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Didattica > Fonti > L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale > IV, 1

Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione IV – La cultura borghese

1. L'istruzione come mezzo di affermazione sociale

La formula riassuntiva del nuovo spirito borghese comprendeva il timore di Dio, (collegato strettamente con il problema della salvezza dell'anima che, come si è visto (cfr. introduzione alla sezione La borghesia e la Chiesa), prendeva abitualmente un rilievo di primo piano nella sua coscienza di cattolico, quale di solito il borghese fu o, malgrado tutto, rimase) e l'amore, sentito e profondo, per il sapere, la cultura, l'esperienza, che fece del borghese un antesignano dell'uomo dell'età moderna. Questi due «nobili» sentimenti si appoggiavano naturalmente su uno spirito audace e contemporaneamente calcolatore e sulla cupidigia di denaro che spingeva non di rado chi stava negli affari a dimenticarsi del «buoni principi». All'inizio del suo libro Di buoni costumi Paolo da Certaldo insiste sulle cinque regole su cui si deve fondare la saggezza e la conoscenza di un buon borghese, in cui naturalmente hanno rilievo il timore di Dio e l'amore ed il rispetto per la cultura, intesa non come un'acquisizione dottrinale puramente superficiale e mnemonica, ma come qualcosa che deve essere acquisito e reso proprio, con la costanza e con la fatica.

Fonte: Paolo DA CERTALDO, Il libro di buoni costumi, a cura di S. MORPURGO, Firenze, Le Monnier, 1921, pp. XLVII-XLIX, n. 2.


… cinque sono le chiavi della sapienzia… però, che sanza quelle o sanza alcuna d'esse non potresti avere tuo intendimento né perfetta iscienzia de le chose che volessi sapere. Le quali cinque chose sono queste: temere Idio; onorare il tuo maestro; chontinuamente leggere; chontinuamente domandare di quelle chose le quali tu non sai; ricevere, bene ne la mente tua quello che leggi e che 'npari e che t'è insengniato dal tuo maestro, che maestro tuo s'intende ongniuno che t'insengnia quella chosa che tu non sai, eziandio i' libro che leggi, intendendolo, è tuo maestro di quella chosa che legiendo impari.

Dunque la prima chiave della sapienza si è avere sempre timore del nostro singniore Iesù Christo, però ch'è tutto potente: dunque si dèe temere, reverire e onorare… La sechonda chiave de la sapienzia si è che sempre tu onori il tuo maestro, ciò è que' che tt'insengnia. Molto è da onorare il maestro, però che sanza il maestro non puoi essere virtudioso: e l'uomo che vive sanza virtù è peggio che morto… La terza chiave de la sapienzia si è che tu continuamente legghi molti libri chon molto studio, però che legiere chontinuamente fa 'nparare molte chose; e chi molti libri legie, molte e nuove chose truova e, domandando, molto inpara… La quarta chiave de la sapienza si è che tu chontinuamente domandi di quelle chose che tu non sai a choloro che tu credi che sapiano più di tè; e non avere vergongnia di domandare di quelle chose che tu non sai e che tu vuoli imparare… La quinta chiave de la sapienza si è che tu ritenghi bene ne al mente tua quello che leggi e che t'e insengniato però ch'a non ritenere quello che leggi e che t'è insengniato e che 'npari è uno perdere di tempo.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05