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Cluny

a cura di Cristina Sereno

[versione 1.1 - settembre 2008]

© 2007-2008 -  Cristina Sereno per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214



Nota introduttiva

Cluny ha profondamente influito sulle caratteristiche del monachesimo medievale, dall'elaborazione di culti e rituali all'architettura, dall'inserimento nella società ai rapporti con papato e impero, alla creazione di una congregazione dai tratti innovativi. Un modo efficace per sintetizzare una vicenda così complessa può essere ripercorrere gli apporti che i suoi abati più noti vi recarono. L'esposizione si interrompe alla morte di Pietro il Venerabile, a metà secolo XII, allineandosi in ciò all'atteggiamento predominante nella storiografia, tutta concentrata sugli esordi, sull'apogeo nel secolo XI e sugli ultimi bagliori nel XII. Ci si può chiedere, tuttavia, se non sarebbe opportuno superare tale atteggiamento e spingersi a indagare anche le fasi successive di vita di Cluny, aprendo così, probabilmente, prospettive nuove.

L'abbazia dei SS. Pietro e Paolo di Cluny nacque fra il 909 e il 910 in Borgogna, per iniziativa di Guglielmo d'Aquitania. Nell'atto di fondazione il promotore la sottrasse alle ingerenze sia della propria famiglia sia di qualunque autorità politica e la donò ai due prìncipi degli apostoli, ponendola sotto la protezione del vescovo di Roma. In cambio dell'ingente dotazione patrimoniale, Guglielmo chiese preghiere incessanti per sé e la sua famiglia. Emersero così alcuni elementi distintivi di Cluny: l'autonomia giurisdizionale dalle autorità secolari (immunità), a cui si sarebbe aggiunta l'esenzione dall'ordinario diocesano; il rapporto privilegiato con Roma; la sua funzione di garante della salvezza spirituale e di custode della memoria dinastica dell'aristocrazia donatrice.

Alcuni fra i primi religiosi di Cluny provenivano dall'ambito della riforma operata da Benedetto d'Aniane sulla regola di san Benedetto. Tale riforma era in buona parte centrata sull'esaltazione della preghiera e della liturgia a discapito del lavoro manuale, e questi aspetti si trasmisero alla nuova fondazione, contribuendo a garantirle, più ancora che nelle fondazioni contemporanee, un reclutamento dal carattere marcatamente aristocratico. Proprio sulla decisa accentuazione dell'aspetto liturgico sono state date interpretazioni molteplici, dalla differenza fra Kultmönchtum e Kulturmönchtum (Hallinger, 1950-51), all'idea che l'orazione incessante sublimasse le pulsioni aggressive di religiosi provenienti, in stragrande maggioranza, da famiglie nobili di combattenti (Rosenwein, 1971), alla visione della preghiera come elemento di mediazione fra il mondo peccaminoso e l'aldilà, e unica via di salvezza (Cantarella, 1993).

Il primo abate Bernone (909/910-927) ricoprì analoga carica in numerosi cenobi in parallelo a Cluny: anche l'associazione di più enti è un tratto che l'abbazia avrebbe sviluppato. Se erano già esistite in passato confederazioni di monasteri, l'originalità di Cluny risiedette nell'aver trasmesso a gran parte degli enti affiliati una struttura gerarchica e un'uniformità di costumi rare nelle esperienze contemporanee (ma occorre sottolineare che su questo punto la storiografia più aggiornata non appare concorde).

Con il secondo abate Odone (927-942), le qualità degli esordi si precisarono: si insistette più ancora che in molte esperienze coeve sulla necessità, per potersi salvare, di dedicarsi a una vita di assoluta contemplazione. Odone creò intorno al cenobio un reticolo di clientele sia locali sia di più ampio respiro in grado di proteggerlo dai potenti interessati alle sue crescenti ricchezze. Cluny infatti non cessava di accumulare beni grazie alle donazioni dei laici, man mano che la sua fama di santità e di attendibilità religiosa si diffondeva. Nuovi cenobi da riformare secondo i suoi usi le vennero affidati, ponendo le basi per la nascita della futura congregazione, un organismo attraversato da fraternità di preghiera, comunanze liturgiche e consuetudini affini (si veda oltre).

Con il quarto abate Maiolo (954-994) si stabilirono rapporti privilegiati con l'impero - pur senza l'inclusione di Cluny nella sfera della chiesa imperiale ottoniana - che garantirono un ulteriore incremento di donazioni e riforme. Si elaborarono temi quali la devozione mariana e quella per la Croce, e si diede vita all'immagine del monaco-guerriero, che lottava contro il male servendosi di preghiere continue e una liturgia fastosa (Cantarella, 1993).

Sotto Odilone (994-1049), chiamato a reggere l'abbazia in un'età di carestie e insicurezze, Cluny intensificò la sua presenza nella società, non soltanto occupandosi di governare abbazie e priorati distribuiti tra Francia, Germania e Italia, ma inserendosi nel pieno dei problemi più sentiti: dalle elemosine per i bisognosi alle tregue di Dio, ai legami con le autorità politiche e religiose, la cifra dell'azione di Cluny fu la concretezza. Si definì, inoltre, la sua funzione intercessoria a favore dei defunti, con la compilazione di fittissimi necrologi (non si dimentichi che appunto in questo periodo si stava elaborando l'idea, totalmente innovativa, dell'esistenza del Purgatorio).

Come chiaramente esposto da Glauco Maria Cantarella (Cantarella, Tuniz 1983), «il governo dell'abate Ugo [di Semur (1049-1109)], che si situò negli anni più accesi della lotta fra Regnum e Sacerdotium […] si caratterizzò per la sua attenta autonomia nei confronti delle due grandi forze in campo». Sempre secondo Cantarella, Cluny mise in atto «una proposta di mediazione fra le opposte parti, l'indicazione di una via diversa, monastica, per la quale superare l'impasse: nell'eccellenza del monachesimo cluniacense, si badi, era indicata la possibilità di comporre la lotta che stava facendo emergere tutte le contraddizioni dell'organizzazione politica ed ideologica post-carolingia e minacciava di sconvolgere l'assetto costituzionale dell'Europa: Cluny si proponeva come termine intermedio e contemporaneamente come modello: il modello della pace monastica risolutrice delle contraddizioni del secolo». L'abbazia continuò ad avere relazioni distese con l'entourage imperiale, come dimostra l'afflusso di donazioni e di enti da parte delle aristocrazie, in specie lombarde, fedeli all'impero. I cluniacensi, appellandosi ripetutamente a Roma nelle questioni giurisdizionali, contribuirono inoltre a rafforzarne l'immagine di guida della Cristianità che questa si stava costruendo. Da parte sua, «il papato cosiddetto "gregoriano" impiegò fra le sue armi anche quella del potenziamento del movimento cluniacense in quanto dotato di esenzione, capace quindi di scardinare l'ordinato addetto diocesano e di introdurre elementi di disomogeneità là dove, altrimenti, la gestione episcopale delle istituzioni avrebbe impedito alla riforma romana di penetrare» (Cantarella, Tuniz 1983). Va ricordato comunque che, nonostante Cluny non si allineasse mai completamente alle posizioni romane, nel 1088 il clunicense Odilone divenne papa con il nome di Urbano II.

Con Ponzio di Melgueil (1109-1122) emersero le difficoltà di gestione del sistema cluniacense, a causa, è stato sostenuto (Pacaut 1986), della sua vasta estensione, di una struttura organizzativa fragile e dell'insorgere di contestazioni dell'autorità centrale da parte di alcune dipendenze. Anche le gerarchie vescovili, particolare il vescovo di Mâcon, e taluni ambienti curiali mostrarono ostilità verso Cluny, accusata di ingerenze nelle diocesi e di volersi presentare come unico modello di santità, quando invece Roma stava avocando esclusivamente a sé il medesimo ruolo. La destituzione di Ponzio per volere di papa Callisto II comincia a segnalare l'appannarsi del prestigio cluniacense, che il suo successore avrebbe tentato di contenere.

Pietro di Montboissier, meglio noto come Pietro il Venerabile (1122-1156), dedicò infatti gran parte del suo abbaziato a cercare di risolvere la crisi economica in cui era precipitata Cluny, e molta della sua produzione letteraria a difenderla dai critici, in particolare da Bernardo di Clairvaux. Cluny era soffocata dai debiti, frutto di uno stile di vita dispendioso e di una gestione patrimoniale antiquata, ma anche conseguenza di un netto calo della generosità laica, ormai più attratta dalle «nuove» forme di vita religiosa sviluppatesi fra XI e XII secolo. Fra di esse, maggior presa avevano i cistercensi e il loro più acceso propagandista, san Bernardo: egli attaccò con violenza Cluny nelle sue caratteristiche tradizionali, e contrappose al suo stile di vita, da Bernardo stesso descritto come ozioso e opulento, l'esempio cistercense, incentrato sulla povertà e sul lavoro manuale. La risposta di Pietro, giocata sulla pari legittimità e santità fra usi diversi e sull'esaltazione della cultura, non ebbe presa sufficiente.

I successori di Pietro il Venerabile non possedettero più né il carisma né le capacità gestionali dei primi abati di Cluny. Secondo quanto fatto rilevare da Marcel Pacaut (1986), l'abbazia riuscì a conferire ai propri costumi maggiore austerità e a dotarsi di una migliore organizzazione istituzionale, ma questo comunque non poté arrestare la forte emorragia di monaci e dipendenze. Dal secolo XIII si ripiegò su se stessa, abdicando al ruolo di «luce del mondo» (Wollasch 1996) che aveva ricoperto per almeno due secoli. La sua storia ebbe termine tra la fine del secolo XVIII e l'inizio del XIX quando fu sistematicamente distrutta a colpi di cariche esplosive. Soltanto le ricostruzioni virtuali delle varie fasi costruttive possono restituire oggi la maestosità e l'ardito sperimentalismo della sua architettura.

Occorre almeno accennare, ancora, al cosiddetto ordine cluniacense. Prima una precisazione terminologica: con ordine monastico si intende un'aggregazione di monaci che pronunciano voti solenni e definitivi e che osservano una medesima regola; una congregazione è invece un'associazione di enti che conservano una certa autonomia sotto l'autorità di un solo abate. Cluny, essendo costituita da un'unione di istituti, e non di individui, fra i quali la maggioranza (i priorati) non gode di alcuna libertà, non è tecnicamente né un ordine né una congregazione, ma l'espressione «ordine cluniacense» è stata ormai acquisita dalla storiografia e può essere usata comunemente (De Valous 1935; Pacaut 1986). L'ordine, allora, si forma fra i secoli X e XI, attraverso l'introduzione dei costumi cluniacensi in cenobi già esistenti, oppure grazie alla creazione diretta da parte di Cluny di priorati.

L'ordine si suddivide fra:

  • dipendenze vere e proprie (priorati) che seguono le consuetudini cluniacensi e hanno superiori nominati dall'abate di Cluny; in tale categoria rientrano le «cinque figlie di Cluny», cioè i cinque priorati più importanti dell'ordine (La Charité-sur-Loire, Lewes, Saint-Martin-des-Champs, Souvigny, Sauxillanges);
  • abbazie «di obbedienza», che sono tenute a sottoporsi alla visita dell'abate cluniacense, ma che possono eleggersi da sole il superiore; esse e i priorati versano un censo annuale (Baume, Vézelay);
  • abbazie legate da rapporti spirituali con Cluny, senza perdere la loro indipendenza; non fanno parte dell'ordine, ma sono inserite nella sua rete di relazioni e contribuiscono a mettere l'abbazia in contatto con le più illustri personalità religiose del tempo, come San Guglielmo da Volpiano (formatosi proprio in ambito cluniacense e attivo, fra gli altri, a Fruttuaria e a S. Benigno di Digione), Giovanni di Gorze, Abbone di Fleury;
  • enti femminili, in genere priorati, a partire dal 1055, quando l'abate Ugo di Semur fonda Marcigny; vi si osservano le consuetudini di Cluny adattate per le donne, con una maggiore insistenza sulla clausura; la priora è nominata dall'abate cluniacense, mentre la tutela su un priorato femminile è affidata al superiore dell'ente maschile più vicino.

È difficile quantificare l'estensione dell'ordine, data anche l'ambiguità giuridica di molti istituti religiosi che adottano i costumi cluniacensi o intrattengono relazioni di preghiera con Cluny, senza però chiarire se fanno parte della sua congregazione. Comunque, è stato supposto che negli anni di Pietro il Venerabile l'abbazia sia stata il vertice di circa un migliaio di dipendenze.

In un primo tempo, è l'abate di Cluny a occuparsi direttamente delle dipendenze, viaggiando dall'una all'altra. Quando l'espansione dell'ordine si fa abnorme, e parallelamente si moltiplicano le contestazioni interne, Cluny si dota di strumenti istituzionali più efficaci, come Capitolo Generale, statuti e visitatori, mentre i priorati sono raggruppati in province su base geografica (in quella d'Italia, ad esempio, rientrano fondazioni di grande spicco quali Pontida, Polirone e i priorati femminili di Lombardia). La ristrutturazione, tuttavia non serve a ridare a Cluny la fama passata, ma le permette di sopravvivere, seppur notevolmente ridimensionata, fino all'età moderna, la meno indagata.


Risorse

1. Archivi

La principale raccolta dei documenti prodotti da Cluny si trova alla Bibliothèque Nationale de Paris (http://www.bnf.fr/), nei fondi appunto dedicati all'abbazia borgognona, per cui si rimanda a:

  • L. Delisle, Inventaire des manuscripts de la Bibliothéque nationale, fonds de Cluny, Paris 1884;
  • H. Atsma, J. Vezin, Autour des actes privés du chartrier de Cluny (Xe-XIe siècles), in «Bibliothèque de l'École des chartes», 155 (1997), pp. 45-60, (leggibile all'indirizzo http://www.persee.fr/showPage.do?urn=bec_0373_6237_1997_num_155_1_376336);
  • S. Barret, La mémoire et l'écrit: l'abbaye de Cluny et ses archives (Xe-XVIIIe siècle), Münster 2004 (Vita regularis, Abhandlungen 19), importante per l'esame accurato di tutta la documentazione d'archivio conservata a Cluny.

2. Biblioteche

In virtù di una consolidata tradizione di studi condotti presso le seguenti istituzioni, possono costituire un'ottima base di partenza per sviluppare ricerche sull'argomento trattato le rispettive biblioteche:

3. Centri di ricerca

Il principale centro di ricerca sull'ordine cluniacense è senza dubbio l' Institut für Frühmittelalterforschung dell'università di Münster, che cura un ricchissimo sito (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Bullarium/Welcome.htm) ed è promotore di numerosi progetti di ricerca e di pubblicazioni di argomento cluniacense, visibili agli indirizzi http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/cluny_lit.htm e http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Berichte.htm#Cluny. All'indirzzo http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Publikationen/fmst/ sono consultabili gli indici dei «Frühmittelalterliche studien», con numerosissimi interventi dedicati a Cluny.

Si vedano inoltre le indicazioni relative al centro e alle sue altre iniziative (messa in rete di fonti, links, informazioni bibliografiche) riportate ai punti 5, 6, 8.

È utile consultare anche il sito http://www.vita-religiosa.de/vitaregularis.htm, che presenta le indagini e le pubblicazioni realizzate nell'ambito del progetto di ricerca Institutionelle Strukturen religiöser Orden im Mittelalter dell'università di Dresda (responsabile Gert Melville), che spesso coinvolgono Cluny e il suo ordine.

4. Riviste

Al momento attuale, non esistono riviste specificamente dedicate a Cluny. Può essere allora utile il ricorso a quei fondamentali strumenti di consultazione offerti da due prestigiose riviste di ambito più genericamente monastico o religioso, quali la «Rivista di Storia della Chiesa in Italia» (RSCI, http://www.vitaepensiero.it/riviste/pagcoml/sto_chies.asp?titolo =STORIA%20DELLA%20CHIESA%20IN%20ITALIA), che contiene un ricco repertorio bibliografico costantemente aggiornato di tutti gli studi di ambito storico-religioso comparsi in forma monografica e su periodici (in rete indici dal 2001 al 2005), e la «Revue d'Histoire Ecclesiastique» (RHE, http://www.hecc.ucl.ac.be/rhe/ con indici dal 2001 al 2005), che offre un panorama internazionale sugli studi ecclesiastici. Non si dimentichino inoltre le riviste dedicate alla storia del monachesimo: «Benedictina» (http://xoomer.virgilio.it/fgazzoli/sbenedettopo/benedictina.htm, che tuttavia non mette in rete né indici né articoli) e «Studia Monastica» (che mette in rete gli indici dal 2002 al 2005 sul sito http://www.pamsa.com/cat/ver_revistes_detall.php?revista=sm&id_pedido=) .

Si veda inoltre il repertorio di riviste curato da Andrea Barlucchi su questo stesso sito: ../repertorio/index.html.

5. Bibliografia

In questa sezione trovano posto, accanto alle rassegne bibliografiche vere e proprie, studi di ampio respiro, atti di convegni, opere collettive dotati di ricchi apparati bibliografici. Il repertorio è suddiviso per tipologie di testi, a loro volta ordinati cronologicamente all'interno delle singole voci.

Bibliografie

  • P. Lamma, Momenti di storiografia cluniacense, Roma 1961 (Studi Storici, 42-44), interamente scaricabile dalla rete al sito http://www.isime.it/redazione08/e_ed_elettroniche.shtml;
  • R. Romagnoli,Studi recenti sul monachesimo cluniacense, in «Quaderni medievali», 29 (1990), pp. 236-245;
  • D. Iogna-Prat, C. Sapin, Les études clunisiennes dans tous leurs états. Recontre de Cluny, 21-22 septembre 1993, in «Revue Mabillon», n. s. 5/66 (1994), pp. 233-258;
  • P. Henriet, Moines envahisseurs ou moines civilisateurs? Cluny dans l'historiographie espagnole, XIIIe-XXe siècles, in «Revue Mabillon», n. s. 11 (2000), 72, pp. 135-159;
  • D. Iogna-Prat, Bibliographie clunisienne (1993-1999), in «Revue Mabillon», n. s. 11 (2000), 72, pp. 269-277;
  • G. Andenna,La storiografia su Cluny in Italia nel XX secolo, in Dove va la storiografia monastica in Europa? Temi e metodi di ricerca per lo studio della vita monastica e regolare in età medievale alle soglie del terzo millennio, a c. di G. Andenna, Atti del Convegno internazionale Brescia-Rodengo (23-25 marzo 2000), Milano 2001, pp. 297-310;

Atti di convegni

  • Millénaire de Cluny,Congrès d'histoire et d'archéologie (Cluny, 10, 11, 12 septembre 1910), 2 voll., Mâcon 1910;
  • À Cluny. Congrès scientifique, Fêtes et Cérémonies liturgiques en l'honneur des saints Abbés Odon et Odilon, (9-11 juillet 1949),  Dijon 1950;
  • Spiritualità cluniacense, Atti del Convegno tenuto a Todi (2-15 ottobre 1958), Todi 1960 (Convegni del Centro di studi sulla spiritualità medievale, 2);
  • Moissac et l'occident au XIe siècle, Actes du colloque international de Moissac (3-5 mai 1963), Toulouse 1964 (= Annales du Midi, 75/2, 1963);
  • Pierre Abélard et Pierre le Vénérable. Les courants philosophiques, littéraires et artistiques en occident au milieu du XIIe siècle, a c. di R. Louis, J. Jolivet, J. Châtillon, (Abbaye de Cluny, 2 au 9 juillet 1972), Paris 1975 (Actes et mémoires des colloques internationaux du Centre National de la Recherche Scientifique, 546);
  • Cluny in Lombardia, Atti del convegno storico celebrativo del IX centenario della fondazione del priorato cluniacense di Pontida (22-25 aprile 1977), 2 voll., Cesena 1979-1981 (Italia benedettina, 1);
  • L'Italia nel quadro dell'espansione del monachesimo cluniacense, Atti del Convegno Internazionale di storia medioevale (Pescia 26-28 novembre 1981), a cura di C. Violante, A. Spicciani, G. Spinelli, Cesena 1985 (Italia Benedettina 8);
  • Le gouvernement d'Hugues de Semur à Cluny, Actes du Colloque scientifique international (Cluny, septembre 1988), Ville de Cluny 1990;
  • Saint Maïeul, Cluny et la Provence: expansion d'une abbaye à l'aube du Moyen âge, a c. di D. Iogna-Prat, B. H. Rosenwein, X. Barral i Altet, G. Barruol,  Mane 1994 (Les Alpes de Lumière, 115);
  • Medioevo monastico nel Bresciano. Da Cluny alla Franciacorta. Appunti di storia e storiografia, a c. di M. Bettelli Bergamaschi,  Brescia 1996 (Annali - Fondazione civiltà bresciana, 8);
  • Saint Maieul et son temps. Millénaire de la mort de Saint-Mayeul, 4e abbé de Cluny (994-1994), Actes du Congrès International (Valensole 12-14 Mai 1994), Digne-les-Bains 1997;
  • San Maiolo e le influenze cluniacensi nell'Italia del Nord, Atti del Convegno Internazionale nel Millenario di San Maiolo (994-1994) (Pavia - Novara, 23-24 settembre 1994), a c. di E. Cau, A. A. Settia,  Como 1998 (Biblioteca della Società Pavese di Storia Patria, NS 7);
  • Odilon de Mercœur.   L'Auvergne et Cluny La « Paix de Dieu » et l'Europe de l'an mil, Actes du colloque de Lavoûte-Chilhac (10, 11, 12 Maggio 2000), Nonette 2002;

Monografie

  • G. De Valous, Le monachisme clunisien des origines au XV siècle. Vie interieure des monastères et organisation de l'Ordre, 2 voll., Paris 1935;
  • K. Hallinger, Gorze - Kluny. Studien zu den monastischen Lebensformen und Gegensätzen im Hochmittelalter, 2 voll., Roma 1950-1951 (Studia Anselmiana 22-25);
  • K. J. Conant, Cluny. Les Églises et la maison du chef d'Ordre, Mâcon 1968;
  • H. E. J. Cowdrey, The Cluniacs and the Gregorian Reform, Oxford 1970;
  • P. Zerbi,Tra Milano a Cluny. Momenti di vita e cultura ecclesiastica nel secolo XII, Roma 1978 (Italia sacra, 28);
  • G. Constable, Cluniac studies, London 1980;
  • B. H. Rosenwein, Rhinoceros Bound. Cluny in the Tenth Century, Philadelphia 1982;
  • A. H. Bredero, Cluny et Cîteaux au douzième siècle. L'Histoire d'une controverse monastique, Amsterdam - Maarssen 1985;
  • M. Pacaut, L'ordre de Cluny (909-1789), Paris 1986;
  • C. Brittain Bouchard, Sword, Miter and Cloister. Nobility and the Church in Burgundy, 980-1198, Ithaca 1987;
  • B. H. Rosenwein, To Be the Neighbour of Saint Peter. The Social Meaning of Cluny's Property, 909-1049, Ithaca-London 1989;
  • P. Racinet, Les maisons de l'ordre de Cluny au Moyen Age: Évolution et permanence d'un ancien Ordre bénédictin au nord de Paris, Bruxelles - Louvain-la-Neuve 1990 (Bibliothèque de la «Revue d'histoire ecclésiastique», 76);
  • G. M. Cantarella,I monaci di Cluny, Torino 1993 (Biblioteca di cultura storica, 95);
  • J. Wollasch, Cluny - 'Licht der Welt'. Aufstieg und Niedergang der klösterlichen Gemeinschaft, Zürich - Düsseldorf 1996;
  • D. W. Poeck, Cluniacensis Ecclesia. Der cluniacensische Klosterverband (10.-12. Jahrhundert), München 1998 (Münstersche Mittelalter-Schriften, 71);
  • D. Iogna-Prat, Ordonner et exclure. Cluny et la société chrétienne face à l'hérésie, au judaïsme et à l'islam (1000-1150), Paris 1998;
  • G. Constable, Cluny from the Tenth to the Twelfth Centuries. Further Studies, Aldershot 2000 (Collected Studies Series, 671);
  • D. Iogna-Prat, Etudes clunisiennes, Paris 2002 (Les Médiévistes Français, 2), raccolta di studi precedentemente pubblicati, con ricca bilbiografia finale;
  • Giancarlo Andenna, Sanctimoniales Cluniacenses. Studi sui monasteri femminili di Cluny e sulla loro legislazione in Lombardia (XI-XV secolo), Münster 2004 (Vita regularis, Abhandlungen 20), con molto materiale d'archivio inedito;

Opere collettive

  • Petrus Venerabilis (1156-1956). Studies and Texts Commemorating the Eigth Centenary of his Death, a c. di G. Constable, J. Kritzeck,  Roma 1956 (Studia Anselmiana, 40);
  • Neue Forschungen über Cluny und die Cluniazenser,  di J. Wollasch, H.-E. Mager, H. Diener, a c. di Gerd Tellenbach, Freiburg i. Br. 1959;
  • Cluniac Monasticism in the Central Middle Ages, a c. di N. Hunt, London 1971;
  • Cluny. Beiträge zu Gestalt und Wirkung der cluniazensischen Reform, a c. di H. Richter, Darmstadt 1975 (Wege der Forschung, 241);
  • Die Cluniazenser in ihrem politisch-sozialen Umfeld, a c. di G. Constable, G. Melville, J. Oberste, Münster 1998 (Vita regularis, 7);
  • Cluny ou la puissance de Moines. Histoire de l'abbaye et de son ordre, 910-1790, Dijon 2001 (= «Dossiers d'Archéologie» 269/270, Décembre/Janvier 2001/2002); per abstracts http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/BiblClun/darch269.htm;
  • From Dead of Night to End of Day. The medieval customs of Cluny / Du cœur de la nuit à la fin du jour. Les coutumes clunisiennes au moyen âge, a c. di S. Boynton, I. Cochelin, Turnhout 2005 (Disciplina monastica, 3), con ricca bibliografia finale;

Va inoltre consultata con attenzione la ricca e aggiornatissima bibliografia cluniacense (Bibliotheca Cluniacensis Novissima) presente sul sito dell'Institut für Frühmittelalterforschung dell'università di Münster, (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/BiblClun/Welcome.htm); essa permette di effettuare  la ricerca bibliografica sia tramite parole-chiave sia facendo lo spoglio delle pubblicazioni anno per anno; quando possibile, alla scheda bibliografica del volume si affiancano indicazioni relative a recensioni, riedizioni in altre collocazioni, disponibilità sul web.

6. Collezioni di fonti

La principale raccolta di fonti documentarie prodotte dall'abbazia di Cluny è rappresentata da Recueil de chartes de l'abbaye de Cluny, formé par A. Bernard, complété, revisé et publié par A. Bruel, 6 voll., Paris 1876-1903. L'opera mette a disposizione degli studiosi 5506 carte dall'anno 802 al 1300 ed è fruibile anche in rete, in forma scannerizzata, sul sito della Bibliothèque numérique della Bibliothèque Nationale de France:

A questi documenti si può accedere agevolmente anche attraverso il sito dell'Institut für Frühmittelalterforschung dell'università di Münster (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/BB-Facs.htm) che, grazie ad appositi links, connette direttamente al volume che interessa; in alternativa si può ricorrere anche a:

Un gruppo fra i più antichi documenti cluniacensi sono stati oggetto di una nuova pubblicazione, condotta con criteri filologici ed editoriali moderni, da parte di Hartmut Atsma e  Jean Vezin, per cui si veda al punto 7.

All'istituto di Münster si deve  inoltre la versione elettronica del Bullarium Sacri Ordinis Cluniacensis, 500 fra bolle e lettere pontificie per Cluny raccolte e pubblicate per la prima volta nel 1680. Oltre alla versione scannerizzata del testo, è possibile servirsi di un Index paginarum, per trovare una pagina già nota del Bullarium, e un Index Chronologicus Privilegiorum, con elenco cronologico di tutti i documenti e la segnalazione di eventuali altre edizioni o regesti (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Bullarium/Welcome.htm).

Molto importante è anche la Bibliotheca Cluniacensis, a c. di Martin Marrier, pubblicata per la prima volta nel 1614 e successivamente riedita. Essa contiene scritti e vite degli abati di Cluny, privilegi, statuti, narrazioni agiografiche, ed è consultabile in rete al sito  http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k1086219.

La maggior parte dei testi narrativi prodotti da Cluny è stata inoltre trascritta nell'ambito della Patrologia Latina, e in parte anche negli Acta Sanctorum. Ambedue le raccolte sono disponibili sia su CD-rom sia sul web, in entrambi i casi tuttavia a pagamento: http://pld.chadwyck.co.uk e http://acta.chadwyck.com/.

Non si dimentichi infine uno strumento di grandissima utilità quale è la Synopse der cluniacensischen Necrologien, unter Mitwirkung von W.-D. Heim, J. Mehne, F. Neiske und D. Poeck, a c. di J. Wollasch, vol.I, Einleitung und Register, München 1982 (Münstersche Mittelalter-Schriften, 39/1); vol. 2, Die Synopse, München 1982 (Münstersche Mittelalter-Schriften, 39/2).

Per l'edizione di singole opere o di cartari relativi alle abbazie inserite nell'ambito dell'osservanza cluniacense, si veda il successivo punto 7.

7.  Edizioni di fonti

Per una maggiore fruibilità di questa sezione, si è deciso di suddividere le edizioni reperite per tipologie testuali; al loro interno, i titoli appaiono in ordine alfabetico. Per altre informazioni sulle raccolte documentarie dedicate a Cluny si veda il precedente punto 6.

Fonti documentarie (Cluny e/o enti affiliati):

  • Carte del monastero cluniacense di San Maiolo di Pavia (1163-1372), a c. di M. A. Mazzoli Casagrande,  Pavia 1971 (Istituto di Paleografia e Diplomatica.Università di Pavia. Studi e documenti, 1);
  • Cartulaire de l'abbaye de Lezat, a c. di P. Ourliac, A.-M. Magnou, Paris 1984-1987  (Collection des documents inédits sur l'histoire de France. Section d'histoire médiévale et de philologie, 17-18); Petri Cluniacensis abbatis, De miraculis libri duo, a c. di D. Bouthillier, Turnhout 1988 (Corpus Christianorum, Continuatio Mediaevalis, 83);
  • Le cartulaire de Marcigny-sur-Loire (1045-1144). Essai de reconstitution d'un manuscrit disparu, a c. di J. Richard, Dijon 1957;
  • Le cartulaire de Romainmôtier (XIIe siècle). Introduction et édition critique, a c. di A. Pahud, Lausanne 1998 (Cahiers Lausannois d'Histoire Médiévale, 21);
  • The cartulary of St.-Marcel-lès-Chalon: 779 - 1126, a c. di C. Brittain Bouchard, Cambridge (Mass.) 1998 (Medieval Academy Books, 102);
  • Les plus anciens documents originaux de l'abbaye de Cluny, a c. di H. Atsma, J. Vezin, avec la collaboration de S. Barret, vol. 1, Documents nos 1 à 30, Paris, Bibliothèque nationale de France, Collection de Bourgogne, vol. 76, nos 2 à 5 et 7 à 32, preface de Jean Favier, Turnhout 1997 (Monumenta palaeographica medii aevi. Series gallica);
  • Les plus anciens documents originaux de l'abbaye de Cluny, a c. di H. Atsma, S. Barret, J. Vezin, vol. 2, Documents nos 31 à 60, Paris, Bibliothèque nationale de France, Collection de Bourgogne, vol. 77, nos 33 à 61, préface de B. H. Rosenwein, Turnhout 2000  (Monumenta palaeographica medii aevi. Series gallica);
  • Les plus anciens documents originaux de l'abbaye de Cluny, a c. di H. Atsma, S. Barret, J. Vezin, vol. 3, Documents nos 61 à 90, Paris, Bibliothèque nationale de France, Collection de Bourgogne, vol. 77, nos 62 à 89, préface de G. Constable, Turnhout 2002 (Monumenta palaeographica medii aevi. Series gallica);

Testi normativi:

  • Consuetudines Cluniacenses antiquiores, in Consuetudines monasticae, 2, a c. di B. Albers, Montecassino 1905, pp. 1-61;
  • Consuetudines Cluniacensium antiquiores cum redactionibus derivatis, a c. di K. Hallinger, Siegburg 1983 (Corpus consuetudinum monasticarum,  7/2);
  • Matricula monachorum professorum, reformationis abbatiae et totius sacri ordinis cluniacensis, traduite et éditée par Paul Denis,  Turnhout 1994 (Publications de l'encyclopédie bénédictine, 2);
  • Statuta Petri Venerabilis Abbatis Cluniacensis IX (1146/7), a c. di G. Constable, in Consuetudines Benedictinae Variae (Saec.XI - Saec. XIV), Siegburg 1975 (Corpus Consuetudinum Monasticarum, 6), pp. 19-106;
  • Statuts, chapitres généraux et visites de l'ordre de Cluny, a c. di G. Charvin, 9 voll., Paris 1965-1982: t. 1 (-1289) 1965; t. 2 (1290-1324) 1967; t. 3 (1325-1359) 1967; t. 4 (1360-1408) 1969; t. 5 (1409-1498) 1970; t. 6 (1508-1571) 1972; t. 7 (1600-1714) 1975; t. 8 (1715-1746) 1978; t. 9 (1747-1790) 1979; Annexe au t. 6: Atlas des monastères de l'Ordre de Cluny au moyen âge, 1977; Annexe au t. 9: Tomes 7 à 9  Période moderne (1600-1790). Annexe au tome 9 et dernier: tables des tomes 7 à 9 et Atlas des monastères de l'Ordre aux XVIIe et XVIIIe s. établis par Dom R. Gazeau;

Testi agiografici, polemici, epistole:

  • G. Constable, The letters of Peter the Venerable, 2 voll., Cambridge (Mass.), 1967 (Harvard Historical Studies, 78);
  • H. E .J. Cowdrey,Two Studies in Cluniac History (1049-1126), in Studi Gregoriani 11, 1978, pp. 9-395, che contiene l'edizione critica di: Gilonis, Vita sancti Hugonis abbatis (pp. 43-109); Hugonis, Epistula ad domnum Pontium cluniacensem Abbatem (pp. 111-117); Hugonis monachi, Vita sancti Hugonis abbatis (pp.119-139); lettere dell'abate Ugo (pp. 141-156) e una miscellanea di scritti cluniacensi (statuti, lettere, invettive);
  • From Dead of Night to End of Day. The medieval customs of Cluny / Du cœur de la nuit à la fin du jour. Les coutumes clunisiennes au moyen âge, a c. di S. Boynton, I. Cochelin, Turnhout 2005 (Disciplina monastica 3); in appendice si pubblicano, con traduzioni in inglese e francese, Liber tramitis (prologo e  prefazione) da Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. vat. lat. 6808, f. 9r-10v; pp. 319-327; Ulrich von Zell, Widmungsbrief und Proömium, da Parigi, Bibliothéque Nationale de France, ms. lat. 18353II, f. 1r-3r, pp. 329-347, e Bernhard von Cluny, Widmungsbrief, da Parigi, Bibliothéque Nationale de France, ms. lat 13875, f. 6r-v, pp. 349-353.
  • V. Fumagalli, Note sulla «Vita Geraldi» di Odone di Cluny, con edizione parziale, in «Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo e Archivio Muratoriano», 76 (1964), pp. 235-240;
  • D. Iogna-Prat, Agni immaculati: recherches sur les sources hagiographiques relatives a Saint Maieul de Cluny (954-994), Paris 1988 (contiene l'ed. critica di: Vita Sancti Maioli; Sermo de beato Maiolo; Electio domini Odilonis);
  • Iotsald von Saint-Claude, Vita des Abtes Odilo von Cluny, in M. G. H., Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum separatim editi, 68, a c.  di J. Staub, Hannover 1999;
  • Liber Tramitis aevi Odilonis abbatis, a c. di P. Dinter, Siegburg 1980 (Corpus consuetudinum monasticarum, 10);
  • R. E. Pepin, Scorn for the world : Bernard of Cluny's "De contemptu mundi". The Latin text with English translation and introduction, East Lansing / Mich. 1991 (Medieval texts and studies, 8); il testo dei De contemptu mundi libri duo è accessibile anche in rete, al sito: http://www.thelatinlibrary.com/bernardcluny/html;
  • Petrus di Poitiers, Epistola ad domnum Petrum abbatem [Cluniacensem], a c. di J. Kritzeck, in Id., Peter the Venerable and Islam, Princeton 1964, pp. 215-216;
  • Petrus Venerabilis, Adversus Iudaeos inveteratam duritiem, a c. di Y. Friedmann, 2 voll., Turnhout 1985 (Corpus Christianorum. Continuatio mediaevalis, 58; Instrumenta Lexicologica Latina, 31);
  • Petrus Venerabilis, Contra Petrobrusianos Hereticos, a c. di  J. V. Fearns,  Turnhout 1968 (Corpus Christianorum, Continuatio Mediaevalis, vol. 10);
  • Petrus Venerabilis, Liber contra sectam sive haeresim Saracenorum, a c. di J. Kritzeck, in Id., Peter the Venerable and Islam, Princeton 1964, pp. 220-291;
  • Petrus Venerabilis, Sermones tres, a c. di G. Constable, in «Revue Bénédictine», 64 (1954), pp. 224-272;
  • Petrus Venerabilis, Summa totius haeresis Saracenorum, a c. di J. Kritzeck, in Id., Peter the Venerable and Islam, Princeton 1964, pp. 204-211;
  • Planctus de transitu domini domni Odilonis abbatis Cluniacensis, a c. di F. Ermini, in Id., Medioevo latino. Studi e ricerche, Modena 1938, pp. 201-213;

Si vedano inoltre:

  • D. Iogna-Prat, La confection des cartulaires et l'historiographie à Cluny (XIe-XIIe siècles), in Les Cartulaires, Actes de la table ronde organisée par l'École nationale des chartes (Paris 5-7 septembre 1991), a c. di O. Guyotjeannin, L. Morelle, M. Parisse, Paris 1993 (Mémoires et documents de l'École des chartes, 39), pp. 27-44;
  • F. Neiske, Reform oder Kodifizierung? Päpstliche Statuten für Cluny im 13. Jahrhundert, in «Archivum historiae Pontificiae», 26 (1988), pp. 71-118;

8. Siti web tematici

Imprescindibile per chiunque voglia intraprendere una ricerca su Cluny è la consultazione del sito dell'Institut für Frühmittelalterforschung dell'università di Münster: http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Bullarium/Welcome.htm, qui già più volte citato. Esso, disponibile in 5 lingue (tedesco, inglese, francese, italiano, spagnolo), contiene una vastissima bibliografia su Cluny e sulle abbazie affiliate (Bibliotheca Cluniacensis Novissima, http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/BiblClun/Welcome.htm), la raccolta documentaria Bullarium Cluniacense, http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Bullarium/Welcome.htm), il Ctalogus Abbatum Cluniacensium, un elenco dei 62 abati di Cluny da Bernone (909/10-927) a Dominique de la Rochefoucauld (1757-1790), con links a eventuali biografie presenti in rete  (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/abbates_cluny.htm), nonché collegamenti diretti alle principali fonti cluniacensi sul web (per le quali si veda il punto 6), ai centri di ricerca (questi ultimi non necessariamente di ambito storico) dell'area borgognona e ad alcuni siti capaci di integrare ulterirmente questa già ricca offerta, come ad esempio http://bhlms.fltr.ucl.ac.be/ sito della Bibliotheca Hagiographica Latina Manuscripta; http://www.newadvent.org/cathen/ sito dell'enciclopedia cattolica, di cui sono già presenti sul sito links alle voci che interessano Cluny; http://opaline.bnf.fr/ sito del catalogo in linea delle collezioni specialistiche della Bibliothèque Nationale de France. Si veda inoltre il sito http://www.dpm.unibo.it/DPM/Ricerca/Attivita+editoriale/quadernidpm/default.htm che rende disponibili in rete le pubblicazioni, anche di argomento cluniacense, del dipartimento di paleografia e diplomatica dell'Università di Bologna.

9. Studi

Questa sezione riporta, in ordine cronologico, interventi dedicati a specifiche questioni di storia personaggi, organizzazione e spiritualità cluniacense, nonché studi su singole fondazioni dell'ordine, con particolare attenzione, in quest'ultimo caso, per le realtà italiane.

  • G. Schreiber, Kluny und die Eigenkirche. Zur Würdigung der Traditionsnotizen des hochmittelalterlichen Frankreich, in «Archiv für Urkundenforschung», 17 (1942), pp. 359-418, anche in Id., Gemeinschaften des Mittelalters. Gesammelte Abhandlungen, 1, Münster 1948, pp. 81-138;
  • D. Knowles, Cistercians and Cluniacs. The Controversy between St. Bernard and Peter the Venerable, Oxford 1955;
  • O. Capitani,Motivi di spiritualità cluniacense e realismo eucaristico in Oddone di Cluny, in «Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivo Muratoriano», 71 (1959), pp. 11-15;
  • R. Oursel, Les saints abbés de Cluny, Namur 1960;
  • G. Andenna,Origini e vicende del priorato di San Valeriano di Robbio. Contributo alla storia della provincia cluniacense di Lombardia, in «Benedictina», 18 (1971), pp. 234-269;
  • B. H. Rosenwein, Feudal War and Monastic Peace: Cluniac Liturgy as Ritual Aggression, in «Viator», 2 (1971), pp. 129-157;
  • C. Violante, Il monachesimo cluniacense di fronte al mondo politico ed ecclesiastico. Secoli X e XI, in Idem, Studi sulla cristianità medioevale, Milano 19752, pp. 3-67;
  • W. Teske, Laien, Laienmönche und Laienbrüder in der Abtei Cluny. Ein Beitrag zum 'Konversen-Problem', in «Frümittelalterliche Studien», 10 (1976), pp. 248-322; 11 (1977), pp. 288-339;
  • J. Wollasch, Les obituaires, témoins de la vie clunisienne, in «Cahiers de civilisation médiévale», 22 (1979), pp. 139-171;
  • G. M. Cantarella, D. Tuniz, Cluny e il suo abate Ugo. Splendore e crisi di un grande ordine monastico, Milano-Novara 1983 (Le origini. Storie e cronache, 3);
  • E. Ortigues, D. Iogna-Prat, Raoul Glaber et l'historiographie clunisienne, in «Studi medievali», 26 (1985), pp. 537-572;
  • J.-P. Torrell, D. Bouthillier, Pierre le Vénérable et sa vision du monde. Sa vie son œuvre, l'homme et le démon, Leuven 1986 (Spicilegium Sacrum Lovaniense. Études et documents, 42);
  • R. Romagnoli,Le «Storie» di Rodolfo il Glabro. Strutture culturali e modelli di santità cluniacensi, Bologna 1988 (Cristianesimo antico e medievale, 1);
  • G. Melville, Cluny après «Cluny». Le treizième siècle: un champ de recherches, in «Francia», 17 (1990), 1, pp. 91-124;
  • J. Leclercq, Pietro il Venerabile, trad. it. Milano 1991 (Biblioteca di cultura medievale. Di fronte e attraverso, 300);
  • M. Pacaut, La formation du second réseau monastique clunisien (v. 1030 - v. 1080), in Naissance et fonctionnement des réseaux monastiques et canoniaux, Actes du Premier Colloque international du C.E.R.C.O.R. (Saint-Étienne, 16-18 septembre 1985), a c. di N. Bouterm, Saint-Étienne 1991 (C.E.R.C.O.R. Travaux et recherches, 1), pp. 43-51;
  • F. Cygler, L'ordre de Cluny et les «rebelliones» au XIIIe siècle, in «Francia», 19 (1992), 1. pp. 61-93;
  • P. Facciotto,La "Vita Geraldi" di Odone di Cluny, un problema aperto, in «Studi medievali», serie III, 33 (1992), pp. 243-263;  
  • A. M. Piazzoni, "Militia Christi" e Cluniacensi, in "Militia Christi" e Crociata nei secoli XI-XIII, Atti della undecima Settimana internazionale di studio (Mendola, 28 agosto - 1 settembre 1989), Milano 1992 (Pubblicazioni dell'Università Cattolica del S. Cuore. Miscellanea del Centro di studi medioevali, 13. Scienze storiche, 58), pp. 241-271;
  • R. Romagnoli,La cultura cluniacense tra Oddone e Maiolo nell'opera di Rodolfo il Glabro, in «Quaderni medievali», 33 (1992), pp. 6-34;
  • V. von Büren, Le catalogue de la bibliothèque de Cluny du XIe siècle reconstitué, in «Scriptorium», 46 (1992), pp. 256-267;
  • A. Kohnle, Abt Hugo von Cluny (1049-1109), Sigmaringen 1993 (Beihefte der Francia, 32);  
  • P. Racinet, Les moniales dans l'ordre de Cluny d'après les exemples de Marcigny, Huy, Nossage et Le Rosay, in Les religieuses dans le cloïtre et dans le monde des origines à nos jours, Actes du Deuxième Colloque International du C.E.R.C.O.R. (Poitiers, 29 Septembre-2 Octobre 1988), pref. R. Annino, Saint-Étienne 1994, pp. 197-218;
  • G. M. Cantarella, I Cluniacensi in Italia. Lineamenti di una presenza monastica, in I rapporti tra le comunità monastiche benedettine italiane tra alto e pieno medioevo, Atti del III Convegno del «Centro di Studi Farfensi» (Santa Vittoria in Mantenano, 11-12-13 settembre 1992), San Pietro in Cariano (Verona) 1994 (Scuola di memoria storica. Centro di Studi Farfensi per la storia del monachesimo mondiale e del meditare universale, 3), pp. 247-268;
  • Cluny, un nouveau regard. Recherches archéologiques 1988-1995, Cluny 1996 (Cahiers du Musée d'Art et d'Archéologie de Cluny, 1);
  • H. Houben,Il monachesimo cluniacense e i monasteri normanni nell'Italia meridionale, in: Id., Mezzogiorno normanno-svevo. Monasteri e castelli, ebrei e musulmani,  Napoli 1996 (Nuovo Medioevo 52), già in  «Benedictina», 39 (1992), pp. 341-361;
  • F. Cygler, G. Melville, J. Oberste, Aspekte zur Verbindung von Organisation und Schriftlichkeit im Ordenswesen. Ein Vergleich zwischen den Zisterziensern und Cluniazensern des 12./13. Jahrhunderts, in Viva vox und ratio scripta. Mündliche und schriftliche Kommunikationsformen im Mönchtum des Mittelalters, a c. di C. M. Kaspar, K. Schreiner,  Münster 1997 (Vita Regularis, 5), pp. 205-280;
  • A. Guerreau, Le champ sémantique de l'espace dans la vita de saint Maieul (Cluny, début du XIe siècle), in «Journal des savants» (1997), pp. 363-419;
  • J. Oberste, A. Biendarra, Der Prior bei den Cluniazensern. Soziale Kontrolle und Kommunikation im Wandel vom 11. bis zum 13. Jahrhundert, in Im Spannungsfeld von Recht und Ritual. Soziale Kommunikation in Mittelalter und Früher Neuzeit, a c. di H. Duchhardt, G. Melville, Köln 1997 (Norm und Struktur 7), pp. 139-171;
  • P. Racinet, Crises et renouveaux. Les monastères clunisiens à la fin du Moyen Âge (XIIIe-XVIe siècles). De la Flandre au Berry et comparaisons méridionales, Arras 1997;
  • G. M. Cantarella, Cluniacensi in Lombardia: tracce e linee (ancora a proposito delle monache di Cantú e di Cernobbio, in Il Monachesimo italiano nell'età comunale, Atti del IV Convegno di studi storici sull'Italia benedettina (Abbazia di S. Giacomo Maggiore Pontida [Bergamo], 3-6 settembre 1995), a c. di F. G. B. Trolese, Cesena 1998 (Italia benedettina, 16),  pp. 347-366, download al sito ../biblioteca/scaffale/Download/Autori_C/RM-Cantarella-Cluniacensi.zip;
  • F. Cygler, Le chapitre général de Cluny (XIIe-XIVe siècle). État de la question, in Anthropologies juridiques Mélanges Pierre Braun, a c. di J. Hoareau-Dodinau, P. Texier, Limoges 1998,  pp. 213-235;
  • A. Guerreau, Espace social, espace symbolique: à Cluny au XIe siècle, in L'ogre historien. Autour de Jacques Le Goff, textes rassemblés par Jacques Revel et Jean-Claude Schmitt, Paris 1998, pp. 167-191;
  • Storia di San Benedetto Polirone. Le origini (961-1125), a c. di  P. Golinelli, Bologna 1998;
  • P. Piva,Le chiese cluniacensi. Architettura monastica nell'Italia del Nord, Milano 1999;
  • B. H. Rosenwein, Negotiating Space. Power, Restraint, and Privileges of Immunity in Early Medieval Europe, Ithaca 1999;
  • J. Wollasch, Sterben und Tod im Leben des Abtes Petrus Venerabilis von Cluny, in Vita Religiosa im Mittelalter. Festschrift für Kaspar Elm zum 70. Geburtstag, a c. di F. J. Felten, N. Jaspert, co la collaborazione di S. Haarländer, Berlin 1999 (Berliner Historische Studien 31, Ordensstudien 13), pp. 87-122;
  • U. Longo,Riti e agiografia. L'istituzione della commemoratio omnium fidelium defunctorum nelle Vitae di Odilone di Cluny, in «Bullettino dell'istituto storico italiano per il medioevo», 103 (2000-2001), pp. 163-200;
  • H. Atsma, J. Vezin, Gestion de la mémoire à l'époque de saint Hugues (1049-1109). La genèse paléographique et codicologique du plus ancien cartulaire de l'abbaye de Cluny, in «Histoire et Archives» 7 (2000), pp. 5-29;
  • A. Baud, La place des morts dans l'abbaye de Cluny. État de question, in «Archéologie Médiévale», 29 (2000), pp. 99-114;
  • T. Füser, Mönche im Konflikt. Zum Spannungsfeld von Norm, Devianz und Sanktion bei den Cisterziensern und Cluniazensern (12. bis frühes 14. Jahrhundert), Münster 2000 (Vita regularis 9);
  • G. A. Smith, Sine rege, sine principe: Peter the Venerable on Violence in the Twelfth-Century Burgundy, in «Speculum», 77 (2002), pp. 1-33;
  • G. Spinelli, Il priorato cluniacense di Rodengo (1084-1446), in San Nicoló di Rodengo. Un monastero di Franciacorta tra Cluny e Monte Oliveto, a c. di G. Spinelli, P. V. Begni Redona,  R. Prestini, Abbazia di Rodengo 2002, pp. 20-55;
  • G. Andenna,I priorati cluniacensi in Italia durante l'età comunale (secoli XI-XIII), in Papato e monachesimo «esente» nei secoli centrali del Medioevo, a c. di Nicolangelo d'Acunto, Firenze 2003, pp. 11-83, ../e-book/titoli/esenzione.htm - Formati%20disponibili;
  • A. Baud, Cluny, un grand chantier médiéval au coeur de l'Europe, Paris 2003;
  • J. Nizet, Les Ordres religieux du Moyen Âge: des organisations fermées? Le cas de Cluny, in «Archives de Sciences Sociales des Religions» 123 (2003), pp.   41-60 http://assr.revues.org/docannexe1571.html;
  • S. Barret, Regula Benedicti, consuetudines, statuta: Aspects du corps clunisien, in Regulae - Consuetudines - Statuta. Studi sulle fonti normative degli ordini religiosi nei secoli centrali del Medioevo, a c. di Cristina Andenna, Gert Melville, Atti del I e II Seminario internazionale di studio del Centro italo-tedesco di storia comparata degli ordini religiosi (Bari - Noci - Lecce, 26-27 ottobre 2002 / Castiglione delle Stiviere, 23-24 maggio 2003), Münster 2005 (Vita regularis. Abhandlungen 25), pp. 65-104;
  • P. Henriet, Sanctoral clunisien et sanctoral hispanique au XII siècle, ou de l'ignorance réciproque au syncrétisme. À propos d'un lectionnaire de l'office originaire de Sahagún, in "Scribere sanctorum gesta". Recueil d'études d'hagiographie médiévale offert à Guy Philippart, a c. di É. Renard, Turnhout 2005 (Hagiologia 3), pp. 209-259;
  • F. Neiske, Charismatischer Abt oder charismatische Gemeinschaft? Die frühen Äbte Clunys, in Charisma und religiöse Gemeinschaften im Mittelalter, Akten des 3. Internationalen Kongresses des Italienisch-deutschen Zentrums für vergleichende Ordensgeschichte, in Verbindung mit Projekt C Institutionelle Strukturen religiöser Orden im Mittelalter und Projekt W Stadtkultur und Klosterkultur in der mittelalterlichen Lombardei. Institutionelle Wechselwirkung zweier politischer und sozialer Felder des Sonderforschungsbereichs 537 Institutionalität und Geschichtlichkeit (Dresden, 10.-12. Juni 2004), a c. di G. Andenna, M. Breitenstein, G. Melville, Münster 2005 (Vita regularis. Abhandlungen 26), pp. 55-72;
  • W. Rösener, Tradition und Innovation im hochmittelalterlichen Mönchtum. Kontroversen zwischen Cluniazensern und Zisterziensern im 12. Jahrhundert, in Tradition, Innovation, Invention. Fortschrittsverweigerung und Fortschrittsbewusstsein im Mittelalter, a c. di H.-J. Schmidt, Berlin 2005 (Scrinium Friburgense, 18), pp. 399-421;
  • J. Wollasch, Die Verbrüderung zwischen Cluny und St. Blasien, in «Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters»  61 (2005), pp. 481-507;
  • G. M. Cantarella, Due noterelle cluniacensi, in Forme di potere nel pieno medioevo (secc. VIII-XIII). Dinamiche e rappresentazioni, a cura di G. Isabella, Bologna 2006, pp. 93-105 (DPM quaderni, 6);
  • G. Constable, Cluny und der Investiturstreit, in Canossa 1077 - Erschütterung der Welt. Geschichte, Kunst und Kultur am Aufgang der Romanik, vol. 1, Essays, a c. di C. Stiegemann, M. Wemhoff, München 2006, pp. 143-148;
  • M. -L. Heckmann, Riten rechtlicher Beglaubigung in den Privaturkunden des Klosters Cluny, in «Studien und Mitteilungen zur Geschichte des Benediktinerordens und seiner Zweige», 117 (2006), pp. 1-17;
  • U. Longo, Tra Odilone e Ugo. Note su un passaggio della storia cluniacense, in Forme di potere nel pieno medioevo (secc. VIII-XIII). Dinamiche e rappresentazioni, a cura di G. Isabella, Bologna 2006, pp. 107-131 (DPM quaderni, 6);
  • F. Neiske, Zwischen pusillus grex und ordo cluniacensis. Umbruch und Kontinuität im cluniacensischen Klosterverband, in Vom Umbruch zur Erneuerung? Das 11. und beginnende 12. Jahrhundert - Positionen der Forschung, unter Mitarbeit von Nicola Karthaus, a c. di J. Jarnut, M. Wemhoff (MittelalterStudien, 13) München 2006, pp. 247-273;
  • I. Rosé, La présence "clunisienne" à Rome et dans sa région au Xe siècle: réformes et ecclesiologie monastiques d'Odon à Maïeul, in Il monachesimo italiano dall'età longobarda all'età ottoniana (secoli VIII-X), Atti del 7° convegno di studi storici sull'Italia Benedettina (Nonantola, Modena, 10-13 settembre 2003), a cura di G. Spinelli, Cesena 2006 (Italia Benedettina, 27), pp. 231-271;
  • D. von Winterfeld, Wettstreit oder historischer Zufall. Cluny III - Speyer II, in Canossa 1077 - Erschütterung der Welt. Geschichte, Kunst und Kultur am Aufgang der Romanik, vol. I: Essays, a c. di C. Stiegemann, M. Wemhoff, München 2006, pp. 343-358;
  • C. Sapin et A. Baud, L’abbaye de Cluny (Saône-et-Loire), in «Bulletin du Centre d'études médiévales d'Auxerre», 11 (2007), http://cem.revues.org/document1602.html;
  • C. Sapin, L’abbaye Saint-Pierre-Saint-Paul de Cluny (Saône-et-Loire) : sur les traces des premiers Cluny, découverte de l’autel de Cluny II, in « Bulletin du Centre d'études médiévales d'Auxerre», 12 (2008), http://cem.revues.org/document5772.html.

Segnalazioni

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Cristina Sereno si è laureata in Storia Medievale presso l'università degli Studi di Torino sotto la guida di Giuseppe Sergi e ha successivamente conseguito il titolo di dottore di ricerca nella stessa disciplina presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Le sue ricerche e pubblicazioni ruotano prevalentemente intorno al tema monastico, dai rapporti fra enti e fondatori laici all'analisi del concetto di crisi del cenobitismo, alle reti monastiche, alle relazioni fra vescovi e monasteri. Attualmente titolare di una borsa di post-dottorato presso l'Università degli Studi di Torino, lavora all'edizione e allo studio delle carte del monastero cistercense femminile di S. Michele d'Ivrea. È membro del Crism, Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le società medievali, presso l'Università di Torino (http://hal9000.cisi.unito.it/wf/DIPARTIMEN/Storia1/CRISM/CRISM.doc_cvt.htm).

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Reti Medievali
Ultima modifica: 04/10/2008

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