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Bisanzio. Società e stato

di Jadran Ferluga

© 1974 – Jadran Ferluga

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26. Prestiti veneziani all'esausto e indebitato impero bizantino

La miseria finanziaria dell'impero bizantino, soprattutto in quest'epoca, cioè dopo le lunghe ed estenuanti lotte civili, era catastrofica. Il brano di questo regesto delle Deliberazioni miste del Senato di Venezia (vedi Fonti, ed. cit., vol. I, p. 65, n. 218) è un'illustrazione della situazione finanziaria e politica di Bisanzio: gli imperatori devono farsi prestare danaro, dando pegni, e non hanno evidentemente mezzi per riscattarli, non solo, ma l'istruzione denota il tono autoritario e il modo alquanto prepotente col quale gli inviati della repubblica di San Marco trattavano con i rappresentanti dell'impero.

20 gennaio 1349

Venendo a scadenza la tregua con l'impero bizantino il Senato decide, su proposta dei Savi agli Ordini [1] :

1) un ambasciatore sarà inviato a Costantinopoli dove si dovrà intrattenere con l'imperatore; 2) gli esporrà il grande danno subito dal Comune a proposito del prestito di 30.000 ducati, di cui richiederà il rimborso; 3) se gli imperatori non possono pagare, l'ambasciatore domanderà il pagamento degli interessi o, se ciò non è possibile, l'aumento dei pegni; 4) se non ottiene niente, dirà che i pegni saranno venduti; 5) a proposito del rinnovamento della tregua, l'ambasciatore insisterà per regolare i danni immediatamente; 6) se riceve assicurazioni in merito, l'ambasciatore potrà rinnovare la tregua per altri cinque anni; 7) tutti i danni saranno valutati e definiti; 8) l'ambasciatore ha pieni poteri per limitare in maniera equa le eccessive pretese dei sudditi veneziani; 9) la valutazione dei danni sarà fatta con il concorso del nostro baglio [2] e dei consiglieri di Costantinopoli.

(Deliberazioni miste, 24, ff. 113v.-114-114v.).