Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > I, 15

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione I – La popolazione

15. L'afflusso in città dei signori e dei loro dipendenti

Adattato a usi molteplici, a seconda delle circostanze, il cittadinatico tende a svilupparsi e ad articolarsi nel corso del tempo: questo esempio astigiano del 1224 offre molti spunti di interesse, perché riguarda l'ingresso nella cittadinanza di un signore locale, elencando in modo particolareggiato e completo un insieme di clausole vincolanti (abitazione, obblighi fiscali, militari, di acquisto di casa, possibilità di non risiedere permanentemente, ecc.) e insieme prevede l'eventualità di un afflusso in città dei dipendenti del signore in questione, al quale il comune garantisce tuttavia la stabilità dei possessi tenuti dal dipendente inurbato, sottoposto all'obbligo di rimetterli al suo signore.

Fonte: SELLA (a cura di), Codex Astensis cit., III, doc. 898, pp. 993-95 (parziale).


L'anno del Signore 1224, dodicesima indizione, venerdì 10 luglio. Alla presenza dei testimoni sottoscritti, Anselmo, signore di Anterisio, e Giacomo suo fratello, insieme con Berrone e Tebaldo promisero e guirarono sui santi Evangeli al signor Pagano di Pietrasanta podestà di Asti, ricevente a nome e in luogo del comune di Asti, di essere, per se stessi e per i loro discendenti ed eredi, cittadini di Asti in perpetuo e di abitare in Asti con tutta la loro famiglia come gli altri cittadini astesi e di fare in perpetuo gli usi e i costumi della città di Asti tanto quanto gli altri cittadini, in tale modo e in tale forma che né essi né i loro discendenti non possano mai ripudiare il cittadinatico e la residenza astese; che debbano venire ad abitare in Asti a volontà del podestà di Asti (se però il detto Anselmo non lo vuole, non sia tenuto a stare in Asti) e acquistare una casa in Asti secondo la volontà del podestà, che non possano venderla né alienarla né obbligarla come pegno se prima non avranno acquistato un'altra casa di uguale valore; che daranno il fodro nella quantità stabilita dal podestà e dal comune di Asti.

Promisero poi di partecipare alle guerre e alle scorrerie, all'esercito e all'ausilio del comune di Asti contro tutti con tutta la loro. terra e con i loro uomini, castelli e villaggi, e specialmente [mettendo a disposizione del comune] tre parti in indiviso di Anterisio e di più se di più ivi otterranno, tanto nel castello che nel villaggio, la metà di Ceresole meno un sedicesimo, tanto nel castello che nel villaggio, la metà di Pralormo, tanto nel castello che nel villaggio, e tutta la loro terra e i loro uomini, ovunque posseduti, fatti salvi i loro signori feudali per le terre tenute in feudo. […]

Ugualmente promisero che avrebbero fatto giurare agli uomini dei loro castelli e villaggi di fare per il comune di Asti pace, guerra, esercito, scorrerie, spedizioni e ausilio contro tutti gli uomini secondo la volontà del comune di Asti, in modo tale che i signori non possano ordinare ai loro uomini di disattendere gli impegni contratti col comune di Asti.

Ugualmente promisero di mantenere in Asti un corpo di armati come fanno gli altri cittadini di Asti, e giurarono di non contrarre alleanze o patti segreti con altre comunità o con singole persone senza il beneplacito del podestà di Asti. […]

Allora il podestà di Asti, in luogo e a nome del comune e per consiglio e volontà dei credendari di prima e di seconda credenza e dei rettori delle società, congregati al suono della campana e dai nunzi, interrogati uno per uno e verbalizzati, promise ai predetti Anselmo e Giacomo, Berrone e Tebaldo che se avrà inizio una guerra contro di loro a causa dei vicini in quella guerra li aiuteranno in buona fede fino alla sua conclusione. Promise inoltre il detto podestà a nome del comune di Asti che in seguito non avrebbe accolto come abitante nei luoghi dipendenti dal comune di Asti nessun uomo dei predetti signori, salvo tuttavia il caso in cui qualche uomo dei predetti signori volesse lasciare e abbandonare ai detti signori i possessi che da loro tiene e il bene di natura mobile che essi gli hanno affidato: a questo punto quell'uomo potrà andare ad abitare dove vorrà, tanto nella città quanto nel territorio di Asti.

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005