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Didattica > Fonti > La mercatura medievale > Letture, 12

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La mercatura medievale

di Armando Sapori

© 1972-2006 – Armando Sapori


LETTURE

12. Testamenti di mercanti

21 giugno MCCLVIIII [1]

In nome di Dio amen. Io Giacomo figlio del fu Angelerio, cittadino senese, sano di mente per quanto infermo di corpo, volendo per pubblico testamento disporre dei miei beni e provvedere alla salvezza della mia anima, per prima cosa voglio e ordino che tutte le usure e il mal tolto da me e illecitamente acquisito si diano e restituiscano a tutte quelle persone che si trovano scritte nel mio «libro della ragione», che manualmente consegno a frate Ugo monaco di S. Galgano, e nel mio «libro della società», nei quali si contiene in che modo presi ed ebbi quelle usure; nonché a tutte le altre persone e Comunità ciò che da loro ricevei, percepii o estorsi, o altri li estorse per me, per usuraria pravità o in altro modo illecito: le quali persone e Comunità debbono essere ritrovate e investigate tanto per mezzo dei detti libri quanto con altri modi come meglio si potrà. Voglio anche e ordino che tutti i debiti per i quali sono tenuto per qualsiasi causa e a qualsiasi persona e Comunità siano resi, pagati e finiti, e in prima a Ildebrandino di Iacopo degli Spini e a Federigo di Berlingieri. E poiché tutti i miei beni [in danari] non sono sufficienti alla restituzione delle usure e del mal tolto che ho fatto, ma molte di più sono le usure e il maltolto di quello che comportano i miei detti beni, e lo superano, voglio e ordino che tutto ciò che posseggo sia venduto e alienato e il ricavato si converta [in danaro] e si dia in restituzione e per restituzione delle mie usure e maltolto, e dei miei debiti: la quale vendita e alienazione si faccia e si debba fare dall'Abate di S. Galgano dell'Ordine di Cestello, che istituisco mio fidecommissario, e scelgo e lascio a fare ciascuna e tutte le sopradette cose. Voglio anche che il detto Abate di S. Galgano esiga e ricolga tutti i miei crediti e i miei diritti, e tutto ciò che a me è dovuto in qualsiasi modo e per qualsiasi ragione, tanto nel Regno di Francia quanto in qualunque altro luogo, dando e concedendo al detto Abbate generale e libera amministrazione per tutte, e singole, queste cose. E perché abbia ed esplichi il pieno diritto a eseguire quanto meglio sia possibile tutto ciò, do e cedo a te frate Ugo attualmente monaco del monastero detto di S. Galgano, ricevente in nome e per conto dell' Abbate del detto convento, nonché in nome tuo proprio, tutti i diritti azioni e ragioni che ho e che ritengo di avere, e contro tutti e ciascuno dei miei debitori e i loro eredi e i loro beni, quali che siano i debitori e di qualsiasi località: che risultino da lettere, da strumenti, da sicurtà, e libri, chirografi, e scritture mie e della mia società. Te frate Ugo per il detto Abbate faccio procuratore come in cosa tua propria, e costituisco mio successore universale nei miei diritti… [segue elenco dei beni del testatore].

Fatto in Siena nella casa nuova del detto Giacomo posta davanti alla Chiesa di S. Desiderio, di fronte al prete Cristofano rettore della Chiesa predetta, frate Vernaccio, Ildibrandino di d. Lambertino, Iacopo Romei, Albizzo di Arrigo e Ugolino del fu Perfetto, Ildibrandino di Iacopo degli Spini e Ranieri di Garardo pizzicagnoli, e molti più altri, testi presenti erogati, nell'anno del Signore 1259, indizione II, 11 Kal. luglio.


1 giugno 1273[2]

Al nome di Dio, amen, e di salvamento dell'anime di tutti choloro che guadangnaro questo avere che quie si scriverà per dare per Dio e Gieso Christo Filliuolo di Dio Vivo e de la Vergine Madonna S. Maria, si rapresenti questo ed ongne bene all'anime di choloro che 'l guadangnaro e chi faticha ci aoperò, sie chome fuoro il mio padre e la mia madre, e i miei fratelli e di me Bene Bencivenni, ed io ispendo tutto ciò avere ched i'ò per Dio ai poveri sie chome la mia chonosscienza riprende che piue sia piacere di Dio e de la Sua Madre Madonna Santa Maria e chossì sia, e chosie lo sscrivo per mio testamento di mia mano quie per assenpro.

A lo Spedale da S. Ghallo lasscio lbr…

A lo Spedale da Duomo lasscio lbr…

A lo Spedale da la Badia di Firenze lasscio lbr…

A lo Spedale di S. Trinita lasscio lbr…

A lo Spedale di S. Piero Ghattolini lasscio lbr…

A lo Spedale di San Giorgio lasscio lbr…

A lo Spedale di S. Maria del Bighallo lasscio lbr…

[1] L. ZDEKAUER, Il mercante senese nel Dugento, estratto dal «Bullettino senese di storia patria», a. XXXI, 1924, fasc. I-II, pp. 36-40 (trad. dal latino). Vedi nel testo «4. La figura del mercante: 1. Il mercante italiano dell'età eroica».

[2] Nuovi testi fiorentini del Dugento a cura di A. Castellani, t. I, Firenze, Sansoni, 1952, pp. 284-285.

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UpUltimo aggiornamento: 19/11/06