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Le strutture della ricerca in Italia (associazioni, enti, strutture accademiche)

a cura di Giuseppe Gianluca Cicco

[versione 1.0 - giugno 2006]

© 2006 - Giuseppe Gianluca Cicco per "Reti Medievali"
ISSN 1593-2214

 

Nota introduttiva

   

Questa scheda dedicata a “Le strutture della ricerca in Italia” propone nel titolo una tripartizione – associazioni, enti, strutture accademiche non di rado interconnessi grazie a chi vi collabora a vario titolo – e intende illustrare la variegata offerta delle istituzioni che svolgono e promuovono ricerche di ambito medievistico, dal carattere prettamente storico. Saranno prese in considerazione anche alcune fondamentali strutture che operano in ambito letterario, filologico, filosofico e archivistico, con un’attenzione comunque esclusiva per l’età medievale: un vasto panorama di centri di studio, istituti e associazioni, alcuni dei quali attivi da molti anni e senza soluzione di continuità. Una situazione che vede particolare vivacità negli studi medievistici italiani non deve però nascondere una difficile condizione per la ricerca propriamente tale, aggravatasi ancora di più negli ultimi anni per la crescente penuria di sostegni finanziari: così come è bene chiarire subito che solo pochi istituti, impegnati nel campo degli studi sul medioevo, possono essere considerati alla stregua di vere e proprie strutture di ricerca, dal momento che la gran parte di questi si “limitano” a una pur importante e fervida attività convegnistica. Soltanto alcune realtà riescono a portare avanti propri progetti di ricerca, assegnando borse di studio o prevedendo, addirittura, ricercatori strutturati al proprio interno. Di contro è proliferata, nell’ultimo decennio, la nascita di strutture accademiche (laboratori dipartimentali, centri interdipartimentali o interuniversitari) che sfruttano le risorse già disponibili presso gli Atenei affiancando la consueta attività di ricerca dei dipartimenti universitari.

Il titolo di questa scheda comporta ulteriori chiarimenti. Si è inteso attribuire alla sezione “Associazioni” soltanto quelle, per così dire, di “categoria” di studiosi: questo perché invero numerosi organismi che si presentano quali “centro di studi” hanno in realtà una natura legale associativa, per cui sarebbe stato difficile (e poco significativo) isolarli dal contesto degli “Enti”, tra cui per l’appunto si è inclusa la lunga e disomogenea serie di istituti di ricerca, enti, società e accademie che hanno una vita autonoma rispetto alla rete universitaria italiana, pur vantando al loro interno, ovviamente, docenti e ricercatori in servizio presso gli Atenei della penisola. Nella terza e ultima sezione, quella delle “Strutture accademiche”, si presentano alcuni degli organismi, a volte di modeste proporzioni, che sono nati quali “costole” delle facoltà e dei dipartimenti delle Università italiane spesso in seguito ad accordi tra più dipartimenti dello stesso Ateneo, o che si sono costituiti nella fattispecie di un consorzio interuniversitario tra dipartimenti di Atenei diversi. Ovviamente non sono compresi in questa scheda, nonostante siano per statuto gli enti di ricerca per eccellenza, gli stessi dipartimenti di medievistica delle Università italiane. Si eviterà anche di segnalare singolarmente le numerose, e preziosissime, Deputazioni e Società di Storia Patria, che spesso svolgono un ruolo fondamentale nella ricerca, finalizzata al recupero storico di un particolare territorio della nostra penisola. Nella maggior parte dei casi si tratta di realtà di antica fondazione, che hanno anche il merito di pubblicare alcune tra le principali riviste storiche in Italia. Per un elenco completo delle Deputazioni e Società di Storia Patria si rimanda al sito web http://www.cdlstoria.unina.it/storia/dipartimentostoriaold/snsp/index.php?mod=11_Links.

Un’ultima considerazione sulle scelte operate per la classificazione delle strutture di ricerca qui rappresentate: probabilmente una selezione “tematica” che desse luogo a più raggruppamenti sulla base degli interessi di ricerca perseguiti dalle strutture in oggetto, sarebbe stata la scelta migliore allo scopo di offrire un percorso realmente ragionato; purtroppo alcuni di questi istituti si muovono in uno spazio tematico talmente vasto, con interessi per così dire “trasversali”, da rendere praticamente impossibile una netta classificazione. Si è preferito, pertanto, offrire una suddivisione puramente geografica individuando le strutture del nord, centro e sud Italia, sottolineando però in ciascuno dei tre gruppi le necessarie ed evidenti affinità tra due o più strutture di ricerca.

               


Risorse

 

1. Associazioni

In tempi molto recenti ha cominciato a riprendere forma l’idea di costituire, sul modello di altre nazioni europee, un’Associazione dei medievisti italiani (essenzialmente degli storici medievisti), su proposta di docenti di più sedi universitarie; il progetto denominato SISMED - Società Italiana degli Storici Medievisti,da considerarsi in progress, ha trovato da subito l’adesione di molti studiosi di storia medievale, ed è quindi lecito aspettarsi interessanti sviluppi nell’immediato futuro.

Dall’aprile del 1982 è una realtà consolidata l’AIPD – Associazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti (http://scrineum.unipv.it/aipd/),che pubblica il proprio Annuario sul sito web di “Scrineum”, dedicato anch’esso alle scienze del libro e del documento in età medievale. L’Associazione, presieduta da Cesare Scalon, raccoglie e aggiorna i curricula dei propri soci all’interno dell’Annuario, che un tempo veniva anche stampato su carta, e soprattutto lavora all’organizzazione di un congresso nazionale con cadenza biennale.

Altrettanto solida e impegnata è la SAMI – Società degli Archeologi Medievisti Italiani (http://archeologiamedievale.unisi.it/NewPages/SAMI/), costituitasi nel 1994 in seno all’Università di Siena. La Società degli studiosi di archeologia medievale comprende oggi numerosi iscritti, tra cui molti giovani ancora non strutturati; cura l’organizzazione di un congresso nazionale ogni tre anni, i cui atti sono pubblicati in anteprima dall’editore All’insegna del Giglio per essere poi discussi dai relatori stessi in sede congressuale. Il portale della SAMI è molto interessante perché prevede la consultazione digitale degli atti dei congressi e di tutte le annate della rivista “Archeologia Medievale”. Per restare in ambito archeologico, merita un accenno lo sforzo dei Gruppi Archeologici d’Italia (http://www.gruppiarcheologici.org), un’associazione di volontariato con sedi locali in quasi tutte le regioni d’Italia e la segreteria nazionale (e direzione) a Roma. I Gruppi Archeologici d’Italia si occupano della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico-archeologico della penisola, anche di età medievale, spesso in collaborazione con le Università situate nell’area interessata.

Ha interessi relativamente multidisciplinari, infine, l’AISSCA – Associazione Italiana per lo Studio dei Santi, dei Culti e dell’Agiografia (http://www.aissca.it), che vede sempre più in Sofia Boesch il socio maggiormente propositivo. Nello statuto dell’associazione sono previste attività di promozione degli studi agiografici, sostenute da spirito di collaborazione tra gli studiosi impegnati in questo fervido filone di studi, oltre l’organizzazione di almeno un incontro scientifico con cadenza annuale. Il sito web dell’AISSCA, pur se non adeguatamente aggiornato, presenta anch’esso i curricula e la lista delle pubblicazioni dei suoi molteplici soci.



2. Enti

Saranno qui indicati, come già accennato, i numerosi istituti di ricerca nati in Italia con statuti legali diversi a seconda anche delle esigenze del particolare momento storico: negli ultimi tempi, le contingenze che vedono sempre più ridotti i finanziamenti statali hanno imposto, ad esempio, la conversione di molti vecchi istituti in fondazioni, come per il caso del celebre Centro di Studi spoletino (CISAM) e come sta avvenendo, tra l’altro, per le stesse Università italiane. La presentazione degli Enti rispetterà una semplice tripartizione su base geografica tra nord, centro e sud Italia: risulta evidente, anche per le strutture accademiche che seguiranno, una particolare concentrazione di istituti nella regione Toscana.

 

2.1. Italia settentrionale

L’Italia del nord non offre un panorama particolarmente ricco di Enti autonomi impegnati nella ricerca scientifica di ambito medievistico. Tra i pochi, dal passato illustre è sicuramente l’Istituto Trentino di Cultura (http://www.itc.it), che comprende al suo interno vari centri di studio attivi anche nella ricerca matematica e fisica: di competenza (in parte) medievistica sono l’ITC-isig – Centro per gli Studi storici Italo-Germanici (http://www.itc.it/isig/), ex Istituto Storico Italo-germanico, diretto da Gian Enrico Rusconi, e l’ITC-isr – Centro per le Scienze Religiose (http://www.itc.it/isr/), diretto da Antonio Autiero. I due centri dell’ITC sono tra i pochi, in Italia, a poter contare su di un personale strutturato al proprio interno, impegnato nel portare avanti annualmente nuovi progetti di ricerca; un’altra nota positiva la discreta frequenza dei bandi per borse di ricerca di varia durata, anche se notoriamente molto selettivi. Il Centro per gli Studi storici Italo-Germanici, anche per la lunga direzione di Giorgio Cracco dal 1998 al 2005, è quello tra i due che, almeno in passato, ha sostenuto in particolar modo iniziative di ricerca tardo-medievistiche congiunte tra Italia e Germania. Oltre a organizzare un gran numero di incontri di studio, l’istituto dispone anche di una ricca biblioteca, frequentata dagli studenti dell’Università di Trento e non solo. I risultati delle ricerche dell’ITC-isig vengono pubblicati, in italiano e tedesco, all’interno di collane editoriali del Mulino e di Duncker&Humblot.

Si segnalano altre due realtà attive da tempo tra gli Enti di ricerca dell’Italia settentrionale. Nato nel 1996 in seno al Comune di Asti in collaborazione con la locale Cassa di Risparmio, il Centro Studi sui Lombardi e sul credito nel Medioevo (http://www.comune.asti.it/uffici/area-2/archivio-storico/centro-studi.shtml) dal 2007 denominato Centro Studi sui Lombardi, sul credito e sulla banca, prende spunto dai mercanti astigiani che, noti all’estero con il nome di Lombardi, si specializzarono nel prestito su pegno nella prima metà del Duecento: da qui l’interesse che si ha oggi per studi sul credito e sull’economia tardomedievale in genere. Anche per questo giovane istituto è stata finora prevalente l’attività convegnistica, oltre a un ricco calendario di presentazioni di libri di storia economica, per quanto non sono mancate opportunità di borse di studio per giovani laureati (non dispone ancora di un vero sito web, ma solo di una pagina di presentazione all’interno del portale del Comune di Asti).Dal 2001 è attivo il CISIM – Centro Internazionale di Studi sugli Insediamenti Medievali, altro istituto piemontese che, per l’organizzazione dei propri eventi, fa capo al Comune di Cherasco e alla Provincia di Cuneo; all’impegno di Francesco Panero e Rinaldo Comba in particolare si devono i risultati lusinghieri ottenuti fino a ora dall’istituto (che non ha una sua vetrina web).

Ha interessi solo parzialmente medievistici l’autorevole Fondazione Benetton Studi Ricerche (http://www.fbsr.it) di Treviso, la quale concentra i propri sforzi verso alcune tematiche di grande respiro (tra queste gli studi sul paesaggio) o verso la storia della regione veneta; tra i principali filoni di ricerca della Fondazione, interessa in questa sede evidenziare quello della storia del gioco che, grazie all’attivismo dello storico medievista Gherardo Ortalli e attraverso la pubblicazione della rivista “Ludica” insieme all’assegnazione delle borse di studio “Gaetano Cozzi”, si è soffermato spesso su argomenti di storia della ludicità (in senso ampio) nell’età medievale.

 

2.2 Italia centrale

L’ISIME e il CISAM sono sicuramente il “vanto” degli istituti di ricerca italiani per quanto concerne gli studi storici sul medioevo. Il primo dei due, l’ISIME – Istituto Storico Italiano per il Medioevo (http://www.isime.it), con sede storica in Piazza dell’Orologio a Roma, è stato fondato addirittura nel 1883, ed è attualmente diretto da Massimo Miglio. La storia dell’istituto è facilmente desumibile dalla mole (e importanza) delle sue collane editoriali: le “Fonti per la storia d’Italia”, le “Fonti per la storia dell’Italia medievale”, gli “Studi Storici”, i “Nuovi Studi Storici”, oltre all’altrettanto gloriosa rivista “Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo”, al “Repertorium Fontium Historiae Medii Aevi” e alla ristampa dei “Rerum Italicarum Scriptores” del Muratori. Dagli anni ‘20-’30 del secolo scorso è attiva anche al suo interno una “Scuola Nazionale di studi medioevali”, recentemente avversata sul piano legale, ma ancora funzionante; la Scuola può avvalersi, tra l’altro, della prestigiosa biblioteca sita nella struttura. Il portale web dell’istituto presenta sinteticamente i progetti di ricerca in corso, oltre a proporre il ricco catalogo delle pubblicazioni. Se da un lato il prestigio dell’ISIME si lega soprattutto alle collane editoriali di fonti e alla pubblicazione del “Repertorium” non ancora ultimato, la fama del CISAM – Fondazione Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo (http://www.cisam.org) si deve all’autorevole attività convegnistica che dal giugno del 1952 a oggi ha visto celebrarsi 54 Settimane di studio dal carattere veramente internazionale, più un numero svariato di ulteriori congressi anch’essi internazionali, i cui atti sono stati tutti regolarmente pubblicati; tra i “numeri” del CISAM, in ambito editoriale, 28 collane monografiche (di cui 12 in convenzione con altri istituti) e 11 periodici (di cui 6 in convenzione). L’incontro post-pasquale della Settimana di studi spoletina costituisce un appuntamento fisso di forte richiamo per qualsiasi altomedievista italiano o straniero, e i relativi atti hanno dato luogo, oramai, a una vera e propria “enciclopedia” della storia altomedievale europea dalla quale non si può prescindere. L’attuale Fondazione, presieduta da Enrico Menestò nella storica sede di Palazzo Ancaiani a Spoleto, ha superato di recente momenti di forte crisi economica per i tagli dei finanziamenti pubblici. Si è ultimamente tramutato in Fondazione anche il Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo di San Miniato (http://www.fondazionesanminiato.it), presieduto ora da Gian Maria Varanini (dopo una lunga presidenza di Giorgio Chittolini) e diretto da Francesco Salvestrini. Costituitasi per la spinta propulsiva di Ernesto Sestan nel dicembre 1985, dopo due esperimenti congressuali ben riusciti, la Fondazione alterna convegni con cadenza biennale (pubblicati nella collana “Studi e ricerche”) a seminari di studio residenziali con cadenza annuale, tutti rigorosamente mirati sull’Italia tardomedievale.

L’area toscana presenta almeno altri tre enti di ricerca di indubbio valore, tra i quali il primo spicca per fama e longevità: fondato nel 1967 su iniziativa di Federigo Melis, l’Istituto Internazionale di Storia economica “F. Datini” (http://www.istitutodatini.it) con sede a Prato propone nella primavera di ogni anno un’importante Settimana di studi di storia economica il cui tema, in genere, copre cronologicamente i secoli bassomedievali fino a tutta l’età moderna. Le giornate in cui si tiene il congresso completano il programma di un Corso di specializzazione e di approfondimento che parte qualche giorno prima, affrontando il medesimo tema di studio. Anche per il Datini di Prato un fiore all’occhiello è la ricchissima biblioteca (con OPAC disponibile sul sito web), senz’altro tra le migliori in Europa per la storia economica di età preindustriale. Sorprendentemente, non ha ancora una propria pagina web, ma solo una breve scheda segnaletica ospitata nel portale del Comune di Pistoia, il Centro Italiano di Studi di Storia e d’Arte (http://www.comune.pistoia.it/cgi-bin/scheda_associazioni_2003.cgi?id=7), benché un’adeguata vetrina in rete potrebbe efficacemente pubblicizzare la nutrita collana di atti dei congressi di storia tardomedievale, ora con cadenza biennale, che il Centro presieduto da Giovanni Cherubini ha iniziato a pubblicare a metà degli anni ’60. Di recente costituzione invece il Centro di Studi per la Storia delle campagne e del lavoro contadino di Montalcino (privo anch’esso di sito web), voluto da Alfio Cortonesi, Raffaele Licinio e Massimo Montanari nell’estate 1998 in occasione del primo “Laboratorio Internazionale di Storia Agraria” organizzato dal neonato Centro.

Il territorio del Piceno sulla spinta del Comune e della Provincia di Ascoli, nonché della Fondazione Cassa di Risparmio e della Camera di Commercio della stessa città, hanno inteso promuovere lo studio del territorio e del patrimonio artistico e culturale delle proprie zone istituendo nel 1987 un “Premio Internazionale Ascoli Piceno” attribuito ogni anno, con la sola interruzione delle annate 2003 e 2004, a illustri medievisti o anche a giovani autori di studi sul territorio marchigiano in età medievale. Da qui la naturale creazione di un Istituto Superiore di Studi Medievali “Cecco D’Ascoli” (http://www.issmceccodascoli.org) che organizza incontri di studio in concomitanza con l’assegrazione del premio e un corso triennale di paleografia in collaborazione con l’Università di Macerata. Un altro premio di più recente istituzione è il “Paul Sabatier” riservato annualmente alla migliore tesi dottorale nell’ambito degli studi francescani: è questa una delle iniziative della Società Internazionale di Studi Francescani in Assisi (http://www.sisf-assisi.it) che, per il resto, organizza ogni anno da antica data convegni internazionali di storia della chiesa con particolare attenzione al francescanesimo, oltre ad analoghi seminari di storia religiosa, entrambi in collaborazione con il Centro Interuniversitario di Studi Francescani (di cui si dirà nella sezione “strutture accademiche”). La Società è presieduta da un noto francescanista italiano, Grado Merlo, e la propria proposta congressuale è ormai un appuntamento fisso, in ottobre, a cavallo del convegno organizzato dall’Accademia Tudertina.

Abbiamo visto come già l’Istituto Trentino di Cultura operi strettamente in un ambito che unisce Italia e Germania. Altri tre importanti enti di ricerca dell’Italia centrale sono invece vere e proprie rappresentanze italiane di istituzioni estere. La prima di queste, l’École Française de Rome (http://www.ecole-francaise.it), è un solido riferimento per la ricerca medievistica in Italia, oltre a rappresentare una fucina di opportunità per giovani studiosi che vengono facilitati nella propria formazione con l’ausilio di borse di ricerca residenziali, oltre che con la piena disponibilità di una notevole biblioteca. L’École stabilisce in genere un piano quadriennale con alcuni “assi” prioritari per la ricerca, entro i quali inquadrare le varie iniziative, anche congressuali: l’attenzione è comunque rivolta specificamente al bacino mediterraneo. La sede è quella prestigiosa di Palazzo Farnese al centro di Roma, nei pressi del Quirinale, con una seconda sede di appoggio nella vicina Piazza Navona. L’attività editoriale dell’Istituto, diretto da Michel Gras del CNRS, è incessante: agli studi medievistici sono dedicate diverse collane nonché l’autorevole rivista “Mélanges de l’École Française de Rome”. Tra i tanti meriti dell’École, che segna anche una volontà di apertura verso le nuove tecnologie telematiche, c’è anche da qualche anno la possibilità di consultare online (o scaricare dalle rete a pagamento) tutte le pubblicazioni dell’Istituto sul portale della Casalini Digital Division. Ancora a Roma l’Istituto Storico Germanico (http://www.dhi-roma.it), fondato nel 1888 e attualmente diretto da Michael Matheus, si occupa della storia italiana e tedesca dall’alto medioevo fino al passato più recente, sostenendo la ricerca di giovani studiosi anche mediante l’elargizione di assegni di ricerca semestrali. Entrato a far parte, dal luglio 2002, della fondazione Deutsche Geisteswissenschaftliche Institute im Ausland, l’istituto ha anche propri ricercatori strutturati, tutti però di nazionalità tedesca. La Direzione scientifica della Villa I Tatti. The Harward University Center for Italian Renaissance Studies (http://www.itatti.it) ha forse dimostrato negli anni una maggiore apertura nei confronti degli studiosi italiani: molti attuali docenti e ricercatori con interessi tardomedievistici (o protomoderni, qual dir si voglia), in servizio presso i nostri Atenei, hanno già goduto delle borse post-dottorali ogni anno bandite dall’istituto in numero di 12-15. La sede è una meravigliosa villa di Fiesole, sulle colline di Firenze, parzialmente visitata anche dai turisti. La ricca biblioteca rispecchia i molteplici aspetti che caratterizzano il Rinascimento italiano: si spazia perciò dalla storia dell’arte e della storia sociale alla scienza, alla religione, alla filosofia, con sezioni specifiche per la musica e la storia della letteratura.

Per restare nei dintorni di Firenze e in un ambito di studi prettamente letterario-filologico, va segnalata un’altra delle realtà italiane più impegnate e riuscite: la SISMEL – Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, in tutt’uno con la FEF – Fondazione Ezio Franceschini (http://www.sismelfirenze.it), voluta e presieduta ancora da Claudio Leonardi, è attiva su molti fronti con una particolare dedizione alla realizzazione di aggiornati repertori per gli studi medievistici. Il nucleo originario dell’Ente coincide con la Redazione centrale di “Medioevo latino”, il fondamentale bollettino bibliografico, con uscita annuale, che dai primi anni ’80 del secolo scorso rappresenta uno strumento fondamentale di partenza per qualsiasi ricerca medievistica, anche di carattere storico. Dal successo editoriale di “Medioevo latino” si è passati alla creazione di nuovi comitati di studio e lavoro che sono tuttora impegnati nella stesura di repertori di autori mediolatini, o di “generi letterari” (ritmi, opere agiografiche, scritti mistici) o ancora di codici liturgici. La SISMEL coinvolge al proprio interno, nella sede della Certosa del Galluzzo, un gran numero di giovani collaboratori a contratto e intrattiene rapporti, all’esterno, con numerosissimi studiosi a livello internazionale, dando luogo a una propria, ricca, attività editoriale.

Nel chiudere il quadro degli enti di ricerca dell’Italia centrale ancora un rapido accenno a un ultimo istituto di antichissima fondazione, l’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze (http://www.accademiapetrarca.it), che dai primi anni dell’Ottocento ha avuto tra i suoi soci illustri personalità quali Manzoni, Pellico, Carducci, Mommsen, Camillo Benso di Cavour. L’attività convegnistica-editoriale dell’istituto aretino non è attualmente notevole in termini quantitativi, ma l’Accademia Petrarca resta un ente prestigioso soprattutto per il suo glorioso passato.

 

2.3 Italia meridionale

Le diverse vicende storiche che hanno caratterizzato il Mezzogiorno medievale rispetto all’Italia centro-settentrionale caratterizzano, ovviamente, gli interessi dei centri di ricerca sorti nel sud Italia. Tra questi, il CESN – Centro Europeo di Studi Normanni (http://www.cesn.it) presieduto da Aurelio Cernigliaro, con sede ad Ariano Irpino, ha recentemente ripreso con più impegno le proprie attività (che avevano già dato luogo a importanti pubblicazioni) organizzando un congresso, un Corso di perfezionamento residenziale con cadenza annuale e soprattutto realizzando un articolato portale web che presenta diversi percorsi didattici sull’Italia normanna, un buon numero di fonti digitalizzate e l’utile strumento della “Bibliografia normanna”, che annota tutte le pubblicazioni a stampa relative ai Normanni in Italia meridionale. Ha carattere più “localistico” ma altrettanto impegnato da anni, senza soluzione di continuità, il Centro di Cultura e Storia Amalfitana (http://www.centrodiculturaestoriaamalfitana.it), che nella città costiera ha il merito di tenere aperta una fornita biblioteca di studi amalfitani che si è arricchita, negli anni, delle tante pubblicazioni promosse dal Centro, soprattutto rivolte all’edizione di fonti archivistiche medievali dell’area (ma anche spesso connotate dalla saggistica storico-artistica). L’operosità del Centro, coordinato da Giuseppe Gargano, comprende anche la stampa di una rivista semestrale di buona qualità, la “Rassegna del Centro di Cultura e Storia Amalfitana”, e un’incessante attività seminariale, in collaborazione con l’Università di Salerno.

Spostandoci in Calabria registriamo la presenza, dal 1982, del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti (http://www.centrostudigioachimiti.it), attualmente diretto da Cosimo Damiano Fonseca e presieduto da Salvatore Oliverio. L’idea del Centro è nata da un accordo tra diverse amministrazioni comunali della Sila, tra cui quella ospitante di San Giovanni in Fiore, alle quali si sono aggiunte la Comunità Montana Silana e la Provincia di Cosenza. Ovviamente la figura di Gioacchino da Fiore e la storia dell’Ordine Florense sono oggetto di tutte le attività congressuali e delle pubblicazioni del Centro, che vanta collaborazioni con il CNR, l’ISIME, gli MGH, i Lincei, la Deutsche Forschungsgemeinschaft e, naturalmente, l’Università della Calabria. A Squillace, nella stessa regione, un’altra figura di illustre “calabrese”, il senatore Cassiodoro, è ampiamente commemorata attraverso le attività dell’Istituto di Studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria (http://www.cassiodoro.it), ex Centro Studi Cassiodorei, un ente voluto dall’amministrazione della cittadina che lo ospita (dov’era l’antico centro di Vivarium) e dalla Regione Calabria. Il presidente Gaetano Passarelli può contare sull’appoggio scientifico di colleghi dell’Università Roma III e di altri storici e filologi di varie Università meridionali, in un dinamismo per lo più editoriale che è sfociato, fino a oggi, nelle riviste “Cassiodorus” e “Vivarium Scyllacense” e nella collana “Bibliotheca Vivariensis”.

La Regione Sicilia non ha reso giustizia alle sue straordinarie vicende storiche con una proliferazione di enti di ricerca o strutture accademiche. La splendida cornice di Erice ha ospitato, soprattutto negli anni ’90 del secolo scorso, le iniziative congressuali di due Scuole interne del prestigioso Ettore Majorana Foundation and Centre for Scientific Culture (http://www.ccsem.infn.it) diretto da Antonino Zichichi, ossia l’Advanced School of Archeology and Medieval Civilization “Francesco Giunta” amministrata oggi da Pierre Toubert e Salvatore Fodale, e l’International School for the Study of Written Records diretta da Guglielmo Cavallo e Jan-Olof Tjäder. La storia illustre delle due Scuole del Centro di Erice costituisce un’eccezione importante nel sottorappresentato panorama medievistico dell’isola. Per il resto, tra le iniziative siciliane di un qualche rilievo c’è solo da registrare l’attivismo dell’associazione Officina di Studi Medievali (http://www.officinastudimedievali.it) che opera dal 1980 nel capoluogo siciliano in stretta collaborazione con l’Università di Palermo, prestando una particolare attenzione agli studi francescani; un ottimo biglietto da visita dell’Officina è la rivista semestrale (annuale dal 2001) “Schede Medievali”, che ha accolto negli anni contributi di numerosi specialisti italiani e stranieri.

È da notare come fino a ora non sia stato possibile fare riferimento ad alcun organismo di ricerca del CNR italiano. Questo perché le ristrettezze finanziarie degli ultimi anni hanno portato alla soppressione di numerosi istituti che operavano in Italia nell’ambito della ricerca umanistica. Per quanto attiene agli studi medievistici in particolare, molti ricorderanno ad esempio l’Istituto di Studi Federiciani, tra quelli oramai soppressi. Soltanto l’ISEM – Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del CNR (http://www.isem.cnr.it), diretto a Cagliari dallo storico Francesco Cesare Casula, è riuscito a sopravvivere accorpandosi nel 2002 agli ex Istituto sui rapporti italo-iberici (Cagliari), Centro di studio sulla storia della tecnica (Genova) e Centro per lo studio delle letterature e delle culture delle aree emergenti (Torino). L’attuale ISEM prosegue nella propria sede in Sardegna le ricerche storico-letterarie sull’area italo-iberica, non solo di età medievale, potendo contare, come tutti gli organi del CNR, su un gruppo di studiosi strutturati. Di certo è nettamente diminuita, se non praticamente azzerata, l’offerta di borse di studio e contratti di collaborazione, che un tempo rendevano appetibili gli istituti del CNR (anche di area umanistica) ai giovani studiosi in formazione.

 


3. Strutture accademiche

Una considerazione di ordine generale sulle “strutture accademiche”, spesso di recente formazione, attivate in Italia per arricchire il panorama degli enti che si occupano nello specifico di studi medievistici, porta a concludere che queste, essendo strettamente legate alle dinamiche delle Università italiane, risultano a volte più operose ed efficienti di alcuni istituti di antica fondazione che al contrario tendono a “sopravvivere”, potendo puntare più sul proprio glorioso passato che su una concreta capacità di rinnovarsi e di tenere il passo delle nuove iniziative accademiche. Resta però il fatto che le strutture universitarie in questione riescono a proporre formazione e attività convegnistica, ma non possono comunque soddisfare le esigenze di giovani studiosi con sovvenzioni per la loro ricerca, né tanto meno finanziare autonomi progetti, se non in rarissime situazioni.

3.1. Italia settentrionale

Al lungo e fertile magistero di Giovanni Tabacco si ispirano i fondatori del CRISM - Centro di Ricerca sulle Istituzioni e la Società del Medioevo (http://hal9000.cisi.unito.it/wf/DIPARTIMEN/Storia1/CRISM/CRISM.doc_cvt.htm), ossia i docenti e i ricercatori del Dipartimento di Storia dell’Università di Torino, ai quali si sono aggregati, dal 1995 a oggi, vari studiosi che si occupano abitualmente di storia istituzionale dell’Italia centro-settentrionale o più in generale della gestione del potere nel medioevo. Il CRISM ha già all’attivo alcune esperienze congressuali; si appoggia, per le proprie ricerche, alla ricca Biblioteca di Dipartimento, e ha in lavorazione un vero portale web che sostituisca la semplice pagina informativa disponibile oggi, con l’intento di fornire soprattutto un servizio bibliografico agli studiosi interessati.

Una realtà già più consolidata è quella nata nel 1998 in seno all’Università Cattolica di Milano: il CESIMB – Centro Studi sulla Storia degli Insediamenti Monastici Bresciani (http://www.bs.unicatt.it/cesimb), ubicato nella città di Brescia e diretto da Giancarlo Andenna, si prefigge di studiare le istituzioni monastiche, soprattutto benedettine, dell’area bresciana, promuovendo edizioni di fonti, o curando l’organizzazione scientifica delle “Giornate di Studi Medievali” più vari altri incontri di studio, tutti regolarmente pubblicati. Apprezzabile lo sforzo del CESIMB di attivare degli assegni di ricerca, che hanno visto fino a ora due attribuzioni. Assai promettente il recente Centro “Gina Fasoli” per la storia della Città (http://www.centrofasoli.unibo.it), istituito nel 2003 dal Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna con un’autonoma sede in città, e attualmente diretto da Francesca Bocchi. Il ricordo dell’illustre maestra scomparsa nel 1992, giustifica gli interessi del Centro che coincidono con quelli che furono i principali filoni di ricerca della studiosa onorata; in più l’istituto intende procedere anche nella direzione di un connubio stretto tra studi storici e informatica, mirando a produrre ricostruzioni virtuali di città medievali o a costituire una rete telematica delle istituzioni culturali (biblioteche, musei, archivi). Il Centro ha anche già attivato una collana editoriale con Viella che ospiterà monografie su singole città d’arte italiane a partire dal 2006 (Cingoli, Otranto, Matera e Brindisi tra le prime).

Chiude il veloce quadro sulle strutture accademiche del nord Italia, il Centro Interdipartimentale per ricerche di Filosofia Medievale “Carlo Giacon” (http://www.filosofia.lettere.unipd.it/storf/), la cui sede è presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Padova. Diretto da Francesco Bottin, ha inaugurato la collana editoriale “Subsidia Mediaevalia Patavina”.

 

3.2. Italia centrale

Nel 1955 il senatore e illustre medievista Giuseppe Ermini istituì per conto dell’Università di Perugia, di cui era il Rettore, il Centro di Studi sulla Spiritualità Medievale (http://www.unipg.it/difilile/Centri_di_studi.htm), che dal 1986 opera, sotto la direzione congiunta di Enrico Menestò, anche in collaborazione con il Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo – Accademia Tudertina. Il Centro Tudertino fu destinato così a rappresentare l’alter ego “minore” del CISAM di Spoleto, presso il quale, tra l’altro, stampa da tempo le proprie pubblicazioni (e con il quale condivide la direzione). La città di Todi ospita da molto tempo un importante congresso di studi con cadenza annuale, nel mese di ottobre, incentrato su temi che spesso riguardano la vita della Chiesa tardomedievale; l’affluenza non massiccia alle iniziative convegnistiche del Centro ha suggerito agli organizzatori di farle seguire, subito dopo, dalle giornate di studi organizzate dalla vicina Società Internazionale di Studi Francescani (Assisi) in collaborazione con il Centro Interuniversitario di Studi Francescani (http://www.sisf-assisi.it/CISF.htm), attivato anch’esso dall’Università di Perugia nel giugno 1988 con gli Atenei consorziati di Chieti, L’Aquila, Macerata, Milano, Napoli “Federico II”, Padova, Roma III e Verona. Il Centro Interuniversitario di Assisi, diretto da Luigi Pellegrini, garantisce tra l’altro ogni anno un “Seminario di Formazione in storia religiosa e studi francescani” a carattere residenziale, riservato a giovani studiosi italiani e stranieri.

Da un’intuizione di Gabriella Rossetti, nel 1983 nasce dal Dipartimento di Medievistica dell’Università di Pisa il GISEM – Gruppo Interuniversitario per la Storia dell’Europa Mediterranea (http://www3.humnet.unipi.it/gisem/), un consorzio di sei Università italiane coordinato ancora dalla stessa Rossetti, ma che prevede un responsabile in ciascuna sede periferica: Genova (Giovanna Petti Balbi), Napoli (Giovanni Vitolo), Palermo (Pietro Corrao), Pisa (Gabriella Rossetti), Roma LUISS (Luciano Palermo), Torino (Renato Bordone). Il progetto GISEM si avvale di finanziamenti pubblici (Prin del MIUR, CNR) e promuove ricerche sul sistema dei rapporti nell’Europa tra medioevo e prima età moderna. Naturalmente vengono organizzati dal Gruppo seminari e congressi e curate due collane editoriali: “Europa Mediterranea – Quaderni” e “Piccola Biblioteca”.

L’Università di Siena ha creduto più di altre nella necessità di costituire, negli anni, delle strutture di ricerca in ambito medievistico: in questa sede vale la pena ricordare tre organismi dell’Ateneo senese, partendo da quello di più antica fondazione, il Centro Interdipartimentale per lo Studio dell’Ospedale di Santa Maria della Scala (http://www.storia.unisi.it/centro_sms/index.html#). Nato nel 1984, è stato riattivato nel 2003 su richiesta di un gruppo di docenti dei Dipartimenti di Storia e di Archeologia e Storia delle Arti, e affidato alla direzione di Gabriella Piccinni. Il portale del Centro rimanda alle notizie sullo scavo archeologico nell’area dell’Ospedale e alle ricerche (pubblicate o in corso) condotte dal gruppo di studio, comprendente anche giovani ricercatori non strutturati. Nel 1996 ha preso forma il CISLAB – Centro Interdipartimentale di Studi sui Beni Librari e Archivistici (http://www.unisi.it/cislab), che vede largamente impegnati due medievisti, la direttrice Caterina Tristano (paleografa) e Francesco Stella (mediolatinista), responsabile del grosso progetto del “Corpus dei ritmi latini (IV-IX secolo)” partorito insieme dal CISLAB e dalla SISMEL. Questo Centro Interdipartimentale ha sede presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo e organizza, oltre a sporadici convegni e seminari, un Master di I livello in “Gestione e Conservazione dei Beni Culturali” e un altro di II livello in “Studi sul libro antico”. Dall’idea di un ulteriore Master di II livello in “Archeologia e Storia dell’alto medioevo” attivato sempre presso l’Università di Siena, è nato recentemente l’interessante progetto del Centro Interuniversitario per la Storia e l’Archeologia dell’Alto Medioevo (http://venus.unive.it/info.saame/index.htm), che può godere della splendida cornice del Cassero della Fortezza di Poggio Imperiale, a Poggibonsi. Il Centro coinvolge storici e archeologi delle Università di Siena, Venezia e Padova, ed è diretto da Stefano Gasparri, il quale ha ideato insieme a Riccardo Francovich un istituto che s’impegnerà a organizzare annualmente degli incontri di studio internazionali, a carattere seminariale, che vadano nella direzione di concentrare l’attenzione su aspetti e problemi altomedievistici molto mirati, proprio per non perseguire “ideali enciclopedici” già solitamente ricercati dal CISAM di Spoleto.

Ancora dalla regione Toscana un’ultima “struttura” scaturita dal Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università di Firenze: il Centro di Studi sulla Civiltà Comunale (http://www.dssg.unifi.it/_pim/cescc/), attualmente diretto da Giovanni Cherubini, ha mostrato da subito molta vivacità organizzativa; in pochi anni si sono tenuti già diversi Corsi di “Scuola di alti studi dottorali a carattere interdisciplinare sulla civiltà comunale”, in collaborazione con il Dottorato di Storia Medievale dell’Università di Firenze, più seminari, workshops, presentazioni di libri e convegni internazionali, tutti in qualche modo legati al filone tematico dell’esperienza comunale in Italia.

 

3.3. Italia meridionale

Gli studi sulle dominazioni normanna e sveva hanno sempre coinvolto un gran numero di ricercatori afferenti alle Università dell’Italia meridionale, e abbiamo già visto come sia attivo, in Campania, un Centro Europeo di Studi Normanni che viaggia in questa direzione di ricerca. Questo filone di studi deve molto a uno studioso da poco scomparso, Giosuè Musca, ideatore del prestigioso Centro di Studi Normanno-Svevi dell’Università di Bari (http://www.cnsbari.net), presieduto dal Rettore dell’Ateneo e diretto da Raffaele Licinio. La collana di Atti delle “Giornate normanno-sveve”, organizzate puntualmente ogni due anni dall’ottobre 1973 con la partecipazione accorata di studiosi italiani e stranieri, costituisce un prezioso bagaglio di conoscenze sull’Italia meridionale dei secoli XI-XIII, del quale non si può fare a meno in qualsiasi ricerca sulla storia istituzionale, sociale, religiosa ed economica dell’età normanno-sveva. In tempi più recenti il Centro ha avviato anche un distinto ciclo di seminari e ha organizzato un Corso di Alta Formazione per giovani studiosi, alla stregua delle iniziative del CESN di Ariano Irpino. Di minor portata e “anzianità”, il Centro di Studi Micaelici e Garganici (http://www.dscc.uniba.it/strutture/centro_studi_micaelici_e_garganici.htm) del Dipartimento di Studi classici e cristiani dell’Università di Bari è nato nel 1995 in seguito a un fervido ventennio di studi sul culto micaelico nel Gargano e alla ricorrenza, due anni prima, del XV centenario delle apparizioni di san Michele. Dopo un forte impulso iniziale dato dalla competenza sul tema di Giorgio Otranto, il Centro prosegue oggi, con la direzione di Domenico Lassandro, l’attività di ricerca di carattere storico, agiografico e letterario sul culto dell’Angelo e la valorizzazione del complesso santuariale di S. Michele al Gargano: non sono mancati negli anni incontri di studio di più o meno ampio respiro, nonché la collaborazione del Centro all’organizzazione delle “Settimane di Studi Tardoantichi e Romanobarbarici”.

L’Università di Lecce, per restare ancora in Puglia, ospita la produttiva Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale (http://www.unile.it/SISPM/), costituita perlopiù da storici della filosofia e presieduta da Loris Sturlese. L’attività convegnistica è quella prevalente anche in questo caso, per quanto la pubblicazione degli atti avvenga quasi sempre in sedi e con tempi diversi a seconda delle disponibilità logistiche (ed economiche) degli organizzatori di turno.

Il Centro Interuniversitario per la Storia delle città campane nel Medioevo (http://www.storia.unina.it/citta/) chiude la sezione di strutture accademiche italo-meridionali e, più in generale, questa veloce rassegna degli istituti di ricerca in Italia impegnati nelle discipline medievistiche. Diretto da Giovanni Vitolo, il Centro coinvolge in primo luogo il Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università “Federico II” di Napoli, più altri dipartimenti della Seconda Università e dell’Università “L’Orientale” del capoluogo campano. I filoni di ricerca del Centro sono facilmente intuibili, e in buona parte assimilabili a quelli del più recente Centro bolognese “Gina Fasoli”, anche se nel caso dell’istituto napoletano l’attenzione è tutta per la storia cittadina dei centri dell’attuale regione Campania. Il calendario dei seminari e delle conferenze è abbastanza fitto, e il Centro provvede alla pubblicazione dei relativi atti presso l’editore Carlone nonché al patrocinio e alla cura scientifica di ulteriori lavori monografici (spesso edizioni di pergamene tratte da fondi monastici).

 


Il mutevole e vivo panorama degli istituti di ricerca medievistici in Italia impone un periodico e costante aggiornamento di questa pagina. Come già detto in premessa, per questa scheda di Repertorio si sono operate delle scelte omettendo, probabilmente, altre realtà significative; chi desiderasse pertanto segnalare mutamenti o alcune mancanze di rilievo può contattare direttamente il curatore, Giuseppe Gianluca Cicco: <cicco@medievisti.it>.

 

Curatore 

Giuseppe Gianluca Cicco (Salerno 1972) si è laureato in Lettere all’Università di Salerno con una tesi in Storia Medievale. Si è diplomato in Archivistica e Paleografia all’Università di Roma “La Sapienza”, dove ha discusso una tesi in Diplomatica, e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filologia Mediolatina presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato borsista di ricerca all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ha collaborato con la SISMEL e il CESN. Cultore della materia di Storia Medievale alle Università di Salerno (Facoltà di Scienze della Formazione) e del Molise (Facoltà di Scienze Umane e Sociali), si occupa essenzialmente della Langobardia minore (soprattutto per temi di storia della cultura) e dei rapporti dei principati longobardi del Sud con il regno italico e l’Oriente. Ha in preparazione la traduzione italiana con commento storico dei Gesta Karoli di Notkero il Balbo.

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Reti Medievali
Ultima modifica: 5 September, 2007

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