Didattica

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone

III – La morfologia

25. L'articolazione della città

Nella città medievale esistono almeno due criteri che sovrintendono all'articolazione interna: uno è quello «naturale» che individua negli agglomerati socio-territoriali sviluppatisi per consuetudine di vita quotidiana la cellula compositiva, l'altro è quello «artificiale» che suddivide per motivi politico-amministrativi la città in parti controllabili, raccogliendo cellule «naturali» diverse. Un esempio di questo secondo caso è dato dagli statuti del popolo di Asti degli inizi del Trecento; l'articolazione in «quartieri» è fatta secondo criteri topografici «ufficiali» che raccolgono unità preesistenti.

Fonte: F. GABOTTO – N. GABIANI, Gli atti della Società del popolo di Asti dal 1312 al 1328, Pinerolo, 1906 (Biblioteca della Società storica subalpina, XXXIII, 2), p. 466.

Come la Società del popolo sia articolata e registrata in quattro quartieri.

[Stabiliamo] che la Società del popolo sia suddivisa e articolata in quattro quartieri, cioè: gli uomini appartenenti a detta società che abitano nel borgo di S. Maria Nuova sono e devono essere intesi come abitanti di un quartiere; quelli dei tre borghi di S. Paolo, di S. Martino e di S. Marco che appartengono a detta Società formano un altro quartiere; gli appartenenti alla Società che vivono nel centro cittadino, se abitano dalla volta dei Gardini in su devono essere considerati appartenenti a un quartiere, se abitano da detta volta in giù a un altro quartiere, in modo tale che chiunque andrà ad abitare in qualcuno dei predetti quartieri deve essere e intendersi come appartenente al quartiere nel quale risiede per tutto il tempo in cui risiederà e abiterà. Ogni quartiere, in questo modo, avrà la quarta parte di tutti gli incarichi e gli ufficiali spettanti e pertinenti a detta Società.