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Didattica > Fonti > L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale > V, 4

Fonti

L'ascesa della borghesia nell'Italia comunale

a cura di Anna Maria Nada Patrone

© 1974 – Anna Maria Nada Patrone


Sezione V – L'etica borghese

4. La buona reputazione

Il perbenismo borghese è perfettamente delineato in questi consigli di Paolo da Certaldo (cfr. letture a, b, c, d, e, f) e di Giovanni Morelli (cfr. lettura g) che si fanno portavoci della prudenza e dell'opportunismo di un ceto che per estendere e consolidare il suo potere economico non poteva non tener conto della «voce pubblica».

Fonti: a) PAOLO DA CERTALDO, Il libro di buoni costumi cit., p. LXII n. 83; b) Ivi, n. 85; c) Ivi, p. LXXXI, n. 134; d) Ivi, p. LXIII, n. 86; e) Ivi, p. LXIX, n. 101; f) Ivi, p. XCIII, n. 165 ; g) GIOVANNI DI PAGOLO MORELLI, Ricordi cit., pp. 275-276.


a/ Melglio è all'uomo avere buona fama in questo mondo che avere un gran tesoro; e però prochacciati di vivere in questo mondo dirittamente, acciò ch'aquisti buona fama, però che chi chon buona fama muore, in questo mondo sempre vive. Puoi acquistare in questo mondo buona fama usando le virtù e partendo [1] e schaciando da tè i vizi.


b/ Molto ti guarda di non avere chonpagnia né amistanza chon uomo ch'abia fama d'essere traditore o paterino o falsatore di moneta o micidiale o assassino o ghiottone o chon maldiciente o sodomito; e simile chon uomini ch'abiano palese, o per fama altrui, rei vizi.


c/ Molto ti guarda da questi pericholi in però che molto sono grandi e di grande rischio. Ciò sono: fortuna di mare e di fuocho e d'acqua chorrente; e di furore di popolo e di chorrere uno chavallo o molti, e di lingua di ria femmina e di singnoria di villani e di chorsari di mare e di scherano di terra.


d/ Guardati di non andar fuori di chasa tua di notte, se puoi fare altro; e se tti pur chonviene ire, mena techo chonpagnia fidata e uno buono e grande lume. Non andare mai a chasa di niuna femina mondana nè d'altra simile di notte, per ch'ella mandi per te; e se pur mandasse più volte per te, dille che vengha a chasa tua, s'ella vuole venire; se nno, sì si rimangha; che molte beffe se ne sono già vedute e spezialmente in terre marine e forestiere [2].


e/ Quando odi o vedi in alchun luogho remore o zufa, partiti imantinente e non v'andare, ch'altro che male non vi pui aquistare; e sara'ne messo a testimonianza: e poi, se di' il vero, n'achatti nimici. E però fugi le zuffe se puoi.


f/ Quando vedi il fuocho ne la chasa del tuo vicino, recha l'aqua ne la tua.


g/ Guarti di non biasimare ne' dire male di loro imprese e faccende [dei governanti], eziandio ch'elle siano cattive; istatti cheto e non uscire se non a commendarli e centra di queste non volere udire ne operare contro per veruno modo, eziandio che da loro russi ingiuriato. E se d'alcuna persona ti fusse mosso [3] alcuna cosa, la quale fusse contro a chi regge, non la volere udire e schifala per ogni via e modo; e non usare con chi è male contento e non t'imparentare con esso e non ragionare d'alcuna cosa con lui se non in presenza d'altri istatuali [4]. E se pure per disavventura sentissi nulla, di subito e, sanza alcun pensiero, rapporta alla signoria…

[1] Allontanando.

[2] Cfr. lettura 8, sezione II.

[3] Confidata.

[4] Statuali = uomini di governo.

© 2000
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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05