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Fonti

Antologia delle fonti altomedievali

a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto

© 2000 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


II
La fine del mondo antico / 2
Gli invasori e il nuovo assetto dell’Occidente

3. Il distacco della Britannia
(A) Zosimo, Storia nuova, VI, 10.
(B) Gilda, La rovina e il lamento della Britannia, AA 13, 19.
(C) Costanzo di Lione, Vita di san Germano vescovo d’Auxerre, 17-18.

(A) Onorio, intanto, scrisse una lettera alle città della Britannia raccomandando di provvedere a se stessa e distribuì in dono ai soldati il denaro mandato da Eracliano, questo gli diede completa tranquillità e gli permise di guadagnarsi la benevolenza delle truppe.

Zosimo, Storia nuova, VI, 10.

Testo originale


(B) Mentre [i Romani] si ritiravano ecco subito le tetre orde dei Pitti e degli Scoti spuntare fuori dalle imbarcazioni con cui avevano attraversato le insenature marine. Sembrava il nero brulicare dei vermi che sbucano dalle fessure delle rocce quando più alto è il sole ed il calore aumenta. I loro usi differivano alquanto ma erano accomunati dalla stessa bramosia sanguinaria, e preferivano coprire coi capelli le loro facce patibolari piuttosto che coprire con indumenti i genitali. Fatti più che mai audaci per aver saputo della definitiva partenza dei nostri condebitori, sottrassero agli abitanti tutta la parte nord dell’isola, fino al muro. Come rimedio venne schierato sulla sommità del muro un esercito imbelle, incapace perfino di fuggire, costernato dal terrore, che marciva in attonita attesa giorno e notte. Dall’altra parte invece piovevano implacabili i dardi uncinati degli ignudi nemici: così gli sventurati difensori, tirati giù dalle mura, si schiantavano al suolo. Ed in realtà quelli che venivano colpiti, pur nella loro morte prematura, erano fortunati, perché una rapida fine li sottraeva alla tragica sorte che attendeva i loro fratelli ed i loro figli. Che dire oltre? I nostri abbandonarono le città ed il muro.

Una volta ancora, e ora più che mai senza speranza, dovevano fuggire e disperdersi; una volta ancora, ed ora con maggiore crudeltà, venivano inseguiti e massacrati. venivano fatti a pezzi, come agnelli dal beccaio, e come la loro morte anche la loro vita diventava simile a quella delle bestie. Infatti per sopravvivere si derubavano a vicenda in quanto il vitto scarsissimo non bastava a sostentarli.

Gilda, La rovina e il lamento della Britannia, AA 13, 19.

Testo originale


(C) Intanto i Sassoni ed i Pitti, congiunte le forze, mossero guerra contro i Brettoni che la necessità aveva costretto a scendere in campo. in quel frangente i Brettoni, che erano spaventati e giudicavano le loro forze del tutto impari, chiesero aiuto ai santi vescovi. Questi arrivarono subito, come avevano promesso, e con il loro arrivo portarono tanta fiducia e sicurezza da credere che fosse arrivato un grandissimo esercito. E così sotto la guida dei due apostoli Cristo militava negli accampamenti. Si era nei giorni sacri di Quaresima, resi ancora più sacri dalla presenza dei sacerdoti, tanto che i soldati, istruiti da quotidiane predicazioni, correvano a gara verso la grazia del battesimo, e la maggior parte di quel pio esercito reclamava l’acqua che purifica e salva. […] Trascorse così la solennità della Pasqua, e quando quasi tutti i soldati, appena battezzati, si accingevano a prendere le armi e ad affrontare la battaglia, Germano si proclamò comandante per lo scontro. Scelse truppe leggere, perlustrò il terreno e schierò l’esercito, di cui si era messo a capo, in una valle circondata dai monti, che lui aveva scorto durante la perlustrazione e che si trovava nella parte opposta a quella da cui si attendeva l’arrivo dei nemici.

Ed ecco sopraggiungere la feroce moltitudine dei nemici che i Brettoni, dal luogo del loro agguato, potevano vedere avvicinarsi. Allora Germano, che portava lo stendardo, ordinò che tutti rispondessero alla sua voce con un unico grido. E mentre i nemici erano sicuri di giungere inaspettati, i vescovi gridarono per tre volte “Alleluia”. Tutti rinviarono il grido all’unisono e le gole moltiplicarono il clamore con l’eco. 1 nemici vennero sgominati dal panico: terrorizzati credettero che rovinassero su di loro non solo cingevano la valle, ma addirittura la volta del cielo. […]

Trionfavano i vescovi sui nemici messi in rotta senza spargimento di sangue; trionfavano per la vittoria ottenuta con la fede e non con la forza.

Costanzo di Lione, Vita di san Germano vescovo d’Auxerre, 17-18.

Testo originale

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 01/09/05