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Didattica

Fonti

Antologia delle fonti bassomedievali

a cura di Stefano Gasparri,
Andrea Di Salvo e Fiorella Simoni

© 2002 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


V
L'espansione europea/1
La prima crociata

6. Il parere degli altri: bizantini e musulmani
(A) IBN AL-KHATIB, Gesta degli uomini illustri.
(B) ANNA COMNENA, Alexiade, PG 131, X, 5, 283-284.
(C) IBN AL-ATHIR, Storia perfetta o somma delle storie, 185-188.

Alessio I Comneno, imperatore dal 1081, non aveva grandi motivi per amare i «Franchi», ossia i cristiani d'occidente. Troppo recente era la vicenda della lunga lotta contro Roberto il Guiscardo, che con l'avallo del papato aveva tentato di installarsi in Epiro per puntare di là verso la stessa Bisanzio: non c'è quindi da stupirsi che egli fosse diffidente nei confronti dei crociati, tra i quali i Normanni erano presenti in modo significativo. E troppo forte era pure l'estraneità culturale tra occidentali e Greci, radice prima della futura tragedia del 1204 [cfr. cap. 12, 4]. Tutto ciò è espresso perfettamente nell’Alexia, opera scritta dalla figlia dell'imperatore, Anna (A, B).
Tra le voci della storiografia islamica, invece, appare particolarmente lucida – al di là della solita, ironica caratterizzazione dei principi cristiani – quella del cronista mesopotamico Ibn Al-Athìr (1160-1233), il quale, scrivendo ad una certa distanza dagli avvenimenti, inquadra correttamente la crociata (C), inserendola nella più generale attitudine offensiva della Cristianità, dalla Spagna alla Sicilia.


(A) Alessio apprese da varie voci l'arrivo dell'esercito franco. Egli temeva la loro invasione, perché conosceva la loro impetuosità e violenza e la loro instabilità d'umore, e tutte le loro fantasie, che dipendono dal loro temperamento gallico: in effetti sono affamati di ricchezza e ogni pretesto è buono per loro per violare i loro accordi. Così nel suo spirito c'erano motivi di preoccupazione. […] I Franchi arrivarono a valanga dappertutto, con armi, cavalli e tutta la loro attrezzatura guerriera. Tale fu la loro rapidità e il loro ardore che affollavano tutte le strade pubbliche. Con i guerrieri franchi camminava no donne e bambini che avevano anch'essi lasciato il loro paese, innumerevoli come le sabbie e le stelle, e tutti sfoggiavano delle croci rosse sulle spalle. Venivano verso di noi seguendo il corso dei fiumi, soprattutto attraverso la Dacia. La loro moltitudine era preceduta da nuvole di cavallette che, risparmiando i raccolti, non si attaccavano che alle vigne: questo prodigio significava, secondo gli indovini, che l'esercito franco, risparmiando i cristiani, sarebbe stato grandemente funesto per i barbari israeliti, che adoravano Bacco e il vino [1].

ANNA COMNENA, Alexiade, PG 131, X, 5, 283-284.

[1] Qui la principessa bizantina mostra verso gli Ebrei un pregiudizio negativi, analogo a quello che divideva tra loro musulmani e cristiani [cfr. paragrafo 7 (A), nota 2].


(B) I latini non hanno gli stessi atteggiamenti e principi di noi per quel che riguarda coloro che ricoprono una funzione religiosa. Noi dai canoni, dalle leggi e dall'insegnamento evangelico questo abbiamo ricavato: «Non toccare, non mormorare, non fare violenza: sei un sacerdote». Invece il barbaro latino maneggia gli strumenti del culto impugnando lo scudo con la sinistra e ghermendo la lancia con la destra; egli contemporaneamente impartisce il corpo e il sangue di Cristo e fa strage in battaglia; è diventato un «uomo di sangue» come è detto in un salmo di Davide. Questa categoria di barbari non è meno dedita alla missione sacerdotale che agli impegni di guerra. Quello [1] perciò era più portato alla guerra che al sacrificio; egli portava contemporaneamente lo stola sacerdotale, il remo e lo scudo, dedicandosi nello stesso tempo alla battaglia navale e terrestre, combattendo contemporaneamente contro il mare e contro gli uomini, mentre tutto presso di noi, come ho detto, è stato disposto da Aaron e da Mosè e dal primo nostro pontefice Cristo.

ANNA COMNENA, Alexiade, PG 131, III, 292.

[1] Si tratta di un prete franco, del seguito del conte di Tolosa, impegnato in una battaglia – che si svolse in mare – contro i Bizantini.


(C) II primo apparire della potenza dei Franchi e la prima loro aggressione al territorio dell'Islam, di parte del quale si impadronirono, fu nell'anno 478 [1], quando conquistarono la città di Toledo e altre terre d Andalusia, come abbiamo già riferito. Poi nel 484 [2] attaccarono e conquistarono l'isola di Sicilia, ciò che abbiamo anche narrato, e rivolsero le loro mire alle coste dell'Africa ove fecero qualche conquista, che fu loro ritolta; e altra ancora ne fecero, come poi si vedrà. Nel 495 (1097) mossero contro la Siria. La cosa cominciò così: il loro re Baldovino [3], parente di Ruggero il Franco che aveva conquistata la Sicilia [4], fece una grande adunata di Franchil e mandò a dire a Ruggero: «Ho fatta una grande adunata di gente, e vengo ora da te, per andare a conquistare, partendo dalle tue basi, la costa d'Africa, e diventare colà tuo vicino». Ruggero adunò i suoi compagni, e si consigliò con loro su tale proposta. «Per il Vangelo, – fecero quelli, – ecco una cosa buona per noi e per loro; così quei paesi diventeranno cristiani!». Al che Ruggero. levala una gamba, fece una gran pernacchia, dicendo: «Affè mia, questa vale più di codesto vostro discorso». «E perché?» «Perché se vengono qui da me, quegli avranno bisogno di un grande apparecchio, e di navi che li trasportino in Africa, e di truppe anche da parte mia. Poi se conquistano il paese quello sarà loro, e l'approvvigionamento dovranno averlo dalla Sicilia, venendo io a perderci il denaro che frutta qui ogni anno il prezzo del raccolto; e se invece non riescono, faranno ritorno qui al mio paese e mi daranno degli imbarazzi, e Tamìm [5] dirà che l'ho tradito e ho violato il patto con lui, e si interromperanno i rapporti e le comunicazioni fra noi. Ma l'Africa è sempre lì per noi, e noi quando avremo la forza la prenderemo». Chiamato quindi il messo di Baldovino, gli disse: «Se avete deciso di far la guerra ai musulmani, la cosa migliore è di conquistare Gerusalemme, che libererete dalle loro mani e di cui avrete il vanto. Ma per l'Africa, ci sono giuramenti e patti che mi legano con quelli di là». E così quelli si apparecchiarono e mossero contro la Siria. Secondo un'altra voce, furono i Fatimidi d'Egitto che, quando videro la forza dell'impero dei Selgiuchidi impiantarsi e impadronirsi della Siria fino a Gaza, senza, che più alcuna provincia si interponesse fra essi e l'Egitto, e Atsiz [6] invase e oppugnò l'Egitto stesso, impauriti mandarono a invitare i Franchi a muovere contro la Siria per impadronirsene e far da cuscinetto fra loro e i musulmani. Dio poi ne sa di più.

IBN AL-ATHIR, Storia perfetta o somma delle storie, 185-188.

[1] 1085.
[2] 1091: il riferimento è alla conclusione della conquista [cfr. capitolo 4.4].
[3] 1097.
[4] Personaggio inventato per analogia con i diversi Baldovini che agirono sul fronte orientale.
[5] Ruggero II, re di Sicilia dal 1130.
[6] Emiro di Tunisia.
[7] Generale dei Selgiuchidi di Siria.
[8] I Fatimidi d'Egitto erano sciiti e dunque considerati eretici dagli altri musulmani, sunniti, ai quali vengono qui contrapposti.

 

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