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Bisanzio. Società e stato

di Jadran Ferluga

© 1974 – Jadran Ferluga


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11. Vedute dell'imperatore Costantino VII Porfirogenito sul potere imperiale e il governo dello stato  

L'imperatore Costantino VII Porfirogenito (913-959) ci ha lasciato tutta una serie di libri, da lui piuttosto promossi che scritti, sulle cerimonie di corte, sull'amministrazione, sui rapporti con i popoli che circondavano l'impero. Grazie a lui il quadro dell'impero bizantino è in molte parti più chiaro, più evidente, più vicino. Quanta importanza egli attribuisse all’imperatore, alla sua posizione, in genere a tutta l'ideologia imperiale ce lo fanno vedere già i titoli delle sue opere. Qui è tradotto, talvolta intenzionalmente alla lettera, il proemio del cosiddetto De administrando imperio (vedi Fonti, ed. cit., pp. 44-46), che è testimonianza evidente dell'alta posizione dell'imperatore, prescelto da Dio, suo rappresentante sulla terra, investito da Lui del potere sugli uomini.

 

Costantino in Cristo l'eterno imperatore,

Imperatore dei Romei a suo figlio Romano,

Imperatore incoronato da Dio e nato nella porpora.

 

Proemio

 

Un figlio saggio fa felice un padre e un padre affettuoso prova diletto in un figlio prudente. Il Signore infatti dà il senso di quando si deve parlare e porge un orecchio per udire; con Lui è il tesoro della saggezza, e da Lui viene ogni dono perfetto; Egli pone i re sul trono e dà ad essi la signoria di tutto. Ascoltami dunque, figlio mio, e avendo imparato questo mio insegnamento tu sarai reputato saggio tra i prudenti e prudente tra i saggi; le genti ti benediranno, e la moltitudine dei popoli ti chiamerà beato. Sii istruito in ciò che tu devi prima di tutto sapere e con assennatezza prendi in mano il timone dell'impero. Occupati delle cose presenti e sii istruito circa le cose future, cosicché tu possa accumulare esperienza e buon giudizio ed essere altamente competente negli affari. Vedi, pongo una dottrina dinanzi a te, cosicché con l'esperienza e la conoscenza che ti vengono da essa tu non sbagli circa i migliori consigli e l'interesse comune: in primo luogo in che cosa ogni popolo può essere vantaggioso ai Romei, e in che cosa danneggiarli; e come ognuno di essi e con l'aiuto di quale altro popolo può essere affrontato in guerra e sottomesso; poi riguardo alla loro vorace e insaziabile indole e ai doni che irragionevolmente richiedono e poi riguardo anche alla differenza fra altri popoli, alle loro origini, abitudini e modi di vita, e alla posizione e al clima del paese che abitano, alla sua lunghezza e larghezza e inoltre anche riguardo alle cose che nei vari periodi di tempo sono avvenute tra i Romei e i vari popoli; e dopo di ciò quali innovazioni sono state in varie epoche introdotte nel nostro stato, e in tutto l’impero dei Romei. Queste cose le ho scoperte con la mia propria saggezza e ho detto che dovranno essere fatte conoscere a te, mio ben amato figlio, in modo che tu possa conoscere la differenza fra ciascuno di questi popoli e come siano essi a trattare o a conciliare o a fare la guerra e a opporti ad essi. Ti temeranno infatti come uno che è di statura grande e come dal fuoco fuggiranno da te; le loro labbra taceranno e, come da dardi, saranno dalle tue parole coperti di ferite. Apparirai loro terribile e la tua figura metterà loro il tremore addosso.

E l'onnipotente ti coprirà con lo scudo e colui che ti ha creato ti darà senno; egli guiderà i tuoi passi e ti porrà sopra una solida base. Il tuo trono sarà come il sole davanti a Lui, e i suoi occhi guarderanno verso di te e nessuno dei mali ti attaccherà, poiché Egli ti ha scelto e separato dal grembo della madre e ti ha dato il suo impero come a quello che è il migliore di tutti e ti ha posto come un rifugio sopra una montagna e come una statua d'oro sopra un’altura e ti ha innalzato come una città sopra un monte affinché i popoli possano portarti i loro doni e gli abitanti della terra possano inchinarsi davanti a te [1]. Ma tu, o Signore mio Dio, il cui impero è eterno e indistruttibile, da’ prosperità a lui che attraverso Te è stato generato da me e stia la sorveglianza tua sopra di lui e il tuo orecchio sia incline alle sue suppliche.

Possa la tua mano tutelarlo ed egli governare per la verità, e la tua mano destra guidarlo; possano le sue vie essere appianate davanti a Te perché possa preservare i tuoi comandamenti. Possano i nemici cadere dinanzi a lui e i suoi nemici mordere la polvere. Possa il ceppo della sua progenie coprirsi con foglie di fecondità, e l'ombra del suo frutto coprire montagne reali; poiché gli imperatori regnano grazie a Te, glorificandoti eternamente.

[1] Fare cioè la proskynesis.

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UpUltimo aggiornamento: 26/07/08