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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 14

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione IV – La struttura politico-sociale

14. I primi consoli del comune

La comunità cittadina, forte del riconoscimento dei suoi diritti - ufficiale, come nel caso di Pisa, o di fatto, come in molti altri casi -, è ormai in grado di esprimere una nuova istituzione che la rappresenta. Con la comparsa dei consoli siamo davvero di fronte a un ente che si configura giuridicamente in maniera autonoma: esso ha trovato uno spazio politico nella città, deve ora trovare il modo di convivere con il potere vescovile che formalmente continua a sopravvivere. Ad Asti, uno dei primi comuni attestati in Italia, la soluzione di compromesso avviene tramite il ricorso all'istituto vassallatico: i consoli, a nome della città, diventano formalmente vassalli del vescovo che concede loro in beneficio un'importante fortezza extraurbana.

Fonte: Q. SELLA (a cura di), Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, Roma, 1880 («Atti dell'Accademia dei Lincei», serie II, VI), III, doc. 635, p. 651.


L'anno dell'incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo 1095, il 28 marzo, terza indizione, alla presenza dei maggiorenti i cui nomi sono in calce elencati, il signor vescovo Oddone dell'episcopato della santa chiesa di Asti fece investitura ai consoli della città i cui nomi seguono: Lanfranco, Benzo, Uberto, Bulgaro, Uberto giudice, Crescenzo, Saraceno, Bonbello, Bonsignore, Bonomo, tanto a nome proprio, quanto a nome di tutti i cittadini di Asti, del castello di Annone, con edifici, cappelle e tutte le costruzioni che contiene, col villaggio e tutti i diritti connessi, con terre arabili, vigne, prati, incolti, selve maggiori e minori, aree, pascoli, boscaglie, ripaggi e scoscendimenti, mulini, diritti di pesca, colto e incolto, diviso e indiviso, insieme con i confini, i diritti di accesso, l'uso delle acque, degli acquedotti, con ogni diritto e pertinenza che sono spettanti a tale castello e alla corte per intero, in modo tale che tutti i cittadini di Asti abbiano in beneficio da parte del signor vescovo Oddone e dei suoi successori per utilità comune di questi cittadini e facciano d'ora in poi qualunque cosa riterranno opportuno fare, senza opposizione dello stesso vescovo Oddone e dei suoi successori che devono aiutare [i cittadini] a conservarlo in perpetuo.

Fatto nella città di Asti, presso l'atrio di S. Maria, nella canonica della stessa chiesa, felicemente.

Io Oddone per grazia di Dio vescovo di Asti ho sottoscritto.

Guglielmo Confaloniere, Rodolfo Visconte, Rodolfo Visdomino, Oberto di Viarigi, Azone di San Martino, Oberto di Megliano, Guido conte di Biandrate, Alberto di Tigliole, Rodolfo di Gorzano, Aicardo di Morozzo, Fulcardo di Sant'Albano, Gandolfo Anselmo di Govone, Opizzone della Rocca di San Genesio, [vassalli].

E io Uberto giudice su richiesta del signor vescovo Oddone ho sottoscritto.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005