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Fonti

Antologia delle fonti altomedievali

a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto

© 2000 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


XI
L’età vichinga

10. Il Regno danese di Inghilterra
(A) Wulfstan, Omelie, pp. 116, 119-120.
(B) Gesta del re Canuto, SRG, 11, 15-16, 18-19.

In Inghilterra alla metà del decimo secolo la presenza scandinava sembrava non creare più preoccupazioni ad una ormai forte monarchia anglosassone. Il figlio di Etelstano, Edgardo (959-975), faceva assumere alla monarchia i caratteri sacrali conferiti dall’unzione mentre veniva introdotta nel regno la riforma monastica che ebbe tra i più insigni rappresentanti il già citato abate Aelfrice l’arcivescovo Wulfstan. Poco dopo però nuovi attacchi vichinghi colpirono l’isola senza trovare resistenza da parte del figlio di Edgardo, Etelredo detto lo Sconsigliato (978-1016) divenuto re appena decenne. II volgere del millennio portò all’Inghilterra saccheggi e devastazioni, a stento contenuti da reiterati pagamenti. Ma Etelredo fece di peggio che pagare: per la notte del 13 novembre 1002 organizzò un massacro dei Danesi che vivevano in Inghilterra, provocando una serie di incursioni di rappresaglia. Sfibrati da una situazione insostenibile – che ci è descritta in una omelia di Wulfstan (A) – gli Anglosassoni finirono per accettare come re il danese Sven Barbaforcuta (1013-1014) mentre Etelredo si recava in esilio con la moglie Emma ed i figli.

Nel 1016 diveniva re il figlio di Sven, Canuto (m. 1035) che sposava Emma rimasta nel frattempo vedova di Etelredo. Abilità politica e circostanze fortunate portarono Canuto a costituire un impero che comprendeva l’Inghilterra, le isole a nord della Scozia, la Danimarca e la Norvegia. Il regno di Canuto, che era cristiano, è rimasto nella memoria del suo paese adottivo come un regno di pace, prosperità ed ordine. Incoraggiò questa memoria la vedova, Emma, che dopo, la morte del re, mentre cercava di instaurare un accordo tra i figli dei suoi due mariti, commissionò ad un monaco delle Fiandre un’opera – Gesta Cnutonis regis (1042) – dove si esaltasse il regno di Canuto porgendo contemporaneamente una versione idillica della loro transazione matrimoniale (B). In realtà Emma doveva poi morire in disgrazia, subito confinata in un monastero dal figlio Edoardo il Confessore (1042-1066), rimasto unico re alla prematura morte del fratellastro danese.


(A) Carissimi, rendetevi conto della verità: il mondo precipita verso la fine, e quindi più passa il tempo più gli eventi mondani peggiorano.


[In primo luogo esamina le colpe dei cristiani, sudditi e governanti]


Tutti questi fatti ricordati sono gravi e terribili, capisca chi vuole. Eppure fatti ancora più gravi e svariati contaminano ora la nostra gente. Tradimenti e spergiuri dovunque, patti ripetutamente violati: è evidente, in questo popolo, che la collera del Signore ci sovrasta, se ne renda conto chi può.

E in realtà, la collera di Dio può forse provocare agli uomini un’onta maggiore di quella che continuamente ci colpisce a causa delle nostre malvagie azioni? Ad esempio, nel caso che uno schiavo fugga al suo signore, abbandoni la cristianità, passi ai Vichinghi, ed in seguito si scontri col thegn [1]: se lo schiavo uccide il thegn, non pagherà nulla alla famiglia dell’ucciso; mentre se il thegn uccide lo schiavo che prima era in suo possesso, pagherà il prezzo di un thegn. Per la collera divina, leggi di oltraggiosa viltà e tributi vergognosi sono ormai all’ordine del giorno tra di noi – capisca chi può – e molte disgrazie continuano a colpire questo popolo. Da lungo tempo non abbiamo più avuto alcun evento favorevole, né all’interno né fuori, ma abbiamo anzi subito dovunque devastazioni e persecuzioni continue. Per la collera divina da lungo tempo i Sassoni non hanno più riportato una sola vittoria e si sono lasciati completamente intimorire mentre, con il consenso di Dio, i pirati sono così forti che in battaglia un solo uomo ne mette in fuga dieci – qualche volta di più, qualche volta di meno – e tutto a causa dei nostri peccati. E spesso dieci o dodici pirati, l’uno dopo l’altro, oltraggiano la moglie di un thegn, o sua figlia, o una sua stretta parente, mentre il thegn, che prima si considerava potente, orgoglioso e coraggioso, rimane a guardare. E spesso uno schiavo fa prigioniero un thegn che prima era stato suo signore e, sempre a causa della collera divina, lo rende schiavo a sua volta. Ahimè quante sofferenze e quante pubbliche sventure sopportano ora gli anglosassoni, e tutto a causa della collera divina. Spesso due pirati, tre al massimo, trasportano da una riva all’altra schiere di cristiani di questo popolo accatastati insieme: segno di pubblica vergogna per tutti noi, se ancora fossimo in grado di provare vergogna. Ed invece tutte le sventure che subiamo, noi le ripaghiamo onorando coloro che ci tolgono l’onore. Li paghiamo in continuo e loro ci umiliano ogni giorno. Devastano e bruciano, saccheggiano, rubano, razziano sulle loro navi. Realmente, in tutti questi fatti, cosa appare se non una chiara e manifesta collera di Dio verso il nostro popolo?

Wulfstan, Omelie, pp. 116,119-120

[1] Cfr. sopra, capitolo 3, 12 (A), n. 2.


(B) Per divina misericordia il forte eroe, Canuto, assunse il governo del regno, mise nelle posizioni appropriate i suoi seguaci e da allora fino alla morte resse pacificamente il regno degli Angli. […] Dopo aver messo ordine in tutto, non mancava al re che una nobilissima sposa. Comandò quindi di cercarla ovunque, per poterla ottenere legalmente ed associarla alla sua sovranità. Ambasciatori vengono mandati in regni e città a cercare la sposa per il re: si cerca per lungo e per largo ed infine si trova colei che è degna. La prescelta era dei territori della Gallia, e più precisamente della Normandia [1], era insigne per nascita e per ricchezze, ma soprattutto era superiore ad ogni altra donna del suo tempo per bellezza e prudenza, come si addice ad una illustre regina. Per tutte queste qualità il re aspirava molto ad averla, specialmente perché nasceva da una stirpe vittoriosa, che si era impadronita di una parte della Gallia a dispetto dei Franchi e del loro re. Ma perché mi dilungo? Il re manda a chiederla in sposa con doni regali e parole di preghiera. Ma lei rifiuta di sposarlo se lui prima non le promette con giuramento che – qualora Dio le conceda un figlio da lui – a questo figlio e non ad altri egli lascerà l’eredità del regno. Correva voce infatti che il re avesse avuto figli [2] da un’altra donna, per cui ella, pensando con prudente preveggenza ai propri, seppe con sagacia predisporre le cose a loro vantaggio. Piacque al re la risposta della fanciulla [3] ed alla fanciulla – ottenuto il giuramento piacque la volontà del re; e così, per grazia di Dio, Emma, la più nobile tra tutte le donne, diventò sposa del fortissimo re Canuto. Non molto tempo dopo, col favore di Dio, la nobilissima regina partorì un figlio [4]. […]

Come questo fanciullo crebbe, il padre, in piena prosperità, gli vincolò con giuramento il regno a lui soggetto, e quindi lo inviò con guerrieri scelti a ricevere il regno di Dania. Infatti Canuto, che inizialmente aveva il potere solo in Dania, era ora sovrano dei cinque regni di Dania, Anglia, Britannia, Scozia e Norvegia. Era inoltre divenuto amico degli ecclesiastici ed aveva con loro rapporti di familiare consuetudine, così che sembrava un vescovo con i vescovi per la cura della religione, un monaco con i monaci per l’umiltà della devozione. Difendeva i minori e le vedove, provvedeva agli orfani ed agli stranieri, conculcò le leggi inique ed i loro seguaci, promosse l’equità e la giustizia, costruì chiese e manifestò ad esse ogni rispetto, innalzò in dignità il clero ed i sacerdoti, ed impose ai suoi pace e concordia […].

Gesta del re Canuto, SRG, 11, 15-16, 18-19.

[1] Per tutelarsi da rivendicazioni della dinastia legittima, Canuto richiese la vedova di Etelredo, Emma, che era figlia di Riccardo I di Normandia e si trovava allora esule nella sua terra, presso il fratello, il duca Riccardo Il.

[2] Uno di questi figli di Canuto, Harald, riuscì infatti, alla morte del padre, a divenire per qualche tempo re di Inghilterra (1035-1040).

[3] L’autore dei Gesta scrive come se Emma non fosse mai stata sposata, ne avesse avuto figli.

[4] Hardcanute, nato nel 1019, re di Danimarca nel 1028, fu re di Inghilterra dal 1040 alla morte, avvenuta nel 1042.

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UpUltimo aggiornamento: 01/09/05