Home.


Repertorio

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright
RICERCA
INDICE

 

Le discipline editoriali: paleografia, diplomatica, codicologia

a cura di Antonella Ghignoli

[versione 1.0 - gennaio 2003]

© 2003 - Antonella Ghignoli per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214


Nota introduttiva


Il titolo di questo ‘repertorio’ ha bisogno di preliminari chiarimenti, che dovrebbero spiegare e giustificare anche la sua natura e i suoi molti – e in parte inevitabili – limiti.

Questo spazio è stato ideato per repertoriare risorse riconducibili alle tre discipline di Paleografia, Codicologia e Diplomatica. Dal punto di vista degli storici, e degli storici medievisti, potrebbe apparire pacifica l’identificazione fra il titolo ‘Discipline editoriali’e la pura e semplice realtà delle intenzioni, perché si tratta di tre discipline che hanno a che fare coi testi-fonte per la storia medievale in quanto strumenti atti a decodificarli: per uno o più livelli, almeno.

Ma anche da questo punto di vista l’identificazione non è, forse, pacifica del tutto: decodificare un testo è solo la prima fase della sua restituzione, ovvero della sua edizione. La disciplina editoriale è in effetti una, e tante: la filologia, e le filologie dei vari testi portati su libri manoscritti o su supporti sciolti.

Pacifica non è sicuramente l’identificazione se a leggere questo titolo sono, invece, gli studiosi delle tre discipline, che mettono al centro delle loro conoscenze e delle loro domande, molto spesso, ben altro che un testo da stabilire e comunque non sempre e solo un testo. La Diplomatica è per una sua buona parte sostanziata di filologia: particolare, perché filologia dei testi documentari, ma pur sempre filologia (Attilio Bartoli Langeli, L’edizione dei testi documentari. Riflessioni sulla filologia diplomatica, «Schede medievali. Rassegna dell’Officina di studi medievali», 20-21, giugno-dicembre 1991, pp. 116-131). Ma è anche vero che può aver come oggetto di studi, fra gli altri, il segno e non il testo (Graphische Symbole in mittelalterlichen Urkunden. Beiträge zur diplomatischen Semiotik, hrsg. von Peter Rück, Jan Thorbecke Verlag, Sigmaringen, 1996; Historische Hilfswissenschaften: Bd. 3 ). La Paleografia, dal canto suo, può anche essere – e comunque è stata – disciplina che ha per oggetto la scrittura come sistema autonomo munito di una propria intelligibilità e propri movimenti, e soprattutto sistema di strutture studiato non tanto attraverso ‘testi’ quanto attraverso i suoi ‘fenomeni’, fenomeni grafici e immanenti al sistema, che come struttura (langue contrapposta a parole come in linguistica) esclude necessariamente l’interesse per ogni elemento extragrafico, in altre parole di carattere culturale (Emanuele Casamassima, Tradizione corsiva e tradizione libraria nella scrittura latina del Medioevo, Roma 1988). Ma essa può essere ed è anche altro: neppure stricto iure storia della scrittura o delle scritture, ma storia di molte cose e soprattutto dei processi e delle pratiche di scrittura, di uomini e spazi, storia che si rinnova col “confronto diretto con i frammenti scritti del passato” (Armando Petrucci, Prima lezione di paleografia, Roma-Bari, Laterza, 2002), non necessariamente, dunque, coi testi nell’accezione più normale. E se parliamo poi della Codicologia, come disciplina autonoma di stretta osservanza – in altre parole l’archéologie du livre manuscrit di François Masai (Paléographie et codicologie, in «Scriptorium», 4 (1950), pp. 279-294) – per statuto essa non si contamina col testo trasportato dall’oggetto libro. Certo, non tutte le definizioni di codicologia, e non tutti gli studiosi di codicologia, stanno rigidamente su questa linea: c’è chi vede nel testo, perlomeno, una chiave importante per capire l’aspetto materiale del suo contenitore (il suo significato storico, in definitiva).

Solo una volta, dunque, Paleografia e Filologia erano momenti di uno stesso lavoro intorno al testo da ‘dare’. E forse non tutti ricordano che anche l’introduzione del termine ‘codicologia’  e la coscienza dell’esistenza di un atteggiamento di studio di fronte ai codici – si deve, nella lingua scientifica italiana almeno, a Sebastiano Timpanaro che traduce Giorgio Pasquali (in Appendice alla 2. ed. di Storia della tradizione e critica del testo, Firenze 1952), che recensisce in tedesco Alphonse Dain (in «Gnomon», 23 (1951), p. 233 ss.), che introduceva codicologie nella lingua francese (Le manuscrits Paris, 1949; 2. ed. Les Belles Lettres 1964). Tutti filologi.

Ma anche un altro livello di identificazione non è pacifico: quello cronologico. In questo spazio si intende, quasi naturalmente, che l’ambito sia quello dell’età medievale. Ma la Diplomatica altomedievale è per forza anche papirologia giuridica, latina e greca; la Paleografia non ha limiti verso l’alto, se non nella mancanza di testimonianze scritte da studiare, mentre verso il basso indugia nella prima età degli incunaboli; e dal canto suo la Codicologia inizia quando i codici, di papiro, soppiantano i rotoli come veicoli di testi: vuol dire dal II-III secolo d. C. in poi. Questo, a essere molto approssimativi e a tacere i risvolti più complessi di questi nessi cronologici, che in qualche caso sono determinati proprio dai testi che queste discipline affrontano.

Il livello linguistico, inoltre, determina per forza un'altra delimitazione: l’ambito qui in oggetto sarà limitato ulteriormente a quello dello cultura scritta latina per lasciare al repertorio uno spazio più ampio, europeo (l'importante ambito di ricerca, nella paleografia per esempio, dato dalle scritture volgari italiane, viene sacrificato).

Tutto ciò per dire, dunque, che la tematica di questo repertorio sulle ‘discipline editoriali’ relativo a certi ambiti toccati dalle discipline accademiche di Paleografia, Codicologia e Diplomatica, o riguardanti i loro oggetti nell’accezione che s’è detto, è operazione legittima ma convenzionale per la scelta di un punto di vista esterno e parziale. E per dire che ne dobbiamo essere consapevoli.

Un secondo ordine di chiarimenti preliminari. Questo spazio inizierà col proporre alcune cosiddette risorse: a stampa e sul web, ovvero all'interno dell'ipertesto in cui colui che sta leggendo queste righe già si trova.

Per quanto riguarda le risorse a stampa mi limiterò a segnalare imprese editoriali (rilevanti ed esemplari per incominciare a conoscere i tre ambiti), alcuni manuali e tutte le riviste. Non si tratta di sezioni bibliografiche esaustive. C'è tuttavia l'intento di sviluppare prossimamente su questa pagina delle vere e proprie sezioni bibliografiche (naturalmente su temi più ristretti e ben individuati) e in ogni caso di aggiornare le segnalazioni generiche presenti.

Per ciò che concerne invece le risorse presenti sulla rete, bisogna dire che la situazione di ricerca delle pagine web è molto cambiata dal 1999, anno in cui ne avevo condotta una prima, limitata anche per ambito geografico-linguistico: Hilfs e Grundwissenschaftenstoriche: appunti primi e minimi da una navigazione nelle reti tedesche. I risultati che si ottengono attuando oggi una ricerca per parole chiave (documento medievale, codice, paleografia, manoscritto e così via, in ciascuna delle principali lingue europee) sono numerosissimi ormai, e la loro qualità comincia ad essere indipendente dalle scelte dei motori di ricerca: anzi, oltre a una specie di tendenza all’allineamento nella quantità dei risultati, si registra anche una tendenza all’omologazione degli esiti. Una differenza fra i vari motori, in merito alle logiche di ricerca, ovviamente persiste. Ma con motori diversi, della stessa classe logica, non si ottengono risultati molto diversi. I numerosi esiti, vagliati tutti, hanno richiesto pertanto una scelta che si rivela, adesso, veramente necessaria: non lo era qualche anno fa, quando meritava di segnalare tutto. Qualche anno fa avremmo senz’altro segnalato per esempio tutte le pagine curate dagli Ordinari delle tre discipline nelle diverse Università europee, perché non erano molte e avevano carattere di impresa pionieristica. Pagine contenenti presentazioni, materiale didattico e bibliografie, qualche riferimento a ricerche, qualche immagine. Non compariranno ora. Anche se vorremmo segnalare per il loro carattere esemplare la pagina dedicata alla bibliografia per la Diplomatica, ampia anche se ovviamente non esaustiva, strutturata e aggiornata soprattutto (sopporta versioni numerate 2.1 etc.) curata da Thomas Frenz, Ordinario a Passau (www.phil.uni-passau.de/histhw/bibliographie). E per un altro verso, la pagina di Marco Palma, Ordinario a Cassino, perché contiene, fra l’altro, in aggiornamento continuo, la bibliografia di Armando Petrucci (www.let.unicas.it/links/didattica/palma).

Ancora in merito alle risorse presenti sul web: non poche delle pagine ‘piene’ ottenute con la ricerca (ovvero pagine dedicate interamente a contenuti di diplomatica o di paleografia o di codicologia, non racimolate quindi dai motori per una occorrenza casuale e singola del termine ricercato Diplomatik, o Diplomatique e quant’altro) appartengono a siti dedicati alla genealogia per esigenze attuali e non di ricerca storica, divulgatori di strumenti concettuali (fondamenti di diplomatica e di paleografia) per fornire ai propri utenti servizi in questo senso: l’aspetto è sociologicamente piuttosto interessante. L’area è francofona, soprattutto. E non sarà forse inutile notare anche che un altro buon numero di pagine ‘piene’ viene catturato da siti non universitari, non di ricerca, ma di servizio e nati on line per fornire a tutti sul web – ma con un occhio di riguardo per i ragazzi delle scuole – l’orientamento nel panorama del sapere: basta inserire la richiesta in una mascherina che funziona come catalogo a soggetto di una biblioteca virtuale e salta fuori la definizione delle nostre discipline. Un esempio fra i più dignitosi è il Netzwerk für Wissensweitergabe. Definizioni in pillole, ma non di rado – poiché tratte semplicemente da fonti certe (il Lexikon des Mittelalters per esempio) – molto più corrette  di tante analoghe paginette a scopo didattico che si trovano anche in siti universitari per la cura di giovani assistenti.

Il chiarimento ultimo e importante dunque è il seguente: questo repertorio – che aggancia ‘convenzionalmente’, per i motivi che abbiamo più sopra spiegato, una certa tematica ai nodi del web – è frutto di una vera scelta operata da parte di chi scrive sul materiale repertoriabile offerto da Internet e repertoriato dai motori di ricerca. Dell’assunzione di responsabilità fa parte anche la scelta di segnalare di alcuni siti dedicati alle ricerche in altri ambiti linguistici che non il latino, per la loro importanza e buona fattura, nonostante la delimitazione ricordata più sopra.

 


Risorse

 

1. Istituzioni, accademie e fondazioni.

Storicamente legate allo sviluppo di questi studi e affacciate, ora, con proprie vetrine sulla rete. Si tratta di ‘porte’ che si aprono anche su altro, dal momento che a quelle istituzioni sono storicamente legate imprese editoriali anche secolari e tuttora in corso, strategie di ricerca e soprattutto riviste, di cui si comincia a mettere in rete, se non altro, gli indici.

 

2. Associazioni, Commissioni e Laboratori ‘permanenti’ per gli studi e la ricerca nel campo.

 

3. Riviste

3.1 Innanzitutto le riviste sin dalla loro fondazione legate a questi ambiti; ma anche quelle che, se non possono definirsi ‘proprie’ delle nostre discipline, hanno ospitato le voci e i contributi storicamente significativi. Si tratta di riviste nate a stampa: alcune però sono ora visibili anche sulla rete con la possibilità, talora, di effettuare ricerche sui loro indici. In qualche caso (Archivio Storico Italiano, Gazette du livre médiévale, per esempio, e per le notizie bibliografiche anche il Deutsches Archiv) è possibile avere il testo di alcuni articoli.

Merita – anche se si situa ‘fuori’ l’ambito convenzionale che ci siamo imposti –  citare l’esempio della ZPE (Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik) perché vengono sistematicamente messi a disposizione in rete gli articoli.

          

3.2 Riviste “digitali nate”

  • Scrineum. Saggi e materiali on line di scienze del documento e del libro medievali (sito complesso, non una semplice rivista: è fra i più importanti del web; il più importante, sicuramente, sul web italiano)

  • Spolia (solo per alcune sezioni)

 

4. Strumenti di lavoro ed esiti 'editoriali' delle ricerche

4.1 Fra le principali raccolte 'scientifiche' - e non esclusivamente didattiche - di facsimili sono:

  • Archivio Paleografico Italiano, ed. E. Monaci, L. Schiaparelli et al., Roma - Torino, 1882-
  • Codices latini antiquiores, ed. E. A. Lowe, 12 voll., xford 1934-1972-
  • Chartae Latinae Antiquiores. Facsimile edition of the Latin charters prior to the Ninth Century, ed. A. Bruckner e R. Marichal,     Lausanne (poi Dietikon Zurich), 1975- (stanno uscendo volumi anche per il secolo IX)
  • H. Sybel, Th. von Sickel, Kaiserurkunden in Abbildungen, Berlin, 1881-1901.

 

4.2 Sono consultabili in rete, a vari livelli di elaborazione e fruibilità, alcune delle grandi opere a stampa (facsimili e regesti), strumenti imprescindibili delle ricerche diplomatistiche o degli studi paleografici e codicologici:

  • ‘Lo Steffens, cosiddetto, nella edizione francese (F. Steffens, Paléographie latine, Trèves, Paris, 1910)
  • I Kaiserurkunden in Abbildungen di Sickel e Sybel
  • I Regesta Imperii:  la cui versione elettronica costituisce un’impresa complessa, sia di recupero e di messa a disposizione del già fatto sia di messa in forma dei lavori dei Regesta tuttora in corso: vd. la recensione a cura di chi scrive.

 

4.3 Fra i principali manuali (ne segnaliamo solo 2 per 'materia', scelti sulla base di criteri diversi)

  • B. Bischoff, Paleografia latina, Padova, 1992.
  • A. Petrucci, Breve storia della scrittura latina, [Roma], Bagatto, 1992 (diverse ristampe e revisioni)
  • J. Lemaire, Introduction à la codicologie, Louvain-La neuve 1989.
  • A. Gruys, J. P. Gumbert: Codicologica I. Theories et principes, Leiden 1976; Codicologica II. Elements pour une codicologie comparee, Leiden 1978; Codicologica III. Essais typologiques, Leiden 1980; Codicologica IV. Essais methodologiques, Leiden 1978
  • H. Bresslau, Manuale di diplomatica per la Germania e l’Italia, trad. ital. a cura di Anna Maria Voci-Roth, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio Centrale per i beni archivistici, 1998 (per l'area documentaria tedesca e italiana).
  • O. Guyotjeannin, J. Picke, B.-M. Tock, Diplomatique médiévale,Turnhout, 1993 (per l'area francese).

Per quanto riguarda opere nate sulla rete e concepite ipertestualmente, segnaliamo un manuale di codicologia: Medieval Manuscript Manual. La redazione è per cura di un gruppo di studiosi del Dipartimento di Studi Medievali della Central European University di Budapest; è disponibile nelle lingue russe, inglesi, ungherese e italiano, e scaricabile con download.

Indispensabili sono poi i vari 'vocabolari' (come strumenti di lavoro ma anche per le occasioni di riflessione e  di spunti critici, per i più diversi aspetti)

  • D. Muzerelle, Vocabulaire codicologique. Répertoire méthodique des termes français relatifs aux manuscrits, Paris, 1985.
  • M. Maniaci, Terminologia del libro manoscritto, Roma- Milano, 1998 (Addenda. Studi sulla conoscenza, la conservazione e il restauro del materiale librario; 3)
  • M. Carcel Ortí, Vocabulaire international de la diplomatique, Valencia, 1997
  • Vocabulaire international de la sigillographie, Roma, 1990

 

4.4 Saggi

Aspettando di aprire una sezione di bibliografie ragionate, comprendenti saggi a stampa, o di rinviare a siti scientifici che le avessero nel frattempo intraprese, si segnala un saggio consuntivo di Armando Petrucci, Paleografia, diplomatica, codicologia, in La storiografia italiana degli ultimi vent'anni, I, Antichità e Medioevo, Bari 1989.

In rete sono inoltre visibili  alcuni saggi classici pubblicati originariamente a stampa, su temi di diplomatica e paleografia. Alcuni (Fichtenau, Bautier, Pratesi, Petrucci, Nicolaj) sono pubblicati nella sezione Biblioteca della rivista elettronica Scrineum. Diversi sono quelli disponibili in formato .html o .pdf sui siti delle riviste 'storiche' presenti sulla rete (v. sopra, punto 3): fra questi, merita d'essere segnalato senz'altro il saggio di Peter Rück, La diplomatique face à al codicologie triomphante, nella Gazette du livre médiéval, 17, automne 1990, da leggersi insieme a quello appena citato di Petrucci. Un altro che merita segnalazione, fra i saggi in rete, è Perché scriviamo così di Giorgio Costamagna.

 

4.5 Edizioni.

Il lettore potrà farsi un'idea delle principali e grandi imprese di edizioni - di testi documentari e non documentari -  andando a consultare le pagine dei siti delle Istituzioni (v. sopra punto 1). A lungo, fra i diplomatisti, si è vagheggiata l'idea di avviare un repertorio delle fonti documentarie edite italiane. Un lavoro del genere esiste solo per la Toscana, non più recente ormai ma soprattutto non esente da pècche: M. L. Ceccarelli Lemut, Repertorio delle fonti edite del medioevo. Italia-Toscana, Pisa 1977.      

Sul fronte delle edizioni diplomatistiche digitali - e in senso lato delle fonti documentarie - il panorama appare più vario rispetto a quello dei lavori ipertestuali (abbiamo visto sopra solo il manuale di codicologia)

  • Codex Diplomaticus Saxoniae Regiae (edizione digitale di documenti emessi dalle cancellerie pubbliche sassoni (secc. X-XV) e vari 'codici diplomatici' medievali delle principali città sassoni, avviato dall’Institut für Sächsische Geschichte und Volkskunde di Dresda)
  • Diplomatarium Norvegicum
  • Codice Diplomatico Istriano  (non più aggiornato dal 1997)
  • Il progetto FCR (Fontes Civitatis Ratisponensis)
  • Das virtuelle preussische Urkundenbuch (pubblicazione digitale di regesti di documenti e altri testi per la storia della Prussia e dell'Ordine Teutonico)
  • Codice Diplomatico della Lombardia medievale (in cui sono confluiti il Codice diplomatico bresciano e il Codice Diplomatico pavese, già allestiti nella edizione digitali
  • L'edizione del Cartulaire blanc de Saint-Denis, a cura di Olivier Guyotjeannin, recentissima (pubblicata nel gennaio 2003) ma ancora molto  incompleta: una pubblicazione ipertestuale (con architettura dinamica fra le sue parti) più che un'esemplare edizione elettronica in senso proprio dei testi (i testi dei documenti del cartulario non sono marcati con linguaggio XML - non sono dunque 'ricercabili' - e si presentano con note d'apparato - d'altronde poche - "a piè di pagina")

Una lettura critica, però, di queste imprese e dei loro presupposti è necessaria: Michele Ansani, Un passaggio complicato. L’edizione delle fonti in rete; Id., La tradizione disciplinare fra innovazione e nemesi digitale.

 

4.6. Miscellanea

Repertori e cataloghi di manoscritti sulla rete: proponiamo una lista di casi esemplari, che non è esaustiva (alcune pagine contengono rinvii controllati a imprese analoghe)

Inventari e archivi sulla rete

Quel che esiste sulla rete ed è legato alle attività e ai compiti istituzionali degli Archivi di Stato e dell’Amministrazione archivistica italiana è raggiungibile attraverso le indicazioni del suo sito ufficiale. Per tutto quel che concerne gli archivi dell’area germanica (progetti digitali, inventari etc.) sono fondamentali i link selezionati dalla Archivschule di Marburg.

Problemi apparentemente secondari per i paleografi, codicologi e diplomatisti, sono quelli legati al sistema abbreviativo e alla datazione dei testi. Fra gli studi a stampa si indicano qui soltanto gli strumenti, accanto a poche risorse presenti sulla rete che costituiscono progetti più integrati.

     Sistemi abbreviativi:

  • A. Cappelli, Dizionario di abbreviature latine ed italiane, Milano, 1987 (e varie ristampe successive)
  • G. Costamagna, M.F. Baroni, L. Zagni, Notae tironianae quae in lexicis et in chartis reperiuntur novo discrimine ordinatae, Roma, 198

sul web:

     Datazione dei testi:

  • A. Cappelli, Cronologia, cronografia e calendario perpetuo, Milano 1978 (e varie ristampe).
  • M. Del Piazzo, Manuale di cronologia, Roma, 1969.
  • H. Grotefend, Zeitrechnung des deutschen Mittelalters und der Neuzeit, Hannover- Laipzig, 1891-1898.

 

5. Link

Serie di link interessanti il nostro ambito, selezionati, ragionati e commentati sono quasi sempre presenti nei siti di istituzioni, centri di ricerca e riviste che abbiamo già indicato. Non le ripeteremo.

Elenchiamo piuttosto qui di seguito, senza alcuna presunzione di esaustività, alcune pagine contenenti link che riteniamo attinenti o perlomeno utili nell’ambito delle nostre discipline: talora queste pagine sono espressamente dedicate a ‘Paleografia, Codicologia e Diplomatica’; più spesso, quasi inevitabilmente (e legittimamente, trattandosi di richiami da pagine di siti storici), i link si risolvono in un generico rinvio a fonti manoscritte (libri e documenti), alla disponibilità di ‘fonti’ sulla rete in ogni senso e modo.

Ci sembrano degne di attenzione le serie selezionate dai seguenti siti

Saranno poi senz'altro da consultare i lavori di repertoriazione critico-scientifica per la codicologia, paleografia e diplomatica che sono in cantiere fra i materiali che Scrineum pubblicherà prossimamente.

Infine, le serie offerte da Servizi online come il DutchESS (link selezionati per i manoscritti, cataloghi e inventari on line; fra quelli indicati segnalo il Repertorium Chronicarum, ovvero una bibliografia delle cronache latine medievali) e dalla Fachbibliographie und Online-datenbanken (FabiO) per Paleografia e Codicologia.

 


Segnalazioni

Per ciò che concerne la recensione delle pagine web, questo repertorio verrà arricchito (non propriamente, dunque, ‘aggiornato’ dal momento che, come abbiamo detto, non registra tutto l'esistente in questo momento, ma ne ha fatto una scelta). Ci sono realtà importanti che abbiamo segnalato (soprattutto riviste ma anche ‘commissioni’), che stanno attraversando una fase di evoluzione. Suggerimenti e segnalazioni dall’esterno con commenti sono tuttavia graditi e possono essere inviati alla curatrice.

 


Curatrice

Antonella Ghignoli (Pisa, 1963) si è laureata, perfezionata e addottorata rispettivamente nelle Università di Pisa, di Lipsia e di Firenze, in Paleografia e Diplomatica e in Storia Medievale. Attualmente è Ricercatore presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia di Viterbo. Ha curato tre volumi di edizioni critiche di documenti medievali (sec. IX-XIII), l’edizione di un testo statutario, e diversi saggi d’argomento storico-diplomatistico. Membro dal 1992 della Associazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti, membro del Consiglio direttivo e socio fondatore della Associazione di Studi Storici “Elio Conti”, membro della Redazione scientifica della rivista «Scrineum. Saggi e materiali on line di scienze del documento e del libro medievali».

©   2000
Reti Medievali
Ultima modifica: 25/01/2003

UP