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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 3

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione IV – La struttura politico-sociale

3. Artigiani e mercanti nella città altomedievale

Le Honorantiae civitatis Papiae rappresentano uno dei più antichi documenti superstiti relativi alle entrate della capitale del regno italico: si tratta di un memoriale che appartiene al principio dell'XI secolo ma riferisce fatti che risalgono ai tempi del re Ugo e descrive una situazione anticipabile al periodo precedente. Da esso risulta che artigiani di parecchie professioni erano uniti in «ministeria» sottoposti al controllo della camera regia; per quanto riguarda il commercio cittadino, inoltre, le Honorantiae delineano un quadro articolato e vivace della vita economica della capitale pavese.

Fonte: A. HOFMEISTER (a cura di), Instituta regalia et ministeria Camerae regum Langobardorum et Honorantiae civitatis Papiae, Hannover, 1934 (MGH, Scriptores, XXXX, 2), pp. 1451-56.


Voi tutti ai quali è presente l'amore, l'utilità e l'onore del regno di Lombardia udite con animo lieto ed equanime quali siano tutti i collegi artigiani che dipendono dalla camera reale e dal palazzo e tutti i diritti regi che furono istituiti negli antichi tempi dai Longobardi. […]

5. Erano soliti venire in Pavia per i loro affari molti ricchi mercanti veneti e davano al monastero di S. Martino detto Fuoriporta un quarantesimo di ogni contratto. E al maestro della camera devono dare ogni anno i Veneti quando vengono a Pavia per ciascuno una libbra di pepe e una di zenzero [1], una di cinnamòmo [2] e una di colorante; alla moglie del maestro della camera devono poi un pettine d'avorio, uno specchio e un corredo, oppure 20 soldi buoni di Pavia.

6. Erano soliti venire anche i Salernitani, i Gaetani e gli Amalfitani conun grande giro d'affari e davano alla camera del palazzo regio un quarantesimo e alla moglie del camerario lo stesso che i Veneti.

7. I rettori dei mercanti di Pavia, importanti, onorevoli e molto abbienti, avevano sempre ricevuto dall'imperatore con ogni onore l'autorizzazione di poter commerciare per ogni mercato, in qualsiasi luogo, per terra o per mare, senza che venisse fatto loro alcun danno né molestia da nessuno. E chi avesse mancato [a tale precetto] avrebbe pagato alla camera un multa di 1.000 mancusi. […]

12. [A Pavia] vi sono dodici artigiani del cuoio con dodici apprendisti che devono confezionare dodici forniture di cuoio fatte con i migliori buoi e ogni anno consegnarle alla camera reale, né ad altri è lecito lavorare il cuoio e chi si comporta diversamente deve pagare alla camera una multa di 100 soldi pavesi. Quando qualcuno entra a far parte del collegio dei lavoratori del cuoio, i rettori del collegio devono pagare 4 lire, metà alla camera metà agli altri lavoratori.

13. Vi sono ancora altri collegi: tutti i naviganti e i nocchieri devono avere due maggiorenti come rettori sotto l'autorità del camerario di Pavia. Quando il re risiede a Pavia essi devono andare col naviglio e i rettori devono approntare due grandi navi, una per il re l'altra per la regina, con una cabina ben coperta con tavole. […]

14. Erano soliti esserci anche dei rettori per coloro che fabbricano sapone a Pavia e davano 100 libbre di sapone alla camera e 10 al camerario come censo annuale, poiché nessun altro può fabbricare sapone a Pavia. […]

17. Sappiate che su tutti questi collegi nessuno può svolgere attività di controllo all'infuori dei rettori, e se qualcuno lo facesse deve pagare una multa alla camera e giurare di non farlo più in avvenire. Nessun mercante in nessun mercato se non i mercanti pavesi può disbrigare i propri affari prima che lo abbiano fatto i mercanti di Pavia, e se qualcuno lo facesse deve pagare una multa.

[1] zenzero, pianta erbacea da cui si ricava una droga piccante simile al pepe.

[2] cinnamòmo, pianta aromatica da cui si ricavano oli essenziali, come la canfora. Come lo zenzero, proviene dai paesi tropicali. un grande giro d'affari e davano alla camera del palazzo regio un quarantesimo e alla mogile del camerario lo stesso che i Veneti.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005