Fonti
Antologia delle fonti altomedievali
a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto
© 2000 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”
4. Alfredo il Grande (A) Asser, Gesta del re Alfredo,
47-49, 52-53, 55-56. (B) Trattato di Alfredo e Guthrum
(886/90), pp. 4-5. (C) Il viaggio di Ohthere,
pp. 33-35.
L’armata danese che si era imposta alla Northumbria, aveva conquistato
l’East Anglia ed aveva assoggettato a tributo la Mercia, nell’871
– rinforzata da un secondo contingente – sferrò il
primo attacco contro il Wessex, contrastata dal re Etelredo
e dal fratello di questi, Alfredo (871-899). La morte di Etelredo,
avvenuta a pochi mesi dall’assalto indusse probabilmente Alfredo
a negoziare una tregua, diede al Wessex qualche respiro. Gli
attacchi ripresero però nell’876 e da allora, per due
anni, Alfredo condusse in condizioni proibitive una strenua
resistenza fino alla clamorosa vittoria di Edington, che sventò
lo sbarco di una nuova armata e costrinse i Vichinghi ad abbandonare
i loro piani sul Wessex. Il regno godette allora di un periodo
di relativa pace durante il quale fu intrapreso un programma
di rafforzamento militare e di rinascita culturale e religiosa.
Così nell’886 Alfredo non solo poté stornare
la minaccia di una nuova offensiva dei Vichinghi, ma riuscì
anche a togliere loro Londra, guadagnandosi poi la sottomissione
di tutti gli Anglosassoni. Di poco posteriore a questo evento
– e precisamente tra l’886 e l’890 – si colloca il trattato
di pace (B), in base al
quale i Danesi si ritiravano nell’Inghilterra orientale, nella
zona poi chiamata Danelaw. Il prestigio nato dalla vittoriosa
opposizione ai Vichinghi (rinnovata nell’892 di fronte al
pericoloso riflusso delle armate nordiche dal continente)
può misurarsi anche dal fatto che Alfredo è
l’unico tra i re anglosassoni ad aver ispirato un’opera biografica.
Infatti, nell’893, il monaco gallese Asser, che di Alfredo
era amico, maestro e consigliere, lo fece oggetto di un’opera
intitolata Aelfrid regis res gestae, di cui qui riportiamo
i capitoli relativi agli anni 875-878 (A).
Col procedere della narrazione verso tempi meno guerrieri
una parte cospicua della biografia di Asser è però
dedicata alle cure mostrate da Alfredo per un innalzamento
della vita religiosa e culturale del suo popolo. A questo
scopo Alfredo tradusse personalmente (o diede incarico di
tradurre) in lingua anglosassone numerose opere latine attuando
significativi tagli, inserzioni, adattamenti. Di particolare
interesse inserzione, in un capitolo geografico delle Historiae
di Orosio, di un excursus relativo al mondo scandinavo,
corredato anche da due racconti di viaggi, uno dei quali viene
qui riportato (C).
(A) Nell’anno dell’Incarnazione
del Signore 875 ventiseiesimo [1]
della vita del re Alfredo, l’armata vichinga lasciò Repton [2]
e si divise in due parti. Una, sotto Halfdan [3],
si diresse verso la Northumbria e svernò presso il fiume Tyne.
Sottomise Fintera Northumbria e fece incursioni perfino tra i Pitti
e tra le genti dello Strathclyde [4].
L’altra, sotto tre re Vichinghi, Guthrum, Oscetel e Anwend, si recò
a svernare in una località chiamata Cambridge [5].
Nello stesso anno re Alfredo combatté una battaglia per mare
contro sei navi vichinghe: una la catturò e le altre fuggirono.
Nell’anno dell’Incarnazione del Signore 876, ventiseiesimo [6] della vita del re Alfredo, l’armata vichinga lasciò Cambridge
nottetempo per recarsi in un luogo fortificato chiamato Wareham, un
monastero di suore del distretto chiamato Durngueir in gallese e Dorset
in anglosassone, situato tra i fiumi Frauu e Tarrant in una posizione
molto sicura, salvo che ad occidente dove comunica con la terraferma
[7]. Re Alfredo
stipulò un trattato con l’armata, con la condizione che partisse.
I Vichinghi, senza discussioni, gli concessero ostaggi a sua scelta
e per di più promisero che avrebbero lasciato il regno giurando
sulle reliquie nelle quali il re riponeva una fiducia seconda solo a
quella che riponeva in Dio. Mai prima, a nessun costo, avevano consentito
ad una simile procedura. Ma una notte, con un tradimento che per loro
era usuale, senza tenere alcun conto degli ostaggi, del giuramento,
della fedeltà promessa, i Vichinghi ruppero il trattato, uccisero
tutti gli ostaggi che avevano e si recarono inaspettatamente in una
località chiamata Exeter in anglosassone, Cairuuisc in gallese
e Civitas Exae in latino, situata sulla sponda orientale del fiume Uuisc
[8], in prossimità
del mare meridionale che si trova tra Gallia e Britannia. Lì
passarono l’inverno.
Nell’anno dell’incarnazione del Signore 878, ventisettesimo [9] della vita di re Alfredo, gli uomini dell’armata vichinga lasciarono
Exeter e vennero fino a Chippenham, una città regia nel nord
del Wiltshire, sulla riva orientale del fiume che in gallese è
chiamato Abon, e lì passarono l’inverno. Assoggettarono quasi
interamente la zona, e con la forza delle armi costrinsero molti del
luogo, piegati dalla necessità e dalla paura, ad imbarcarsi per
i territori di là del mare.
Nello stesso tempo re Alfredo, con pochi dei suoi nobili ed alcuni guerrieri,
viveva nelle foreste e nelle zone paludose del Somerset una vita di
stenti e di incessanti fatiche. Non aveva alcuna fonte di sussistenza,
se non quello che poteva sottrarre, con razzie furtive o aperti attacchi,
ai pagani o ai cristiani loro sottomessi. In quello stesso anno, dopo
la Pasqua, re Alfredo con pochi uomini costruì una fortificazione
in una località chiamata Athelney [10] e da lì, con i thegns [11] del Somerset, guidò tenacemente ed instancabilmente la resistenza
contro i Vichinghi. Nella settima settimana dopo Pasqua mosse verso
la località Pietra di Egbert [12],
che si trova nella zona orientale della foresta di Selwood, detta Sylva
magna in latino e Coit Maur in gallese, e lì tutti gli abitanti
del Somerset e del Wiltshire e tutti gli abitanti dello Hampshire (quelli
che non avevano fatto vela oltremare per paura dei Vichinghi) si unirono
a lui. Quando videro il re furono presi da una gioia immensa e lo accolsero
come se finalmente riprendessero a vivere dopo spaventose tribolazioni.
Si accamparono lì per una notte. All’alba il re levò il
campo e giunse in una località chiamata Iley [13] dove si fermò per una notte.
Alle prime luci del giorno seguente, egli mosse le sue forze e giunse in una località chiamata Edington
[14] dove combatté fieramente con una compatta muraglia di scudi contro l’intera armata vichinga, resistendo ad oltranza fino al conseguimento della vittoria, auspice il volere divino. Annientò i Vichinghi con un grande massacro; quelli che fuggivano li inseguì fino alla loro fortezza continuando a sterminarli; si impadronì di tutto ciò che trovò fuori della fortificazione: uomini(che uccise subito), cavalli e bestiame; infine si accampò audacemente con tutto il suo esercito di fronte alla fortezza vichinga. Dopo quattordici giorni i vichinghi, prostrati dalla fame e dal freddo, dalla paura ed infine dalla disperazione chiesero la pace accettando che il re scegliesse tutti gli ostaggi che voleva senza offrirne alcuno in cambio. Mai, realmente, avevano stipulato una pace in questi termini. Udita la loro ambasciata il re, conformemente al suo carattere, si mosse a pietà e scelse a suo piacimento gli ostaggi. Una volta che questi furono consegnati i Vichinghi giurarono che avrebbero immediatamente lasciato il regno e Guthrum, il loro re, promise che si sarebbe fatto cristiano e che avrebbe ricevuto: il battesimo per mano del re Alfredo. E tutto avvenne come avevano promesso. Infatti dopo tre settimane Guthrum, il re dei Vichinghi, con trenta uomini scelti del suo esercito si recò da Alfredo in una località chiamata Aller, presso Athelney. Re Alfredo lo trasse dalla sacra fonte accogliendolo come figlio adottivo e la spoliazione delle vesti battesimali, l’ottavo giorno, avvenne nel possedimento regio di Wedmore
[15]. Guthrum rimase con Alfredo per dodici notti dopo il battesimo ed il re, con munificenza, donò a lui ed ai suoi molti splendidi oggetti.
Asser, Gesta del re Alfredo, 47-49, 52-53, 55-56.
[1] In realtà ventisettesimo.
Il computo, effettuato da Asser calcolando l’anno di nascita di Alfredo
(849) come primo, risulta erroneo perché l’A. indica come ventunesimo
anno di Alfredo sia l’869 che l’870.
[2] Località del regno di
Mercia, presso il fiume Trent.
[3] Terzo figlio di Ragnar Lodbrok
[cfr. sopra, paragrafo 3 (C), n. 1].
[4] Sui Pitti cfr. sopra capitolo
3, 2; capitolo 5, 3. Lo Strathclyde è una regione della Scozia.
[5] Nel regno di East Anglia.
[6] Questa nuova ripetizione dell’A.
introduce ora un errore di due anni nel computo dell’età di Alfredo,
che nell’876 si trovava nel ventottesimo anno.
[7] Teatro dell’azione a questo punto
è il regno del Wessex, tra Dorset, Devon, Somerset e Wiltshire.
Le indicazioni geografiche oscillano tra la denominazione celtica, anglosassone
e latina. Frauu è voce celtica per Frome.
[8] Nel Devon. Uuisc è voce
celtica per Exe.
[9] In realtà il trentesimo.
L’errore è ora di tre anni.
[10] Nel Somerset, presso il fiume
Perrett.
[11] Cfr. sopra, capitolo 3, 12
(A), n. 2.
[12] Località non precisamente
identificata, tra Somerset e Wiltshire.
[13] Probabilmente nel Wiltshire.
[14] Nel Wiltshire.
[15] Nel Somerset.
(B) Questa è la pace
che re Alfredo e re Guthrum e tutti i consiglieri del popolo sassone
e tutte le genti dell’East Anglia hanno concordato e confermato con
giuramenti, per loro stessi e per i loro sudditi, per tutti coloro,
dei viventi e dei posteri, che vogliano godere del favore di Dio e del
loro favore.
1 In primo punto riguarda i confini: risalendo il Tamigi fino al Lea,
risalendo il Lea fino alla sorgente, quindi in linea diretta fino a
Bedford, poi risalendo l’Ouse fino alla via Watling [1].
2 In secondo luogo, se viene ucciso un uomo, tutti noi valutiamo lo
stesso prezzo per Anglosassoni e Danesi: vale a dire otto mezze marche
di oro puro [2].
Fa eccezione il caso del ceorl che occupi terre in affitto [3] e dei suoi
uomini liberi: anche per loro la tariffa è unica per Anglosassoni
e Danesi, ma è fissata in duecento scellini.
3 Se qualcuno accusa un thegn [4] del re di omicidio questi, per scagionarsi, dovrà produrre come
garanti dodici thegns. Un accusato di grado inferiore per
scagionarsi dovrà produrre undici suoi pari ed un thegn del re. E così per ogni caso che contempli un danno inferiore
a quattro unità di oro. Chi non potrà scagionarsi paghi
una penale equivalente a tre volte il valore del danno.
4 Che per la compravendita di uomini, cavalli e buoi, ognuno abbia il
suo garante.
5 Nel giorno in cui sono stati pronunciati i giuramenti ci siamo accordati che né schiavi né liberi sassoni possano raggiungere gli stanziamenti danesi senza permesso, e parimenti che i Danesi non possano stabilirsi tra noi. Se comunque accade che per necessità qualcuno di loro voglia scambiare con noi – o noi con loro – bestiame o altri beni, questo è lecito, a condizione che vi sia uno scambio di ostaggi, come pegno di pace e come prova che non vi è intenzione fraudolenta.
Trattato di Alfredo e Guthrum (886/90), pp. 4-5.
[1] La via Watling era un’importante
strada romana, che con altri punti di riferimento geografici viene qui
utilizzata per stabilire il confine che doveva dividere il Wessex e
la Mercia occidentale dal Danelaw.
[2] Il guidrigildo [cfr. sopra,
capitolo 5 (D), n. 5] è evidentemente riferito, in questo caso,
a persone di alto rango sociale, perché è stato calcolato
che i pezzi di oro stabiliti corrispondessero alla somma di 1280 scellini.
[3] La specificazione «che
occupi terre in affitto» fa ritenere che per il ceorl [cfr. sopra,
capitolo 5, 2 (D) 4] possessore di terre il guidrigildo fosse fissato
a 1280 scellini: un prezzo male uomo libero.
[4] Cfr. sopra, capitolo 3, 12 (A), n. 2.
(C) Ohthere
[1] disse al suo signore, il re Alfredo, che viveva più a nord di tutti i Norvegesi. Disse che viveva nella zona settentrionale della regione che costeggia il mare di occidente
[2]. Disse a re Alfredo che quella terra però proseguiva ancora molto a nord rispetto a dove lui viveva, ma era desertica, tranne rare località abitate da Lapponi, che vivevano di caccia in inverno e di pesca costiera in estate.
[Segue la descrizione di un viaggio nel Mar Bianco]
Ohthere era un uomo molto ricco dal punto di vista delle proprietà
in base alle quali essi valutano la ricchezza, vale a dire in animali
selvatici. Quando venne a trovare il re aveva ancora invenduti, seicento
animali che chiamano renne. Sei di queste erano renne da richiamo, che
i Lapponi valutano molto perché servono a catturare le renne
selvatiche. Era tra gli uomini più cospicui della sua terra eppure
non aveva più di venti capi di bestiame, venti pecore e venti
maiali, e quel poco di terra che coltivava lo lavorava i con i cavalli.
Ma il principale reddito, per loro, deriva dal tributo pagato dai Lapponi.
Il tributo consiste in pelli di animali, piume di uccelli, ossa di balena
e canapi per navi fatti con pelli di balene o di foche. Ognuno paga
secondo il rango ed un uomo di alto rango deve fornire quindici pelli
di martora, cinque di balena, una di orso, dieci ambers [3]
di piume, una tunica di pelle di orso o lontra e due canapi di nave,
entrambi di sessanta ells [4],
fatti di pelle di balena o foca.
Egli disse che la terra dei Norvegesi era molto lunga e molto stretta.
Il solo terreno che si poteva tenere a pascolo o coltivare era quello
adiacente alla costa, ma anch’esso era talvolta troppo roccioso. Ad
est e a nord delle terre coltivate si estendevano montagne selvagge,
dove abitavano i Lapponi. La terra coltivabile aveva una estensione
maggiore nelle direzione est, ma più ci si volgeva a nord più
stretta diveniva la striscia coltivata. In direzione est poteva avere
una larghezza di sessanta miglia o poco più, al centro di trenta
miglia o poco più, ma a nord, dove si assottigliava, Ohthere
disse che potevano esserci tre miglia fino alla montagne e poi c’erano
le montagne, che in alcuni luoghi si estendevano per l’ampiezza di due
settimane di cammino, in altri per l’ampiezza di sei giorni di cammino.
Dall’altra parte delle montagne, lungo tutta la Norvegia in direzione
sud, si trova la Svezia, che a nord si unisce alla Norvegia; mentre
lungo la Svezia, a nord, c’è la terra dei Finni. Talvolta i Finni
fanno incursione in Norvegia attraverso le montagne, e talvolta i Norvegesi
fanno incursione in Finlandia. Ci sono molti grandi laghi in mezzo alle
montagne, e i Finni trasportano le loro imbarcazioni via terra in questi
laghi e quindi attaccano i Norvegesi. Hanno infatti imbarcazioni piccole
e maneggevoli.
Ohthere disse che la regione in cui viveva si chiamava Halgoland [5].
Disse che nessuno viveva più a nord di lui.
C’è un porto nel sud della Norvegia, chiamato Sciringesheal [6],
ed egli disse che via mare, con venti favorevoli, si poteva raggiungerlo
in un mese, bordeggiando ed attraccando ogni notte. A destra si incontrava
per prima l’Irlanda [7],
quindi le isole tra Irlanda e Norvegia, infine si arrivava a Sciringesheal,
e per l’intero viaggio si teneva la Norvegia sulla sinistra. A sud di
Sciringesheal si estende un grande mare [8] e la sua larghezza non consente di vedere l’altra sponda. Di fronte
si trova Gotland. quindi Silland [9].
Il mare si estende per molte centinaia di miglia, fino alla terra.
Da Sciringesheal disse di aver navigato per cinque giorni per raggiungere il porto commerciale chiamato Hedeby [10] che si trova tra i Vendi, i Sassoni e gli Angli [11], ed appartiene ai Danesi. Disse che quando era partito da Skiringssal in quella direzione, aveva la Danimarca [12] a sinistra e per tre giorni aveva avuto a destra il mare aperto [13], poi per altri due giorni, prima di giungere ad Hedeby, aveva avuto a destra Gotland, Silland e molte isole. In quelle terre abitavano gli Angli prima di giungere in questo paese. E in quei due giorni aveva avuto a sinistra le isole che appartengono alla Danimarca.
Il viaggio di Ohthere, pp. 33-35.
[1] Ohthere è il nome
del navigatore norvegese che avrebbe fornito al re Alfredo le notizie
qui riportate.
[2] Mare di Norvegia.
[3] Unità di volume equivalente
a 7 stai (circa 254,1itri). Il volume totale richiesto era quindi di
2.540 1.
[4] Unità di misura (dal
gomito alla punta del medio) equivalente a 18 pollici (cm. 45.7). La
lunghezza dei canapi richiesta era quindi di circa 27 metri.
[5] Helgeland, corrispondente
alla attuale contea norvegese di Nordland.
[6] Identificato con Kaupang,
località della imboccatura occidentale del fiordo di Oslo.
[7] Probabile errore al posto
di Islanda.
[8] Lo Skagerrak.
[9] In base alla seconda menzione
di queste località nel testo sembra che il termine Gotland designi
lo Jutland e non l’omonima regione svedese, mentre Silland designa lo
Jutland meridionale e non l’isola di Sjaelland.
[10] Detto anche Haitbau: famoso
porto danese situato in quel fiordo di Schlei che già era stato
citato come sede del centro commerciale di Sliesthorp [cfr. sopra, paragrafo
1 (B), n. 7].
[11] Angli e Sassoni erano
in effetti gli originari abitanti dello Jutland meridionale. Per Vendi
qui si intende genericamente una popolazione slava, a designare una
presenza slava sul territorio.
[12] A la prima apparizione
nota del termine Danimarca, al posto del classicheggiante Dania. Si
tratta verosimilmente dell’estensione a tutto il regno danese del nome
«Marca dei Danesi» che, nell’ambito dei territori imperiali,
designava la regione a sud del Danevirke [cfr. sopra, paragrafo 1 (B),
n. 81].
[13] Il regno danese comprendeva la Svezia meridionale, come si evince dalla rotta.
|