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Didattica > Strumenti > Bisanzio. Società e stato > Documenti, 30

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Bisanzio. Società e stato

di Jadran Ferluga

© 1974 – Jadran Ferluga


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30. L'impero ridotto alla sola capitale (fine del XIV secolo)

Ducas appartiene alla pleiade degli storici bizantini – Laonico Calcocondila, Giorgio Sfranzes, Critobulo – che ci raccontano in linee generali gli avvenimenti a partire dalla metà del XIV secolo e dettagliatamente invece quelli del XV. Con stile vivo e diretto ci espone la storia della conquista con cui gli Ottomani sommersero gli ultimi residui dell'impero bizantino. Riportiamo qui dalla traduzione italiana (vedi Fonti, ed. cit., pp. 373-374) una pagina da cui si vede in quale stato di miseria si trovasse nel 1391, all'avvento dell'imperatore Manuele II, l'impero bizantino ormai ridotto alla sola capitale e alla lontana Morea.

 

Emanuel Paleologo, per avanti coronato imperadore, intesa la morte de suo patre non fo tento, ma con ogni velocità nocte sene fuzì a Constantinopoli; et compito el pianto et li exequii funerali de suo patre secundo la consuetudine, comenzò a sentare in la sedia imperiale, habiando grande cura et pensiero dele cose de l'imperio. In questo tempo intendando el tyranno la morte de l'imperadore et la fuga de Emanuel, grande molestia et displicentia ne senti, et irato molto disdignato se demostrò contra li soi prefecti, per colpa di quali crediva che quella paisa delle sue mane scampata fosse. Et da tale ira mosso mandò uno suo ambaxador ad Emanuel imperador, el quale havesse ad exponere come el voleva mandare ad stare a Constantinopoli uno zudexe de la sua leze (el quale in la sua lingua chiamano Cadì), che havesse a zudicare secundo la leze Arabica tutte le cause che havesseno avertite tra Christiani et Musulmani, perché non era licito che i soi Musulmani dovesseno stare al iuditio d'infedeli.

Et se non voliva far tutte le cose che lui comandava, serrasse le porte dela cità et dentro imperasse: che l'imperio de fora era tutto suo. Et mandato questo ambaxador a Constantinopoli, subbito lui con lu exercito passò da Bithynia in Tracia, vastando tutte le provincie, togliando le anime dai loci onde erano native, et trasportandole in lontani paesi forestieri. Prese Solonichi et tutto'l suo destricto. In Peloponneso mandò Auranesio principe Turcho in le citade le quale sono exposte al mare Eusino, mandò Zuracham; i quali guastavano le terre, e le anime mandavano in dura servitù de Turchi, el paese, come heremo, remanente vacuo di nativi soi habitatori. Constantinopoli non havea più né ville né villani che arasse né secasse: fora delle mure non se stendea el suo imperio le campagne che prima erano ben felice et culte, alora erano come heremo deserte; la cità da tanta inopia et carestia assediata et restrecta; che le anime per la longa inedia languenti et per la extrema fame conveniano abbandonar li proprii corpi, ad tanta carestia de legname erano venuti che da necessità costrecti ruinavano li superbi palazi, et le dorate travature bruxavano. El tyranno non combativa la terra, né portava instrumenti da rompere né scandere le mure, ma con longo assedio et studiose guardie observando tutti li passi et le porte non lassavano alcuno intrare in la citade. L'imperador Emanuel, vedendose da tante adversitade et inopia de tutte le cose necessarie combattuto senza alcuno aiuto, non sapea che fare, né in qual parte se dovesse voglere. Scripse ala sanctità del papa, al'imperadore et re de Hungaria, alo re de Franza et molti altri principi Christiani, notificandoli la strectura et grande extremità de Constantinopoli, et che se non provederanno de presto soccorso, per la grande fame et inopia de tutte le cose converrà darse in mano deli inimici dela sancta fede.

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UpUltimo aggiornamento: 26/07/08