Logo di Reti Medievali

Didattica

Fonti

Antologia delle fonti altomedievali

a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto

© 2000 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


XI
L’età vichinga

11. La Cristianizzazione del mondo scandinavo
(A) Widukindo di Korvey, Gesta dei Sassoni, SRG, 111, 45.
(B) Ari il Sapiente, Il libro degli Islandesi, 4.
(C) Adamo di Brema, Gesta dei vescovi delle chiese di Amburgo, IV, 26 (con glosse 138-139), 27 (con glossa 140), 30.

Nella penisola scandinava l’anarchia che aveva caratterizzato il IX secolo cedette progressivamente il posto ad organizzazioni statali tendenzialmente strutturate intorno ad un centro di potere regio. Il diffondersi del cristianesimo nelle classi dirigenti agevolò questo processo di unificazione e consolidamento dei regni, che comportava un adeguamento ai modelli occidentali. Così nella Danimarca – esposta agli influssi del prestigioso impero ottoniano – colui che si autoinvestì del titolo di unificatore del paese, Harald Denteazzurro, (circa 940 – circa 985), fu anche il primo re cristiano, al cui regno risalgono le più antiche fondazioni episcopali danesi, soggette alla metropoli tedesca di Amburgo. Non a torto lo storico sassone Widukindo di Korvey, nei suoi Rerum gestarum Saxonicarum libri, poteva trionfalisticamente attribuire ad Ottone I i progressi del cristianesimo in Danimarca (A). Nella più lontana ed autonoma Norvegia, invece, unificazione e cristianizzazione non tennero sempre un itinerario congiunto, in quanto la prima fu perseguita già sul finire del IX secolo, dal re Harald Bellachioma, mentre qualche tentativo di cristianizzazione fu attuato dal figlio di questi, Hakon il Buono (m. 961). Tuttavia, dopo un secolo di lotte dinastiche, cristianizzazione e consolidamento della monarchia vennero ancora una volta attuati insieme, con sistemi brutali, dal re Olaf Tryggvason (995-1000) che ottenne con la forza anche la cristianizzazione dell’Islanda, secondo la testimonianza del già citato Islendingabok di Ari il Sapiente (B). Quanto alla Svezia, che agli albori del secolo IX era apparsa recettiva all’influsso cristiano, finì poi per rivelarsi il paese più tenacemente legato alle tradizioni pagane. Intorno al 1070, quando il chierico della chiesa di Brema, Adamo, componeva i suoi Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum, la Svezia aveva ancora un grande centro di resistenza pagana nel tempio di Uppsala (C). Un secolo dopo, peraltro, Uppsala sarebbe divenuta sede arcivescovile: terza provincia nordica ormai indipendente dalla Germania, dopo quella danese di Lund (1104) e quella norvegese di Trondheim (1152).


(A) I Danesi erano cristiani da molto tempo [1], ma continuavano ad immolare agli idoli con rito pagano. Un giorno durante un banchetto, alla presenza del re, sorse una disputa sul culto degli dei, perché i Danesi asserivano che Cristo era certamente un dio, ma che c’erano divinità maggiori di lui, che si imponevano ai mortali con segni e prodigi più grandi. Contro queste affermazioni un chierico, ora vescovo, di nome Poppo, dichiarò che vi è un solo Dio padre col suo figlio unigenito nostro Signore Gesù Cristo e con lo Spirito Santo, mentre tutti gli altri non sono divinità ma simulacri dei demoni. Il re Harald, che si dice fosse pronto all’ascolto e lento a parlare, gli chiese se fosse disposto a testimoniare personalmente la sua fede. Quello rispose di volerlo fare subito. Allora il re diede ordine che il chierico fosse tenuto sotto sorveglianza fino al giorno seguente. Il mattino dopo fece porre sul fuoco un ferro pesantissimo e comandò al chierico di trasportare quel ferro in nome della fede cattolica. Il testimone di Cristo senza esitare afferrò il ferro e lo portò là dove il re aveva stabilito. Mostrò poi agli astanti la sua mano indenne e rese così accettabile a tutti la fede cattolica. Allora il re, convertitosi, stabilì che bisognasse adorare il solo Cristo, diede ordine ai sudditi di rinnegare gli idoli, e da allora in poi riservò il debito onore ai sacerdoti ed ai ministri di Dio [2]. Ma giustamente anche questi eventi vanno ascritti tra le virtù di tuo padre [3], poiché è per merito suo che in quelle regioni le chiese ed i sacerdoti sono assurti a tanto fulgore.

Widukindo di Korvey, Gesta dei Sassoni, SRG, 111, 45.

[1] Si ricordi che i primi tentativi di cristianizzazione dei Danesi erano avvenuti al tempo di Ludovico il Pio.

[2] L’adesione personale di Harald al cristianesimo si colloca intorno all’anno 960, ma già precedentemente erano sorte le prime diocesi in territorio danese.

[3] Ottone I. L’opera è indirizzata alla figlia di questi, Matilde.


(B) Il re Olaf [1] è figlio di Tryggvi, figlio di Olaf, figlio di Harald Bellachioma, fu colui che per primo introdusse il cristianesimo in Norvegia ed in Islanda. In quest’ultimo paese inviò un prete di nome Thangbrand, che insegnò la religione cristiana agli abitanti e battezzò tutti coloro che accettarono la nuova fede. Assai presto ricevette il battesimo Hall di Sida, figlio di Thorstein, così come Hialti Skeggjason di Thjorsardal e Gizur il Saggio, figlio di Teit Ketilbjorn di Mosfell, e molti altri uomini eminenti. Parecchi però non furono di questo parere e rifiutarono. Dopo una permanenza di un inverno o due, Thangbrand lasciò il paese: aveva ucciso due o tre uomini che lo avevano preso in giro con dei versi satirici. Di ritorno in Norvegia, raccontò a re Olaf quello che aveva dovuto subire in Islanda e manifestò poca speranza di vedervi mai attecchire il cristianesimo. Per questo motivo il re si infuriò e progettò, come castigo, di far mutilare e mettere a morte tutti gli abitanti di Islanda che in quel momento si trovavano in Norvegia. Ma l’estate stessa Gizur e Hialti sbarcarono in Norvegia e riuscirono a sottrarre i prigionieri, alla vendetta del re, prospettandogli di intervenire nuovamente per far accettare il cristianesimo ed esprimendogli la loro ferma speranza di riuscire nel tentativo. L’estate successiva tornarono in Islanda con un prete di nome Thormod. Dopo una felice traversata, sbarcarono all’isola Vestmann [2], dieci settimane dopo inizio dell’estate. Questo è il racconto di Teit, che si basa sulle affermazioni di un testimone oculare.

Ari il Sapiente, Il libro degli Islandesi, 4.

[1] Olaf Tryggvason aveva ricevuto il battesimo in Inghilterra, dove aveva partecipato alle invasioni di fine secolo. Divenuto re di Norvegia (995) impose il cristianesimo con fanatico zelo.

[2] Presso la costa sud dell’isola.


(C) Questa gente ha uno splendido tempio chiamato Uppsala, eretto non lontano dalla città di Sigtuna, o da Birka [1]. «Presso il tempio si erge un albero enorme, che allunga i suoi rami lontano e si allarga; è sempre verde sia d’estate che d’inverno. Nessuno conosce che specie di albero sia un pozzo lì, dove si fanno comunemente sacrifici pagani, ed un uomo vivo è tuffato. Se egli non viene ritrovato, si pensa che il desiderio del popolo sarà esaudito».

«Una catena d’oro circonda il tempio, pendendo dalla trabeazione dell’edificio, scintillante per coloro che si avvicinano perché il tempio sta in una pianura, circondato da colline come un teatro» [2]. In questo tempio adornato tutto d’oro, il popolo venera le statue di tre dèi: il più potente di essi è Thor ed ha il suo trono al centro; Wodan e Fricco hanno i loro posti ai due lati. Il loro significato e questo: Thor dicono governa il cielo ed è signore del tuono, fulmine, vento, pioggia, bel tempo e prodotti del suolo. Il secondo è Wodan, cio furore: egli fa guerra ed incute agli uomini coraggio davanti ai nemici. Il terzo Fricco, che distribuisce la pace e il piacere fra gli uomini, il cui idolo adorno di un gigantesco priapo. Wodan lo descrivono come il nostro popolo descrive Marte. Thor con il suo scettro rassomiglia a Giove [3]. Essi adorano anche uomini, che a causa delle grandi imprese hanno consegnato all’immortalità. Nella Vita di sant’Anscario è documentato che divinizzarono il re Horik [4].

Essi hanno preti per tutti questi dèi, che adempiono alle offerte del popolo. Se c’è pericolo di carestia o pestilenza, viene offerto un sacrifico all’idolo Thor; se c’è guerra, a Wodan; se si deve celebrare un matrimonio essi fanno offerte a Fricco. C’è l’usanza, ogni nove anni, di tenere una festa comune a Uppsala per tutte le province della Svezia. «Recentemente il re cristianissimo degli Svedesi, Anunder [5], non volendo offrire ai demoni il sacrificio in uso presso la sua gente, fu cacciato dal regno e si dice che di fronte all’assemblea andò via pieno di letizia poiché riteneva giusto sopportare un’ingiuria in nome di Cristo».

Nessuna assenza è permessa da questa festa. Re e popoli, insieme, o ciascuno per suo conto, mandano doni e, cosa più crudele di tutte, quelli che hanno abbracciato il cristianesimo si riscattano con denaro da queste feste. Il sacrificio si svolge così : nove teste di ogni creatura maschile vivente sono offerte e c’è l’abitudine di placare gli dèi con il loro sangue. I corpi sono appesi in un bosco presso il tempio. Questo bosco è così sacro per i pagani che ciascuno degli alberi separatamente è reputato divino a causa della morte e del sangue degli oggetti sacrificati; lì cani e cavalli penzolano insieme a uomini. Uno dei cristiani mi disse che aveva visto 72 corpi penzolare insieme. Per il resto gli inni che sono soliti cantare per questa specie di rito sacrificale sono vari e vergognosi e perciò su di essi è meglio mantenere il silenzio.


[Intorno all’anno 1064 si diffuse la notizia che un sacerdote pagano di Uppsala – guarito da cecità – si era convertito al cristianesimo: di conseguenza l’arcivescovo di Amburgo-Brema inviò nello Uppland un missionario di nome Adelwardo]


Adelwardo giunse con un grandissimo desiderio di predicare il vangelo, ed in breve tempo portò al cristianesimo tutti coloro che si trovavano a Sigtuna e nella zona circostante. Inoltre si mise nascostamente d’accordo con il vescovo della Scania [6], il santissimo Eginone, per recarsi insieme al tempio pagano di Uppsala, con l’intenzione di offrire a Cristo un qualche frutto delle loro fatiche. Avrebbero affrontato volentieri ogni genere di tormenti pur di distruggere quell’edificio che era il cuore della superstizione barbarica: una volta che quell’edificio fosse stato distrutto, o meglio ancora bruciato, l’intera popolazione si sarebbe convertita. Il piissimo re Steinkel [7] colse però tra il popolo la voce di questa intenzione dei due testimoni di Cristo, e con grande accortezza seppe dissuaderli dall’impresa, asserendo che loro sarebbero stati messi subito a morte, lui, per averli introdotti in patria, sarebbe stato cacciato dal regno, e tutti coloro che in quel momento credevano sarebbero facilmente ricaduti nel paganesimo, come era accaduto di recente tra gli Slavi. I vescovi si convinsero delle ragioni del re, e andarono percorrendo le città dei Goti [8], dove infransero idoli e conquistarono al cristianesimo molte decine di migliaia di uomini.

Adamo di Brema, Gesta dei vescovi delle chiese di Amburgo, IV, 26 (con glosse 138-139), 27 (con glossa 140), 30.

[1] Località contigue della Svezia centro orientale: Sigtuna era un’importante città che divenne uno dei primi centri cristiani; Birka era un famoso emporio commerciale.

[2] Le frasi comprese tra i segni ‹› indicano aggiunte integrative al testo (glosse), presenti nei codici. Le tre qui riportate sono quasi certamente attribuibili allo stesso Adamo di Brema.

[3] Questa descrizione di Adamo di Brema si differenzia dalle consuete caratterizzazioni delle divinità nordiche per l’accentuazione della tipologia uranica di Thor e di quella guerriera di Wodan (Odino), di cui vengono taciuti gli attribuiti magici, poetici e sapienziali, tanto da venire identificato con Marte e non, tradizionalmente, con Mercurio.

[4] Su Anscario e la sua biografia cfr. sopra, paragrafo 2.

[5] Va probabilmente identificato con Ingi, che fu re intorno al 1080 e che venne deposto per un triennio da una rivolta pagana guidata del cognato.

[6] Regione dell’estremo sud della Svezia, allora appartenente alla Danimarca.

[7] Padre del citato re Ingi, m. 1066.

[8] Molti episodi di violente reazioni pagane si verificarono nei territori tra Elba ed Oder, dove l’attività missionaria era più che mai strettamente connessa ad obiettivi politici e militari. In particolare nel 1066 una rivolta pagana pose fine per qualche tempo all’attività missionaria presso gli Abodriti. Gotland è ancora oggi il nome di un isola della Svezia e di una vasta regione storica della Svezia meridionale.

© 2000
Reti Medievali
Ultimo aggiornamento: 01/09/05