70. Geburtstag, a c. di F. J. Felten, N. Jaspert, co la collaborazione di S.
Haarländer, Berlin 1999 (Berliner Historische
Studien
31, Ordensstudien 13), pp. 87-122;
- U.
Longo,Riti
e agiografia.
L'istituzione della commemoratio omnium fidelium defunctorum nelle Vitae di Odilone di Cluny,
in «Bullettino
dell'istituto storico italiano per il medioevo», 103
(2000-2001), pp. 163-200;
- H. Atsma,
J. Vezin, Gestion de la
mémoire à l'époque de saint Hugues
(1049-1109). La genèse paléographique et
codicologique du plus ancien cartulaire de l'abbaye de Cluny,
in «Histoire et Archives» 7 (2000),
pp. 5-29;
- A. Baud,
La place
des morts dans l'abbaye de Cluny. État de question,
in
«Archéologie
Médiévale», 29
(2000), pp. 99-114;
- T. Füser,
Mönche
im Konflikt. Zum Spannungsfeld von Norm,
Devianz und Sanktion bei den Cisterziensern und Cluniazensern (12.
bis frühes 14. Jahrhundert), Münster 2000
(Vita
regularis 9);
- G. A. Smith,
Sine rege, sine
principe: Peter the Venerable on Violence
in the Twelfth-Century Burgundy, in
«Speculum», 77
(2002), pp. 1-33;
- G.
Spinelli, Il
priorato
cluniacense di Rodengo (1084-1446), in San
Nicoló di
Rodengo. Un monastero di Franciacorta tra Cluny e Monte
Oliveto, a c. di G. Spinelli, P. V. Begni Redona,
R.
Prestini, Abbazia di Rodengo 2002, pp. 20-55;
- G.
Andenna,I
priorati cluniacensi
in Italia durante l'età comunale (secoli XI-XIII),
in Papato e monachesimo «esente»
nei secoli
centrali del Medioevo, a c. di Nicolangelo
d'Acunto, Firenze 2003, pp. 11-83,
../e-book/titoli/esenzione.htm -
Formati%20disponibili;
- A. Baud,
Cluny, un
grand chantier médiéval au coeur de l'Europe,
Paris 2003;
- J. Nizet,
Les
Ordres religieux du Moyen Âge: des organisations
fermées? Le cas de Cluny, in «Archives
de Sciences
Sociales des Religions» 123 (2003), pp.
41-60
http://assr.revues.org/docannexe1571.html;
- S. Barret,
Regula
Benedicti, consuetudines, statuta: Aspects du
corps clunisien, in Regulae - Consuetudines -
Statuta. Studi
sulle fonti normative
degli ordini religiosi nei secoli centrali del
Medioevo, a c. di Cristina Andenna, Gert
Melville, Atti del I e II Seminario internazionale di
studio
del Centro italo-tedesco di storia comparata degli ordini religiosi
(Bari - Noci - Lecce, 26-27 ottobre 2002 / Castiglione delle
Stiviere, 23-24 maggio 2003), Münster 2005 (Vita
regularis. Abhandlungen
25),
pp. 65-104;
- P. Henriet,
Sanctoral
clunisien et sanctoral hispanique au XII
siècle, ou de l'ignorance réciproque au
syncrétisme. À propos d'un lectionnaire de
l'office
originaire de Sahagún, in "Scribere
sanctorum gesta".
Recueil d'études d'hagiographie
médiévale
offert à Guy Philippart, a c. di É.
Renard,
Turnhout 2005 (Hagiologia 3), pp. 209-259;
- F. Neiske,
Charismatischer
Abt oder charismatische Gemeinschaft? Die
frühen Äbte Clunys, in Charisma
und religiöse
Gemeinschaften im Mittelalter, Akten des 3. Internationalen
Kongresses des Italienisch-deutschen Zentrums für
vergleichende Ordensgeschichte, in Verbindung mit Projekt C Institutionelle Strukturen religiöser Orden im
Mittelalter und Projekt W Stadtkultur und
Klosterkultur in
der mittelalterlichen Lombardei. Institutionelle Wechselwirkung
zweier politischer und sozialer Felder des
Sonderforschungsbereichs 537 Institutionalität und
Geschichtlichkeit (Dresden, 10.-12. Juni 2004), a c. di G. Andenna,
M. Breitenstein, G.
Melville, Münster 2005 (Vita regularis.
Abhandlungen
26), pp. 55-72;
- W. Rösener,
Tradition
und Innovation im hochmittelalterlichen
Mönchtum. Kontroversen zwischen Cluniazensern und
Zisterziensern im 12. Jahrhundert, in Tradition,
Innovation,
Invention. Fortschrittsverweigerung und Fortschrittsbewusstsein im
Mittelalter, a c. di H.-J. Schmidt, Berlin 2005 (Scrinium
Friburgense, 18), pp. 399-421;
- J.
Wollasch, Die Verbrüderung zwischen Cluny und St.
Blasien, in «Deutsches Archiv für
Erforschung des
Mittelalters» 61 (2005), pp. 481-507;
- G. M. Cantarella, Due
noterelle cluniacensi, in
Forme di potere nel pieno medioevo (secc. VIII-XIII).
Dinamiche
e rappresentazioni, a cura di G. Isabella, Bologna 2006, pp.
93-105 (DPM quaderni, 6);
- G. Constable, Cluny
und der Investiturstreit, in
Canossa 1077 - Erschütterung der Welt.
Geschichte, Kunst
und Kultur am Aufgang der Romanik, vol. 1, Essays,
a c.
di C. Stiegemann, M. Wemhoff, München 2006, pp.
143-148;
- M. -L. Heckmann,
Riten rechtlicher Beglaubigung in den Privaturkunden des
Klosters Cluny, in «Studien und Mitteilungen zur
Geschichte des Benediktinerordens und seiner Zweige», 117
(2006), pp. 1-17;
- U. Longo, Tra
Odilone e Ugo. Note su un passaggio della storia cluniacense, in Forme di potere nel
pieno medioevo (secc.
VIII-XIII). Dinamiche e rappresentazioni, a cura di G.
Isabella, Bologna 2006, pp. 107-131 (DPM quaderni,
6);
- F. Neiske,
Zwischen pusillus grex und
ordo cluniacensis.
Umbruch und Kontinuität im cluniacensischen
Klosterverband, in Vom Umbruch zur Erneuerung? Das
11. und
beginnende 12. Jahrhundert - Positionen der Forschung, unter
Mitarbeit von Nicola Karthaus, a c. di J. Jarnut,
M. Wemhoff (MittelalterStudien, 13)
München 2006, pp. 247-273;
- I.
Rosé, La présence "clunisienne" à Rome
et dans sa
région au Xe siècle: réformes et
ecclesiologie
monastiques d'Odon à Maïeul, in Il
monachesimo
italiano dall'età longobarda all'età ottoniana
(secoli VIII-X), Atti del 7° convegno di studi
storici
sull'Italia Benedettina (Nonantola, Modena, 10-13 settembre 2003),
a cura di G. Spinelli, Cesena 2006 (Italia Benedettina, 27), pp.
231-271;
- D. von
Winterfeld, Wettstreit oder historischer Zufall. Cluny III -
Speyer II, in Canossa 1077 - Erschütterung
der Welt.
Geschichte, Kunst und Kultur am Aufgang der Romanik, vol. I: Essays, a c. di C. Stiegemann, M.
Wemhoff, München 2006, pp. 343-358;
- C. Sapin et A. Baud, L’abbaye de Cluny (Saône-et-Loire), in «Bulletin du Centre d'études médiévales d'Auxerre», 11 (2007), http://cem.revues.org/document1602.html;
- C. Sapin, L’abbaye Saint-Pierre-Saint-Paul de Cluny (Saône-et-Loire) : sur les traces des premiers Cluny, découverte de l’autel de Cluny II, in « Bulletin du Centre d'études médiévales d'Auxerre», 12 (2008), http://cem.revues.org/document5772.html.
Segnalazioni
Questa pagina è
periodicamente aggiornata. Chi desiderasse
segnalare mutamenti e novità relativamente alle risorse a
stampa e in rete relative alla riforma della Chiesa può
contattare il curatore, Cristina Sereno: crsere@tin.it
Curatore
Cristina
Sereno si
è laureata in Storia Medievale presso
l'università
degli Studi di Torino sotto la guida di Giuseppe Sergi e ha
successivamente conseguito il titolo di dottore di ricerca nella
stessa disciplina presso l'Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano. Le sue ricerche e pubblicazioni ruotano
prevalentemente intorno al tema monastico, dai rapporti fra enti e
fondatori laici all'analisi del concetto di crisi del cenobitismo,
alle reti monastiche, alle relazioni fra vescovi e monasteri.
Attualmente titolare di una borsa di post-dottorato presso
l'Università degli Studi di Torino, lavora all'edizione e
allo studio delle carte del monastero cistercense femminile di S.
Michele d'Ivrea. È membro del Crism, Centro di Ricerca sulle
Istituzioni e le società medievali, presso
l'Università di Torino (http://hal9000.cisi.unito.it/wf/DIPARTIMEN/Storia1/CRISM/CRISM.doc_cvt.htm). |