Fonti
Antologia delle fonti bassomedievali
a cura di Stefano Gasparri,
Andrea Di Salvo e Fiorella Simoni
© 2002 – Stefano
Gasparri per “Reti Medievali”
9. La forza del commercio (A) Libro dell'Eparco, IV, 1-6, 8, 9. (B) Giovanni Cameniate,
L'eccidio di Tessalonica, pp. 500-501. (C) Anonimo, Timarione, pp. 46-48.
L'importanza della terra non deve far dimenticare l'estremo sviluppo
e importanza del commercio bizantino, spesso appoggiato ad attività manifatturiere
locali. Una delle manifatture più importanti era quella della seta, importata
a Bisanzio all'epoca di Giustiniano [cfr. vol. I, cap. 4, 2]. II Libro
dell'Eparco (l'Eparco era il prefetto della capitale), scritto nel secolo
X, ci mostra la vita delle corporazioni di Bisanzio; nei capitoli qui
riportati si illustrano le condizioni che regolavano, minuziosamente,
la produzione e il commercio della seta, uno dei prodotti più ricercati
per l'esportazione (A).
Accanto a Bisanzio un'altra città dell'impero si staglia con chiarezza
nelle fonti: Tessalonica (Salonicco). Sfuggita all'occupazione bulgara
della Tessaglia, Tessalonica era un grande centro commerciale perché attraversata
dalla via Egnazia, l'antica strada romana che univa Durazzo a Bisanzio
(B). Essa era dotata di un grande mercato – qui descritto in un dialogo
satirico della metà del XII secolo – legato in particolare al patrono
della città, s. Demetrio (C). (A) 1. I vestioprati [1]
acquistino vestiti di seta e non facciano altri acquisti, salvo quelli
che siano loro necessari per il proprio uso; inoltre è loro proibito di
venderli ad altri. Del pari non devono dare a persone estranee articoli
proibiti, cioè porpore rosse o violette molto ammirate, di modo che esse
non siano inviate a popoli stranieri. Ogni contravventore sarà frustato
e sarà passibile di confisca.
2. I vestioprati, siano schiavi o liberi, che acquistino da qualunque
persona, sia essa nobile o commerciante di seta, dei vestiti per più di
10 nomismi devono dichiarare ciò al prefetto, affinché egli sappia dove
essi siano venduti. I contravventori saranno passibili delle pene sopramenzionate.
3. Sarà punito chiunque non avrà dichiarato al prefetto le porpore [color]
pesca o per due terzi rosse, siano cappotti o vestiti.
4. Sarà punito chi non avrà dato al prefetto, affinché lo marchi col suo
bollo, un articolo destinato a popoli stranieri.
5. Per essere ammessi nella corporazione dei vestioprati, bisogna dapprima
che 5 membri di questa corporazione testimonino dinanzi al prefetto che
egli è degno di esercitare questa arte. Egli sarà allora ammesso, aprirà
un magazzino ed eserciterà il commercio. Egli versi alla corporazione
6 nomismi.
6. Se qualcuno vuole acquistare un'officina di vestioprate, bisogna che
paghi 10 nomismi. È necessaria la raccomandazione del prefetto.
8. È opportuno assicurare con esattezza che gli stranieri che alloggiano
negli alberghi non acquistino i vestiari proibiti e vestiari senza cucitura,
salvo per il loro uso personale, nel qual caso dovranno essere stati confezionati
nella capitale. Alla loro partenza, saranno sottoposti all'attenzione
del prefetto, affinché questi prenda conoscenza delle merci da essi acquistate.
Chi li nasconderà sarà frustato e subirà la confisca.
9. Chi s'adopera per far aumentare l'affitto di un altro [vestioprate]
in modo doloso o apertamente, sarà frustato, rasato e subirà la confisca. Libro dell'Eparco, IV, 1-6, 8, 9. [1] Mercanti di vestiti di seta. (B) Una grande strada statale
attraversa questa città da occidente a oriente e i passanti sono per necessità
costretti a sostare presso di noi e a comprare ciò di cui hanno bisogno,
per cui abbiamo tratto da essi profitto e vantaggio di tante belle cose
quante puoi immaginare. Di là passò sempre attraverso le vie anche una
variopinta moltitudine di indigeni e stranieri, cosicché si potrebbe contare
più facilmente la sabbia sulla spiaggia che coloro che passano per il
mercato e fanno affari commerciali.
Così affluirono qui per molti in grande quantità tesori di oro, argento
e pietre preziose mentre altri volgevano la mente a stoffe di seta e di
lana. Altre materie prime, come bronzo, ferro, stagno, piombo e vetro,
dalle quali prendono vita le arti legate al fuoco, non devo menzionare;
infatti sono così numerose che si potrebbe con esse costruire ed equipaggiare
una nuova città. Giovanni Cameniate, L'eccidio di Tessalonica, pp. 500-501. (C) Le Demetrie sono una festa
come una volta le Panatenee ad Atene e le Panionie a Mileto. Sono contemporaneamente
la più grande fiera della Macedonia. Infatti vi affluisce una quantità
di popolazione non solo auctoctona e ivi stabilita, ma di ogni parte e
specie, Greci da tutti i paesi, e le diverse tribù dei Misi che abitano
sul Danubio e fino alla terra degli Sciti [1],
Campani, Itali, Iberi [2],
Lusitani [3], e Celti
[4] dall'altra parte
delle Alpi. In breve le coste dell'Oceano mandano pellegrini e devoti
alla festa del martire. Tale è la fama del suo nome in tutta l'Europa.
Io però che venivo dalla Cappadocia e che ero straniero, che di questa
festa non avevo alcuna nozione ma che la conoscevo solo per averne sentito
dire, decisi di fare in modo da potere vedere tutto il teatro cosicché
nulla sfuggisse al mio sguardo. Salii su un'altura che era contigua al
luogo della fiera, mi misi a sedere e guardai tutto oziosamente. Le cose
si svolgevano nel modo seguente. Le baracche di vendita erano disposte
in fila parallele une di fronte alle altre; le file si estendevano per
un lungo tratto, si allargavano ai lati e lasciavano nel mezzo uno spazio
di modo che la massa potesse muoversi qua e là. Guardando in basso la
fitta massa disposta uniformemente avresti detto che fossero linee provenienti
da punti opposti lontani. Trasversalmente erano collocate altre file di
baracche altrettanto diritte ma non così lunghe e che sembravano minuscoli
piedi di certi rettili […].
Ora domanderai cosa c'era lì dentro […]; io scesi più tardi dall'altura
e guardai tutto. Là c'erano articoli di ogni genere, tessuti e filati
da uomo e da donna, tutto ciò che le navi mercantili portano dalla Boezia
e dal Peloponneso e dall'Italia ai Greci. Ma anche la Fenicia fornisce
molto e l'Egitto, la Spagna e le Colonne d'Ercole [5],
che producono eccellenti tessuti. Tutto ciò portano i mercanti direttamente
dai loro paesi nella vecchia Macedonia e a Tessalonica. II Mar Nero manda
i suoi prodotti attraverso Costantinopoli ed essi vengono ad abbellire
la fiera in quanto da lì molti cavalli e muli trasportano la merce. Vidi
tutto ciò quando scesi. Ma anche mentre sedevo ancora sull'altura, mi
meravigliavo della svariata quantità di animali e ascoltavo la confusione
delle loro voci che colpiva il mio orecchio: i cavalli nitrivano, i buoi
muggivano, le pecore belavano, i maiali grugnivano e i cani abbaiavano;
anche essi seguono i loro padroni, come protezione contro i lupi o contro
i ladri. Anonimo, Timarione, pp. 46-48.
[1] Russi.
[2] Spagnoli.
[3] Portoghesi.
[4] Francesi.
[5] Il Nord Africa.
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