| Certosini e cistercensi a cura di Cristina Sereno [versione 1.0 - aprile 2006] © 2006 - Cristina Sereno per "Reti Medievali"
Certosini e cistercensi costituiscono le due principali novità nel panorama monastico occidentale tra la fine del secolo XI e l’inizio del XII. A tale posizione di rilievo corrisponde una folta presenza di studi e pubblicazioni a essi dedicati, di rassegne bibliografiche nonché di fonti edite, sebbene il dibattito sulle caratteristiche delle due congregazioni e sui rapporti con le altre realtà religiose e con la società medievale sia ben lontano dall’essere concluso. Qui di seguito si delineano, in modo necessariamente sommario ed estremamente sintetico, le principali acquisizioni storiografiche sulle due correnti a partire dalla bibliografia segnalata nelle voci successive, a esse specificamente rivolte. I temi indicati costituiscono gli indispensabili punti di partenza per chi si voglia accostare al loro studio e si concentrano in primo luogo sugli aspetti più discussi, sulle sintesi, sulle analisi comparative e sull’evoluzione delle rispettive osservanze. Questi sono parsi gli elementi più significativi, e talvolta ancora problematici, da sottolineare, mentre i contributi dedicati a singoli enti sono segnalati soprattutto se si aprono a disamine più generali o se contribuiscono a portare alla luce nuove questioni e prospettive. Si tenga presente che il taglio cronologico della scheda è rivolto in modo particolare ai secoli dal XII al XIV, anche per una maggiore disponibilità di materiale storiografico in quanto gli studi muovono sistematicamente dalle origini vuoi del singolo ente, vuoi della congregazione. Inoltre sia le collezioni di fonti sia la bibliografia presentate privilegiano, quando possibile, il versante italiano, anche se non mancano segnalazioni sulle produzioni di altre aree. La nascita dei certosini e la figura del loro fondatore san Bruno (è del 1084 l’istituzione della Grande Chartreuse) si inseriscono nella rinnovata attrazione che l’ideale di vita eremitica esercita sulla spiritualità occidentale nel secolo XI, e in questo quadro l’ordine è stato prevalentemente studiato, cercando di distinguere al suo interno l’apporto di elementi sia eremitici sia cenobitici. Le certose (definizione che, per altro, è usata tardi dall’ordine per definire i propri enti) si presentano come centri in cui si praticano in modo estremamente rigoroso la vita ascetica e contemplativa; la stabilitas, accanitamente propagandata da san Bruno, in contrasto con l’eremitismo girovago e disordinato del periodo; l’isolamento rispetto al secolo, anche grazie alla creazione di una vasta fascia di desertum tendenzialmente disabitato intorno alle fondazioni; la povertà, almeno a livello individuale. Questi sono i temi più sentiti, ma anche più frequentemente ripensati e puntualizzati dagli specialisti di storia e spiritualità certosine. Il rigetto del mondo e la fuga nella solitudine, che sono caratteristiche della biografia del fondatore, si trasmettono all’intero ordine, essendo successivamente codificate dal quinto priore generale, Guigo I, nelle prime Consuetudines redatte; esse rappresentano lo strumento indispensabile per analizzare l’ordinamento istituzionale certosino e la questione, molto attuale per gli studiosi degli ordini, della costruzione dell’identità certosina. Va ricordato comunque come la regola certosina sia ben più vicina a modelli arcaici, come quello di Pacomio, che alla Regola di san Benedetto. L’espansione delle certose è apparsa a tutti gli studiosi che se ne sono occupati come molto più lenta e modesta rispetto a quella di altre esperienze coeve, primi fra tutti i cistercensi; la ragione è stata rintracciata nell’estrema severità della regola e, conseguentemente, delle condizioni di vita negli enti; nella relativamente tardiva organizzazione come ordine dotato di un capitolo generale, di consuetudini e così via; e infine nella personalità dei priori generali, che, ad esempio proprio con Guigo, favorisce un’interpretazione rigorosa dell’isolamento. Come per buona parte delle congregazioni religiose, tuttavia, anche quella certosina si evolve, nel corso del basso medioevo, verso un’osservanza delle norme meno rigida e più in sintonia con le contemporanee trasformazioni dell’intera societas christiana: ecco comparire così, nel corso del secolo XIV, una nuova ondata di fondazioni, non più strettamente confinate in aree impervie e isolate ma a ridosso dei centri urbani, dotate di patrimoni rilevanti e di relazioni più intense che in passato con il secolo, sulle quali l’analisi storiografica è ancora in buona parte aperta. I cistercensi vedono la luce nello stesso milieu spirituale dei certosini, pervaso dal proposito di riformare la vita religiosa grazie all’allontanamento dal mondo, la povertà, il lavoro manuale, l’ascetismo propugnati dal loro iniziatore, Robert de Molesme (m. 1111). La vera svolta per i cistercensi si ha tuttavia con l’ingresso nella congregazione di san Bernardo di Clairvaux (1090-1153), la cui straordinaria personalità e l’infaticabile lavoro di propaganda degli ideali cistercensi – non senza punte polemiche, come nella notissima e studiata controversia con Cluny – hanno influito non poco sul successo dei monaci bianchi. Inoltre contribuiscono alla rapidissima e impetuosa diffusione dell’ordine, nettamente superiore a quella certosina, anche il precoce collegamento con la politica riformatrice del papato e l’insistenza sull’osservanza integrale della Regola di san Benedetto, che risponde bene alle rinnovate esigenze rigoristiche e pauperistiche espresse dalla cristianità del secolo XII. Anche il saldo rapporto con le élite aristocratiche, prima, e con le gerarchie cittadine, poi, rendono i cistercensi un ordine di fortissimo impatto sulla società coeva. Fino alla metà almeno del secolo XII, i cistercensi sono apparsi agli studiosi come una forza realmente nuova nel panorama monastico occidentale, mentre i successivi sviluppi dell’ordine hanno acceso nella storiografia contemporanea un ampio dibattito sui rapporti fra «vecchio e nuovo monachesimo» e sulla reale portata dell’innovazione cistercense in campo organizzativo, spirituale ed economico. Altri temi rilevanti della discussione storiografica sui cistercensi sono i rapporti con le nuove esigenze religiose del laicato, con particolare riguardo per l’istituto dei conversi, e quello del conflitto fra gli ideali espressi a livello teorico e la loro realizzazione concreta. Si tenga in ogni caso presente che solo da alcuni decenni si è tornati a leggere le fonti documentarie monastiche non prevalentemente per i contenuti di tipo economico o insediativo che offrono, bensì per studiare la specifica evoluzione degli ordini religiosi, proprio nell’ambito degli ormai celebri interventi su «vecchio e nuovo monachesimo», che rappresentano in questo settore un vero e proprio tornante storiografico. Va ricordato inoltre il contributo offerto, in particolare in area tedesca, dagli studi promossi da Gert Melville sulla formazione e sul processo di istituzionalizzazione degli ordini monastici e sulla nascita delle cosiddette reti monastiche. Al contrario di quanto detto a proposito della produzione a stampa, l’indagine su certosini e cistercensi svolta sul web non ha dato risultati particolarmente incoraggianti: se i siti dedicati a monasteri cistercensi e certose sono infatti numericamente rilevanti, la qualità scientifica dell’offerta appare nella gran parte dei casi piuttosto bassa. Come si dirà meglio nella sezione dedicata ai siti tematici, la maggior parte delle pagine web consultate offre notizie di carattere turistico o spirituale, ma scarso materiale che possa essere di una qualche utilità per lo studio delle due congregazioni. Non ci si stupisca pertanto se le indicazioni che seguono finiscano per essere basate essenzialmente sulla produzione a stampa, ben più che sul materiale riversato in rete.
1. Archivi Si può affermare che potenzialmente tutti gli Archivi di Stato, e alcuni Archivi Diocesani, in Italia, contengano fondi più o meno rilevanti per lo studio delle due congregazioni. L’Archivio di Stato di Torino, ad esempio, va certamente citato, in quanto conserva le carte delle più antiche fra le fondazioni cistercensi e certosine d’Italia; esso è dotato inoltre di un efficiente sito internet che, se non rende disponibili i documenti in rete, costituisce però un agevole strumento di ricerca: http://ww2.multix.it/asto. Un altro mezzo utile per orientarsi in questo panorama è la Guida Generale degli Archivi di Stato, pubblicata dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali in 4 volumi e consultabile anche sul web, (http://www.archivi.beniculturali.it/Patrimonio/patrdoc.html). Questo sito permette di accedere, oltre che alla Guida citata, anche all’Atlante Storico degli Archivi Italiani e al Sistema Informativo degli Archivi di Stato, con links per collegarsi direttamente agli elenchi informatici dei fondi archivistici italiani in rete. Può essere di qualche utilità per la ricerca anche il sito http://www.archivi.beniculturali.it/link.24.html, che rende disponibili links a strutture come enti di culto, alcuni (ancora pochi in verità) archivi diocesani, fondazioni, università ed enti di ricerca e ai loro archivi virtuali.2. Biblioteche In virtù di una consolidata tradizione di studi condotti presso le seguenti istituzioni, possono costituire un’ottima base di partenza per sviluppare ricerche sull’argomento trattato le rispettive biblioteche:
Esiste inoltre il sito della Institute of Cistercian Studies Library, all’indirizzo http://www.wmich.edu/library/special/collections/cistercianone.php; la biblioteca, con sede presso la Western Michigan University, possiede una collezione di manoscritti, incunaboli e libri a stampa precedenti il secolo XIX di ambito specificamente cistercense, non consultabili tuttavia tramite il web.
Non esistono in Italia centri esclusivamente dedicati allo studio di certosini e cistercensi, ma numerosi sono gli istituti che studiano l’evoluzione del monachesimo in tutte le sue forme, come il Centro Storico Benedettino Italiano di Cesena, che ha promosso numerose pubblicazioni e convegni, anche di argomento cistercense (si vedano i volumi della collana Italia Benedettina citati al punto 5). Da non dimenticare neppure le Settimane della Mendola promosse dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel cui ambito hanno spesso trovato spazio relazioni o interi convegni dedicati ai due ordini (si veda di nuovo il punto 5 e il sito già citato dell’Università Cattolica, http://www3.unicatt.it). Fuori dall’Italia, ai certosini sono consacrati ben tre centri di ricerca: il primo è l’Institut für Anglistik und Amerikanistik di Salisburgo, diretto a lungo da James Hogg, promotore della vastissima e per nulla selettiva bibliografia raccolta sotto il nome di Analecta Cartusiana (cfr. punto 6 e http://monsite.wanadoo.fr/AnalectaCartusiana), nonché del progetto, ancora in fase di realizzazione, del Monasticon Cartusiense (http://monsite.wanadoo.fr/MonasticonCart/page3.html). In Francia sono attivi inoltre il Centre de Recherche Cartusiennes (CRC, http://monsite.wanadoo.fr/MonasticonCart/page5.html), con sede a Pont-Saint-Esprit e sotto la direzione di Daniel Le Blevec, che si propone di raccogliere una vasta documentazione sulla storia e la spiritualità certosine (il sito tuttavia non offre al momento molto più di questa dichiarazione di intenti); e il Centre de Recherches et d’Etudes de Spiritualité Cartusiennes (CRESC, http://monsite.wanadoo.fr/MonasticonCart/page6.html), connesso con la Facoltà di Lettere dell’Istitut Catholique di Parigi e che promuove seminari e colloqui di argomento monastico. La pagina attualmente contiene esclusivamente la presentazione degli incontri effettuati nel 2005. Negli Stati Uniti si trova The Institute of Cistercian Studies and Cistercian Publications, ovviamente rivolto allo studio dell’ordine cistercense e collegato all’università del Michigan; esso promuove, oltre alla collana di pubblicazioni Cistercian Studies, anche l’annuale Cistercian Studies Conference di Kalamazoo; sul sito dell’istituto http://www.wmich.edu/cistern compaiono una sintetica presentazione delle sue attività, un link al sito delle Cistercian Publications, destinato in verità più all’acquisto di volumi online che alle ricerche bibliografiche, e il programma degli incontri dell’anno di Kalamazoo e Leeds.
4. Riviste L’unica pubblicazione integralmente dedicata alla diffusione di studi ed edizioni di fonti certosine è «Analecta Cartusiana» (AC, http://www.monsite.wanadoo.fr/AnalectaCartusiana, ma si veda anche quanto detto al punto 6); sul sito compaiono tuttavia soltanto gli indici delle ultime 10 pubblicazioni di AC nuova serie. Molto più ricca appare invece l’offerta di periodici di argomento cistercense. Si può cominciare da «Cîteaux. Commentarii cistercienses», che al sito http://www.citeaux.org/ rende disponibili in rete tutti gli indici dei numeri usciti dal 1988; «Cistercian Studies Quarterly» (CSQ), anch’esso con gli indici informatizzati al sito http://www.monks.org/csq; «Analecta Cisterciensia», che sul sito http://www.ocist.com/aci.htm, in latino, presenta gli indici per autore in ordine alfabetico di tutti i numeri editi dal 1945 al 2002; «Collectanea Cistercensia» che ha un sito (http://www.citeaux.net/collectanea/) abbastanza ricco, corredato dagli indici alfabetici per argomenti e per autori dal 1934 al 1988, i sommari di tutti i numeri dal 1993 al 2006 e la possibilità di consultare in formato pdf un articolo da ciascun numero della rivista dall’anno 2002; e «Cistercium», rivista ufficiale dei cistercensi di Spagna e a tale area principalmente rivolta, che sul sito http://www3.planalfa.es/cisterc/ mette in rete gli indici di tutti i numeri per autore, argomento, monastero trattato. Per l’area italiana, si ricordi infine «Rivista Cistercense», edita dal 1984 dall’abbazia di Casamari ma non disponibile sul web. Può essere utile il ricorso a quei fondamentali strumenti di consultazione offerti da due prestigiose riviste di ambito più genericamente monastico o religioso, quali la «Rivista di Storia della Chiesa in Italia» (RSCI, http://www.vitaepensiero.it/riviste/pagcoml/sto_chies.asp?titolo=STORIA%20DELLA%20CHIESA%20IN%20ITALIA), che contiene un ricco repertorio bibliografico costantemente aggiornato di tutti gli studi di ambito storico-religioso comparsi in forma monografica e su periodici (in rete indici dal 2001 al 2005), e la «Revue d’Histoire Ecclesiastique» (RHE, http://www.hecc.ucl.ac.be/rhe/ con indici dal 2001 al 2005), che offre un panorama internazionale sugli studi ecclesiastici. Non si dimentichino inoltre le riviste dedicate alla storia del monachesimo: «Benedictina» (http://xoomer.virgilio.it/fgazzoli/sbenedettopo/benedictina.htm, che tuttavia non mette in rete né indici né articoli) e «Studia Monastica» (che mette in rete gli indici dal 2002 al 2005 sul sito http://www.pamsa.com/cat/ver_revistes_detall.php?revista=sm&id_pedido=) . Si veda inoltre il repertorio di riviste curato da Andrea Barlucchi su questo stesso sito:../repertorio/index.html.
Fra i volumi monografici o gli atti di convegni con le bibliografie più complete e/o aggiornate sui certosini rientrano, in ordine cronologico:
All’indirizzo http://www.certosini.info/ricerca_avanzata.html si trova un’utile maschera per cercare fra le pagine web dedicate ai certosini, sulla base di una parola chiave prescelta. I risultati fanno riferimento a fonti o pubblicazioni presenti in rete. Il sito della certosa di Serra San Bruno http://www.museo.certosini.info/Bibliografia/ offre alla consultazione recensioni critiche di pubblicazioni ed edizioni di fonti relative all’ente stesso, alla figura di San Bruno e all’ordine certosino e può risultare utile per un primo spoglio del materiale bibliografico. Fra i volumi monografici o gli atti di convegni con le bibliografie più complete e/o aggiornate sui cistercensi rientrano, in ordine cronologico:
Una vasta bibliografia di argomento cistercense è rintracciabile all’indirizzo http://users.skynet.be/am012324/studium/oneil/sommaire/htm a cura di sister Kathleen O’Neill della Mississipi Abbey, Dubuque, Iowa (USA); essa è organizzata in cronologia, temi luoghi e persone, e appare molto ricca sul versante anglosassone, molto meno completa e aggiornata per quanto concerne gli studi prodotti in altre aree, Italia compresa. Anche il sito http://cistercians.shef.ac.uk/bibliography/ offre un valido supporto per le ricerche bibliografiche sui cistercensi (anche in questo caso specialmente per opere prodotte in area anglosassone) grazie a un sistema di interrogazione per autore o argomento.
6. Collezioni di fonti La principale collezione di fonti edite certosine è rappresentata da «Analecta Cartusiana» (AC, http://www.monsite.wanadoo.fr/analectacartusiana), diretta da James Hogg, che pubblica ogni tipo di fonte e di studio di ambito certosino, assai raramente di autori accademici e includendo anche tesi di laurea. In particolare, dal 1982 sotto il n° 100 di AC vengono pubblicate le Cartae del capitolo generale, giunte attualmente alla metà del secolo XVI. Dal sito di AC il link http://analecta.chartreux.org fa accedere allo spoglio di tutti i volumi della collezione, con la possibilità di interrogarli tramite l’inserimento di parole-chiave in un’apposita maschera, organizzata attraverso molteplici criteri (autore, certosa, tema, lingua, numero del volume). Va tuttavia segnalato che le edizioni di AC sono state ampiamente criticate in sede storiografica, a causa dei criteri editoriali adottati, non allineati con la pratica scientifica dei diplomatisti. Per l’area italiana, e subalpina nello specifico, non si dimentichi la collezione della Biblioteca della Società Storica Subalpina (BSSS), ora Biblioteca Storica Subalpina (BSS), che accoglie al suo interno, fra le altre numerose edizioni di documenti monastici, i cartari della certosa di Casotto e di Losa (cfr. il punto 7). Anche le carte di diversi monasteri cistercensi piemontesi sono state pubblicate nella BSSS, in particolare di quelli di Casanova, Staffarda, Rifreddo, Brione, Rivalta Scrivia, Rivalta Piemonte, Tiglieto (cfr. punto 7). Il sito http://cistercensi.info/testi/fonti.asp presenta in formato RTF/zip le seguenti fonti normative cistercensi, di cui è fornito il testo in latino, non annotato e senza che sia dichiarata l’originaria sede di pubblicazione, con traduzione in diverse lingue europee, fra cui italiano: Abbatiae alpensis creatio; Capitula; Carta caritatis posterior; Carta caritatis prior (ma questa non in latino); Concordia Molismensis; Exordium Cistercii; Exordium parvum; Summa cartae caritatis. Per le ricerche su enti cistrcensi in area lombarda è invece a disposizione degli studiosi il Codice diplomatico della Lombardia medievale (http://cdlm.unipv.it/), frutto delle iniziative della rivista telematica Scrineum (http://scrineum.unipv.it) e dell’attività dell’Università degli Studi di Pavia. Esso si propone di rendere immediatamente consultabile in rete la documentazione, in edizioni interamente nuove oppure già comparse a stampa, ma comunque condotte con criteri scientificamente ineccepibili. Gli atti sono organizzati per aree geografiche sulla base delle attuali province della regione, e poi sono ulteriormente suddivisi fra le istituzioni o gli enti che li hanno prodotti. Sul sito compaiono anche documenti prodotti da cenobi cistercensi, come ad esempio Chiaravalle della Colomba e S. Maria di Morimondo, in area milanese.
7. Edizioni di fonti Tra le fonti utili allo studio delle comunità monastiche rientrano: cartulari, atti notarili, fonti normative, fonti narrative e agiografiche, atti dei capitoli generali, documenti papali, vescovili, imperiali, regi e comunali, e questo vale ovviamente anche per l’analisi specifica di certosini e cistercensi. Fra le numerose fonti edite relative ai certosini ricordiamo:
Per quanto concerne le fonti edite cistercensi si vedano:
Può essere utile anche, per rintracciare in rete edizioni affidabili di testi certosini e cistercensi (ma essenzialmente dei più noti, come quelli normativi), consultare il sitohttp://www.vita-religiosa.deche presenta un panorama dettagliato delle fonti disponibili online sulla vita religiosa medievale, alcune edizioni integrali in latino o links per raggiungerle. Inoltre il sito offre anche collegamenti con i principali siti web tematici e bibliografici relativi agli ordini (ma, per quanto concerne certosini e cistercensi, sono quelli già segnalati in questa scheda, ai punti 5, 6 e 8). Non si dimentichi poi che cliccando all’indirizzo http://www.vita-religiosa.de/vitaregularis.htm si accede all’elenco delle pubblicazioni promosse dal centro diretto da Gert Melville e relative alla formazione degli ordini monastici medievali, in parte citate anche qui al punto 9.
8. Siti Web tematici I cistercensi italiani trovano il loro punto di riferimento in un sito ufficiale, curato dai monaci della certosa di Firenze:http://www.cistercensi.info; esso contiene le medesime fonti cistercensi (in latino e con traduzione) già citate al punto 6, due traduzioni italiane di pensieri e sentenze di San Bernardo e poi testi contemporanei; fra gli studi compare una succinta rassegna di articoli sui cistercensi scritti da Viti, Dal Prà e Zakar, e poi c’è un repertorio bibliografico (alcuni testi generali, poi studi su enti nazione per nazione) aggiornato fino alla fine degli anni ‘90, che può fungere da primo, essenziale orientamento soprattutto per la storiografia italiana. Per il resto, il sito contiene informazioni sullo stile di vita dei monaci dell’ordine e links ai monasteri cistercensi nel mondo che, se selezionati, forniscono dati essenzialmente di tipo spirituale o turistico. Sul sitohttp://www.osb.org/cist/index.htmlsi trovano voci biografiche su san Bernardo, Robert de Molesmes e Stephen Harding, la traduzione inglese della Carta caritatis e alcuni links a siti di monasteri cistercensi. Al sito statunitensehttp://www.ocist.org/rimandano pressoché tutti gli altri siti cistercensi: esso propone links ai principali siti cistercensi del web, la traduzione in diverse lingue dei più noti testi normativi dell’ordine, già ripetutamente citati, e la segnalazione di alcuni studi. Il sitohttp://users.skynet.be/scourmont/script/index.htm, che appartiene all’abbazia di Scourmont, fornisce anch’esso alcuni testi normativi cistercensi (Charta caritatis, Exordium parvum, Concordia Molismensis, Exordium Cistercii, De forma visitationis), in latino e con traduzioni in diverse lingue europee e la segnalazione di alcuni studi. 9. Studi Fra i più importanti studi realizzati sull’ordine certosino o su singoli temi o fondazioni, oltre a quelli contenuti nei volumi citati al punto 5, ci sono:
Fra i più importanti studi realizzati sull’ordine cistercense o su singoli temi o fondazioni, oltre a quelli contenuti nei volumi citati al punto 5, ci sono:
Questa pagina è periodicamente aggiornata. Chi desiderasse segnalare mutamenti e novità relativamente alle risorse a stampa e in rete relative all’argomento trattato può contattare direttamente la curatrice, Cristina Sereno: <crsere@tin.it>. Cristina Sereno si è laureata in Storia Medievale presso l’Università degli Studi di Torino sotto la guida di Giuseppe Sergi e ha successivamente conseguito il titolo di dottore di ricerca nella stessa disciplina presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Le sue ricerche e pubblicazioni ruotano prevalentemente intorno al tema monastico, dai rapporti fra enti e fondatori laici all’analisi del concetto di crisi del cenobitismo, alle reti monastiche, alle relazioni fra vescovi e monasteri. È membro del CRISM (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali, http://hal9000.cisi.unito.it/wf/DIPARTIMEN/Storia1/CRISM/CRISM.doc_cvt.htm). Attualmente titolare di una borsa di post-dottorato presso l’Università degli Studi di Torino, lavora all’edizione e allo studio delle carte del monastero cistercense femminile di S. Michele d’Ivrea. |
© 2000 Reti Medievali | Ultima modifica: 30 Giugno, 2006 |