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Le
sepolture regie nell'alto medioevo (secoli VI-X)
a cura di Piero Majocchi
[versione 1.0 - luglio 2010]
© 2010 -
Piero Majocchi per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214
1.
Nota introduttiva
1.1 Il tema storiografico delle sepolture
regie altomedievali e l'archeologia
Il
tema storiografico delle sepolture regie e della commemorazione dei sovrani nell’alto
medioevo italiano comprende in realtà diversi ambiti disciplinari, dato che
le fonti a nostra disposizione differiscono tipologicamente fra loro: se le attestazioni
dei rituali funerari regi includono fonti narrative, documentarie ed epigrafiche,
campo di indagine di storici, diplomatisti ed epigrafisti, le attestazione materiali
delle medesime sepolture necessitano dell’apporto di discipline quali l’archeologia
e la storia dell’arte.
In ambito più propriamente storiografico, il tema dei rituali funerari regi
in età tardo antica e altomedievale si è giovato dell’ampio
dibattito sviluppatosi nell’ultimo trentennio sulla regalità altomedievale
grazie ai contributi di Stefano Gasparri, Regine Le Jan e Barbara Rosenwein nei
suoi aspetti più propriamente politico-istituzionali, di Chris Wickham per
le basi socio-economiche del potere regio e dell’aristocrazia, di Rosamond
McKitterick per la produzione storiografica e infine di Janet Nelson, Michael McCormick
e Gerd Althoff per quanto riguarda i rituali.
Nello stesso periodo anche il dibattito in archeologia sulla trasformazione dei
rituali funerari tra età tardoantica e altomedievale è stato riaperto
grazie a nuovi modelli interpretativi, sviluppati dalle teorie sull’identità
etnica e l’etnogenesi elaborate in antropologia a partire dagli anni Cinquanta
del XX secolo, che furono inizialmente proposti da archeologi inglesi a partire
dagli anni Ottanta, per poi essere ampiamente discussi nel decennio successivo nell’ambito
del progetto “The Transformation of the Roman World”, che riuniva archeologi
e storici di molti paesi europei. L’insieme di tali fattori ha permesso di
rinnovare il modello interpretativo "etnico" dei rituali funerari dato per assodato
sino agli anni Ottanta del XX secolo. In tale quadro infatti i rituali funerari
tra IV e VIII secolo erano interpretati principalmente sulla base della quantità
e qualità degli oggetti che costituiscono il corredo funerario, ritenuto
una specificità “barbarica” e “germanica”.
Il nuovo quadro delineato in tale dibattito risulta ormai predominante nei paesi
anglosassoni e in Europa continentale, con le eccezioni di Germania e Italia dove
appare ancora affermato il modello interpretativo “etnico” del corredo
funerario, probabilmente a causa degli specifici contesti storici e culturali della
nascita e dello sviluppo dell’archeologia altomedievale in tali paesi nel
corso del XX secolo. In tale ottica la trasformazione dei rituali funerari tra IV
e VII secolo viene interpretata come il prodotto di una lenta trasformazione socio-culturale
interna alle popolazione dei territori dell’ex impero romano d’occidente,
senza che le popolazioni “barbariche”, culturalmente omogenee a quelle
“romane”, abbiano apportato mutamenti sostanziali in ambito funerario:
la deposizione di oggetti nella sepoltura infatti risulta essere una pratica tipicamente
romana, frutto della competizione per il potere locale da parte della nuova aristocrazia
militare affermatasi tra V e VIII secolo nei territori occidentali dell'ex impero
romano.
Nell’ambito più specifico delle pratiche funerarie degli imperatori
romani e dei sovrani altomedievali, il recente dibattito animato da studiosi come
Guy Halsall, Bonnie Effros e Martin Carver ha nuovamente analizzato le principali
scoperte di sepolture regie in Europa occidentale (Childerico a Tournai, Arnegonda
a St. Denis e l’anonimo sovrano sepolto a Sutton Hoo), evidenziando l’eccezionalità
di tombe provviste di corredi siffatti e soprattutto il ruolo del contesto culturale
che portò alle varie scoperte.
1.2.
Le sepolture regie del regno italico altomedievale
In
Italia, dove non sono state invece rinvenute sepolture regie altomedievali (le uniche
conservate sono quelle di Teodolinda a Monza e di Liutprando a Pavia, frutto però
di nuovi “allestimenti” basso medievali e del XIX secolo), i rituali
funerari dei sovrani succedutisi alla guida del regno italico da Teodorico ad Arduino
appaiono contraddistinti dalla continuità della prassi imperiale romana nel
caso di Teodorico; a partire dal VII secolo fu invece ripreso il modello “bizantino”
di Costantino, già utilizzato dalla dinastia merovingia, caratterizzato dalla
fondazione di enti ecclesiastici destinati a ospitare la sepoltura del sovrano e
perpetuarne la memoria con l’allestimento di monumenti funerari ed epitaffi,
con la celebrazione di liturgie memoriali e, a partire dall’età carolingia,
con la redazione di testi come obituari e necrologi. Come negli altri regni post-romani,
la prerogativa funeraria della monarchia altomedievale in Italia non consiste nella
ricchezza del corredo funerario e nella presenza in esso di simboli della regalità
(pratica sviluppatasi solamente dopo il secolo XI), ma nel privilegio, prima riservato
ai santi, della sepoltura all’interno di uno spazio sacro, una realtà
che a partire dal VII-VIII secolo si diffuse anche presso l’aristocrazia.
Dal IX secolo inoltre la prassi carolingia e successivamente ottoniana risulta imperniata
sulla fondazione di monasteri regi, destinati a ospitare le spoglie e perpetuare
la memoria dei sovrani, come è ampiamente attestato nella documentazione
dalla comparsa delle donazioni pro anima. Le sepolture regie nel basso
medioevo divennero infine oggetto di uso politico, per fini di prestigio da parte
delle istituzioni ecclesiastiche e di legittimazione politica da parte delle nuove
istituzioni signorili e comunali, fenomeni riscontrabili nelle numerose “invenzioni”
di sepolture regie in età comunale e nella ripresa della memoria della monarchia
altomedievale operata dai Visconti a Milano, Monza e Pavia e dagli Scaligeri a Verona
nel XIV secolo.
2.
Risorse
2.1. Archivi
Nell’ambito
di ricerche su sepolture regie in Italia tra VI e VIII secolo, la documentazione
pubblica e privata è generalmente edita; per quanto riguarda invece i secoli
IX e X si segnalano i fondi archivistici ancora almeno in parte inediti degli enti
ecclesiastici regi conservati presso l’Archivio di Stato di Milano (monasteri
regi di Milano, Pavia, Brescia), Archivio Capitolare e Vescovile di Piacenza (Piacenza),
Archivio Capitolare e Vescovile di Lucca (Lucca). Sugli archivi della Lombardia
un’utile guida in http://www.lombardiastorica.it/
2.2. Biblioteche
Dato il suo carattere
ibrido tra storia e archeologia, non esistono al momento biblioteche specificamente
dedicate al tema delle sepolture regie altomedievali. Le biblioteche più
aggiornate sul recente dibattito sull’urbanesimo nell’alto medioevo
sono quelle dei Dipartimenti di Storia delle Università di Padova, Torino,
Bologna e Milano Statale; per quanto riguarda invece la recente produzione di ambito
archeologico, le biblioteche più ricche e aggiornate consistono in quelle
dei Dipartimenti di Archeologia delle Università di Siena, Padova e Venezia
“Ca Foscari”.
2.3. Centri di ricerca
Al momento non esistono
in Europa centri di ricerca specificamente dedicati alle sepolture regie altomedievali.
In Italia, tra i centri di ricerca dedicati all’alto medioevo segnaliamo il
Centro Interuniversitario per la Storia e l’Archeologia dell’Alto Medioevo
a Poggibonsi (Siena), costituito dai Dipartimenti di Storia e di Archeologia delle
Univesità di Siena, Padova e Venezia “Ca Foscari” (http://venus.unive.it/info.saame/).
In ambito internazionale si segnala il gruppo di ricerca sull’alto
medioevo diretto da Walter Pohl presso l’Accademia delle Scienze di Vienna
(http://www.oeaw.ac.at/gema/).
Il Centro italiano di Studi sull’alto medioevo di Spoleto
ha inoltre promosso alcune “Settimane di Studio” che hanno affrontato
anche il tema della trasformazione dei rituali funerari tra tardo antico e alto
medioevo: Cristianizzazione ed organizzazione ecclesiastica delle campagne nell’alto
medioevo: espansione e resistenze, 1980 (Settimane, 28); Uomo e spazio
nell’alto medioevo, 2002 (Settimane, 50); Segni e riti nella Chiesa
altomedievale occidentale, 1985 (Settimane, 33).
2.4. Riviste
Il tema delle sepolture
regie altomedievali non è stato sinora toccato da riviste italiane, anche
perché non esiste ancora in Italia una rivista dedicata alla storia dell’alto
medioevo; possono essere però consultate alcune riviste internazionali come
«Early Medieval Europe», «Frühmittelalterliche Geschichte»,
«Speculum», «Annales ESC» e le riviste degli Istituti Storici
esteri a Roma, come «Mélanges de l’École Française
de Rome», «Papers of the British School at Rome» e «Quellen
und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken».
In ambito archeologico si segnalano i contributi sui rituali funerari comparsi su
«Archeologia Medievale», benché in tale rivista ricerche relative
alle sepolture regie non abbiano ancora trovato adeguato spazio.
2.5. Bibliografie
Per quanto riguarda
i nuovi modelli interpretativi della trasformazione dei rituali funerari tra tardo
antico e alto medioevo si segnalano alcuni volumi nei quali è reperibile
un’ampia bibliografia sul tema:
- S. Brather, Ethnische Interpretationen in der frühgeschichtlichen Archäologie:
Geschichte, Grundlagen und Alternativen, Berlin 2004.
- B. Effros, Merovingian mortuary archaeology and the making of the Early Middle
Ages, Berkeley-Los Angeles-London 2003.
- G. Halsall, Cemeteries and Society in Merovingian Gaul. Selected studies in
History in Archaeologym 1992-2009, Leiden-Boston 2010 (The Transformation of
the Roman World, 18).
- G. Halsall, Early Medieval Cemeteries. An Introduction to Burial Archaeology
in the Post-Roman West, Glasgow 1995.
Per un quadro generale sull’Italia si veda inoltre:
- Sepolture tra IV e VIII secolo, VII Seminario sul tardo antico e l’alto
medioevo in Italia centro-settentrionale (Gardone, 24-26 ottobre 1996), a cura di
G.P. Brogiolo, G. Cantino Wataghin, Mantova 1998 (Documenti di archeologia, 13).
2.6. Collezioni
di fonti
Le tipologie documentarie
relative ai rituali funerari regi nell’alto medioevo possono essere suddivise
in:
- documentazione della pianificazione dell’investimento funerario da parte
dei sovrani (fondazione e dotazione di enti ecclesiastici; testamenti; donazioni
pro anima) in gran parte editi nelle collezioni dei diplomi regi e imperiali.
- documentazione prodotta dagli enti ecclesiastici regi (chiese e monasteri), in
parte ancora inedita a partire dell’età carolingia.
- testi memoriali prodotti dai medesimi enti ecclesiastici e legati a celebrazioni
liturgiche, come libri memoriali, obituari, necrologi, spesso ancora inediti.
- fonti narrative storiografiche, che descrivono i rituali funerari, pressoché
totalmente edite (per l’alto medioevo).
- fonti celebrative di carattere letterario, in gran parte edite, ed epigrafiche,
spesso invece ancora inedite.
- fonti archeologiche di scavi in chiese sepolcrali regie.
2.7. Edizioni
di fonti
Le fonti precedentemente
elencate sono in parte edite nelle seguenti collane:
- i diplomi regi e imperiali nelle Fonti per la Storia d’Italia (in buona
parte reperibili in http://www.archive.org/index.php)
e nei Monumenta Germaniae Historica (http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/dmgh_new/).
- la documentazione degli enti
ecclesiastici regi è edita nelle Fonti per la Storia d’Italia e nelle
Chartae Latinae Antiquiores per l’età longobarda, e nel Codex
Diplomaticus Langobardiae curato da G. Porro Lambertenghi, nel Museo Diplomatico
dell’Archivio di Stato di Milano a cura A.R. Natale, nei codici diplomatici
di Verona, Parma, Cremona, Padova, Bergamo e Nonatola, e nel Codice Diplomatico
della Lombardia Medievale (http://cdlm.unipv.it/)
per l’età carolingia e post-carolingia.
- Il Liber Memorialis di S. Salvatore di Brescia è edito nei Monumenta
Germaniae Historica; riguardo le altre fonti necrologiche del regno italico
nell’alto medioevo manca ancora un censimento completo dei testi superstiti.
- le fonti narrative storiografiche e letterarie sono edite nei Monumenta Germaniae
Historica e, per quanto riguarda l’età longobarda, presso
http://www.oeaw.ac.at/gema/lango.htm.
- le fonti epigrafiche altomedievali italiane sono in
parte edite nella collana “Corpus della scultura altomedievale” in corso
di pubblicazione da parte del Centro Italiano di Studi sull’alto medioevo
di Spoleto.
- le fonti archeologiche possono essere reperite nei Bollettini e Notiziari delle
Sovrintendenze archeologiche locali o nella rivista «Archeologia Medievale».
2.8. Siti Web
tematici
L’unico
sito web specificamente dedicato alle sepolture regie è il repertorio di
fonti Le sepolture regie del regno italico (http://sepolture.storia.unipd.it/).
Sui dati e il dibattito archeologico
possono inoltre essere consultati i portali dei Dipartimenti di Archeologia delle
Università di:
- Siena (http://archeologiamedievale.unisi.it/)
- Padova (http://www.lettere.unipd.it/discant/CatMedievale/)
- Venezia “Ca Foscari” (http://lettere2.unive.it/iam_ve/index.html).
2.9. Studi
La regalità
nell’alto medioevo
- G. Althoff, Die
Macht der Rituale. Symbolik und Herrschaft im Mittelalter, Darmstadt 2003.
- F. Bougard, La cour et le gouvernement de Louis II, 840-875, in La
royauté et les élites dans l’Europe carolingienne (début
IXe siècle aux environs de 920), a cura di R. Le Jan, Lille 1998, pp.
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- P. Buc, The
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- S. Fanning, Clovis Augustus and Merovingian Imitatio Imperii, in
The world of Gregory of Tours, a cura di K. Mitchell, I. Wood, Leiden-Boston-Köln
2002 (Cultures Beliefs and Tradition 8), pp. 321-335.
- M. Fiano, Ritual Memory and the Rituals of Memory: Carolingian and Post-Carolingian
Kingship, in Materializing Memory. Archaeological material culture and
the semantics of the past, a cura di I. Barbiera, A.M. Choyke, J. A. Rasson,
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- S. Gasparri, Kingship rituals and ideology in Lombard Italy, in Rituals
of Power from Late Antiquity to the Early Middle Ages, a cura di F. Theuws,
J. Nelson, Leiden-Boston-Köln 2000 (The Transformation of the Roman World,
8), pp. 95-114.
- S. Gasparri, La regalità longobarda. Dall’età
delle migrazioni alla conquista carolingia, in Alto medioevo mediterraneo,
a cura di S. Gasparri, Firenze 2005 (Reti Medievali E-Book Reading, 3), pp. 207-232
(http://fermi.univr.it/rm/e-book/titoli/altomediterraneo.htm).
- S. Gasparri, Il regno longobardo in Italia.
Struttura e funzionamento di uno stato altomedievale, in Il regno dei Longobardi
in Italia. Archeologia, società e istituzioni, a cura di S. Gasparri,
Spoleto 2005, pp. 1-92.
- S. Gasparri, Roma e i Longobardi, in Roma nell’alto medioevo,
Spoleto 2001 (Settimane di studio del Centro italiano di studio sull’alto
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- S. Gasparri, Il tesoro del re, in Tesori. Forme di accumulazione
della ricchezza nell’alto medioevo (secoli VI-XI), a cura di S. Gelichi,
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a cura di W. Pohl, H. Reimitz, Leiden-New York-Köln 1998 (The Transformation
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- D. Harrison, Political rhetoric and political ideology in Lombard Italy,
in Strategies of Distinction. The Construction of Ethnic Communities, 300-800,
a cura di W. Pohl, H. Reimitz, (The Transformation of the Roman World, 2), Leiden-New
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- H. Keller, Ritual, Symbolik und Visualisierung in der Kultur des ottonischen
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- C. La Rocca, Liutprando da Cremona e il paradigma femminile di dissoluzione
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Segnalazioni
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contattare direttamente il curatore, Piero Majocchi pieromajocchi@libero.it
Curatore
Piero Majocchi si
è laureato in Storia Medievale nel 1999 presso l’Università
degli Studi di Pavia, ha conseguito nel 2003 il titolo di Dottore di Ricerca presso
l’Università degli Studi di Milano ed è attualmente assegnista
di ricerca presso il Dipartimento di Storia dell’Università degli Studi
di Padova. Ha pubblicato Il Repertorio degli atti di Albertolo Griffi, notaio
e cancelliere episcopale di Pavia (1372-1420), a cura di Renata Crotti e Piero
Majocchi, Materiali di Storia ecclesiastica lombarda 6, Milano 2005, e Pavia
città regia. Storia e memoria di una capitale altomedievale, Roma 2008
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