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Wycliff. Il comunismo dei predestinati

di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri

© 1975-2007 – di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri


Testi

9. «Dei servi e dei signori, e di come ciascuno debba mantenere il proprio posto»

Lo scritto, sulla cui attribuzione a Wyclif gli studiosi non nutrono dubbi, non ha un trattato equivalente in latino ed è stato redatto durante la repressione della rivolta dei contadini (1381). La preoccupazione immediata e contingente di Wyclif appare quella di salvare i «poveri preti», travolti insieme ai seguaci di Ball e Tyler nella repressione. Ma, da un punto di vista teoretico e più generale, il quadro dei doveri dei lords costituisce la parte più rilevante del trattato.

(In The English Works of Wyclif, cit., pp. 226-243).


Per prima cosa, i servi devono servire in fedeltà e letizia i loro lords o padroni; non saranno falsi né pigri, non mormoreranno né si rattristeranno di compiere il loro servizio, ma si riterranno soddisfatti dello stato di servi, nel quale Dio ha stabilito che fossero posti per loro vantaggio, affinché vivessero con umiltà contro la superbia, lavorando intensamente contro l'accidia e l'inoperosità. Poiché San Paolo disse: «Se fosti chiamato servo, non dartene pena, non lamentarti né addolorarti». Sempre Paolo ci insegna così: «Servi, obbedite ai vostri padroni della carne con timore e rispetto, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo; non serviteli solo quando siete visti, come chi cerca di piacere agli uomini, ma quali servi di Cristo, facendo la volontà di Dio di tutto cuore. Servite con buona volontà come al Signore di tutti i signori e non agli uomini. Consapevole che ognuno riceverà dal Signore secondo le buone azioni che avrà compiuto, sia egli servo, vassallo o uomo libero». Egli vuol dire di cercare in Dio la ricompensa per avere bene agito. Sempre Paolo insegna così ai servi: «Servi, obbedite in ogni cosa ai vostri padroni della carne. Qualunque sia il vostro lavoro, agite di buon animo, cioè con discernimento e volontà, sia con il Signore sia con gli uomini, consapevoli che riceverete la retribuzione, cioè la ricompensa o il premio, dell'eredità in cielo. Servite Cristo Signore, poiché chi commette ingiustizia riceverà secondo il suo ingiusto operato, e dinanzi a Dio non c'è preferenza o eccezione per nessuno». Cioè un uomo non sarà risparmiato dal giudizio di Dio per le sue ricchezze, il potere o la nobiltà del suo sangue; e un povero non sarà punito per una piccola mancanza, come puniscono gli uomini di questo mondo malvagio; ma ogni uomo sarà punito in relazione alle proprie colpe, mentre sarà ricompensato in relazione alla buona vita che ha veramente condotto. Ma quanto a questo il demonio induce alcuni ad affermare che per i cristiani non vi devono essere servi o schiavi di signori pagani, poiché essi sono falsi con Dio e indegni dei cristiani. Né tantomeno essi devono servire dei signori cristiani, poiché essi sono tutti fratelli, e Gesù Cristo riscattò i cristiani sulla croce, rendendoli liberi; ma contro questa eresia Paolo scrisse così nella legge di Dio: «Quanti sono sotto il giogo della servitù considerino i loro signori degni di ogni onore e rispetto, affinché il nome e la dottrina del Signore non vengano resi blasfemi», ossia non siano ritenuti errati e non vengano disprezzati. E questo discorso è riferito ai signori pagani. Ma quei servi che hanno signori fedeli, cioè cristiani, non disprezzino di servirli, per il fatto che sono fratelli, sia nella natura come nella fede, anzi li servano meglio, proprio perché sono cristiani e amati, ossia parte attiva nel compiere buone azioni. «Insegna queste cose – disse Paolo al vescovo Timoteo – anche agli ignoranti, ed esorta quelli che sanno ma trascurano di farlo».

Se qualcuno insegna in altro modo, o non si accorda per intero alle parole di nostro Signore Gesù Cristo e a quell'insegnamento che è conforme a pietà, costui è un superbo, non conosce nulla, poiché si lamenterà o languirà su problemi e bisticci di parole dai quali si genereranno invidie, lotte e bestemmie, che sono motivo di dispiacere per Dio e di sospetti maligni e lotte intestine per gli uomini corrotti nel cuore o nell'anima, i quali furono privati della verità.

Paolo insegna che tutti i cristiani, uomini e donne, devono condurre una vita così santa che gli uomini al di fuori della fede si vergognino e non abbiano nulla da dire sul conto dei cristiani. Ordina che i servi siano soggetti, cioè sottomessi ai loro signori e li compiacciano in tutto, senza contraddirli, né frodarli, ma mostrando buona fede, fedeltà e giustizia, rispettandoli affinché venga reso onore in ogni sua parte all'insegnamento di Dio nostro Salvatore. Per questo Pietro insegnò che i cristiani devono essere forti della loro buona coscienza e della loro buona condotta, cosicché i nemici della nostra fede che ci calunniano o sparlano di noi rimangano confusi, mentre coloro, i quali hanno messo in pericolo la nostra buona condotta secondo la legge del Cristo, desistano.

Pietro parlò più diffusamente di questo argomento, e ordinò ai cristiani di comportarsi bene tra i pagani affinché, anche se prima sparlavano di noi come di malfattori, vedendoci e giudicandoci dalle nostre buone opere, glorificassero poi il Signore nel giorno della visita.

Eppure alcuni uomini senza carità diffamano i poveri sacerdoti, dicendo che essi sostengono la falsa opinione che i servi e i fittavoli possono, nel pieno rispetto della legge, rifiutare le rendite e il servizio ai loro lords quando questi siano dichiaratamente perversi nei loro modi di vita. Essi attribuiscono queste false opinioni ai poveri sacerdoti per far sì che i lords li abbiano in odio e per distruggere la verità della legge di Dio che i poveri sacerdoti insegnano apertamente per l'adorazione di Dio, il bene dello stato, la saldezza del potere regale e la distruzione del peccato. Poiché questi poveri sacerdoti distruggono invece, per mezzo della legge di Dio, gran parte della ribellione dei servi contro i lords e ordinano ai servi di essere soggetti anche a lords tiranni, come insegna San Pietro: «Servi, siate sottomessi ai signori con timore, non solo a quelli buoni e ragionevoli, ma anche ai tiranni, seppure si allontanano dall'insegnamento di Dio». Poiché, come dice San Paolo, ogni uomo deve essere soggetto a una potestà più alta, cioè a uomini più potenti, siccome non v'è potere che non venga da Dio; ma coloro che si pongono contro il potere si pongono contro l'ordine di Dio. E se si pongono contro quest'ordine si dannano da soli. Per questo Paolo stabilisce che dobbiamo necessariamente essere soggetti ai principi, non soltanto per costrizione, ma anche con consapevolezza. Dobbiamo quindi pagare i tributi ai principi, poiché sono ministri di Dio. Paolo ci ordina di pagare i debiti nei confronti di tutti, di pagare il tributo a chi lo dobbiamo, come pure di pagare il dazio per le cose trasportate da una parte all'altra del paese, sempre con timore, rispetto e onore. Così i servi devono servire i loro lords e padroni fedelmente e con buona volontà, vivendo nella quiete, nella pace e nella carità, inducendo i lords pagani alla vita nella fede, con l'esempio della loro sopportazione e la condotta della loro vita giusta e umile.

Ma è una menzogna architettata dai chierici dell'Anticristo che, come i sudditi possono legalmente rifiutare le decime e le offerte a quei curati che conducono una vita di lussuria o di altri gravi peccati senza svolgere il loro ufficio, così i servi e i fittavoli possono rifiutarsi di compiere il loro servizio e di pagare le rendite ai lords che conducono una vita apertamente perversa. Poiché nel primo caso i sudditi hanno l'autorità della legge di Dio dalla loro, e anche l'autorità di quella dell'uomo; ma non hanno alcuna autorità o legge per rifiutare il servizio o le rendite a lords corrotti.

Per questa ragione Cristo pagò per sé e per i suoi apostoli il tributo all'imperatore pagano. E non leggiamo che egli o un apostolo abbiano pagato le decime solo dal momento in cui iniziarono a predicare. Inoltre i lords hanno il dominio sul corpo degli uomini e sui loro beni in modo ragionevole. Essi posseggono la spada temporale e il potere mondano conferito loro dalla legge di Dio per obbligare gli uomini a compiere il loro servizio e pagare le rendite; ma i sacerdoti, in base al Vangelo e alla vita di Cristo e dei suoi apostoli, non hanno tale potere di costringere gli uomini a pagare le decime, specialmente quando non compiono il loro ufficio e fanno del male ai loro soggetti mediante falsi insegnamenti e un cattivo esempio di vita. E anche nel caso in cui essi compiano bene il loro ufficio e gli uomini si rifiutino di pagare le decime, essi devono sopportare con umiltà, senza imprecare, come fece Cristo.

Vediamo ora come dovrebbero comportarsi i lords in ragione del loro stato. Primo, devono conoscere la legge di Dio, studiarla e mantenerla in vigore, eliminare l'ingiustizia e difendere i poveri nel loro diritto di vivere nella quiete, nella pace e nella carità. Non tollerare che funzionari invece loro commettano estorsioni nei confronti dei poveri, che i poveri vengano battuti e che sia tolto loro ogni diritto con la forza del dominio.

Poiché così dice la Sacra Scrittura nel quinto libro della legge di Dio: «Quando il re è consacrato attraverso la scelta di Dio e del suo popolo, egli non dovrà moltiplicare i suoi cavalli, non dovrà avere molte mogli, così che il suo cuore sia protetto dalla lussuria, né dovrà possedere troppo argento e oro, ma una volta seduto sul trono del suo regno, scriverà per sé il libro della legge di Dio in un volume, prendendo esempio dai sacerdoti della tribù di Levi. Questa legge sarà con lui, egli la leggerà tutti i giorni della sua vita per imparare a temere il Signore suo Dio, a osservare le sue parole, che sono comandate nella legge, senza che il suo cuore diventi più superbo di fronte ai suoi fratelli; egli non dovrà inclinarsi né a destra né a sinistra, affinché egli e i suoi figli regnino a lungo sopra Israele».

Anche i re e i lords dovrebbero chiedere a Dio, con grande desiderio e con una vita santa, l'intelligenza delle cose celesti e la conoscenza di quelle terrene, con cui governare il popolo di Dio. Non dovrebbero chiedere ricchezze, né beni materiali, né la gloria in questo mondo o vendette irragionevoli sui loro nemici, né tantomeno una lunga vita terrena. Devono seguire invece l'esempio di re Salomone, al quale Dio diede l'intelligenza delle cose celesti e di quelle terrene, ricchezze, averi e glorie, tanto che nessun re ne ebbe in tal misura prima o dopo. Allo stesso modo re e lords dovrebbero vestirsi di giustizia e di equo giudizio come se questo fosse un diadema, ed essere occhio per il cieco e piede per lo zoppo o lo storpio, essere padre dei poveri, esaminare con maggior diligenza la causa che essi non conoscono, distruggere e schiacciare il potere dell'uomo malvagio, portar via la preda dai suoi denti. E quando essi siedono come re con intorno i loro fedeli, essi devono essere consolatori degli afflitti, sollevando i poveri che piangono e aiutando gli orfani di padre e madre che sono senza aiuto, benedire colui che è in punto di morte, confortare il cuore della vedova.

Queste e molte altre buone azioni compiva il santo re Giobbe, azioni che stanno nella Sacra Scrittura come esempio per i re e i lords.

Inoltre Dio stesso disse per mezzo di Geremia che egli punirà coloro che non difenderanno giustamente la causa della vedova, degli orfani di padre e di madre e la causa dei poveri. Dio disse inoltre per bocca di Isaia che i principi devono cessare di agire male e apprendere invece a praticare il bene, ricercare la giustizia, aiutare gli uomini ingiustamente oppressi, render giustizia agli orfani, difendere la vedova.

Per questo la Sacra Scrittura dice che la misericordia e la verità conservano il re, il suo trono è reso forte dalla clemenza e dalla misericordia, e il re che siede sul trono del giudizio dissipa ogni male con il suo sguardo, cosicché Dio si compiace più di questa clemenza che dei sacrifici. Salomone disse che coloro i quali compiono il male sono abominevoli agli occhi del re, poiché il suo trono si fonda sulla giustizia.

Allo stesso modo Davide disse che l'onore del re ama il diritto e tutta la terra d'Israele rispettò Salomone per la sua saggia ed equa sentenza nel processo delle due popolane. Infatti Paolo insegna che i principi non suscitano terrore per il retto agire, ma per quello malvagio. E un uomo di grande potere non porta invano la spada, cioè il potere mondano, poiché egli è ministro di Dio nel punire chi opera il male. San Pietro insegnò a tutti i cristiani ad essere sottomessi agli uomini per amore di Dio, al re come sovrano innanzi agli altri, e ai duchi in quanto inviati dal re per la punizione delle azioni malvage e dei malfattori, e per compensare le buone opere o chi ha agito bene. Sempre Paolo insegna questo ai signori: «Voi, signori, accordate ai vostri servi ciò che è secondo giustizia, ben sapendo che anche voi avete un Signore in cielo». Paolo dice nell'epistola agli Efesini: «E voi, signori, tenete verso i servi la stessa condotta, siate cioè giusti, di buon cuore e di buona volontà, mettendo da parte le minacce; consapevoli che il vostro e il loro Signore sta nei cieli e dinanzi a Dio non vi sono eccezioni». Cioè Dio non si ferma dinanzi alle ricchezze o al dominio o alle amicizie terrene, quando castiga chi ha peccato, e non esita a compensare la buona condotta di un uomo anche se questo è un povero servo. Poiché questo è l'ufficio del re e dei lords, punire il peccato e lodare e compensare le buone opere. Ma se i lords non compiono il loro dovere, appoggiano l'operato dei peccatori e dei malfattori, e non aiutano i poveri a cui deve essere resa giustizia, essi possono temere che il loro regno o il loro dominio passino ad altre persone, come disse il saggio: «Un regno passa da gente a gente a causa dell'ingiustizia, dei torti e della violenza, delle contese e dei numerosi inganni e frodi. Poiché gli uomini, più che l'ingiustizia nei confronti di Dio, temono quella che regna sulla loro terra, temono in misura maggiore di dispiacere a un miserabile mortale e perdere la sua protezione, piuttosto che dispiacere a Dio onnipotente e perdere la sua ben più alta protezione. E preferiscono obbedire a un errato comandamento dei figli del superbo Lucifero, piuttosto che obbedire al più giusto dei comandamenti di Dio, che è più semplice e sicuro; ricercano con più desiderio il fetore di una piccola parte di ricchezza terrena, piuttosto che la felicità in cielo. Poiché molti si impegnano di più nel ricercare e nell'ottenere lo sterco di questo mondo che nel ricercare e ottenere la virtù di una vita santa, pentendosi in maggior misura quando perdono qualche bene terreno che non quando perdono la grazia, la carità e altre virtù, cadendo così in numerosi e orribili peccati. Inoltre gli uomini preferiscono vendicarsi dei torti e delle cattiverie che sono stati compiuti contro di loro o il loro potere, piuttosto che punire i torti e le cattiverie compiute contro la maestà di Dio onnipotente. Se un uomo pronunzia qualche parola di biasimo o qualche offesa nei confronti di un lord o di un potente di questa terra, sarà perseguitato e punito di conseguenza, perché tutti lo sappiano. Ma se qualcuno attribuisce al nostro Dio cose infami o non corrispondenti al vero, dicendo che Cristo mendicava come alcuni fanno ora senza alcun bisogno, o disprezzando il suo nome con abominevoli bestemmie, o parlando in modo infame di lussuria e altri peccati immondi per insozzare con quei mezzi le anime dei cristiani, egli non viene né perseguitato né cacciato, ma trattato come una brava persona. Alcuni passano addirittura per santi, poiché la legge di Dio non è conosciuta e la loro ipocrisia è ancora nascosta. Così l'ingiustizia regna sovrana in molte parti.

Le ingiurie e i torti sono perpetrati in molti modi sui poveri. Questo avviene perché i prelati non insegnano la legge di Dio in modo veritiero, né con la predicazione né con l'esempio di una vita santa, anche se son sempre pronti a ritirare le decime e le offerte dei poveri, mentre dovrebbero distribuire beni materiali invece di incamerarli. Infatti i prelati sprecano i tesori dei poveri nella superbia, nella gola, nelle controversie terrene e nelle grandi feste cui partecipano lords e potenti. Ma intanto il loro corpo e la loro anima giacciono nella miseria e nella pena. Tuttavia essi non vogliono amministrare i sacramenti, né svolgere gli uffici spirituali che competono loro, come la consacrazione delle chiese, degli altari, dei camposanti e dei paramenti, a meno che gli uomini non paghino questi uffici con parecchio denaro. E questo quando tutti sanno che vendere e comperare sono atti maledetti da Dio.

Anche i lords commettono spesso torti nei confronti dei poveri con estorsioni, irragionevoli multe e tasse. Prendono i beni dei poveri senza pagarli adeguatamente, ma soltanto con i bastoncini bianchi [1], li disprezzano, li minacciano e alcune volte li battono perché chiedono il loro salario. In questo modo i lords divorano i beni dei poveri, li sprecano in peccati di gola, di superbia, mentre i poveri muoiono per il dolore, la fame, la sete, il freddo. E i loro bambini seguono la stessa fine. E se la rendita non è pagata subito, confiscano gli animali, e i servi vengono perseguitati senza misericordia, sebbene non siano mai stati così poveri, bisognosi, carichi d'anni, deboli, senza alcun bene e con molta prole. Ma i lords non vogliono udire con clemenza la causa di un povero così da aiutarlo nel suo diritto, ma tollerano invece che i giurati li annientino togliendo ai poveri la loro mercede, per la quale hanno sacrificato corpo e sangue. E così in un certo modo essi mangiano la carne e bevono il sangue dei poveri. Sono assassini, come Dio si lamenta attraverso i suoi profeti. Per questo Dio disse attraverso il profeta Isaia che tali signori sono complici dei ladri e le loro mani grondano di sangue. Ma quando la loro bocca pregherà e alzeranno le mani, Dio non vorrà udire né accettare le offerte che sono state estorte con i furti e i saccheggi ai beni dei poveri.

Anche gli uomini di legge, che dovrebbero sopprimere tali ingiurie attraverso il loro ufficio, rendendo a ognuno giustizia e ragione, mantengono immutato lo stato di ingiustizia in cambio di denaro, benefici e toghe. In tal modo essi non riconoscono i diritti dei poveri poiché è meglio per loro non riconoscerli, malgrado non siano mai stati più evidenti, piuttosto che riconoscerli e perder quei beni che ottengono con inganni attraverso rinvii, cavilli, e altre astuzie che essi praticano. E i torti vengono mantenuti, mentre la verità e il diritto sono proscritti in molte classi. Anche le lotte e i dissidi sono diffusi nel nostro paese, poiché i lords lottano con i loro affittuari per ridurli in schiavitù più di quanto dovrebbero in base alla ragione e alla carità. Gli affittuari si lagnano contro gli altri, li maledicono e imprecano contro di loro notte e giorno, e i grandi di questo mondo litigano, portando i loro litigi persino nelle corti di arbitrato. Coloro la cui volontà avrà la meglio sono i più forti, sia che essi abbiano torto oppure ragione. Altri hanno litigi con centinaia e migliaia di uomini, alcune volte con molti paesi, e attraverso questi litigi incamerano palazzi, vivono nel fasto e con grandi spese. Alcuni lords (non sembrassero tanto devoti e santi nelle preghiere!) mantengono il loro dominio opprimendo gli uomini della contrada, e mantengono altri malfattori a tal fine, sebbene i sudditi seguano il diritto e la ragione. Tutto ciò avviene con perfidia e menzogna, per cupidigia e superbia mondana. I veri sacerdoti lottano per far valere la Sacra Scrittura, attraverso la quale essi sostengono che bisogna governare le anime dei cristiani. Ma gli ipocriti sostengono la falsità della Sacra Scrittura, e dicono che la nuova legge costituita dai chierici mondani è migliore della Sacra Scrittura per i cristiani. Quindi essi rivolgono la loro attenzione alla legge degli uomini e insegnano loro a rivestirla di superbia e cupidigia. Trascurano il Vangelo e la legge di Dio, poiché questa condanna la superbia e la cupidigia dei chierici, e insegna l'umiltà, la povertà volontaria e l'impegno nella preghiera e negli uffici spirituali. I chierici fedeli dicono che la religione costituita da Cristo, Dio e uomo, è la più perfetta, la più semplice e la più sicura per onnipotenza, saggezza e carità del Signore. Invece gli ipocriti sostengono questa nuova religione, fondata dai peccatori, che raccoglie molte opinioni eretiche ed è costituita da pazzi miserabili e mondani, pieni di cupidigia, i quali affermano che questa religione è migliore. Quindi lasciano la religione di Cristo a se stessa e si vincolano attraverso voti speciali a follie peccaminose. Eppure Cristo e i suoi apostoli non insegnarono né praticarono un tale voto. E tuttavia molti bambini sono educati a questa nuova religione il cui amore è diretto più all'orgoglio mondano e al benessere del corpo che a una vita santa e condotta in penitenza servendo Dio e alla purezza dell'anima. Alcuni sono sottratti furtivamente ai loro amici, mentre altri vi sono introdotti con frodi, inganni e false donazioni. In seguito si pentono, ma non è loro permesso di rivolgersi alla purezza della religione di Cristo, sebbene essi non siano adatti a questa nuova religione costruita sugli ordini dei peccatori.

E così in qualche modo si dannano necessariamente con rimorso di coscienza, con la perdita delle cose migliori, e con la consapevolezza di possedere le peggiori. I chierici fedeli affermano inoltre che la vita di Cristo e dei suoi apostoli nella povertà volontaria, senza elemosine false e inutili e senza il dominio mondano, è in se stessa l'esempio perfetto e migliore per tutto il clero, poiché Cristo, Dio e uomo, scelse la migliore condotta di vita. Egli non poteva commettere errore né col pensiero né con la parola o le opere: ma alcuni ipocriti si pongono contro questa affermazione, sia con le parole che con le opere. Fingono una santa povertà sull'esempio di Cristo e degli apostoli, mentre vivono nel lusso della spensieratezza mondana, in case costose e in modo molto superiore ai lords, in vesti che sarebbero costose anche per un lord, per non parlare delle spese per i cibi, le bevande e l'organizzazione di grandi e ricche feste. Essi conducono questa vita con le elemosine dei poveri, che già sostengono con difficoltà il pagamento delle rendite dei lords, delle decime e delle offerte ai curati, gravati dal mantenimento della moglie e dei bambini, vivendo nei debiti e lavorando intensamente notte e giorno. E se non fossero poveri e oppressi di debiti, questi ipocriti non smetterebbero mai di derubarli con la richiesta di false elemosine condannate dalla legge di Dio.

Altri ipocriti sostengono e mettono in pratica l'affermazione secondo la quale è meglio che il clero abbia rendite mondane e il dominio che ne deriva dal possesso, includendovi le parrocchie di cui diventano proprietari con la simonia e l'inganno; e preferiscono queste cose alla vita onesta condotta in povertà volontaria come fecero Cristo e i suoi apostoli. Tuttavia essi non governano bene il popolo, come dovrebbero fare i lords, e dicono di essere morti per il mondo. Quindi non insegnano al popolo la legge di Dio, attraverso la parola e le opere, come dovrebbero fare i sacerdoti, ma sostengono che non tocca a loro predicare. Ed essi non lavorano per il loro sostentamento, come Dio ingiunse ad Adamo per punirlo, e come fece Paolo, che lavorò con le sue mani per sopravvivere. Essi vivono nella comune ingordigia, nell'accidia e in molti altri peccati. Fingono santità nel canto, nel pregare con la bocca e in costumi che si fondano sugli errori umani più che sulla vita di Cristo che si legge nel Vangelo. E quando i chierici fedeli difendono la loro posizione sulla base della Sacra Scrittura, della ragione e sull'esempio della vita di Cristo e dei suoi apostoli, questi nuovi ipocriti sostengono la loro falsa posizione in base al peccato, all'ipocrisia, al potere mondano, ricorrendo a doni in denaro e a censure, come la sospensione, l'interdetto e la prigione. Ed è in questi momenti che il litigio e la lotta sono più aspri. Infatti molti lords e uomini potenti sono ingannati dalla gran massa degli ipocriti, e molti sono accecati dai doni in denaro e dai profiitti mondani che essi ricevono da questi ipocriti. Altri sono attratti dall'amore della carne e dall'amicizia mondana.

Alla fine pochi rimangono nella verità, e sono pochi i lords e gli uomini ricchi che difendono la legge di Dio e il bene delle anime dei cristiani, affinché raggiungano la felicità celeste. È tuttavia i poveri sacerdoti sono diffamati come eretici, perché sostengono la verità della Sacra Scrittura. Vengono cacciati, scomunicati, imprigionati e impediti nella predicazione del Vangelo, temendo che essi possano mettere in guardia il popolo, sulla base dell'insegnamento di Cristo, dalle frodi dell'anticristo e del suo clero mondano, superbo e ingordo. In questo modo le contese e gli alterchi si sviluppano e sono mantenuti nella nostra terra.

Gli inganni, le trappole e le falsità regnano nella nostra terra. I prelati nascondono astutamente la simonia e l'ipocrisia, ma è molto difficile che una persona ottenga un beneficio senza simonia, sia essa conosciuta o nascosta. In questo modo i sacerdoti, i lords e il popolo sono corrotti dall'eresia dell'abominevole simonia.

I prelati, che dovrebbero annientare il peccato e cacciarlo dal paese, appoggiano volentieri ogni anno uomini che peccano di lussuria e di altri peccati, in cambio di una pensione annuale che chiamano «santa punizione». E sarebbero furiosi se un lord o un altro potente togliesse loro questa «punizione», che è furto ed estorsione.

Fra i confessori imperano le frodi, poiché essi sostengono e hanno gran cura dei peccati dei grandi di questo mondo; essi fanno ciò per ottenere un beneficio, beni terreni, protezione, o per la soddisfazione della loro pancia disgustosa e per i piaceri della tavola.

Essi infatti non osano dire ai potenti la verità e l'infamia dei loro peccati e l'orrore delle pene infernali. Non lasciano la loro compagnia quando essi perdurano nel peccato, a meno che in questo modo essi perdano la rispettabilità mondana e il piacere che ricercano più della salvezza delle anime.

Fra gli uomini di legge impera la frode, poiché mantengono i torti o li compiono anche quando i lords sperano di agire rettamente e di piacere a Dio. Attraverso la loro cupidigia e le loro menzogne essi acquistano terre e rendite, compiono estorsioni affermando di far valere i diritti dei poveri e dei ricchi in egual misura. E riescono a far apparire così santo il loro operato, che essi sembrano angeli del paradiso. Così le loro menzogne sono ben camuffate e il popolo è acceccato per quel mezzo.

Fra i mercanti impera la frode al massimo grado, poiché essi spergiurano, sul corpo di Cristo e su Dio onnipotente nella sua Trinità, che la loro merce costa pochissimo ed è conveniente e di buona qualità, cosicché il popolo rimane ingannato e i loro apprendisti imparano a esercitare questa abominevole astuzia. Più ne esaltano i pregi, più il popolo è frodato, poiché nascondono l'usura e la mascherano con le sottili astuzie del demonio, tanto che sono pochi gli uomini che possono provare che vi è stata effettivamente usura e punirli di conseguenza prima del giorno del giudizio.

Fra i servi impera la frode, poiché essi lavorano intensivamente solo quando il loro padrone è presente, ma quando è assente sono oziosi e imbroglioni, si trastullano e son pronti a giurare con sicurezza che essi non possono lavorare in modo più onesto e più attivo di quanto fanno.

Nonostante ciò nel clero imperano le frodi più gravi, poiché esso inganna gli uomini con le sue vane preghiere, perdoni o indulgenze, poiché non conosce la virtù delle sue preghiere né le intenzioni degli uomini per i quali dice le preghiere. Esso dovrebbe temere gravemente per il suo operato, poiché induce Dio a punirlo per la sua vita perversa. E allora ci sarà indulgenza da parte di Dio soltanto per una vita ben condotta e una fine caritatevole. Ciò non sarà né acquistato né venduto, come fanno i prelati che commerciano nei nostri tempi. Poiché colui che è più caritatevole, quello è il miglior agnello di Dio, sia egli pastore o laico, nella Chiesa o nel campo. E chi meglio seguirà i comandamenti di Dio sarà perdonato e avrà la felicità del paradiso e soltanto Dio sopra di lui.

Così la frode impera in molte classi e persone, tanto che il nostro paese può temere seriamente una conquista, se il peccato e la frode non saranno cacciati e la carità e la verità ristabilite al più presto.

Ma siano i lords ben consapevoli che se non saranno caritatevoli e non perdoneranno ai loro servi, e non saranno in buona coscienza nei loro confronti, non riceveranno da Dio né misericordia né amore. Poiché l'aver oppresso a torto i poveri grida vendetta dinanzi a Dio, così come lo grida l'omicidio; e che i lords guardino di governare bene i servi e gli affittuari, che temano Dio e ancor più la sua ira; che fuggano il peccato, vivano virtuosamente e vi sia onestà tra l'uomo e Dio. Poiché i lords devono dare l'esempio di una vita santa ai servi e ai sudditi. Quando essi peccano contro Dio, devono punirli più decisamente di quando commettono delle mancanze contro la loro persona o i loro interessi materiali; devono lodarli, averli cari e ricompensarli più per la loro vita santa e la loro fede che per l'obbedienza, i vantaggi o per aver favorito i loro interessi terreni. In tal modo i lords virtuosi dovrebbero tenere con sé i servi virtuosi, fedeli a Dio e all'uomo, condannando e punendo invece i malvagi sobillatori di rivolte e quelli che conducono una vita blasfema. Così il peccato dovrebbe essere estirpato da loro e da altri, ristabilendo e favorendo la verità e la vita virtuosa.

Inoltre i lords non devono fare estorsioni ai loro servi poveri, né attraverso le leggi di questo mondo né con i dazi, poiché tutte queste leggi e questi dazi non hanno alcun valore se non vengono mantenuti attraverso la carità e la buona coscienza.

E i lords devono provvedere che i loro servi vivano bene, nella quiete e nella pace; e nei loro confronti devono essere buoni padri, soccorritori e non devono tollerare che i funzionari, o qualsiasi sovrintendente, commettano dei torti in loro nome. Poiché è in loro potere eliminare questi torti, e se non lo fanno, essi ne sono gli autori; e facendo sì che tali torti vengano mantenuti, essi saranno puniti come coloro che li hanno commessi realmente, come dice San Paolo; verranno anzi puniti in molti casi con maggior severità, poiché il fatto che essi li mantengano procura più danni e torti che non il male commesso dai funzionari stessi.

Poiché San Paolo dice chiaramente che colui il quale non si prende cura dei suoi, e soprattutto di quelli di casa sua, quello ha rinnegato la sua fede ed è peggiore di un pagano.

Da questo sembra chiaro che quel lord che non si cura di quali torti o estorsioni i suoi funzionari si macchiano sotto la sua giurisdizione, questi rinnega la giusta fede ed è peggio di un pagano, poiché egli arreca più danno a un cristiano, distrugge in maggior misura la religione cristiana, semina le liti tra poveri e ricchi e l'odio nei confronti di Dio. Poiché essi potrebbero benissimo informarsi presso gli uomini fedeli della religione intorno alla disonestà dei loro sovrintendenti e correggerli, se amassero la fede di Dio e il giusto aiuto ai poveri nella misura in cui essi amano curare il proprio corpo e nutrirsi con cibi sani. Ma se si comportano conce ora, essi amano più la loro pancia e se stessi che l'onore di Cristo e il giusto governo del popolo di Dio. E i lords dovrebbero mettere in guardia i loro funzionari che se essi commetteranno qualche ingiustizia contro i loro poveri fittavoli, dovranno essere sollevati dalle loro cariche, perderanno l'amicizia del lord e il dominio che era stato conferito loro.

Allora i funzionari dei lords saranno più attenti a ciò che significano le estorsioni e gli appoggi al mantenimento dei torti.

E i lords sono immondamente ingannati se stanno a casa, nei piaceri della gola, della lussuria e dell'accidia, recitando i loro mattutini e altre devozioni con la bocca ma non col cuore e non convalidate dalle opere, e se tollerano che i poveri siano angariati da cattivi funzionari.

Poiché Dio disse, attraverso Salomone, che è meglio essere misericordiosi e giusti che offrire sacrifici. Poiché la presenza del lord giusto dovrebbe distruggere i torti e i cattivi appoggi che li mantengono più delle numerose lettere inviate a funzionari malvagi, poiché questi non si curano di agire rettamente in conformità alle lettere, anche perché non vi è più alcuna conseguenza dopo che la lettera è stata inviata. Quale valore ha per un lord parlare attraverso la parola di Dio, quando molti poveri chiedono una giusta punizione nei suoi confronti per le estorsioni e i torti che egli e i suoi funzionari fanno ed egli tollera che siano compiuti in suo nome, mentre invece è in grado di interromperli e distruggerli?

Altrimenti egli accondiscende a questi torti e ne è l'autore. Poiché Dio ascolterà più prontamente i poveri che gridano giustamente vendetta piuttosto che un lord e molti ipocriti che chiedono indebitamente aiuto e guadagni di beni materiali. Poiché Dio disse che egli non udrà uomini peccatori che lo invocheranno nel momento del bisogno, quando essi non vollero dare ascolto ai poveri e aiutarli nei torti e nei danni dai quali erano oppressi. Inoltre regna tra i lords un'altra grave mancanza, ed è che non vogliono estirpare la superbia, la cupidigia e la mondanità dal clero, che arreca tanto male al popolo cristiano.

Poiché se i lords disprezzassero il clero superbo, pieno di cupidigia, lussuria e altri peccati e lo cacciassero al più presto, la vita santa e l'insegnamento nella fede sarebbero ristabiliti nuovamente. Ma a questo proposito la frode e l'ipocrisia dell'Anticristo e dei suoi chierici imperano, poiché essi dicono che i lords non hanno potere sul clero, tranne il caso in cui i prelati li chiamino per punire i chierici che si ribellano e non vogliono essere corretti dai loro prelati. Ma Salomone depose un sommo sacerdote e ne ordinò un altro al suo posto, ed estromise il primo senza chiedere l'aiuto del clero per il tradimento fatto a Salomone e al suo popolo; e il tradimento contro Cristo e la sua legge è più grave che il tradimento contro un re di questa terra e deve essere punito in modo più energico. Come insegnano Pietro e Paolo, i lords hanno ricevuto da Dio l'ordine di punire i malfattori e le malefatte, di ricompensare le buone opere e coloro che le compiono.

Cosicché più il peccato è grave, più severamente questo dovrebbe essere punito. Ma il peccato del clero è più grave di quello dei laici, quindi i lords dovrebbero punire con maggior decisione e severità il peccato del clero che quello degli altri uomini. Ed è più peccaminoso e pericoloso per il popolo di Dio quando il clero inferiore persiste nel peccato e gli alti prelati lo tollerano, consentendovi per negligenza o per cupidigia, che quando i prelati si preoccupano di estirpare il peccato e perseguire i chierici malvagi. Di conseguenza i lords devono punire con più fermezza i chierici malvagi quando i prelati dormono o li favoriscono nel peccato in cambio di denaro, altrimenti i regni potrebbero essere conquistati per la negligenza di prelati ingordi, come accadde per la terra d'Israele. E per questo quando Cristo fu lodato dal popolo entrò nel tempio e con le sue mani cacciò i simoniaci, per dare ai lords l'esempio, affinché si comportino nello stesso modo. Per questo Pietro e Paolo non escludono il clero dalle punizioni dei lords. Poiché se la legge di Dio conferisce ai lords il potere assoluto di punire i malfattori, perché essi non dovrebbero punire i chierici malvagi, dal momento che essi trascinano nel peccato altri uomini, tanto da sconvolgere le nazioni? Cristo sopportò pazientemente l'ingiustizia della morte inflittagli da Pilato, che era un giudice secolare, quindi il clero dovrebbe a maggior ragione sopportare i giusti atti di punizione per i loro peccati da parte dei lords. Infatti Paolo non rifiutò di accettare la morte da parte di giudici secolari come se l'avesse meritata, e si appellò all'imperatore pagano di Roma. Così sembra che il clero che non vuole essere corretto dal giudizio dei lords secolari non ha né umiltà né sopportazione né carità, e si pone al di sopra di Cristo e dei suoi apostoli, contro la legge di Dio, fondandosi sulla superbia di Lucifero; si erge quindi come abominevole anticristo.

Tuttavia i lords compiono torti e frodi, poiché nominano uomini ignoranti e con cattive abitudini di vita ai benefici che comportano la cura di molte anime, prendendo per sé il profitto dei grandi benefici per molti anni. Tengono nelle loro cappelle uomini che hanno ricevuto un beneficio a causa della stravaganza di nuovi canti, nominano alcuni sacerdoti sovrintendenti della loro casa, mentre altri sono addetti alla loro cucina, altri sono loro ragionieri, altri sono loro tesorieri, altri elemosinieri, altri ancora maggiordomi della loro corte, alcuni sono loro consiglieri e si occupano delle loro dispute mondane, degli abiti e degli uffici mondani, come se nessun laico potesse tenere questi uffici. E non sopportano né tollerano che essi vadano a curarsi delle anime, per la qual cosa essi risponderanno nel giorno del giudizio. Per questo Cristo versò il prezioso sangue del suo cuore, ma i lords sopportano e sostengono i lupi infernali che uccidono le anime degli uomini col peccato, non compiono opere di misericordia spirituali e corporali, così da diventare traditori nei confronti di Dio, dei suoi sacerdoti e del suo popolo. Infatti il tradimento più grave di Dio e del suo popolo è di quei sacerdoti che intenzionalmente e con grandi spese si procurano queste cariche mondane, vi si installano e abbandonano i loro uffici spirituali. Ma il tradimento più grave nei confronti di Dio e del suo popolo sta nella falsità dei confessori, che dovrebbero indicare ai lords il grande pericolo di questi e altri peccati, e non lo vogliono indicare per timore di perdere l'amicizia, il dominio, il rispetto e le ricchezze di questa terra. Infatti essi danno molto più valore alla parte più ripugnante dei rifiuti terreni che all'aiuto delle anime cristiane, all'amicizia di Dio e alla felicità in paradiso. Inoltre molti spacconi di campagna, che vogliono diventare gentiluomini e hanno poco o nulla su cui vivere, lodano e innalzano un prelato mondano, cosa che fanno anche altri lords, sebbene quel prelato sia vizioso per lussuria, per superbia, per ingordigia e per altri peccati, cosicché questo prelato mondano (sentendosi adulato) organizza per loro grandi feste e sperpera le elemosine dei poveri in doni costosi e in frivolezze; e ciò si aggiunge al fatto che è già un frequentatore di mercati, un mercante, un mantenitore dei litigi alle corti di arbitrato, uno spergiuro, un assassino e uno smodato.

Ma se c'è un curato o un sacerdote dell'anima che conduce una buona vita nell'umiltà, offrendo le elemosine ai poveri, senza sprecarle in vane feste e in tali affari, e prega devotamente e insegna fedelmente la legge di Dio, basandosi fedelmente sulla Sacra Scrittura, quello sarà ritenuto un perverso, un cane, un maiale, un ipocrita e un eretico. Se poi rimprovera gli altri per la loro vita perversa e insegna loro il miglior modo per salire al cielo, e fa questo sia con le parole sia con le opere, egli sarà cacciato e perseguitato pubblicamente o di nascosto, ed essi gli porteranno un odio tale da fargli perdere la sua parrocchia con la simulazione di uno scandalo, procurandogli molestie o motivi di vergogna per fargli abbandonare il paese. Cosicché attraverso questi torti e frodi i buoni sacerdoti giungono ad abbandonare il servizio di Dio e l'insegnamento conforme alla fede.

Eppure i lords compiono molti torti e inganni nei loro uffici, poiché sprecano il loro tempo nell'ozio e nell'accidia, consumando i loro beni nella gola, nella superbia e nell'ostentazione.

Chi si comporta in tal modo è ritenuto il lord migliore e quello più degno di rispetto, specialmente se permette che i poveri siano battuti e che i torti vengano mantenuti alle corti di arbitrato, non lasciando cadere e sostenendo le cause in modo tale che il diritto e la legge non possano avere il loro corso. Così, quando essi dovrebbero essere gli alberghi della giustizia e della vita virtuosa, essi si fanno sostenitori dei superbi figli di Lucifero, appoggiano coloro che compiono estorsioni, furti e altre infamie, affinché questi annientino i loro poveri vicini e facciano della loro casa un covo di briganti, in modo che agiscano in nome del demonio per sostenere la frode ed altri peccati, abbattendo la legge di Dio e dei suoi servi. Infatti i lords dovrebbero darsi da fare per conoscere la Sacra Scrittura, così da instaurare la verità e la giustizia, sostenendo il diritto dei poveri a vivere nella quiete e nella pace, in base alla loro sapienza e al loro potere, poiché i poveri sono occupati nel procurarsi ciò di cui vivere e nel pagare le rendite ai lords. Poiché Dio disse attraverso Davide: «E ora, voi che siete re, intendete: non siate ignoranti, poiché giudicate la terra; servite il Signore con rispetto e amore, rallegratevi nei suoi confronti con timore». E il saggio disse che il giudizio più severo sarà quello nei loro confronti, e Gesù Cristo disse che chi ha ricevuto in maggior misura, a quello sarà domandato di più. Che Dio induca i lords a distruggere il peccato e ad avere care le virtù e la vita santa dei sacerdoti e di tutti gli altri sudditi. Amen.

[1] Sorta di ricevuta.

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Ultimo aggiornamento: 02/08/08