Fonti
Antologia delle fonti altomedievali
a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto
© 2000 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”
1. Il regno dei Franchi orientali dai Carolingi ai Sassoni (A) Reginone di Prum, Cronaca,
SRG, Anni 887, 889, 896, 899-900;
[Adalberto], Continuazione, ivi, anni 911-913, 915, 917, 919.
Dopo la deposizione di Carlo il Grosso, mentre in Francia per un secolo
ancora i re carolingi avrebbero contrastato l’ascesa della emergente
dinastia dei futuri capetingi [cfr. capitolo 14], in Germania i Carolingi
sopravvissero solo con i regni di Arnolfo (887-899, dall’896 imperatore)
e di Ludovico il Fanciullo (900-911): regni funestati dagli sconvolgimenti
provocati dalle invasioni degli Ungari, come ci mostra Reginone abbate
del monastero di Prum in Lotaringia dall’892 all’899, quindi abbate
di San Martino di Treviri fino alla morte, avvenuta nel 915 in un
Chronicon condotto fino al 908 e dedicato al vescovo Adalberto di Magonza,
uno dei reggenti per il giovanissimo Ludovico, succeduto al padre all’età
di sette anni. Il Chronicon, un’opera di impianto universale accurata
e ben informata sugli eventi contemporanei, fu poi continuato fino al
967 da Adalberto, identificato con il monaco di Treviri che negli anni
961-962 fu vescovo missionario per la Russia, e dal 968 primo arcivescovo
di Magdeburgo (m. 981). Legato alla casa di Sassonia, nella sua continuazione
Adalberto ci presenta solo di sfuggita il primo successore dei carolingi,
Corrado di Franconia (911-918): l’unico episodio del regno di Corrado
cui venga dato risalto è la sua designazione di un successore, a scapito
della propria stirpe, nella persona di Enrico capo del potente ducato
di Sassonia. (A) 887. […] In seguito l’imperatore
[1] iniziò a declinare
nel corpo e nello spirito. A novembre, intorno alla festa di san Martino,
si recò a Tribur presso Magonza dove convocò un’assemblea
generale. I grandi del regno, come videro che gli venivano meno non
solo le forze fisiche, ma anche quelle psichiche, chiamarono Arnolfo,
il figlio di Carlomanno [2].
Raggiunto un accordo tra loro abbandonarono l’imperatore per passare
ad Arnolfo, tanto che, nel giro di tre giorni, all’imperatore rimase
a stento qualcuno che lo aiutasse nelle sue necessità. Gli veniva
dato da mangiare e da bere sulle rendite dell’arcivescovo Liuberto di
Magonza. […]
889. Nell’anno 889 dell’Incarnazione del Signore la ferocissima gente
degli Ungari [3], crudele
più delle belve più crudeli, sconosciuta nei tempi passati, tanto da
non venire neppure nominata, venne fuori dalle immense paludi scitiche
[4], formate dal riflusso
del Tanai. […] Quella gente era stata cacciata dalle sue sedi
originarie dalla popolazione confinante dei Peceneghi, che era pia numerosa
e più forte e che non riusciva più a trovare posto nel suolo natio.
Costretti dunque con la violenza a cercare nuove sedi dove stabilirsi,
gli Ungari diedero l’addio alla loro terra e si misero in marcia. Dapprima,
vagando per i territori inabitati della Pannonia e degli Avari [5],
si procurarono il sostentamento con la caccia e la pesca, ma poi presero
a fare continue incursioni e scorrerie nella Carinzia, nella Moravia
e nei territori dei Bulgari. In queste incursioni hanno ucciso con la
spada poche persone, ma ne hanno sterminate a migliaia con le frecce,
scoccate dagli archi con tanta abilità che è difficilissimo schivarle.
[…] Il loro modo di combattere è tanto più pericoloso quanto più
inconsueto. Hanno in comune con i Brettoni le armi da lancio, ma quelli
si servono dei giavellotti, e questi delle frecce. Non vivono come uomini,
ma come bestie. A quel che si dice si cibano, di carni crude, bevono
sangue, fanno a pezzi e poi mangiano, a scopo apotropaico, il cuore
dei prigionieri, non conoscono misericordia, non intendono pietà.
Si tagliano le chiome fino al cuoio capelluto. […] Questa crudelissima
gente ha devastato non solo le regioni che abbiamo ricordato, ma anche
la maggior parte del regno d’Italia.
896. Nell’anno 896 dell’Incarnazione del Signore Arnolfo per la seconda
volta entrò in Italia e, con il consenso del sommo pontefice
[6], prese Roma con le
armi: fatto inaudito nei secoli in quanto si era verificato una sola
volta, molto prima della nascita di Cristo, ad opera dei Galli Senoni
guidati da Brenno. […] Entrato in città, Arnolfo fu accolto
con grandi onori dal titolare della sede apostolica, Formoso, che lo
coronò imperatore davanti a San Pietro. Sulla via del ritorno
fu colto da una paralisi che lo tenne a lungo in stato di infermità.
899. […] Verso la fine di questo anno, il 29 di novembre, l’imperatore
Arnolfo chiuse la sua vita terrena e fu tumulato con tutti gli onori
ad Altotting [7], dove
era sepolto suo padre. 900. Nell’anno 900 dell’Incarnazione del Signore i grandi, già
soggetti ad Arnolfo, si radunarono a Forchheim [8],
dove scelsero Ludovico (nato da legittime nozze di Arnolfo) che fu eletto,
coronato, rivestito dei paramenti regii ed innalzato agli onori del
regno.
911. Morì il re Ludovico, figlio di Arnolfo imperatore. Con lui si
estinse la stirpe regia dei Carolingi. Gli successe nel regno Corrado,
figlio di quel Corrado che era stato ucciso da Adalberto [9]. 912. Di nuovo gli Ungari devastarono la Francia e la Turingia senza
che nessuno opponesse loro resistenza. 913. Un rigidissimo inverno. Gli Ungari devastarono parte dell’Alamannia
ma presso l’Inn furono sopraffatti dagli Alamanni e dai Bavari.
915. Gli Ungari misero a ferro e fuoco l’intera Alamannia e poi invasero
la Turingia e la Sassonia, spingendosi fino al monastero di Fulda [10].
917. Gli Ungari attraverso l’Alamannia giunsero in Alsazia ed arrivarono
fino ai territori della Lotaringia. […] Arnolfo duca di Bavieria
[11] si ribellò
al re.
919. Morì il re Corrado, uomo mansueto, prudente, e zelante del culto
divino. Questi, come sentì che si avvicinava il giorno del suo trapasso,
chiamò a sé i suoi fratelli ed i suoi cognati, vale a
dire i piu’ insigni tra i Franchi e disse loro che la sua morte era
ormai imminente, ammonendoli paternamente che la scelta del suo successore
non portasse a divisioni nel regno. Per scongiurare questo rischio ordinò
che eleggessero il duca dei Sassoni, Enrico figlio di Ottone, uomo forte
e abile, fautore della pace. Convinto che nessuno fosse altrettanto
degno di quel compito, affidò ai suoi congiunti la corona, lo
scettro e le altre insegne del potere perché le consegnassero
ad Enrico, con l’impegno di proteggere e conservare il regno. Corrado,
migrando da questa vita, ebbe onorata sepoltura nel monastero di Fulda.
Reginone di Prum, Cronaca, SRG, Anni 887, 889, 896, 899-900;
[Adalberto], Continuazione, ivi, anni 911-913, 915, 917, 919.
[1] Carlo il Grosso, re d’Italia
(880), imperatore (881), re dei Franchi orientali (882) e poi di quelli
occidentali, a partire dall’885 riunì sotto di sé i territori
dell’impero carolingio con l’eccezione della sola Borgogna. Morì
nell’888.
[2] Carlomanno (m. 880), re di
Baviera, era figlio di Ludovico il Germanico e fratello di Carlo il
Grosso. Arnolfo, suo figlio illegittimo, era quindi nipote del deposto
imperatore.
[3] Popolazione di cavalieri nomadi
del gruppo linguistico ugro-finnico che verso la fine del IX secolo
si stanziarono in Pannonia spingendosi con incursioni fino all’Italia
meridionale ed alla Francia occidentale.
[4] Nella tradizione storico-etnografica
classica la Scizia territorio al nord del Mar Nero, tra i bacini del
Dniepr e del Don (Tanai) era solitamente indicata come la sede dei
popoli più barbari e feroci.
[5] Gli Avari, cavalieri nomadi
di provenienza asiatica, a partire dal V secolo imposero lungamente,
con alterne vicende, una egemonia militare su diverse popolazioni slave.
Nel IX secolo erano stanziati prevalentemente nella zona del medio Danubio.
[6] Papa Formoso (891-896) aveva
chiamato in aiuto Arnolfo contro il partito del re Lamberto (894-898)
figlio di Guido di Spoleto.
[7] Presso il fiume Inn (Baviera).
[8] Corte regia a sud del fiume
Meno (Franconia, ora Baviera).
[9] Nel menzionare l’elezione regia
di Corrado di Franconia il continuatore di Reginone ricorda la morte
dell’omonimo padre del re, narrata altrove nella Cronaca. In Franconia
il potere era stato lungamente conteso tra le due case rivali dei Corradini
e dei Babenberg. Nel 906 il capo dei Corradini, Corrado, era stato ucciso
da Adalberto di Babenberg.
[10] Celeberrimo centro monastico
situato sul fiume omonimo (Franconia, ora Assia).
[11] Figlio, del margravio di Boemia Liupoldo,
alla morte dell’imperatore suo omonimo (899) aveva affermato il proprio
potere in Baviera, assumendo il titolo ducale.
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