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La mercatura medievale

di Armando Sapori

© 1972-2006 – Armando Sapori


1. La rivoluzione commerciale e la rinascita dall'Europa

2. Le crociate

[v. LETTURA 1]. AI seguito della crociata quegli scambi, divenuti sicuri, sarebbero stati continui e regolari; e il massimo dei vantaggi della congiuntura lo colsero appunto i mercanti italiani che disponevano delle navi per il trasporto dei cavalieri in Terrasanta e assicuravano a loro il rifornimento dei combattenti, dei mezzi bellici e degli approvvigionamenti. Siccome questo avveniva di continuo, si può dire che, per ciò che riguarda i traffici, le molte crociate fossero una sola.

In cambio dei servizi resi i mercanti ottennero una quantità  di concessioni nelle località conquistate, che si possono compendiare nella denominazione di «stabilimenti italiani in Terrasanta»: una banchina nei porti per attraccarvi le navi, e nell'interno un quartiere nel quale avevano le loro abitazioni, i loro magazzini di deposito e le loro botteghe per la vendita, nonché una chiesa, un cimitero, un forno, un bagno pubblico e talvolta, ai margini, un pezzo di terra da far coltivare. Retti da propri consoli che applicavano le leggi delle rispettive repubbliche e avevano giurisdizione anche sugli indigeni, si trattava di vere colonie.

Sistemati in quei possedimenti, quei mercanti avevano la possibilità di comprare le merci dei più lontani retroterra portate dalle carovane, merci che avrebbero rivenduto con alti profitti nel continente: non corrispondevano infatti dazi ai signori, o quanto meno notevolmente ridotti; e non correvano l'alea delle rimanenze in quanto conoscevano la loro clientela appartenente alle più alte classi sociali, sempre più esigente in fatto di qualità, alla quale si aggiungeva quella dei ceti medi via via che salivano nel tenore di vita. Furono gli anni dei più grossi guadagni, nerbo a loro volta per altre operazioni.

Comunque quegli uomini accorti, che si inserirono abilmente nella congiuntura, non la poterono sfruttare appieno: per il che sarebbe occorso che non rimanessero sulle coste lasciando margini di guadagno agli intermediari carovanieri, ma penetrassero nell'interno dei paesi di origine delle merci. Però i Greci di Costantinopoli controllavano i Dardanelli e gli Egiziani la penisola di Suez, mentre nel Mediterraneo occidentale gli Arabi della Spagna erano padroni dello stretto di Gibilterra.

La porta di Suez si provarono a forzarla i crociati, ma fallirono con le due imprese, la terza e la sesta, durante le quali morì l'imperatore Barbarossa e fu fatto prigioniero Luigi IX re di Francia. E così rimasero chiusi il Mar Rosso e l'Oceano Indiano. Conquistarono invece l'accesso all'Asia – attraverso alla quale poi, favoriti dall'improvviso abbandono da parte dei successori di Genghiz Khan delle invasioni mongoliche che si erano spinte fino alle soglie dell'occidente, si portarono (vedi Marco Polo) fino a Pechino – in virtù di una spregiudicata iniziativa di Venezia, il dirottamento della quarta crociata su Costantinopoli che inferse all'Impero bizantino un colpo da cui non si sarebbe ripreso: nell'Impero latino d'oriente, infatti, creato in quell'occasione e caduto dopo poco più di un cinquantennio e – questa volta per la manovra dei Genovesi rivali sempre più accaniti dei Veneziani – salirono al trono i deboli Paleologi. La lotta fra le città del Golfo e della Laguna si concluse con la sconfitta di Genova; ma se Venezia raggiunse l'apogeo, maturavano per lei i tempi duri dei secoli successivi culminati con l'avanzata dei Turchi. Anche sulla terza via, quella dell'Atlantico, ebbero successo. Dopo aver raggiunto alla fine del Dugento l’Inghilterra, ai primi del secolo XIV navi genovesi e veneziane gettavano l’ancora nel porto di Bruges, e con questo si collegava via mare il più grande impero commerciale del Mediterraneo con il più piccolo ma efficiente impero degli Anseatici, padroni dei mari del nord: fatto importante soprattutto perché lo stimolo alla navigazione atlantica avrebbe aperto la via alla possibilità dei viaggi di scoperta, mentre dal punto di vista pratico, immediato, quella importanza era minore, perché la rotta marittima da Venezia a Bruges era troppo lunga e più costosa dei percorsi terrestri attraverso ai quali da tempo quei due imperi si erano congiunti.

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UpUltimo aggiornamento: 19/11/06