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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > I, 8

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione I – La popolazione

8. L'inurbamento dei possessori

Un segno tangibile del flusso migratorio dalla campagna in città alla fine dell'XI secolo è dato dai numerosi documenti di acquisto fondiario nel territorio urbano da parte di possessori del contado: in questo esempio astigiano un possessore di rango elevati – si tratta di un Franco, come denuncia il formulario della consegna dei beni per mutati – scambia alcuni appezzamenti, posti nel territorio di un villaggio distanti una decina di chilometri dalla città, con un'area edificabile di pertinenza della chiesa vescovile situata invece nell'area urbana di nuovo incremento, quella parte appunto definita «borgo», al di fuori dell'antico recinto murario romano. Con l'edificazione di nuove abitazioni il «borgo» si sviluppa, diventando parte integrante della città.

Fonte: F. GABOTO (a cura di), Le più antiche carte dell'Archivio capitolare di Asti, Pinerolo, 1904 (Biblioteca della Società storica subalpina, 28), doc. 198, pp. 379-80 (parziale).


L'anno dell'incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo 1094, seconda indizione. Si sappia essere questa una permuta in buona fede e come una vendita ottenga validità e con lo stesso vincolo obblighi i contraenti: piacque e convenne in buona volontà tra Oddone vescovo della santa chiesa di Asti e Azo figlio di Ingelramo, consenzienti Ingelramo, Giovanni e Giunino che sono mio padre e i miei fratelli, che in nome di Dio debbano permutare, come fecero, quanto segue: per primo il signor vescovo da parte dell'episcopato diede in permuta ad Azo una pezza di sedime di diritto dello stesso episcopato che è posta fuori della città di Asti, nel borgo della stessa città, e che misura iugeri […], alla quale è confinante per tre parti il percorso della via e per la quarta il sedime di Giovanni. In cambio il signor vescovo ottenne da Azo per parte dell'episcopato un bene maggiore e migliore, come vuole la legge in occasione di permuta [con beni della chiesa], cioè una pezza di sedime […] e cinque pezze di terra di diritto dello stesso Azo, poste tanto dentro quanto fuori del villaggio di Gaversio.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005