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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 28

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione IV – La struttura politico-sociale

28. Giacomo Lorenzi, milite e popolano allo stesso tempo

La struttura del popolo come organizzazione politica non rigidamente «di classe», per quanto portatrice di esigenze diverse da quelle nobiliari, favoriva il suo uso strumentale ai fini della carriera politica anche da parte di membri dell'aristocrazia. Il caso astigiano qui riportato è illuminante sulle possibilità pluridirezionali in cui si poteva muovere un «professionista della politica», membro cittadino della società dei militi ma al tempo stesso inserito nella società rionale, dunque un'articolazione della società del popolo, del quartiere in cui risiede con i propri beni fondiari, fondamento della sua autorità e del suo prestigio.

Fonte: D. SACCO NEBIOLO, Note e documenti sulla famiglia astigiana dei Lorenzi, secc. XIII e XIV, in «Rivista di storia, arte, archeologia per le province di Alessandria e Asti», LXXXV, 1976, pp. 154-55.


L'anno del Signore 1264, settima indizione, lunedì 1° marzo.

Alla presenza dei testimoni infrascritti, essendo stato ordinato dal consiglio della società del borgo di S. Maria Nuova [di Asti], radunato al suono della campana nel solito luogo e secondo il solito uso, che il signor Giacomo Lorenzi e i suoi figli fossero accolti in detta società, affinché potessero appartenere a essa come gli altri uomini di detto borgo, il signor Guglielmo Allione, rettore della predetta società, a nome della stessa società, accolse il detto signor Giacomo, nonostante la sua appartenenza alla società dei militi e salvi restando i suoi obblighi verso di essa, e i suoi figli Ludovico e Nazario in detta società del borgo, così che d'ora in poi appartengano a detta società e godano dei benefici di appartenervi come gli altri uomini di detta società.

Il signor Giacomo, salvi gli obblighi verso la società dei militi, e i due predetti figli promisero a detto signor Guglielmo Allione che li accoglieva a nome degli altri soci della società del borgo, e giurarono sui santi Vangeli di Dio di osservare le clausole e i capitoli di detta società del borgo per sempre come gli altri uomini che vi appartengono, e di attendere e di osservare la normativa e gli ordinamenti della stessa società come fanno gli altri appartenenti a essa, salvi tuttavia gli obblighi che il detto signor Giacomo ha verso la sopradetta società dei militi. E ordinarono di fare uno e più strumenti [di questo atto].

Fatto in Asti sotto il portico degli Allioni. Furono presenti come testimoni richiesti Germano Mussa, Alessandro Follo, notaio, Pietro Cerrato.

E io Pietro Silvano notaio palatino fui presente e rogato scrissi.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005