Fonti
Antologia delle fonti altomedievali
a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto
© 2000 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”
4. La pace di Dio (A) Concilio di Trosly, prologo (909). (B) Concilio di Charroux, cc. 1-3 (989). (C) Concilio di Limoges, prologo (1031). (D) Giuramento del cavaliere (1023-1025). (E) Rodolfo il Glabro, Storie, V, 15. (F) Concilio di Narbona, c. 1 (1054).
Il movimento per la pace di Dio nacque nel sud della Francia, nell’Aquitania e nel Narbonese, intorno al 989-990, a Charroux (B) e a Narbona, anche se la denuncia dei mali e delle violenze della società era ben più antica (A). Il movimento proseguì nei decenni successivi (C) e raggiunse il nord della Francia intorno al 1033. I suoi promotori furono i vescovi e soprattutto, nella fase di avvio, gli abati dei grandi monasteri, in primo luogo Odilone abbate di Cluny in Borgogna, Questi ultimi riuscirono a conquistare ai loro ideali e alla loro azione politica i grandi principi territoriali, che nel corso del secolo X si erano accostati ai monasteri, dotandoli riccamente, talvolta fondandoli (è il caso proprio di Cluny, che fu fondato da Guglielmo d’Aquitania nel 910), sempre proteggendoli.
Davanti al crollo dell’autorità regia, e di fronte all’aggressività dei milites (castellani e signori locali e i loro uomini d’arme), con il pieno accordo e l’interesse dei principi (talvolta, nel nord, dello stesso re), i vescovi proclamarono dunque la “pace”. Essa voleva dire esclusione di determinate categorie di beni (quelli della chiesa in primo luogo) e di persone (i chierici disarmati le donne, i pauperes, cioè i deboli, gli inermi) dall’attacco dei milites; (sempre ad essi pensano i vescovi, anche quando non li nominano esplicitamente). Beni e persone erano posti sotto la protezione dell’anatema ecclesiastico. Più avanti tale difesa si trasferì sul piano temporale, proclamando una parte della settimana centrata intorno alla domenica vietata all’attività militare (E).
Si veniva così incontro ai desideri di stabilità e di pace, di costruzione di un nuovo ordine che uscisse dal caos postcarolingio. In tutto questo è centrale l’ingabbiamento della violenza militare dei milites entro una rete di divieti. Ad essi si offre dunque per il momento un codice di norme puramente negativo (D). Questi divieti raggiungeranno il culmine con il concilio di Narbona (F), quando sarà proclamato il divieto di versare sangue cristiano in ogni caso, senza alcuna eccezione di luogo o di tempo.
(A) […]
Concilio di Trosly, prologo (909). Traduzione in italiano (B) […]
Concilio di Charroux, cc. 1-3 (989). Traduzione in italiana (C) […] Concilio di Limoges, prologo (1031). Traduzione in italiano (D) […] Giuramento del cavaliere (1023-1025). Traduzione in italiano (E) Contigit vero ipso in tempore, inspirante divina gratia, primitus in partibus Aquitanicis, deinde paulatim per universum Galliarum territorium firmari pactum, propter timorem Dei pariter et amorem, taliter ut nemo mortalium a feriae quartae vespere usque ad secundam feriam incipiente luce ausu temerario presumeret quippiam alicui hominum per vim auferre neque ultionis vindictam a quocumque inimico exigere nec etiam a fideiussore vadimonium sumere. Quo<d> si ab aliquo fieri contigisset contra hoc decretum publicum, aut de vita componeret, aut a Christianorum consortio expulsus patria pelleretur. Hoc insuper placuit universis, veluti vulgo dicitur, ut treuga Domini vocaretur; quae videlicet non solum humanis fulta presidiis, verum etiam multoties divinis suffragata terroribus. Nam plerique vesani audaci temeritate prescriptum pactum non timuere transgredi, in quibus protinus aut divina vindex ira seu humanus gladius ultor ex[i]titit. Et hoc passim tam frequenter contigit, ut pre sui multitudine singulatim non queant adnotari. Et hoc satis iuste: nam, sicut dies dominicus propter dominicam resurrectionem venerabilis habetur et octavus cognominatur, ira quintus, sextus et septimus ob dominicae cenae et eiusdem passionis reverentiam debent ab iniquis actionibus esse feriati. Rodolfo il Glabro, Storie, V, 15. Traduzione in italiano (F) […] Concilio di Narbona, c. 1 (1054). Traduzione in italiano
|