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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > I, 18

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione I – La popolazione

18. Tracce dell'incremento urbano: l'ampliamento delle mura di Firenze

L'ingrandimento della cinta muraria è sempre un segno sicuro di incremento urbano: la città si sviluppa finché l'antico «guscio» non è più in grado di contenere gli abitanti e occorre costruirne uno nuovo. A Firenze ciò accade nella seconda metà del XII secolo, una prima volta, e una seconda sul finire del XIII. La prima fase è ricordata da un cronista duecentesco, Ricordano Malispini, che però anticipa di un secolo la datazione, pur conservandosi fedele alle indicazioni topografiche relative all'andamento delle mura nel XII secolo; nella seconda fase egli è testimone oculare e la fissa al 1284, anche se, come vedremo, l'impresa durò per oltre vent'anni.

Fonti: a/ R. MALISPINI, Istoria fiorentina, a cura di V. Follini, Firenze, 1816 (rist. anast. Roma, Multigrafica, 1976), pp. 55-58; b/ Ibidem, p. 202.


a/
Come in Fiorenza si fece mura nuove
CAP. LXI

Nel tempo del detto Arrigo terzio Imperatore, essendo la Città di Fiorenza moltiplicata d'avere, e di persone, per molte guerre ch'erano in Toscana, e a Roma, e lo Imperatore contro alla Chiesa, negli anni di Cristo MLXXVIII, e' cominciarono e' Fiorentini le mura nuove della Città ove prima erano fossi, e steccati, e cominciarono dalla parte di Levante, alla Porta di San Piero maggiore, e misono la Chiesa detta dentro alle mura, e il Borgo di San Piero misono dentro, poi ristringendosi dalla parte di tramontana, poco di lunge dietro al detto Borgo, fece gomito a una posterla, che si chiamò la Porta a' Bertinelli per una schiatta ch'era in quello luogo, così chiamata, poi seguendo insino alla Porta di Santo Laurenzio, mettendo la detta Chiesa dentro. Poi appresso ebbe due posterle, l'una alla forca di Campo Corbolino, e l'altra si chiamò poi la porta del Baschiera, conseguendo poi insino alla Porta di Santo Pagolo, e poi seguendo alla Porta alla Carraia, alla quale fece fine il muro in sull'Arno, dove poi si fece il Ponte alla Carraia, che così si chiama ancora per lo nome di quella Porta. Poi seguendo le mura in sulla riva d'Arno, mettendo dentro ciò, ch'era di fuora alle mura vecchie, ciò era il Borgo di San Pancrazio, e quello di Parione, e quello di Santo Apostolo, e quello di Porta Santa Maria, insino al Ponte Vecchio, e poi appresso in sulla riva d'Arno, insino al Castello Altafronte. Di là si partivano alquanto le mura dalla riva d'Arno, sicché vi rimase via in mezzo a due posterle, onde s'andava al fiume, e poi faceano canto, o volgeano ov'è oggi la coscia del Ponte Rubaconte, che si chiamava la Porta de' Buoi, perocch'ivi di fuori si facea il mercato de' buoi. Poi seguirono le mura a Santo Iacopo tralle fosse, perch'era in su' fossi, insino dov'è oggi il capo della piazza della Chiesa di Santa Croce de' frati minori: quivi avea una posterla ch'andava all'Isola d'Arno. Poi secondarono per la via diritta sanza nulla Porta, o posterla, ritornando insino alla Porta di San Piero Maggiore, ove cominciarono: e così ebbe la Città di qua dall'Arno cinque Sesti, partiti e nominati quasi dalle dette Porti, cioè una Porta Sesto, e più posterle. E Oltrarno si avea tre Borghi, i quali tutti e tre cominciavano al capo del Ponte Vecchio di là dall'Arno: l'uno si chiamava Borgo Pidoglioso, perch'era abitato da vile genti, ed era in capo del detto Borgo una porta, che si chiamava la Porta a Roma, ove sono oggi le case de' Bardi, appresso a Santa Lucia di Magnolo, e passato il Ponte Vecchio, per quella via s'andava a Roma per lo cammino di Fegghine, e d'Arezzo. E altre mura non vi aveva nel detto Borgo, se noe il dosso delle case di costa al poggio. L'altro Borgo era quello di Santa Filicita detto Piazza: avea una porta dov'è oggi la piazza di San Filice, onde si va a Siena. E un altro Borgo, che si chiama di Santo Iacopo, ch'avea una porta dove sono oggi le case de' Frescobaldi, della cui nazione faremo menzione innanzi, onde andava il cammino a Pisa; e i detti tre borghi non aveano altre mura, se none le dette Porti, e dosso delle case di drieto, che chiudevano le Borgora. Eranvi dentro alle dette case giardini e ortora, ma poi che lo Imperatore Arrigo terzo venne a oste a Fiorenza, i Fiorentini murarono Oltrarno i detti Borghi, cominciando alla detta Porta a Roma, montando dietro al Borgo alquanto alla costa di San Giorgio, e poi riusciva dietro a Santa Filicita, inchiudendo il Borgo di Piazza, e quello di Santo Iacopo, e quasi come andavano i detti Borghi: e fue posto Oltrarno per uno Sesto, e dove prima era partita in quartieri, così negli anni di Cristo… si partì e ordinò i Sesti, e disfecesi la Porta Santa Maria. Il primo Sesto fue chiamato il Sesto d'Oltramo, il quale per insegna ebbe uno Ponte vermiglio nel campo bianco. Di qua dall'Arno fue il secondo Sesto, chiamato Sesto di San Piero Scheraggio, il quale ebbe per insegna la Ruota del carro, ch'è di marmo nella fronte di San Piero Scheraggio: avea il campo bianco, e la Ruota cilestra. E dallo incontro il Sesto di Borgo, così chiamato per Borgo Santo Apostolo, ch'avea per insegna un Becco nero nel bianco, perciocché in quello Sesto stavano tutti i beccai, ed erano in que' tempi molto innanzi nella Città, e ancora non è molto si tagliava la carne in Mercato Nuovo. E gli altri tre Sesti sono nominati dalle tre prime porte, e rimase loro il nome, siccome il Sesto di Porta San Pancrazio colla insegna, cioè una branca di Leone vermiglia nel bianco; presesi la detta insegna per lo nome del Sesto, il quale volgarmente era corrotto, dicendo Santo Brancazio, conciosiacosaché 'l suo nome dica dirittamente Pancrazio. Appresso il Sesto di Porta del Duomo, che ha per insegna la Chiesa di Santo Giovanni disegnata a modo di marmi bianchi, e neri nel campo bianco: e poi l'ultimo è il Sesto di Porta San Piero, il quale hae per insegna due Chiavi vermiglie nel campo bianco.

b/
Come i Fiorentini feciono nuove mura
CAP. CCXLV

Nel detto anno di Febbraio, essendo i Fiorentini in buono stato, e la Città cresciuta di popolo, e di gran borghi, sì ordinarono di crescere il circuito della Città, e cominciarono a fondare le nuove porti, onde poi conseguirono le mura da Santa Candida di là da Santo Ambrogio, e quelle da San Gallo in su: Mugnone, e quelle delle donne di Faenza in sul Mugnone, e quelle dal Prato d'Ognissanti: e rimase il lavorio di quelle innanzi che fossono all'arcora, per la novella che venne, che 'l Prenze Carlo era stato sconfitto in mare da Ruggeri di , Loria. E in questo tempo si fece per lo Comune la loggia sopra la piazza d'Orto Santo Michéle, ove si vendea il grano, e lastricossi e ammattonossi intorno: la quale allora era molto bella opera. E nel detto anno si cominciò e rinnovare la Badia di Fiorenza, e fecesi il coro, e le cappelle, che vengono in sulla via del Palagio, e 'l tetto, che prima era la Badia più a drieto piccola e disorrevole.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005