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Didattica > Strumenti > La città medievale italiana > Testimonianze, 26

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La città medievale italiana

di Gina Fasoli e Francesca Bocchi

© 1973-2007 – Gina Fasoli e Francesca Bocchi


Testimonianze

26. Condanna di un omicida (1149)

Questo decreto del 19 maggio 1149 contro un reo di assassinio è fatto non da un magistrato ma da tutto il bononiensis populus, cioè in nome di tutti coloro che avevano giurato di sostenere il comune. Sono i concives quindi che in perpetuo non vogliono più fra loro l'assassino, il quale non potrà nemmeno abitare nella città o nel distretto di Bologna e i cui beni non potranno appartenere a nessuno, ma dovranno restare abbandonati e di proprietà di tutti. (Il testo qui riprodotto è tratto da G. FASOLI, Gli statuti di Bologna nell'edizione di Luigi Frati e la loro formazione, in «Atti e Memorie R. Deputazione di Storia patria per l'Emilia e la Romagna», vol. I, 1935-1936, pp. 56-57).

Sulla storia di Bologna cf. la bibliografia della testimonianza 21.

 

Quartodecimo kal. iun., indictione XII. Nos inquam bononiensis populus propter perpetratum scelus, a Grasso de Randuino comissum, quod Ottolinum suum videlicet generum occulte morte interfecit, iuramus predictum Grassum et qui cum eo conscii et partecipes fuerunt mortis prefati Ottolini deinceps in perpetuum neque concives fore civitatis Bononie neque habitatores castri sive burgi, sive ville vel cuiuslibet alterius loci territorii sive comitatus Bononiensis eorumque bona in nullius bonis esse volumus, sed vacua semper atque deserta velut publicata et prescripta in comune totius populi Bononie civitatis permaneant.

 

[19 maggio, indizione XII. Noi, popolo bolognese, per il delitto commesso da Grasso di Randoino che uccise Ottolino suo genero occultamente, giuriamo che il predetto Grasso e coloro che furono complici e partecipi dell'uccisione del predetto Ottolino d'ora in poi non saranno in perpetuo concittadini della città di Bologna, né abitanti di un castello, di un borgo, di una villa o di qualsiasi altro luogo del territorio o del comitato di Bologna e non vogliamo che i loro beni passino ad altri, ma restino abbandonati e deserti e come confiscati e prescritti rimangano in proprietà della città di Bologna].

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UpUltimo aggiornamento: 02/08/08