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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > II, 8

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione II – Le funzioni

8. I «distretti scolastici» cittadini

L'importanza culturale della scuola cittadina – di cui abbiamo visto in precedenza l'esempio rappresentato da Milano nell'XI secolo – si manifesta già fin dal IX secolo, come testimoniano i provvedimenti presi dall'imperatore Lotario (825) per regolamentare il funzionamento di un sistema di «distrettuazione scolastica». Il capitolare in questione riguarda infatti le sedi scolastiche di istruzione superiore alle quali devono afferire gli studenti provenienti dalle scuole di rango inferiore. Per quanto sia molto difficile controllare il reale funzionamento di tale sistema, il quadro che ci viene presentato riveste nondimeno un notevole interesse anche in relazione al problema della centralità e della sfera di influenza, almeno sotto l'aspetto culturale, di alcune città rispetto ad altre.

Fonte: MGH, Capitularia regum Francorum, I, a cura di A. Boretius, Hannover, 1883 (nuova ed. 1960), p. 327 (parziale).


Cominciano i capitoli che l'imperatore [Lotario] nel sesto anno del suo impero ha stabilito al placito generale di Corte Olona (maggio 825).

[…]

6. A riguardo dell'istruzione, che a causa dell'incuria e della pigrizia di alcuni preposti in tutti i luoghi è del tutto abbandonata, vogliamo che venga osservato da tutti quanto abbiamo stabilito, che cioè l'istruzione superiore venga impartita da coloro che per nostro incarico sono stati costituiti in certi luoghi determinati per insegnare agli altri in modo che gli scolari loro affidati progrediscano e l'istruzione accresca, come esige la presente necessità. Per l'opportunità di tutti abbiamo dunque provveduto luoghi adatti a ciò, distribuiti [in città diverse] in maniera che non serva da scusante né la difficoltà di raggiungere luoghi lontani né la povertà. Tali sedi sono pertanto le seguenti: primo, a Pavia confluiscano da Milano, Brescia, Lodi, Bergamo, Novara, Vercelli, Tortona, Acqui, Genova, Asti, Como; a Ivrea il vescovo stesso provveda da sé; a Torino confluiscano da Ventimiglia, da Albenga, da Vado, da Alba; a Cremona confluiscano da Reggio, Piacenza, Panna, Modena; Firenze raccolga la Toscana, a Fermo confluiscano le città spoletine; a Verona da Mantova e da Trento; a Vicenza da Padova, Treviso, Feltre, Ceneda e Asilo; le altre città alla scuola del Friuli.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005