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Didattica > Fonti > Stato e società nell'ancien régime > I, 12 | |||||||||
FontiStato e società nell'ancien régimea cura di Angelo Torre © 1983-2006 – Angelo Torre Sezione I – La formazione dello stato rinascimentale12. Esempi di rapporto contrattuale: le assemblee rappresentative castiglianeL'influenza politica delle cortes castigliane mostra per tutto il secolo XV una netta tendenza al declino, dovuta non tanto al clima delle guerre civili, quanto alla prerogativa di concedere il donativo, di cui esse sono dotate. Teoricamente, infatti, tutti i tre ordini della società castigliana vi dovrebbero essere rappresentati, ma poiché il donativo è onere specifico del ceto non privilegiato, solo i rappresentati delle città conservano un interesse specifico a parteciparvi e l'assenza di nobili ed ecclesiastici ne limita gravemente il peso politico. Tuttavia la partecipazione alle cortes, da semplice diritto, si trasforma in privilegio di alcune città castigliane (doc. b), poiché la loro riunione offre di fatto un'occasione di dialogo con il potere centrale altrimenti inesistente: la natura contrattuale dell'istituzione esige un momento di consultazione dei sudditi, che si concretizza di solito nella presentazione di lagnanze a cui il re deve dar risposta (doc. d). Ferdinando e Isabella si rivelano capaci di sfruttare le debolezze costitutive dell'istituzione: con le Cortes di Madrigal (1476) essi stipulano una forte alleanza con le élites urbane che vi sono rappresentate, allo scopo di riaffermare con vigore il potere regio. Tale operazione, tuttavia, ha come esito ben noto l'istituzione delle Hermanidades, che oltre a garantire l'ordine e la pace sociale, fungono da canale di reperimento fiscale sottratto all'azione delle Cortes medesime. La perdita di importanza politica delle città è così evidente già nel 1480 quando, alle Cortes di Toledo, i sovrani annunciano una riforma amministrativa che si traduce in un'intensificazione del controllo centrale sulle istituzioni cittadine, con l'introduzione di un corregidor, diretta emanazione del potere sovrano. Perciò, accanto alla debolezza costituzionale (fallimento del proprio potere legislativo, al contrario di quelle aragonesi; riduzione ai soli roturiers del carico fiscale diretto), si manifesta una debolezza fisica delle Cortes castigliane: esse constano in realtà di 36 deputati inermi di fronte all'autorità e alla volontà del sovrano. Di qui nasce la strategia difensiva delle città, che negano ai procuratori i pieni poteri di rappresentanza (doc. c) e ricorrono a definizioni riduttive della natura e dell'efficacia della legge (doc. a). Pur entro questi fattori limitanti, le assemblee rappresentative castigliane restano un elemento cruciale dello stato contrattuale: esse si faranno sentire in occasione della reggenza successiva alla morte di Isabella (1504) e di Ferdinando (1516), e soprattutto verranno utilizzate dalle città durante la rivolta dei Comuneros (seconda sez., doc. 2). Fonti: a/ GRIFFITHS, Representative Government in Western Europe cit., p. 15; b/ Ibidem, p.16; c/ Ibidem, p. 41; d/ Ibidem, pp. 26-27. a/ La legge deve avere validità provinciale (dalle Cortes di Valladolid, 1506)[…] 6. Secondo l'opinione dei saggi e dei documenti del passato, ogni provincia è autosufficiente, perciò le leggi e ordinanze dovrebbero essere adatte a ogni provincia, e non uniformi e identiche per tutte le regioni del regno. Per questa ragione, i sovrani decisero che, quando era necessario promulgare delle leggi, si dovessero convocare le Cortes e si dovesse conferire con i procuratori delle città, al fine di far beneficiare contemporaneamente di tali leggi i loro diversi regni e ogni singola provincia; quindi si stabilì che non si potesse promulgare né abrogare una legge se non di fronte alle Cortes. Le Cortes, perciò, chiedono a Vostra Altezza che così si faccia d'ora in poi, e che ogni qualvolta si debbano promulgare delle leggi, si convochino i regni e i procuratori per ricevere la più completa informazione intorno a esse, e per dotare i diversi regni del più giusto e legittimo governo. Inoltre, poiché si sono emesse molte prammatiche in deroga a tale norma, e si è in tal modo nuociuto ai diversi regni, Vi chiediamo di ordinare la revisione, di prendere in considerazione le lagnanze che esse hanno causato e di porvi rimedio. Risposta: Che ogni qualvolta si renda necessario, Sua Altezza darà ordine di ottemperare a tale norma. b/ La rappresentanza alle Cortes è un privilegio, non un diritto (dalle Cortes di Valladolid, 1506)[…] 33. Numerose leggi e la consuetudine immemorabile vogliono che diciotto città e borghi di questo regno (di Castiglia), e nessun'altra, abbiano il diritto di farsi rappresentare da procuratori alle Cortes; ora al contrario si afferma che alcune altre città e borghi di questo regno stanno tentando o hanno intenzione di conquistarsi tale diritto. Poiché l'aumento delle città rappresentate recherebbe pregiudizio al diritto di quelle che già ora vi prendono parte e condurrebbe al disordine, preghiamo Vostra Altezza di impedire la crescita del numero delle città rappresentate, poiché le leggi di questo regno vietano di incrementare le funzioni dotate di poteri decisionali. Risposta: Sarà fatto. c/ I poteri dei procuratori devono essere illimitati (secondo il sovrano), e non possono soggiacere ad alcun vincolo (secondo le città) (dalle Cortes di Toledo, 1525)[…] il detto Gran Cancelliere, in qualità di presidente delle Cortes, disse a tutti i procuratori sopra nominati che essi già sapevano di essere stati convocati alle Cortes che le Loro Altezze intendevano tenere nella detta città, attraverso lettere della Regina (Giovanna la Pazza) e del Re e Imperatore, suo figlio (Carlo V), nostri sovrani, firmati da Sua Maestà, e che, poiché oggi era il giorno di inizio delle Cortes, ed era giusto che prima di tutto essi presentassero le lettere di procura rilasciate dalle loro città, nel nome delle quali erano qui convenuti, e perciò egli comunicò loro di far esaminare le lettere di procura. Quindi tutti i procuratori sopra nominati presentarono e consegnarono tali lettere a noi, sopra nominato segretario e scrivano delle Cortes. Allora, mentre il Presidente e i suoi ufficiali si trovavano nella cappella vicina alle Cortes, giunsero Don Pedro Maldonado Pimentel e Antonio Fernández, che dichiararono di essere regidores e procuratori alle Cortes della città di Salamanca, e con tali parole essi presentarono la lettera di procura della loro città, ma quando i signori sopra nominati la esaminarono dissero loro che la procura non veniva concessa dai giudici e regidores di quella città, e nemmeno dal Consiglio cittadino o dalle persone che avrebbero dovuto controfirmarla, e che lo stesso tenore della procura la rendeva insufficiente, e perciò essa non andava considerata come una procura effettiva, e quelli che la presentavano non potevano essere dichiarati procuratori alle Cortes, ed essi non li avrebbero ammessi in virtù di tale procura, e ordinarono di restituirgliela, ed essi la ripresero. d/ Il sovrano ha l'obbligo di prestar ascolto alle petizioni delle Cortes (dalle Cortes di Toledo, 1525, petizione n. 6)Come il Re dovrebbe esaminare e rispondere alle Petizioni dei Procuratori prima della conclusione delle Cortes. Poiché i Procuratori, che partecipano alle Cortes dietro Nostro mandato, sono al servizio Nostro e procurano il bene del regno, abbiamo l'obbligo di prestar loro il Nostro benevolo ascolto ed esaminare le loro petizioni, di contenuto generale o specifico, render loro risposta e giustizia; e siamo pronti a farlo, come ordinarono i sovrani Nostri predecessori; e ordiniamo che, prima della conclusione delle Cortes, tutte le petizioni da loro presentate, generali come specifiche, ricevano risposta e che si prendano le misure necessarie all'adempimento del Nostro servizio e al bene del nostro regno. |
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