Fonti
Antologia delle fonti altomedievali
a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto
© 2000 – Stefano
Gasparri per “Reti Medievali”
2. Tentativi missionari (A) Ramberto, Vita di Anscario
SRG, 7-9, 12, 15-16.
A differenza degli altri territori europei (se si eccettui la Russia) la
Sassonia aveva con il mondo scandinavo un diretto contatto territoriale,
quello che il re danese Göttrik aveva cercato di neutralizzare tramite la
costruzione del Danevirke. Quando iniziò la
Sassonia, da nucleo di resistenza pagana, si era trasformata in una zona di
avanzata cristianizzazione, con importanti sedi vescovile, quali Brema e
Paderborn, e monasteri avviati a divenire famosi centri culturali, quali
Korvey e Gandersheim. La Sassonia si poneva così come logico centro di
diffusione del cristianesimo verso il settentrione e l’oriente, e non appare
casuale che proprio da Korvey provenisse uno dei primi missionari attivi
presso i popoli scandinavi, il monaco Anscario (poi metropolita di Amburgo,
m. 865), sul quale ci informa la Vita Anskarii, composta prima dell’876 dal
suo discepolo e successore Ramberto. Più che per i risultati delle sue
missioni (iniziate a partire dall’826), l’opera di Anscario fu importante
perché portò al costituirsi, nell’831, della sede metropolitana di Amburgo
(poi Amburgo-Brema) come sede responsabile delle missioni nel nord e
nell’est. L’iniziativa era certo precoce se si pensi che Amburgo veniva
distrutta da un attacco danese nell’845 e che le popolazioni nordiche,
nonostante singoli episodi, rimasero ancora a lungo pagane. Tuttavia nell’età
ottoniana, quando le popolazioni scandinave si mostrarono ricettive
all’influsso cristiano, fu proprio la sede di Amburgo-Brema a divenire il
punto di aggregazione e coordinamento della cristianità nel nord. (A) In seguito accadde, che un tale Harald, re di un gruppo di
Danesi, venisse espulso dal regno per l’odio di altri re della sua terra [1].
Costui si recò dal serenissimo imperatore Ludovico [2]
chiedendogli aiuto per riacquistare il regno. Ludovico lo trattenne presso
di sé esortandolo ad abbracciare, per sé e per i suoi, la fede cristiana,
in modo che vi potesse essere maggiore familiarità fra loro due ed in modo
che il popolo cristiano aiutasse più volentieri il suo popolo, quando
entrambi adorassero un unico Dio. Finalmente, per grazia di Dio, lo convertì
alla fede e gli fece da padrino al fonte battesimale, adottandolo come
figlio. Quando poi volle rimandarlo indietro, perché con il suo aiuto
riguadagnasse i territori del proprio regno, cominciò a cercare con grande
solerzia se vi fosse un uomo di santa devozione che potesse accompagnarlo e
rimanergli sempre a fianco onde riuscire, per lui e per i suoi, un maestro
di salutare dottrina nell’accogliere e fortificare la fede nel Signore.
Ludovico, in una pubblica riunione dei grandi del regno, trattò di questo
argomento con i suoi sacerdoti e con gli altri fedeli, chiedendo
insistentemente che gli trovassero un volontario adatto all’impresa. Mentre
tutti si schermivano, dicendo che non conoscevano nessuno così devoto da
volere intraprendere, per amore di Dio, un viaggio tanto rischioso, si fece
avanti il venerabile Wala, che allora era abate del vostro monastero [3],
e disse all’imperatore che nel suo monastero conosceva un monaco
particolarmente fervente nella sua professione al Signore e desideroso di
esporsi per amore di Dio.
[Il monaco interpellato, Anscario, si dichiara pronto a partire ed un
confratello, Autberto, si offre di accompagnarlo. L’imperatore fornisce loro
ciò che è necessario all’esercizio del ministero ecclesiastico (arredi
sacri, libri, scrigni ecc.) e li congeda esortandoli a persistere
nell’evangelizzazione dei neoconvertiti e dei pagani]
Congedati dall’imperatore, non avevano nessun compagno che li servisse,
poiché nessuno del monastero volle andare volontario né
Anscario volle costringere alcuno. Harald, a cui erano stati affidati,
era ancora rozzo e neofita ed ignorava come si dovessero trattare i
servi di Dio. Anche i suoi uomini, convertiti solo di recente ed educati
in maniera del tutto diversa, si prendevano poca cura di loro. Così
fu con gravi difficoltà che intrapresero il viaggio. Giunti però
a Colonia, il vescovo Adebaldo, resosi conto del loro disagio, gli diede
un’ottima imbarcazione dove mettere le loro cose e dove vi erano anche
due piccoli ma comodi alloggi. Harald, come la vide, decise di trasferirvisi
con loro, usando uno dei due alloggi mentre Anscario ed Autberto usavano
l’altro.
Così si instaurò tra loro una maggiore familiarità
e da allora anche gli uomini di Harald presero a servirli con maggiore
attenzione. Una volta sbarcati, passarono per Dorestad ed altre località
della Frisia e di lì giunsero ai confini dei territori dei Danesi
[4]. E poiché
il re Harald non poteva rimanere pacificamente nel suo regno, l’imperatore
Ludovico gli concesse un beneficio al di là dell’Elba [5],
in modo che potesse risiedervi in caso di necessità.
Così i servi di Dio Anscario ed Autberto, che al seguito di Harald
si trovavano ora tra i pagani ed ora tra i cristiani [6],
presero a dedicarsi alla parola del Signore indicando la via della verità
a tutti coloro che potevano raggiungere. Per il loro esempio e la loro
dottrina molti si convertivano alla fede ed ogni giorno aumentava il
numero di coloro che si salvavano nel Signore. Poi, ispirati dall’amore
divino, per incrementare la professione monastica presero a cercare
fanciulli da comprare e da educare al servizio di Dio. Anche Harald
affidò loro qualcuno dei suoi perché venisse istruito.
Così avvenne che in poco tempo fondarono una scuola che aveva
dodici o più fanciulli.In seguito si procurarono anche altri
servitori ed aiuti: nel nome del Signore prese così a crescere
la loro fama ed a fruttificare la loro professione monastica. Dopo due
anni e più che perseveravano nel loro santo proposito, una malattia
colse Autberto. Per questo motivo fu portato a Korvey dove, aggravandosi
la sua continua spossatezza, chiuse felicemente – crediamo – i suoi
giorni. Ciò avvenne nel tempo pasquale, così come Dio
gli aveva precedentemente rivelato.
Frattanto accadde che giungessero dal re Ludovico alcuni ambasciatori
svedesi [7]. Tra gli altri messaggi della
loro legazione riferirono al clementissimo sovrano che molti nel loro popolo
erano desiderosi di abbracciare la religione cristiana e che lo stesso re
era bene intenzionato ad autorizzare la presenza di sacerdoti del Signore;
si aspettavano dunque dalla sua munificenza che inviasse loro dei
predicatori adatti allo scopo. La notizia rallegrò molto il religiosissimo
imperatore, che di nuovo si trovò di fronte al problema di chi inviare in
quelle regioni, per valutare se davvero quel popolo – come asserivano i
messi – fosse pronto a credere, e per cominciare ad insegnare la religione
cristiana. Di nuovo dunque il serenissimo imperatore chiese al già
ricordato abate se vi fosse tra i suoi monaci qualcuno disposto a recarsi in
quelle zone, o, in alternativa, disposto à trattenersi presso Harald
qualora il servo di Dio Anscario, che si trovava con Harald, si fosse fatto
carico di quella missione.
[Anscario, interpellato, accettò la nuova missione. Tra molte difficoltà,accompagnato
dal monaco Witmaro, raggiunse la città svedese di Birka, dove ottenne alcune conversioni]
Passato un anno e mezzo i servi di Dio ritornarono dal serenissimo imperatore
recando, come prova certa della loro missione una lettera siglata di
propria mano dal re di Svezia. All’imperatore, che li accolse con tutti
gli onori e con la massima benevolenza, narrarono ciò che Dio
aveva compiuto per loro tramite, rivelando che in quelle regioni era
stata ormai spalancata la porta della fede per chiamare le genti. L’imperatore,
che ascoltava con la più grande devozione, si rallegrò
immensamente. Poi, ricordando che un’azione missionaria era stata intrapresa
anche tra i Danesi, e rendendone grazia al Signore, infiammato dallo
zelo della fede prese ad interrogarsi sull’opportunità di fondare
una sede episcopale proprio nell’estremo nord del suo regno, in modo
che il vescovo di quella sede potesse recarsi spesso in quelle zone
a predicare, e che le genti barbare potessero ricorrervi facilmente
per i sacramenti.
Mentre era totalmente assorbito in questo problema, alcuni del suo seguito
gli riferirono che quando suo padre, l’imperatore Carlo di gloriosa
memoria, aveva conquistato col ferro e sottomesso a Cristo la Sassonia,
aveva diviso quella provincia in varie sedi episcopali ma aveva lasciato
senza vescovo la zona estrema a nord dell’Elba, in quanto voleva farne
una sede metropolitana da dove, con l’aiuto di Dio, la fede cristiana
potesse estendersi alle genti straniere. […]
Con l’occasione che la fede di Cristo – per grazia di Dio aveva già
cominciato a dare frutti tra i Danesi e gli Svedesi, Ludovico, venuto
a conoscenza dell’intenzione paterna e volendo portarla ad effetto,
riunì delle sinodi e, con il consenso dei vescovi, costituì
al di là dell’Elba, nella città di Amburgo, una sede metropolitana
da cui dipendesse tutta la chiesa a nord dell’Elba ed a cui spettasse
la consacrazione di vescovi e preti da destinare alle regioni nordiche.
Come arcivescovo di questa sede l’imperatore fece solennemente consacrare
il nostro padre e signore, il santissimo Anscario […]. Il nostro
signore e pastore adempiva strenuamente al suo ufficio nella diocesi
affidatagli e nei territori dei Danesi, e la sua vita esemplare sollecitava
molti alla grazia della fede. Cominciò anche ad acquistare o
a riscattare fanciulli dai Danesi e dagli Slavi per educarli al servizio
del Signore. Alcuni li tenne qui con sé, altri li fece educare
presso il monastero di Thourout [8].
Qui con lui vi erano alcuni padri e maestri del vostro monastero, la
cui dottrina accrebbe tra noi il prestigio della religione.
Mentre si svolgevano queste lodevoli e degne attività accadde che i pirati
improvvisamente circondassero con la loro flotta la città di Amburgo [9].
L’incursione sopraggiunse così inattesa e subitanea che non vi fu modo di
radunare gli abitanti dei villaggi circostanti. Dato che il conte che aveva
la prefettura della zona, l’illustre Bernardo, era assente, il vescovo, con
gli abitanti della città e dei sobborghi, alla notizia dell’attacco era
inizialmente intenzionato a difendere Amburgo in attesa di aiuti. Però
sotto l’urto dei pagani, nella città ormai cinta d’assedio, si rese conto
che era impossibile resistere, ed allora curò che venissero portate via le
reliquie dei santi e così, sia pure a stento, senza neppure il pallio,
riuscì a mettersi in salvo, mentre i suoi chierici erano in fuga da ogni
parte. Anche il popolo fuggiva dalla città per nascondersi in ogni dove:
moltissimi riuscirono a scampare, ma alcuni furono presi e molti uccisi. I
nemici presero Amburgo, depredarono tutti i beni della città e dei vicino
villaggio e, poiché sopraggiungevano le tenebre, vi si fermarono per quella
notte e poi per il giorno e la notte seguente. Infine si ritirarono dopo
aver devastato ed incendiato ogni cosa.
Ramberto, Vita di Anscario SRG, 7-9, 12, 15-16.
[1] Alla morte di Göttrik [cfr. sopra,
paragrafo 1 (B), n. 2] si era aperto un lungo periodo di lotte tra i
figli di questi ed il pretendente Harald.
[2] Ludovico il Pio, figlio superstite
di Carlo Magno, imperatore dall’814, m. 840. Nell’826 Harald si era
presentato alla sinodo di Ingelheirn per chiedere il suo appoggio.
[3] Wala era cugino di Carlo Magno:
alla morte di questi fu monaco e poi abate del monastero di Corbie sulla
Somme, da cui negli anni 821-822 nacque la fondazione sassone di Korvey,
sul Weser dove operava Anscario. Ai monaci di Corbie (o a quelli di
Korvey) è indirizzata la Vita Anskarii.
[4] Il viaggio, iniziato a Magonza
dove Harald era sta battezzato, si era svolto per un tratto sul Reno,
quindi era proseguito attraverso la Frisia, di cui Dorestad (attuale
Wjk bij Duurstede, Olanda) era un importante centro commerciale.
[5] Si tratta della contea
frisone di Ruestringen o Hriustri, presso la foce del Weser, nell’attuale
Niedersachsen.
[6] Probabilmente, dalla base del
feudo di Harald, i missionari si spostavano anche nei territori danesi.
[7] Gli ambasciatori giunsero nell’829,
inviati dal re svedese Björn.
[8] Monastero delle Fiandre, non
lontano da Bruges, fondato allo scopo di provvedere economicamente ad
Amburgo, considerata sede a rischio per la sua posizione di confine,
alla foce dell’Elba.
[9] La spedizione che devastò Amburgo
nell’845 fu probabilmente voluta dal re danese Horik (827-854), figlio di Göttrik.
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