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Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


III – La morfologia

3. La fondazione mitica: Ravenna

Caratteristica della storiografia comunale, fiorita nelle città italiane fra il XII e il XIII secolo, è il ricorso per l'età più antica, priva di documentazione, a fondatori mitici della città, di ascendenza classica o biblica. Nel caso di Bologna la cronaca detta «Rampona» (XIII secolo), attribuisce la fondazione di Ravenna ai noetici figli di Cam viventi nell' anno 2497 a. C.! Ciò nonostante, la rilettura di questi brani favolosi può tornare utile per cercare di comprendere come un'età che non ha lasciato teorizzazioni sull'urbanistica – a differenza dell'età successiva che molto teorizzò ma non edificò più, se non eccezionalmente, nuovi insediamenti cittadini – immaginasse la creazione urbana, evidenziando l'importanza della scelta del sito, della sua fortificazione e del suo approvvigionamento.

Fonte: Cronaca Rampona, in A. SORBELLI (a cura di), Corpus Chronicorum Bononiensium, I, Città di Castello, 1906 (RIS2, XVIII, 1, tomo I), pp. 26 - 27.


Edificata Babilonia e dopo che si furono diversificati i linguaggi fra gli uomini, Nemrot, figlio di Cam, cominciò a regnare tirannicamente. Allora alcuni degli altri figli di Cam per sfuggire alla sua tirannia presero il mare con imbarcazioni e si diedero un re di nome Ponti. Entrati nel mare Adriatico giunsero alla spiaggia di Volara, che allora si chiamava Volandriano, e alle spiagge di Comacchio e di Magnavaca, attraccarono e si misero a cercare un luogo abitabile che fosse circondato dalle acque. Nel porto di Volara, che allora si chiamava Volandriano, si riposarono per due settimane.

Partiti poi di là, cercarono luoghi umidi e ombrosi e incontrarono un sito che si chiamava Capo delle Acque poiché colà molti fiumi confluivano nel mare: stabilitisi dunque nel luogo che per ogni dove era circondato dalle acque edificarono una città e le diedero il nome di Ravenna. Sulla terra sabbiosa posero un lastricato e nella sabbia scavarono le fondamenta della città, poi costruirono una torre che chiamarono Ombrosa e usarono mattoni invece di pietre e bitume invece di cemento. Costruirono poi una seconda torre che chiamarono Raccolta dell'acqua e la edificarono a mezzogiorno; presso le due torri fecero due posterle: la prima si chiamava Salustra, la seconda Asiana; tra una porta e l'altra edificarono un tratto di mura. Tutti questi edifici costruì un figlio di Iaphet molto esperto e sapientissimo nell'arte architettonica. Nella prima torre che si chiama Ombrosa c'è a destra inciso sulla pietra e colorato un leone, a sinistra c'è invece disegnato un ramarro che ha sopra di sé una porta di marmo; sotto tale ramarro, si racconta, anticamente vi erano cinque sestari di monete d'oro.

Dopo aver costruito le torri e le porte, pensarono di costruire la città di Ravenna (vera e propria) e così i figli di Cam sopra ricordati si divisero in tre gruppi: un gruppo si dedicava alla costruzione delle mura e dell'apparato difensivo; un altro costruiva l'acquedotto per condurre in città l'acqua dei fiumi e il terzo procurava gli alimenti; incanalarono così l'Elimone in un fosso chiamato Teulario. In seguito costruirono un borgo, cioè una contrada della città, nella regione che si chiamava Ercolara e ivi edificarono un ponte di pietre nere chiamato Calciato. Frattanto completavano la città, recingendola di mura, porte e altre opere difensive.

Fra di loro vi era anche un personaggio di grande corporatura che si dice fosse un figlio avuto da Noè dopo il diluvio e si chiamava Cromacio: egli edificò la città Cromacense che fiorì a lungo e da cui proveniva Guido di Antona, padre di Bovo, ma poi quella città fu sommersa dai flutti del mare.

In seguito, dopo molto tempo, furono fondati molti altri luoghi e molte città: Romagnola che dicevano essere stato un tempo il mercato di Ravenna, Rimini, Cesana, Forlimpopoli, la città Liviense che ora si chiama Forlì, Faenza, Foro di Silla, ora Imola, Castello Bolognese che ora è città insigne, e tutte le città della Marca anconitana, e a lungo fiorì la città di Ravenna.

Presso Ravenna furono fondate due città, di cui una continuava Ravenna, solo separata dal fiume, e si chiamava Cesarea, tra la città e il mare: qui c'erano mercati e abitavano mercanti e in quel tempo Cesarea ferveva di affari per tutta l'Italia, come ora Venezia. L'altra città si chiamava Classe ed era vicino al mare: qui si approntavano i navigli per affrontare il mare, vi era il porto e teneva perennemente pronte cinquecento navi e vi convergevano per via fluviale gli Italici.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005