Didattica

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone

Sezione II – Le funzioni

5. La funzione religiosa e culturale: la chiesa cattedrale

Fin dall'epoca tardo-antica la città appare come sede del vescovo e centro della diocesi da lui dipendente. La cattedrale cittadina diventa di conseguenza il centro stesso della vita religiosa dell'intero territorio diocesano e tale rimane anche successivamente, quando si svilupperà l'articolazione in pievi rurali. La presenza di insediamenti umani all'interno dei grandi patrimoni fondiari provoca in seguito il sorgere di oratoria propri, distinti dalle pievi, frequentati dalle popolazioni rurali o suburbane residenti troppo lontano dalla città o dalla pieve di dipendenza. Pur consentendo a tali popolazioni l'uso delle chiese non plebane per le celebrazioni, fin dal 506 una sinodo tenuta ad Agde, nella Francia meridionale, impone che le maggiori solennità dei ciclo liturgico vengano celebrate però nelle sedi maggiori: ciò significa che i dipendenti dalla pieve urbana devono confluire nella cattedrale.

Fonte: J. D. MANSI (a cura di), Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, VIII, Firenze, 1762, col. 328.

XXI. Che le solennità maggiori vengano celebrate nelle città o nelle pievi.

Se qualcuno vorrà avere una chiesa nel territorio rurale al di fuori delle pievi alla quale l'affluenza è legittima e doverosa, gli sia permesso nelle altre festività di celebrare ivi la messa a causa delle difficoltà dei dipendenti [nel raggiungere la pieve o la città], ma in occasione di Pasqua, Natale del Signore, Epifania, Ascensione. Pentecoste, festa di san Giovanni Battista e delle maggiori festività sia tenuto a non celebrare altrove che nelle città o nelle pievi. I chierici che nelle festività sopra ricordate vorranno celebrare la messa nelle chiese rurali senza l'ordine o il permesso del vescovo siano allontanati dalla comunione.