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Didattica > Fonti > Stato e società nell'ancien régime > I, 13

Fonti

Stato e società nell'ancien régime

a cura di Angelo Torre

© 1983-2006 – Angelo Torre


Sezione I – La formazione dello stato rinascimentale

13. Rapporti contrattuali e potere centrale: la struttura territoriale del governo

Le Cortes di Toledo del 1480 assumono un'importanza cruciale nella storia spagnola: oltre a sancire le reintegrazione del patrimonio della Corona (doc. 1), esse consentono l'avvio di importanti riforme amministrative. In primo luogo viene riformato il Concejo Real, che si trasforma nel Consiglio di Castiglia, come più tardi verrà chiamato, poiché in esso si concentrerà l'amministrazione dei domini di Isabella. Esso diverrà così il centro di irradiazione della politica castigliana, dal conferimento di favori alla funzione di suprema corte di giustizia e di supervisione dei problemi del governo locale. Ma soprattutto esso sarà prevalentemente composto di giuristi anziché di aristocratici (seconda sez., doc. 18). A questi ultimi, in quanto grandi dignitari di corte, è concesso partecipare alle sedute, ma senza alcun potere decisionale. Da un altro lato tuttavia il resoconto di Pulgár riflette la struttura rigida, territoriale del governo, il suo dipendere dai «contratti» stipulati con i diversi regni. Infine, risulta con chiarezza la commistione di competenze amministrative e giudiziarie in ognuno dei settori del governo.

Fonte: HERNANDO DEL PULGÁR, Cronica de los Reyes de Castilla cit., parte II, cap. XCV, pp. 354-55.


[…] In quelle Cortes di Toledo, nel palazzo in cui dimoravano il Re e la Regina, si radunavano cinque consigli separatamente: in uno il Re e la Regina, insieme con alcuni Grandi del regno, e altri membri, concedevano udienza agli ambasciatori stranieri colà convenuti […]. In un altro consiglio si trovavano Prelati e Giuristi, a cui erano demandati l'esame delle petizioni e le decisioni sulla giustizia, che erano molte e svariate; inoltre tale consiglio doveva dirimere le liti e darne sentenza definitiva. Da un'altra parte del palazzo si trovavano i Cavalieri e i Giuristi originari del regno di Aragona, del principato di Catalogna, dei regni di Sicilia e di Valencia, che esaminavano petizioni, suppliche e questioni di tali regni; e si preoccupavano di risolverle, poiché avevano esperienza delle leggi e delle consuetudini di quelle regioni. In un'altra parte del palazzo si riunivano i deputati delle Hermanidades del regno, che si occupavano dei problemi connessi a quegli istituti, secondo lo spirito delle loro leggi. Da un'altra parte ancora stavano i tesorieri e i funzionari delle finanze e del patrimonio della Corona, che calcolavano le entrate, distribuivano stipendi, mercedi e altro in nome del Re e della Regina, e giudicavano le cause concernenti la finanza e il patrimonio regio. E tutti i consigli ricorrevano al parere del Re e della Regina quando si presentavano loro dei dubbi. E le decisioni e i provvedimenti che prendevano erano di grande importanza […]. Inoltre i tre Giudici di corte giudicavano all'esterno del palazzo le liti e le cause civili e criminali sottoposte al loro parere, e provvedevano alla giustizia e alla tranquillità della corte. In questo modo il Re e la Regina ripartivano i compiti del governo, e amministravano i loro regni.

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UpUltimo aggiornamento: 01/04/2006