Logo di Reti Medievali 

Didattica

spaceleftMappaCalendarioDidatticaE-BookMemoriaOpen ArchiveRepertorioRivistaspaceright

Didattica > Fonti > Antologia delle fonti bassomedievali > XII > 7

Fonti

Antologia delle fonti bassomedievali

a cura di Stefano Gasparri,
Andrea Di Salvo e Fiorella Simoni

© 2002 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


XII
L'espansione europea / 2
Vicino Oriente, Bisanzio, Europa dell'Est

7. Il paganesimo degli Slavi
(A) Elmoldo, Cronaca degli Slavi, SRG 32, I, 52.

Il mondo slavo nel XII e XIII secolo fu al centro di un duplice attacco, da est (i Mongoli) e da ovest (i Tedeschi). Il cuore della civiltà degli Slavi era costituito – come in tutte le società pressoché ferme allo stadio tribale, come era il caso soprattutto delle popolazioni slave del nord – dalla loro religione pagana, una religione indoeuropea con forti tratti comuni al di sopra dei frazionamento tribale. Boschi sacri e culto degli antenati, nel racconto di Elmoldo, si uniscono a divinità cupe e a riti sanguinosi e demoniaci: è evidente, come sempre in questi casi, l'incomprensione culturale dell'osservatore cristiano; anche se è indubbio che la crudeltà della lotta tra Tedeschi e Slavi dovette dare spazio, nel culti di questi ultimi, a numerose uccisioni rituali di prigionieri cristiani.


(A) In quei giorni [1] crebbe in Slavia il culto di molti idoli e l'errore delle superstizioni. Infatti [fra tutti i loro dèi], oltre ai boschi sacri e al culto degli antenati - dei quali campi e castelli abbondavano -, primi e più importanti erano Prove, dio della terra di Aldenburg, Siva, dea dei Polabi, Radigast, dio della terra degli Obodriti. A questi [dèi] erano addetti i sacerdoti e dedicate le libagioni sacrificali e il molteplice culto religioso. Inoltre [è] il sacerdote [che] stabilisce, secondo la volontà della sorte le solennità da dedicare agli dèi; e [allora] si riuniscono uomini e donne, con i bambini, e uccidono per i loro dèi buoi e pecore come vittime, [ma] anche molti uomini cristiani, del cui sangue affermavano che i loro dèi si compiacessero. Dopo che la vittima è stata uccisa, il sacerdote beve il sangue per essere più abile nel pronunciare gli oracoli. Infatti è opinione di miti che con il sangue è più facile evocare i demoni. Consumati i sacrifici secondo l'uso, il popolo si dedica ai banchetti e alla festa. C'è anche questo strano errore tra gli Slavi: infatti nei loro banchetti e bevute collettive portano in giro una tazza, nella quale raccolgono parole non dirò di consacrazione, ma di esecrazione in nome dei [loro] dèi, del buono come del cattivo, riconoscendo apertamente che ogni prospera fortuna è governata dal dio buono, l'avversa dal dio cattivo. Per cui chiamano anche nella loro lingua il dio cattivo Diabol o Zeerneboch, cioè dio nero. Fra i molti dèi degli Slavi è potentissimo Zuantevith, dio della terra dei Rugiani, in quanto molto efficace negli oracoli, al cui cospetto gli altri erano ritenuti quasi [semplici] semidei. Perciò erano soliti dedicare a lui annualmente, a mo' di bestiame, un cristiano che la sorte aveva indicato. E da tutte le province slave mandavano a quello le offerte stabilite per i sacrifici.
[Gli Slavi] sono caratterizzati da una straordinaria riverenza per l'amore verso i boschi; non indulgono facilmente al giuramenti né sopportarono che il bosco sia profanato dai nemici. Inoltre la gente slava è di una crudeltà congenita, che non si riesce a saziare; non sopporta l'ozio, tormentando [perciò] le regioni adiacenti per terra e per mare. Quanti generi di morii inflissero ai cristiani è difficile da raccontare: ad alcuni estrassero le viscere legandole intorno ad un palo; altri li inchiodarono in croce, irridendo il segno della nostra redenzione. Ritengono infatti che [solo] i più scellerati siano inchiodati in croce. Quelli che tengono in prigionia per farli riscattare con il denaro, li affliggono con tante torture e ceppi [così dolorosi], che a stento uno che non è al corrente di queste cose se lo può immaginare.

Elmoldo, Cronaca degli Slavi, SRG 32, I, 52.

[1] Siamo negli anni 1131-1134.

 

© 2000-2005
Reti Medievali
Up Ultimo aggiornamento: