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Didattica > Fonti > La società urbana nell’Italia comunale > IV, 39

Fonti

La società urbana nell’Italia comunale (secoli XI-XIV)

a cura di Renato Bordone

© 1984-2005 – Renato Bordone


Sezione IV – La struttura politico-sociale

39. I banniti di Alba

Il funzionamento della giustizia all'interno di un comune cittadino del Duecento si può cogliere, meglio ancora che dai manuali podestarili o dalle norme degli statuti, proprio dai verbali redatti dal podestà o dal suo giudice, in cui sono elencati i nomi dei rei, il tipo di reato commesso e l'ammenda o la condanna inflitta. L'elenco seguente proviene dal comune di Alba ed è del periodo precedente il 1220; in esso compare una nutrita serie di reati passibili di punizione: furto, abbandono del posto di guardia, lesioni, ecc.

Fonte: E. MILANO (a cura di), Il «Rigestum comunis Albe», Pinerolo, 1903 (Biblioteca della Società storica subalpina, XX), I, docc. 188-91, pp. 308-14.


[Avanti il 1215] Questi sono i nomi di coloro che sono stati messi al bando e non devono essere cancellati da questo libro se non per volontà del consiglio congregato al suono della campana:
Guglielmo per l'omicidio di Cataneo. […]

Guglielmo Beccaro per l'omicidio di Baldezzone e perché rubò a lui la borsa; non può essere tolto dal bando se non dopo aver pagato 50 lire per l'omicidio e 10 lire per il furto. […]

Ogerio Carrera per furto di lenzuola ad Adele; non sarà tolto dal bando se non dopo aver pagato 20 soldi e dopo che si sarà accordato con Adele.

Guilacio fratello di Ammazzagrano perché picchiò Marenco con una pietra facendolo sanguinare; non sarà tolto dal bando se non avrà pagato 20 soldi. È stato cancellato dal consiglio perché ha pagato 20 soldi. […]

I nomi di coloro che hanno commesso furti sono i seguenti: Aifredo di Asti commise furto nella chiesa di Pollenzo; Baldezzone di Mombazono e Foaceto commisero furto nella bottega di Mezzopiede. […] Questi sono posti al bando e resteranno fino a quando dimostreranno di essere stati assolti dei furti e intanto non coprano uffici pubblici né vengano accolti come testimoni.


[1215] Questi sono i nomi di coloro che sono stati posti al bando durante la podestaria di Guglielmo Burro:
[…] poiché Guglielmo, figlio di Conte di Roddi, era accusato di aver giocato a dadi nella chiesa di S. Nicola e non aveva voluto prestare un pegno né comparire davanti al podestà è posto al bando da cui non potrà uscire se non avrà pagato 100 soldi;
poiché Bastardo Ottone di Piobesi commise un furto per 30 e più soldi e se ne ebbero le prove, sia chiamato infame e sia rimosso da ogni incarico né si creda a ciò che dice né sia accolto come testimone;
poiché Ottone di Clavesana ricettò due maiali che erano stati rubati a Ottone Boverio, sia posto in bando da cui non può uscire se non avrà pagato 100 soldi;
poiché Giordano di Monsordo confessò di aver commesso il furto dei due maiali di cui sopra sia posto al bando da cui non può uscire se non avrà pagato 25 lire;
poiché Alberto Bocca di Asti non volle custodire la porta di S. Biagio come gli era stato comandato dal podestà, sia posto al bando da cui non può uscire se non avrà pagato 10 soldi.


[1216] Nomi dei banniti al tempo del podestà Galvagno Grasselli:
[…] Bastardo di Nova perché ferì con un coltello un ragazzo e lo fece sanguinare e citato più volte non venne davanti al podestà; non ne esca se non avrà pagato 25 lire;
Il podestà mise al bando Alberto Rolando perché aveva rubato una zappa a Guiliero Brailardo; non ne esca se non avrà pagato 12 lire e mezza; […]


[1217] Nomi dei banniti al tempo del podestà Ugo del Carretto:
[…] Armellina, perché ospitò la prostituta Galiana; non ne sia prosciolta se non avrà pagato 20 soldi;
[…] Malono, al bando per 3 soldi perché bestemmiò;
[…] Ottone Presbitero che abita nel borgo, perché fu sorpreso a tagliare legna altrui; non ne esca se non avrà pagato 2 soldi;
[…] Guglielma di S. Giovanni, al bando per 2 soldi perché gettò acqua sporca sulla strada. Cancellata perché pagò la multa.

© 2000
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UpUltimo aggiornamento: 01/03/2005