Fonti
Antologia delle fonti altomedievali
a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto
© 2000 – Stefano
Gasparri per “Reti Medievali”
4. La politica ecclesiastica dei re Sassoni (A) Ottone I, Diplomi, DRG
1/2, n. 379 (969).
Contro il potere ducale Ottone, come già suo padre, cercò
l’appoggio dei vescovati e dei grandi monasteri che in Germania, diversamente
da quanto avveniva in Francia, non rifluivano nell’orbita delle entità
territoriali ma mantenevano uno stretto legame con il sovrano. Questi,
data l’ampia possibilità di intervento che gli era riservata
nella designazione delle successioni episcopali ed abbaziali, aveva
tutto l’interesse a potenziare organismi non sottoposti a diritto ereditario
e nei quali poteva collocare persone di propria fiducia. Si poté
assistere così, con Ottone I ed i suoi successori, all’infittirsi
di privilegi riservati agli enti ecclesiastici: privilegi che in primo
luogo riguardavano la concessione dell’immunità (intesa anche
nel senso attivo di esercizio della giustizia e dei diritti pubblici);
che in molti casi contemplavano il conferimento di regalie estremamente
redditizie; e che infine potevano giungere all’assegnazione dei diritti
comitali ad alcuni vescovi, benché solo di rado nella loro città
episcopale (come nel caso di Colonia, Magonza, Magdeburgo). Riportiamo
come esempio di cessione delle immunità il privilegio accordato
nel 969 da Ottone, allora già imperatore, al vescovo di Spira.
(A) In nome della Santa ed
individua Trinità. Ottone per disposizione della clemenza divina
imperatore Augusto. A tutti i fedeli della santa Chiesa e nostri, presenti
invero e futuri, sia noto che, portando ad effetto le suppliche dei
sacerdoti e dei servi di Dio, fatteci conoscere in vista delle loro
necessità, non soltanto pratichiamo una consuetudine imperiale,
ma confidiamo anche che tali cose da noi fatte ci profittino quale mercede
una retribuzione di felicità eterna. Perciò apprenda l’attenzione
di tutti i fedeli della santa Chiesa e nostri, presenti invero e futuri,
che l’uomo venerabile Ottocario, vescovo della città di Nemetina
o Spira [1], si
rivolse alla nostra clemenza chiedendo che ordinassimo fosse assicurata
la nostra autorità e la tutela dell’immunità della chiesa,
a cui egli risulta presiedere, ch’è costruita in onore della
santa Madre di Dio e sempre vergine Maria, per aumento della nostra
mercede e per assicurare saldezza al medesimo monastero [2].
A tale supplica, per amor di Dio e per venerazione della beata Maria
sempre vergine, demmo il nostro assenso, ed abbiamo comandato che questi
sentimenti della nostra maestà serena si manifestassero nei riguardi
della detta sede, per cui stabiliamo e comandiamo che nessun ‹duca
o› conte o altro pubblico giudice in virtù di autorità
giudiziaria, ovvero altra persona ignota investita di qualsivoglia potere,
all’infuori del solo ‹vescovo ed› avvocato della famiglia
[3] della santa
Madre di Dio Maria nella città chiamata Spira o Nemeta, o fuori
delle mura della detta città, cioè nella città
di Spira e ‹nella marca› adiacente alla detta città,
nessuno per disposizione e concessione nostra d’ora in poi presuma tener
pubblici placiti, né alcuno dei fedeli della santa Chiesa di
Dio e nostri, nelle chiese, nei luoghi, nei campi e negli altri possedimenti
della predetta chiesa (che essa risulti in tempo moderno detenere giustamente
e ragionevolmente in qualsiasi pago o territorio, qualunque possesso
le sia stato ivi conferito per amor di Dio e per venerazione della beata
Maria sempre vergine) osi in alcun tempo venire per tener tribunale,
per esigere composizioni, per ottener alloggio o per prendersi garanti,
per esigere pagamenti o illecite contribuzioni, ovvero per usar ingiusta
costrizione agli uomini di detta Chiesa sia liberi che servi, o presuma
esigere o riscuotere le cose su menzionate; ma sia lecito, a quanti
servono Dio in quel luogo sotto la nostra protezione, vivere e risiedere
in quieto ordine, poiché ad essi meglio piaccia in ogni tempo
con più impegno pregare la misericordia del Signore per noi,
per la nostra sposa e per la nostra prole, nonché per la stabilità
di tutto quanto il regno da Dio conferitoci. Ed affinché l’autorità
di questa concessione e conferma nostra sia più ferma […]
abbiamo comandato che fosse apposto il sigillo del nostro anello. Firma
del signor Ottone grande ed invittissimo imperatore Augusto. Liuterio
cancelliere ha sottoscritto in luogo di Attone, arcivescovo e arcicancelliere
[4]. Dato il 4 di
ottobre anno dell’Incarnazione del Signore 969, indizione tredicesima.
Ottone I, Diplomi, DRG 1/2, n. 379 (969).
[1] Augusta Nemetum era il nome
romano della città, posta sulla riva sinistra del Reno, alla
confluenza del fiume Speyerbach.
[2] In questo caso il termine indica
la chiesa cattedrale.
[3] Comunità.
[4] Arcivescovo di Magonza.
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