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Didattica > Strumenti > Bisanzio. Società e stato > Documenti, 18

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Bisanzio. Società e stato

di Jadran Ferluga

© 1974 – Jadran Ferluga


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18. Dal «Vademecum di un aristocratico bizantino» dell'XI secolo

Il titolo del libricino di Kekaumenos, Strategicon, non corrisponde al contenuto o solo in parte. I due capitoli qui tradotti in base alla nuova edizione di G. G. LITAVRIN (vedi Fonti, ed. cit., pp. 188-191, con traduzione russa) ne mostrano la varietà dei temi. Il titolo è perciò stato tradotto o come «Consigli e racconti di un signore feudale» (Vasil'evskij) o «Vademecum di un aristocratico bizantino» (Beck), e ultimamente «Consigli e racconti di Kekaumenos, opera di Un generale bizantino dell'XI secolo» (Litavrin).

I due capitoli scelti sono indicativi per comprendere quale fosse la mentalità di un proprietario fondiario della provincia, come le sue terre lentamente si chiudessero in un'unità economica più o meno indipendente, ma anche quali fossero i problemi dell'aristocrazia fondiaria in un'economia monetaria e quanta diffidenza regnasse nei rapporti umani.

 

Se conduci una vita privata senza impiego pubblico, fa' i servizi che sono necessari per mantenere in ordine la tua casa e cerca di non trascurarli. Nessun altro modo di vita è più decoroso per te della lavorazione della terra. Costruisciti dei servizi domestici, quali mulini e officine, giardini e ciò che comunque dà un provento annuo, attraverso il fitto o in natura. Pianta alberi di ogni specie e cespugli, ciò ti porta rendite senza richiedere la lavorazione anno per anno. Così hai una vita tranquilla. Le tue mandrie comprendano per esempio buoi da aratro e maiali e pecore e altro bestiame, che di anno in anno prolifica, cresce e si moltiplica. Con ciò hai una tavola ben fornita e puoi godere in tutto: nell'abbondanza di cereali, vino e tutto il resto, semenze e animali, sia da macello che da allevamento. E se vivrai in questo modo e non starai colle mani in mano e ti occuperai della tua economia domestica, il tuo patrimonio non diminuirà.

Datti da fare per dirigere bene la tua vita domestica. Se non te ne preoccupi la tua servitù divora il tuo intero profitto e si appropria di tutto. Se poi sopraggiunge un'annata cattiva e la terra non ha fruttato niente, risulta che tu non hai accumulato né grano né altri frutti per nutrire la tua gente. E tu vuoi comprare qualcosa, ma non hai denaro. Getti un'occhiata sulla tua servitù e ti preoccupi di come la devi nutrire. Manderai un profondo sospiro e ti proponi di andare da qualcuno per prendere in prestito il necessario, ma non c'è nessuno che ti dia qualcosa. Tu preghi uno e lui ti dice: «Credimi, io ne avevo ma prima di te me ne hanno chiesto già altri e io ho dato a loro e mi è rimasto solamente ciò di cui io stesso ho assolutamente bisogno». Vergogna e dolore sono le conseguenze: vergogna perché hai dovuto mendicare e non hai ricevuto nulla; dolore perché non sai da dove prendere. Allora vai da un altro ed egli ha per te la stessa scusa e anche se ti dà qualcosa, si tratta di ben poco e solo su pegno, con brontolio e nell'attesa di ricevere in restituzione da te ancora di più; solo così ti presta il danaro. Tu trovi un finanziatore, ma agisce come la maggior parte: pretende interessi e la tua proprietà per sicurezza; gli rilasci premurosamente i documenti in proposito e per di più ad una scadenza fissa. Il termine trascorre, il creditore pretende capitale e interessi, ma tu differisci perché non hai niente.

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UpUltimo aggiornamento: 26/07/08