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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 34

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione IV – La struttura politico-sociale

34. Gli acquisti per denaro

Nell'ampliamento del territorio controllato dal comune, più diffuso e meno pericoloso della campagna militare fu il ricorso all'acquisto in denaro di quote di giurisdizione dei castelli detenuti dall'aristocrazia rurale in piena crisi economica, dissanguata dalle guerre e dal tenore di vita molto dispendioso. Nel caso qui riportato i signori di Castellinaldo per ottenere denaro con cui dotare la sorella alienano al comune di Asti la propria quota di signoria, dopo aver ottenuto il consenso del vescovo.

Fonte: SELLA (a cura di), Codex Astensis cit., III, doc. 876, pp. 975-76 (parziale).


L'anno del Signore 1213, prima indizione, sabato 9 febbraio, presentandosi il signore Guglielmo di Montaldo, tutore, come asseriva, di Baiamondo e Giacomo, figli del fu Pietro Raimondo di Castelletto, davanti al signor Guidotto vescovo di Asti, gli richiese, in qualità di tutore e a nome degli stessi Baiamondo e Giacomo, che a lui concedesse licenza e consenso per alienare la quarta parte di un terzo, per indiviso, di tutto il castello, il villaggio e la giurisdizione di Castellinaldo, affermando che a detti minori urgeva la necessità di dover maritare la loro sorella ma che gli stessi non avevano denaro liquido con cui far fronte a tale necessità e che più comodamente di ogni altro loro possesso avrebbero venduto [tale quarto] al miglior offerente: in seguito a ciò il predetto signor Guidotto vescovo concesse licenza e consenso al detto Guglielmo per effettuare tale vendita. Per questo motivo il predetto signore Guglielmo di Montaldo, in qualità di tutore e a nome dei detti Baiamondo e Giacomo, fece atto di vendita in allodio nelle mani di Musso Bovicolo, incaricato a ciò dal comune di Asti, […] della quarta parte di un terzo per indiviso di tutto il castello, il villaggio e la giurisdizione di Castellinaldo e di ogni cosa che i fratelli Baiamondo e Giacomo o altri per loro avevano, tenevano e possedevano, giustamente o ingiustamente nel predetto luogo, castello, villaggio e giurisdizione […] con ogni onore, distretto, potere che hanno o finora sembrano avere nel predetto luogo e pertinenze, cioè sui cavalieri, sugli altri uomini feudali e non feudali, sulle vie, sui forni e sui mulini, sui fitti, sulle terre colte e incolte. […] La vendita è stata fatta in modo tale che il detto incaricato Musso, a nome del comune di Asti, e il predetto comune di Asti tutti i diritti sopra elencati tengano come proprietà allodiale, li posseggano pacificamente e per mezzo di essi possano fare guerra e pace senza opposizione dei predetti Baiamondo e Giacomo e dei loro eredi. […]

In seguito, il signor Guglielmo, in qualità di tutore e a nome dei detti minori, […] dichiarò di aver ricevuto da Musso, incaricato e a nome del comune di Asti, come prezzo della vendita 33 lire, 7 soldi meno 4 denari, di cui si ritenne soddisfatto. […]

Fatto nel castello di Bene [Vagenna], nel portico del salone del vescovo. Presenti come testimoni […]. Io Gandolfo Donadeo notaio scrissi.

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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005