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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > II, 15

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione II – Le funzioni

15. La coscrizione militare su base territoriale

La politica militare del comune non si limita alla semplice difesa ma punta anzi all'incremento territoriale come espansione della propria autorità giurisdizionale. Spesso tuttavia trova resistenza armata da parte dei signori vicini che occorre sconfiggere militarmente e inquadrare in seguito nell'esercito comunale. Nel 1135 Genova sconfigge il marchese Aleramo di Ponzone, gli impone di entrare a far parte del comune, di cedere i suoi castelli e di contribuire all'esercito comunale non solo con la partecipazione personale ma soprattutto con l'assoggettamento alla coscrizione cittadina dei suoi dipendenti che risiedono dai Giovi al mare.

Fonte: IMPERIALE DI SANT'ANGELO (a cura di), Codice diplomatico della Repubblica di Genova cit., doc. 73, pp. 90-92.


D'ora in avanti io marchese Aleramo sarò cittadino e abitatore della città di Genova per me o per mio figlio, a volontà della maggioranza dei consoli del comune di Genova che ci sono e saranno in ogni consolato. Manterrò fede e sarò tenuto a mantenerla al giuramento della Compagna del comune di Genova che vi è presentemente e ai giuramenti che il popolo genovese farà delle Compagne future del comune di Genova allo stesso modo degli altri cittadini genovesi che hanno giurato questa Compagna o che giureranno le prossime.

Consegnerò al comune di Genova tutti i miei castelli e le parti di castelli che possiedo o in futuro possiederò. Se i consoli del comune di Genova mi chiameranno, andrò a combattere contro quelle persone e quei luoghi contro i quali la maggioranza dei consoli del comune di Genova avrà decretato di far guerra, fino a quando lo vorrà la maggioranza dei consoli. E se il comune di Genova precetterà l'esercito e i consoli del comune di Genova mi chiameranno, andrò a combattere con due cavalieri miei e se non potrò andarci personalmente, invierò in vece mia mio figlio con due cavalieri a mie spese e resterà agli ordini della maggioranza dei consoli del comune di Genova che saranno preposti all'esercito.

Farò sottomettere a coscrizione a servizio dei comune di Genova secondo la volontà dei consoli tutti gli uomini che dipenderanno da me dopo la morte di mia madre e che risiedono tra i Giovi e il mare.

Non darò via Varzino, né in pegno né in feudo, né lo venderò o consegnerò a nessun titolo a nessuna persona se non per volontà della maggioranza dei consoli del comune di Genova. Proteggerò i Genovesi e gli uomini del loro distretto e le loro cose nel mio distretto.

Osserverò tutto ciò senza frode, a eccezione del fatto che non sia tenuto per questo giuramento a far guerra al comune della città di Acqui.

Io Lantelmo notaio del sacro palazzo questa copia dell'originale pergamenaceo consegnatomi dal signor Oberto Doria e compagni relativo ai privilegi del comune di Genova ho estratto e redatto, senza nulla aggiungere o togliere.

© 2000
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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005