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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > III, 14

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


III – La morfologia

14. La progettazione degli edifici pubblici: la cattedrale di Modena

Fra i primi edifici pubblici e di uso collettivo di cui la comunità cittadina si fa carico per la costruzione e la manutenzione occupa certo un posto privilegiato la cattedrale in cui è conservato il corpo del santo patrono. Fra XI e XII secolo, quando appena comincia a delinearsi un governo cittadino autodeliberante, dappertutto si osserva uno slancio verso la costruzione di nuove cattedrali. Significativo, per l'immediatezza con cui presenta la partecipazione a tale iniziativa, appare il brano seguente, relativo alla costruzione del duomo di Modena, realizzato fra il 1099 e il 1106.

Fonte: G. BERTONI (a cura di), Relatio traslationis corporis sancti Geminiani, Città di Castello, 1907 (RIS2, VI, 1), pp. 4-5.


Essendo trascorsi settecentocinquanta e più anni da quando il nostro patrono Geminiano migrò dai vivi, la chiesa in cui il suo corpo fu onorevolmente sepolto dal santo Severo, undicesimo vescovo della chiesa di Ravenna, per il lungo periodo di anni e per la molta età sopportata, sembrava minacciare rovina a causa di molte crepe e fenditure che scendevano fino alle fondamenta. Spinti dal timore di un crollo gli ecclesiastici e il popolo presero consiglio sul da farsi.

Una sola voce unanime, un solo clamore risuona per la città intera: bisogna restaurare, bisogna riedificare la chiesa di tanto patrono! La notizia giunge fino alle orecchie dell'egregia contessa Matilde: chi può dire quanto è commossa dalla gioia e quanto è prodiga di lodi?

Nell'anno 1099, dunque, gli abitanti della città [di Modena] si danno intorno a cercare un architetto capace per tale opera, un costruttore per tanta struttura, e finalmente, per grazia di Dio, si trova un uomo di nome Lanfranco, mirabile architetto: col suo consiglio si dà inizio alla fondazione della cattedrale col concorso del popolo, a lode e gloria di Dio onnipotente, padre dell'Unigenito figlio suo signor nostro Gesù Cristo, della beata sempre Vergine Maria e del nostro patrono san Geminiano, il giorno 10 di giugno, diciotto giorni dopo l'inizio dello scavo, nella solennità dei santi Primo e Feliciano, con lodi, inni e canti, con ceri, lampade e processione dei sacri testi e con onore e gloria.

Con l'aiuto divino la fabbrica dalle fondamenta è già cresciuta fino al piano superiore, mentre il lavoro si protende in lunghezza, ma il popolo comincia ad aver timore che la chiesa rischi di restare incompiuta per mancanza di pietre da costruzione, la cui riserva andava diminuendo. Chi, tuttavia, può enumerare, o Dio, i tuoi immensi benefici? Ecco infatti che tu, cosa mai udita da nessuno, ispiri alla mente degli uomini di scavare in terra e ti degni di mostrare una cava meravigliosa di pietre e marmi sufficiente, per l'immensa misericordia tua, a terminare l'opera iniziata.

Subito si erigono i cantieri, si scavano marmi insigni, si scolpiscono con arte meravigliosa, si sollevano con grande fatica e si collocano per l'industria degli artieri. Crescono dunque le pareti, cresce l'edificio: sia lodato e magnificato o sommo Dio il tuo ineffabile beneficio! Ormai a tal punto è giunto il lavoro, con l'aiuto divino e l'attenta vigilanza dell'architetto, che si propone di non far più altro che trasferirvi il corpo del nostro santo patrono Geminiano dal luogo in cui allora si trovava.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005