Fonti
Antologia delle fonti bassomedievali
a cura di Stefano Gasparri,
Andrea Di Salvo e Fiorella Simoni
© 2002 – Stefano
Gasparri per “Reti Medievali”
3. Guerra e pace tra i Russi e Bisanzio (A) Racconto dei tempi passati, pp. 16-17. (B) Racconto dei tempi passati, p. 42.
La Rus, il principato slavo-vikingo fondato dai Variaghi con capitale a Kiev,
diventa nel corso del secolo X un vicino pericoloso ed ingombrante per
Bisanzio, nonostante che ben presto (come abbiamo visto) ne senta l'influenza
religiosa e culturale: un'impronta destinata a rimanere duratura. Qui,
con un brano del Racconto dei tempi passati, si propone appunto l'aspetto
minaccioso di tale rapporto, facendo l'esempio della grande spedizione
contro Costantinopoli di Oleg (879-912). Il principe Igor (912-945), invece,
fu il primo a stipulare un accordo commerciale con Bisanzio, aprendo così
il suo principato all'influenza bizantina. Gli accordi con Bisanzio furono
più volte rinnovati; qui si riporta una parte di quelli sottoscritti nel
971 dal principe Svjatoslav, interessanti per il loro esplicito accenno
alle divinità pagane dei Russi. In quell'occasione l'imperatore bizantino
Giovanni Zimisce (969-976) si impegnò a pagare un tributo ai Russi.
(A) Anno 64I5 [1].
Mosse Oleg contro i Greci, lasciato Igor' a Kiev, prese con sé un gran
numero di Varjaghi, e Slavi, e Cudi, e Sloveni, e Krivici, e Meri, e Drevliani,
e Radimici, e Poliani, e Severiani, e Vjatici, e Croati, e Dulebi, e Tiverci,
che sono interpreti [2]:
tutti questi [popoli] sono chiamati dai Greci “Grande Scizia”.
E con tutti questi mosse Oleg su cavalli e su navi, ed erano in numero
di duemila navi. E giunse a Costantinopoli; e i Greci chiusero il Corno,
e la città sbarrarono. E sbarcò Oleg sulla riva, e cominciò a combattere,
e gran scempio fece presso la città dei Greci, abbatté molti palazzi,
e incendiò chiese. Ed ebbero i loro prigionieri, decapitarono alcuni,
altri torturarono, altri abbatterono con frecce, e altri in mare gettarono,
e molto altro male fecero i Russi ai Greci, come i nemici fanno.
E ordinò Oleg ai guerrieri suoi di fabbricare delle ruote e di porre sulle
ruote le navi. E con il favore del vento, alzarono le vele dal campo,
e mossero verso la città. E i Greci, allorché videro ciò, si intimorirono
e mandarono a dire: “Non far perire la città, ti daremo ciascuno il tributo
che vorrai”. E fece fermare Oleg i guerrieri, e gli furono portate cibarie
e vino, ma egli non li accettò: poiché erano preparati col veleno. E si
intimorirono i Greci, e dissero: “Costui non è Oleg, ma San Demetrio,
inviato contro di noi da Dio”. E ordinò Oleg di pagare un tributo alle
sue duemila navi, in ragione di 12 grivne a testa e su ogni nave vi erano
quaranta uomini.
E i Greci acconsentirono ciascuno con quello [che poteva] e cominciarono
i Greci a chiedere la pace e che non si combattesse sulla terra greca.
Oleg, allontanatosi di poco dalla città, iniziò a stipulare la pace con
gli imperatori greci, con Leone ed Alessandro, e inviò loro in città Karl,
Farlaf, Vel'mud, Rulav e Stemid, dicendo: “Dateci il tributo”.
E dissero i Greci: “Ciò che vuoi ti daremo”. E ordinò Oleg
di dare ai guerrieri delle duemila navi 12 grivne [3]
per ogni scalmo, e di dare poi un tributo per le città russe: per prima
a Kiev, quindi a Cernigov, a Perejaslavl', a Polock, a Rostov, a Ljubec
e alle altre città; in ciascuna di queste città risiedevano granduchi
soggetti ad Oleg. Racconto dei tempi passati, pp. 16-17.
[1] Anno 907.
[2] Vivendo a contatto cori i Greci
a sud della Russia, i Tiverci potevano fungere da interpreti.
[3] Monete d'argento.
(B) “Secondo il patto concluso
tra Svjatoslav, granduca russo, e Svenal'd, scritto da Teofilo segretario
di Giovanni, detto Zimisce, imperatore greco, a Dorostol, nel mese di
luglio, 14a indizione, anno 6479 [1].
lo, Svjatoslav, principe russo, come giurai, così confermo con questo
patto il giuramento mio: voglio che vi sia la pace e una salda amicizia
con tutti i grandi imperatori greci, con Basilio e con Costantino, e con
gli imperatori ispirati da Dio, e con tutti i vostri uomini anche a nome
dei Russi che sono a me sottomessi, dei boiari e di tutti gli altri, sino
alla fine dei secoli. Contro di voi non tramerò mai nulla, non radunerò
eserciti, né condurrò altro popolo contro di voi, né contro chi si trova
sotto il potere greco, né contro il potere di Cherson e neanche contro
altre città, né contro la terra bulgara. Se qualcuno tramerà contro di
voi, sarò io il suo avversario e combatterò contro di lui. Come giurai
dinanzi agli imperatori greci, e con me [giurarono] i boiari e tutti i
Russi, noi osserveremo l'antico patto. Se non ne osserveremo qualche articolo,
che io e coloro che sono con me e sotto di me siamo maledetti da quel
Dio in cui crediamo, da Perun e da Volos, dio degli armenti; e che diventiamo
gialli come l'oro, e che la nostra stessa arma ci trafigga. Non abbiate
alcun dubbio sulla veridicità di quanto abbiamo ora promesso e abbiamo
scritto su questo foglio, e reso valido coi nostri sigilli”. Racconto dei tempi passati, p. 42.
[1] Anno 971.
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